venerdì 10 novembre 2023

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI 2. IL MARESCIALLO LEONARDI E ANCORA SULL’IPOTESI SPARI DA DESTRA

 

    IL MARESCIALLO LEONARDI E 

ANCORA SULL’IPOTESI SPARI DA DESTRA

 

(a cura di SEDICidiMARZO)


A pag. 106 (del suo memoriale) Morucci racconta:


Anche qui sembra che le sue parole tradiscano involontariamente un’altra verità. Nel tentativo, forse, di tentare una captatio benevolentiae, racconta l’eroico

martedì 17 ottobre 2023

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI 1. IL PARABREZZA E IL “PROBLEMA” A DESTRA

 

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI 

(a cura di SEDICidiMARZO)

 

1.      IL PARABREZZA E IL “PROBLEMA” A DESTRA

Nel suo memoriale, Morucci, criticando alcune osservazioni degli avvocati di parte civile che avevano postulato la presenza di aggressori anche a destra (lato opposto agli “avieri”) dice:


Ecco quindi una foto, fra l’altro molto nota, con invece un bel  foro sul parabrezza:

venerdì 29 settembre 2023

IL “MEMORIALE” SMEMORATO - L'omicidio di Domenico Ricci

 (a cura di: Andrea Guidi)


IL “MEMORIALE” SMEMORATO

16 MARZO 1978, VIA FANI

L’OMICIDIO DI DOMENICO RICCI

DALLA DISAMINA FILOLOGICA DEL MEMORIALE MORUCCI DI PAOLO MANINCHEDDA ALLE RISULTANZE PERITALI

“In conseguenza dell’inceppamento della mia arma, per non intralciare gli altri, mi sono portato verso
Via Stresa ed ho impiegato del tempo per disinceppare l’arma.

Subito dopo sono tornato accanto alla 130 ed ho sparato altri colpi, ma l’auto era già ferma .”

(brano del così detto “Memoriale” Morucci-Faranda, 1986-1990, come trascritto in “Patto di omertà- Il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro: i silenzi e le menzogne della versione brigatista” di Sergio Flamigni, ed. Kaos, 2015)

 

INTRODUZIONE

Il giorno 11 ottobre 1991 la Corte di Assise di Roma trasmetteva alla “Commissione parlamentare  d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi” (di seguito Commissione Stragi, o anche CS) un plesso di atti trasmessi a sua volta dal Ministero dell’Interno quali da questo Ente ricevuti dalla Presidenza della Repubblica, recante tra gli altri la “memoria difensiva di Valerio Morucci e Adriana Faranda depositata il 5.3.85 nel procedimento Moro-Ter”.

Questa  “memoria difensiva”, passata alla storia come memoriale “Morucci-Faranda” (alla cui formazione non sarebbero stati estranei, secondo la concorde pubblicistica che si è occupata della materia, il direttore de “Il Popolo”, Remigio Cavedon, e l’importante esponente della Dc Flaminio Piccoli), era introdotta da  un biglietto di accompagnamento per l’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga che recitava “Solo per lei Signor Presidente, è tutto negli atti processuali, solo che qui ci sono i nomi. Riservato (1986); il biglietto era stato redatto verosimilmente dalla suora  Teresilla Barillà, assistente carceraria che aveva curato il percorso di ravvedimento dei due “dissociati” Morucci e Faranda.

domenica 2 luglio 2023

L’abito del monaco ovvero lo strano caso del fumetto su Aldo Moro

 

L’abito del monaco

ovvero

lo strano caso del fumetto su Aldo Moro


di: Benedetta Piola Caselli


Una parola.


Non sono in grado di fare questa ricerca da sola, e quindi mi serve l’aiuto della vostra intelligenza,
sensibilità e competenza.

Infatti, ho idea che la vera spiegazione delle « stranezze » del fumetto di Metropoli sia ascrivibile a tensioni interne alla sinistra di quegli anni, che però io non conosco per ragioni di età e non capisco per ragioni di cultura di provenienza.

La mia ipotesi è che ci sia stato un ricatto ai danni delle Brigate rosse, con l’implicita minaccia di rendere noti particolari del sequestro che non erano noti ai tempi, da parte di un gruppo che aveva sia accesso ad informazioni dettagliate, sia a documenti  - lettere o dichiarazioni di Moro - che noi non conosciamo ancora oggi.

Cosa è successo, allora? Come è andato veramente il sequestro? Ma, soprattutto : dove sono le ultime lettere di Aldo Moro?

Mi colloco rispetto a questo caso come una straniera che nota delle cose, e poi le ripropone per approfondimento ; a naso, direi che solo il lavoro di squadra potrà portarci lontano. 

Aspetto quindi la vostra collaborazione.

Cominciamo.


Le ipotesi sul tavolo e la metodologia.

 

sabato 24 giugno 2023

LEGGERE OLTRE IL TESTO

 LEGGERE OLTRE IL TESTO

"...qui decostruisco le risoluzioni strategiche e sì, analizzo anche l’ipotesi
dell’influenza della R.A.F. e della presenza di Giovanni Senzani alla D.S. immediatamente precedente il rapimento. Invece no: non troverete pettegolezzi; perciò chi cerca cose tipo « Senzani era un agente della CIA » resterà deluso..."
*****
Prosegue in questo documento il lavoro di analisi dei testi BR di Benedetta Piola Caselli.
Applicato alle tre "risoluzioni strategiche" delle BR e al loro comunicato n. 1 del rapimento Moro.
Quali informazioni possono venirci in questo caso, andando oltre le loro parole e quali indizi trarne?

o in alternativa qui al link di Academia:
Ricordiamo infine, come già indicato, il link per accedere a quanto pubblicato a suo tempo dalle BR (Comunicati, Risoluzioni strategiche, etc) http://www.bibliotecamarxista.org/.../brigate%20rosse.htm...

mercoledì 14 giugno 2023

IL BAR. IL TESTIMONE. L’ANOMALO APPUNTAMENTO CON LA STORIA

 

La seconda Commissione parlamentare di inchiesta sul sequestro e l’omicidio diAldo Moro (di seguito CM-2) ha affrontato, tra gli altri, l’aspetto della eventuale apertura, il giorno del sequestro, del noto Bar Olivetti, ubicato, su Via Fani, immediatamente davanti il luogo della strage, sul lato sinistro nel senso di marcia delle vetture coinvolte.

La CM-2, sul punto, non ha mancato di svolgere indagini e reperire acquisizioni sulla figura assai discussa del titolare di quel bar, Tullio Olivetti, il quale sarebbe risultato, tra l’altro, presente a Bologna il 2 agosto 1980, giorno della notoria, terrificante strage alla stazione centrale di quella città.

Il filo seguito dalla CM-2 prende origine, ovviamente, dalla circostanza che dietro le fioriere esterne al bar si sarebbero nascosti i quattro “avieri” protagonisti dell’agguato e della eliminazione della scorta di Aldo Moro.

Il punto che, alla luce dei documenti prodotti dalla CM-2 e nell’ottica del filo conduttore da essa seguito, ha assunto rilievo, è quello del dubbio in ordine al fatto che quel bar – ufficialmente fallito pochi mesi prima- possa essere stato aperto, oppure no, il giorno dell’agguato, e che quel locale possa essere stato effettivamente  utilizzato dagli assalitori come ricetto logistico prima dell’agguato.

[...]

sabato 10 giugno 2023

Misteri A Contatto - Via Fani E L’Omicidio Di Ketty Skerl

Misteri A Contatto - Via Fani E L’Omicidio Di Ketty Skerl 

(A cura di Alberto Fittarelli. Ricerca d’archivio: Paola Bonizzato) 

"L’Incontro Di Due Misteri d’Italia. Negli anni recenti è tornato alla ribalta
delle cronache un fatto atroce consumatosi all'inizio del 1984 a Grottaferrata, nei pressi di Roma. Lì, in una vigna anonima, la notte del 21 gennaio di quell’anno venne uccisa Catherine Skerl, una ragazza di soli 17 anni nota a familiari e amici semplicemente come “Ketty”. 

È infatti il 2022 quando, passati ormai quasi quarant’anni da quell’omicidio rimasto insoluto, il “supertestimone” (ma per molti, semplicemente un millantatore) del rapimento di Emanuela Orlandi — un altro dei perenni misteri d’Italia, che questa volta travalicò il Tevere — collega l’uccisione di Ketty alla sparizione della cittadina vaticana. Non solo: fa rivelazioni sconcertanti, che troveranno riscontro nei fatti di lì a breve. Ma il motivo per cui ne scriviamo qui è un altro. Per la prima volta, siamo in grado di dimostrare una singolare coincidenza: Ketty era la nipote di una testimone del rapimento di Aldo Moro. [...]"

Questo, sopra, l'incipit di un articolo del nostro lettore, Alberto Fittarelli, che ha scoperto e documentato una coincidenza singolare, un "punto di contatto" tra il caso Moro e la ragazza uccisa nell' 84, accostata al caso Orlandi. 

Come lo stesso autore dice, non c'è nessuna pretesa di svelare fantasiose verità, al massimo viene qui lanciata qualche suggestione, valida quanto tante altre del passato.

Tuttavia la coincidenza è così particolare che l'articolo merita proprio di essere letto anche per i documenti mostrati.

SEDICidiMARZO.

Per leggere l'articolo e vedere i documenti clickate QUI




mercoledì 7 giugno 2023

DECOSTRUIRE LA NARRAZIONE 1. LAURA BRAGHETTI, "IL PRIGIONIERO"

In questo scritto  l'autrice -Benedetta Piola Caselli- applica le teorie e le tecniche dell'
analisi linguistica ai contenuti del libro di Laura Braghetti "Il Prigioniero" , anche confrontando il suo racconto con gli analoghi racconti degli altri partecipanti al sequestro e preventivamente utilizzando le poche indicazioni che possono venire dagli scritti  di Moro per spiegare il metodo con degli esempi sulle sue lettere.

Ne è venuta fuori un'analisi assai interessante che mette in luce non poche  contraddizioni della "narrazione" dei BR fin qui non rilevate. Vi sono qui e là delle tecnicalità che possono anche risultare talvolta ostiche, ma che vi invitiamo spassionatamente a superare, percorrendo i ragionamenti e arrivando passo dopo passo alle conclusioni. Buona lettura!

SEDICidiMARZO

***

                                 

   Decostruire la narrazione: 

        l’apporto delle teorie linguistiche alle tecniche di indagine storica.

             Parte uno: « Il prigioniero » di Laura Braghetti.     

 

 

di: Benedetta Piola Caselli

 

Intro.

 

In questo scritto suggerisco elementi nuovi su :

 1) uno dei luoghi della detenzione ;

2) i rapitori ;

3) la prima notte ;

4) il numero dei carcerieri ;

5) il giorno dell’omicidio.

 Ma non è importante: questo è uno scritto sul metodo.

Infatti, non mi interessa tanto discutere su cosa si trova, ma su come si trova, e condividere un metodo di analisi che mi sembra utile, e che poi ciascuno  valuterà o  migliorerà come vuole.

Questo è anche un esercizio di elasticità e contaminazione culturale.

lunedì 22 maggio 2023

ULTERIORI BREVI NOTE SUL "CANALE DI RITORNO" TRA LA PRIGIONE DI ALDO MORO E L'ESTERNO

ULTERIORI BREVI NOTE SUL "CANALE DI RITORNO" TRA LA PRIGIONE DI ALDO MORO E L'ESTERNO 

 (a cura di: Andrea Guidi) 

Qualche tempo fa abbiamo evidenziato una significativa lettera/telegramma di
Aldo Moro, prigioniero dei suoi sequestratori, alla famiglia, lettera che a nostro parere costituisce un notevole indizio di un così detto “canale di ritorno” tra l’esterno della prigione e l’ostaggio; segnatamente tra la famiglia del Presidente della D.C. e i suoi carcerieri. 

Qui di seguito il link al nostro articolo al quale ci riferiamo: http://www.sedicidimarzo.org/2020/12/uno-strano-messaggio-dalla-prigione-del.html 

 In quell’articolo abbiamo citato, tra l’altro, un interessante breve saggio di Giuseppe Michelangelo D’Urso sulla “rubrichetta verde” del Presidente, vertente sulla propria agendina personale, cui Aldo Moro fece riferimento in una delle prime lettere scritte alla moglie e ufficialmente non recapitate; qui di seguito il link al saggio che menzionammo in quell’occasione: https://www.academia.edu/6535908/Ancora_sul_canale_di_ritorno_Nomi_tempi_e_luoghi_per_Lagendina_del_Presidente o anche qui: http://www.tuttostoria.net/Documenti/agendinadelpresidente.pdf Si tratta della lettera numerata con il n. 4 nel saggio di Miguel Gotor “Lettere dalla prigionia”, ed. Einaudi-Saggi, 2018 (prima ed. 2008), pagg. 9 e segg., indirizzata alla moglie Eleonora e datata dal prigioniero “27-3-78”, ufficialmente mai recapitata e ritrovata in fotocopia di manoscritto solo nel secondo rinvenimento in Via Montenevoso nel 1990. 

lunedì 15 maggio 2023

L'ORARIO DI RITROVAMENTO DELLA FIAT 132 BLU IN VIA CALVO

"LA FABBRICA DELLE FAKE NES NELL'AFFAIRE MORO" .

L'ORARIO DI RITROVAMENTO DELLA FIAT 132 BLU IN VIA CALVO.
(a cura di: ANDREA GUIDI)




Chi scrive ritiene che un volume con pretesa di saggio storico debba fondarsi su tutti
i documenti disponibili, e soprattutto che non possa prescindere da nessuno di essi operando  - volontariamente o meno- una selezione delle fonti disponibili indirizzata a sostenere unicamente una specifica versione dei fatti.

In questa occasione, affrontiamo brevemente lo specifico aspetto dell'abbandono della Fiat 132 blu - ufficialmente utilizzata, come noto, per il primo prelievo di Aldo Moro in Via Fani - in Via Licinio Calvo all'altezza del civico 1, come trattato e descritto nel volume "Brigate Rosse- dalle fabbriche "alla campagna di primavera""  , opera collettiva di Marco Clementi, Paolo Persichetti e Elisa Santalena, ed. "DeriveApprodi", vol. 1, 2017.

Venendo al dunque, per non annoiare il lettore, sulla questione oggetto di questa disamina nel volume citato leggiamo, prima di tutto, quanto segue (pag. 181; omettiamo la descrizione che precede la parte che si trascrive, qui non di interesse, precisando che ovviamente si versa sul punto della fuga del commando dopo l'azione di via Fani):

"Spostato Moro, Moretti prese la guida del furgoncino Fiat 850 Con Gallinari accanto mentre anche Morucci salì sulla Dyane condotta da Seghetti, che fece da Battistrada.
Fiore prese il volante della 132 per lasciarla in Via Licinio Calvo. Dal Momento della fuga in (sic!, nda) Via Fani non erano trascorsi più di 5 (sic) minuti....(omissis)
Intorno alle 9.10 i brigatisti avevano completato il cambio macchine". (le sottolineature e i "grassetti" sono del sottoscritto).

In questa sede, sorvoliamo sulla tempistica indicata (peraltro senza riscontri oggettivi), nonchè su alcuni palesi errori recati nel volume in esame sul punto dell'ubicazione e posizione del posteggio delle auto - le due Fiat 128, bianca e blu, e la stessa la 132 - in Via Licinio Calvo, errori sui quali contiamo di tornare con un successivo articolo.

Restando alla Fiat 132, proseguiamo trascrivendo cosa è specificamente scritto a pagg. 198-199 del saggio in questione:
"...Non fu un caso se la 132 venne ritrovata per prima. Si trattava dell'auto sulla quale era stato caricato Moro, segnalata da tutti i testimoni sentiti pochissimi minuti dopo l'agguato e che Fiore aveva abbandonata sul lato della via senza particolare cura. Il mezzo, inoltre, non venne rinvenuto " in un momento anteriore o prossimo alle 9.30", come riportato dalla Commissione Moro 2.", ma alle 10.00 come indicato nel verbale di ritrovamento:... (omissis: segue parziale trascrizione della parte iniziale del verbale della Digos).
Secondo un altro documento dei Carabinieri si deve spostare il ritrovamento di 13 minuti, ossia alle 9.47.
Cadono, comunque, le ipotesi fornite dalla Commissione Moro 2, basate sul ritrovamento dell'auto alle 9.23, come indicato nella relazione, che sui minuti  in più o in meno costruisce o smonta ipotesi".

Per i  riferimenti compiuti dagli autori nel passaggio poc'anzi riportato, si rinvia alle note 49, 50 e 51 in calce delle stesse pag. 198-199, precisando in particolare, per quanto superfluo, che quanto agli essenziali primi due (essendo in questa sede tutto sommato superfluo l'orario attribuito ai Carabinieri) si tratta rispettivamente della relazione di fine 2016 della Commissione Moro 2, e del verbale della Digos di rinvenimento dell'auto a firma dei funzionari Fabbri e Franda del 16 marzo 1978, vol. 30, pag. 106, CM-1.

Se, per dirla con gli autori, la ricostruzione della fuga e dell'abbandono delle auto dei sequestratori si gioca, come crediamo ed è reso evidente dalla costruzione filologica seguita dagli autori nel passaggio in commento, "sui minuti  in più o in meno" , tanto più importante è smontare- operazione peraltro fin troppo agevole-  la "fake new" - per dirla con il titolo del saggio citato in epigrafe in oggetto, e cioè che la 132 sarebbe stata ritrovata alle 10.00 e non alle 9.23: visto che, anzi, probabilmente quell'auto fu ritrovata perfino qualche minuto prima delle 9.23.
Si, perchè le 9.23 è addirittura solo l'ora della chiamata della volante "Squalo 4" - che ritrovò subito l'auto forse fin quasi ad acciuffarne l'equipaggio durante la fuga- alla centrale, come abbiamo ampiamente trattato nel nostro articolo, al quale rinviamo per tutti i riferimenti e la disamina svolta, disponibile a questo link:


Chiediamo a chiunque, autori del volume per primi, e rimettiamo comunque ai lettori il giudizio:  quale operazione di verità storica si è compiuta, sottacendo l'effettivo orario di ritrovamento dell'auto da parte della polizia ed in ogni caso omettendo il riferimento alla comunicazione della "Squalo 4" alla centrale? 

Concludiamo con l'auspicio per noi stessi che questo breve spunto sia - come vorremmo -  solo un'anteprima di un più compiuto lavoro, che, per così dire, stiamo ancora istruendo, e che speriamo di organizzare e poter pubblicare quanto prima (abbiamo ancora in atto alcune ricerche necessarie)  sulla complessiva vicenda dell'abbandono delle auto in Via Calvo dopo la strage di Via Fani.

Siamo in ogni caso disponibili ad un confronto in merito, ovviamente, e, è inutile dirlo, auspichiamo anzi una risposta. 
Il nostro blog è a disposizione degli autori citati per ogni loro opportuna replica.

State sintonizzati e speriamo a presto.


domenica 5 febbraio 2023

La relazione della commissione Antimafia, sezione VII, XVIII Legislatura

(a cura di SEDICidiMARZO) 

 

RISULTANZE DI UN SUPPLEMENTO DI ACQUISIZIONI INVESTIGATIVE SULL’EVENTUALE PRESENZA DI TERZE FORZE, RIFERIBILI AD ORGANIZZAZIONI CRIMINALI, NEL COMPIMENTO DELL’ECCIDIO DI VIA FANI

 

Il 13 settembre 2022 è stata approvata la relazione di cui trattasi ma pubblicata solo di recente, a fine gennaio.

La relazione, a firma dell’On. Ascari, è stata materialmente redatta – a quanto ci risulta - dal consulente  incaricato all’uopo e che ha condotto indagini e nuove audizioni: il dott. Guido Salvini, già consulente, da un certo punto in poi, anche della recente seconda Commissione Moro, quella presieduta da Fioroni.

Come si diceva, il dott. Salvini ha proceduto a nuove audizioni, fra cui in particolare segnaliamo quella – molto tormentata a quanto si apprende – di uno degli autori dell’ eccidio, Bonisoli. Ma anche di testimoni oculari  che all’epoca

martedì 15 novembre 2022

BALDUINA-GHETTO-BADUINA. ALLA RICERCA DI LAURA DI NOLA

 

ATTRAVERSANDO IL  TEVERE: BALDUINA - GHETTO - BALDUINA

ALCUNE RICERCHE SU LAURA DI NOLA DAL 1978 AI NOSTRI GIORNI

“A me invece Roma piace moltissimo:

una specie di giungla, tiepida, tranquilla,

dove ci si può nascondere bene”.

Marcello Mastroianni ne “La Dolce vita”

Federico Fellini, 1960.

(Citazione tratta da “Dolce vita, dolce morte”,

di Giancarlo De Cataldo, ed. Rizzoli-Novelle nere, ottobre 2022)


A cura di: SEDICidiMARZO


INTRODUZIONE

Il nome di Laura Di Nola, nata a Roma il 3 dicembre 1932, nel 1978 militante del Partito Radicale, scrittrice, saggista, promotrice e "tutrice" di alcuni dei primi gruppi di cultura omosessuale ed alternativa - come si diceva allora- sorti in quegli anni in Italia, entrò incidentalmente nell’inchiesta sul sequestro e sull’omicidio di Aldo Moro, stando ai documenti ufficiali disponibili, solo dopo la tragica conclusione del sequestro, a partire dalla fine dell’estate 1978.

Due inchieste parallele, sviluppatesi in quella parte finale del 1978, riguardarono il ghetto di Roma, focalizzando infatti l’attenzione degli inquirenti sulla presunta cellula eversiva che essi supposero fosse costituita, tra gli altri, da Anna Buonaiuto, Rosa Nicoli, Bruno Sermoneta (il cui nome era stato già rinvenuto nel talloncino apposto sulla chiave di una Jaguar ritrovata il 18 aprile 1978 nel covo di Via Gradoli) e i coniugi Laura Di Nola e Raffaele De Cosa, residenti in Via Sant’Elena 8.

mercoledì 5 ottobre 2022

 LA BIONDA DI FREGENE (Seconda parte)

 A cura di: Gion Mamon

 

BRIGITTE E ALTRE STORIE MAI SCRITTE





Molti spettri si aggirano nel caso Moro e, checché se ne dica, quasi nessuno ha a che fare con le sedute spiritiche. Alcuni personaggi compaiono come fantasmi durante i giorni del sequestro per poi sparire e a volte ritornare solo dopo anni e anni. Nella prima parte [1] ho cercato di mostrare come le indagini su una donna tedesca a fine marzo 1978 siano state volutamente insabbiate dall’ Ucigos, nonostante l’interesse mostrato da guardia di finanza, carabinieri e polizia nei suoi riguardi.

Finora l’identità della donna è rimasta sconosciuta o classificata.

giovedì 3 marzo 2022

LA BIONDA DI FREGENE - UN CURIOSO CASO DI INSABBIAMENTO (PARTE PRIMA)

   A cura di: Gion Mamon


   LA BIONDA DI FREGENE (Parte Prima)

UN CURIOSO CASO DI INSABBIAMENTO


Sfogliando le decine di migliaia di pagine che 
riportano segnalazioni e controlli all’indomani del sequestro Moro, non si può evitare la sensazione che le forze dell’ordine brancolassero nel buio e andassero a caso su e giù per Roma e per il Lazio, cercando un ago in un pagliaio o un granello di sabbia su una spiaggia.

E pur tuttavia, guardandole nel loro complesso, tutte queste traiettorie casuali mostrano a volte delle figure che si ripetono, quelle cose che nella fisica del caos e della complessità vengono chiamati attrattori strani, ovverosia dei luoghi a cui i
 cammini pur casuali si avvicinano periodicamente per poi allontanarsi

martedì 1 giugno 2021

LA SELEZIONE DELL’INFORMAZIONE NELLA TRAGEDIA

 

LA SELEZIONE DELL’INFORMAZIONE NELLA TRAGEDIA:

LA “SOSPENSIONE” DELLA NOTIZIA NEL TG-1 RAI DEL 9 MAGGIO 1978, ORE 13.30

**********************

 (A cura di: SEDICidiMARZO)


L’edizione “ordinaria” del Tg del primo canale RAI del 9 maggio 1978,
in onda dalle 13.30 (disponibile in rete ad un link che riteniamo di non potere indicare per motivi di tutela del diritto di autore, probabilmente ancora spettante alla RAI), era stato caratterizzato, fino alla sua conclusione,  dalle notizie, ancora incomplete a quell’ora, sulla importante riunione in atto quel giorno della Direzione della Democrazia Cristiana.

mercoledì 9 dicembre 2020

- INEDITO - NUOVE IMMAGINI DEL PRESUNTO NIRTA A VIA FANI

 (a cura di: SEDICidiMARZO)



Tutti quelli che seguono il caso sanno che ad un certo punto (2016) si è parlato
della presenza, sulla scena di via Fani, di Antonio Nirta, classe 1946, nipote del più noto ed omonimo boss Antonio Nirta, deceduto nel 2015. 

Il tutto è nato dall'emergere di una foto, dagli archivi del Messaggero, dove spiccava la presenza di un ragazzo, in piedi su un muretto, che osservava la scena del delitto e ripreso nell'atto di aspirare la sua sigaretta, con la mano che quindi copriva parzialmente il volto.

In esso alcuni ritennero di riconoscere appunto Antonio Nirta "il giovane"(quello del 1946), con annesse implicazioni della malavita calabrese nel tragico fatto.

Si sono subito creati due partiti tra i convinti assertori della corrispondenza di Antonio Nirta  col ragazzo fotografato (e tra questi Fioroni)  e coloro che invece, senza mezzi termini, l'hanno  definita una bufala.

Noi abbiamo trovato altre immagini del ragazzo e ve le offriamo. Così che, a qualsiasi dei due partiti apparteniate, possiate farvi un'idea più documentata.

lunedì 7 dicembre 2020

UNO STRANO MESSAGGIO "DALLA PRIGIONE DEL POPOLO"

 

"RASSICURATEMI INCIDENTE FERROVIARIO BOLOGNA"

BREVE NOTA SUL "CANALE DI RITORNO"

 TRA LA PRIGIONE DI ALDO MORO E L'ESTERNO

 

 (a cura di: Andrea Guidi)


IL "TELEGRAMMA" DETTATO DA MORO
L'esistenza di una via di comunicazione bidirezionale tra la prigione di Aldo Moro
e l'esterno, in particolare con gli ambienti dei suoi familiari e dei suoi collaboratori, costituisce come noto uno dei più controversi ed importanti aspetti della complessiva vicenda del sequestro e dell'omicidio dell'uomo politico.

 


Un tassello fondamentale, nell'apparizione sulla scena della complessiva ricostruzione e rappresentazione di questa grande tragedia italiana dello specifico e fondamentale riquadro di quello che è stato definito in più sedi “canale di ritorno”, fu la pubblicazione da parte del giornalista del settimanale “L'Espresso” Mario Scialoja, sul numero del settimanale del 17 febbraio 1980, dell'articolo intitolato “Cinque segreti su Moro e dintorni”.

 

Nell'articolo, in sintesi, il giornalista – dimostratosi notoriamente molto attento al sequestro Moro sia durante che dopo la tragica conclusione della vicenda  - 

martedì 13 ottobre 2020

TAVIANI...

“SMEMORATO NON SOLO PER QUESTO” 

 ( E LO STRANO POMERIGGIO DELL'APPUNTATO MARIO PALLADINO NEL GIORNO DELLA  CONSEGNA DEL COMUNICATO BR N. 5 E DELLA COPIA DEL MANOSCRITTO SU TAVIANI )

(a cura di: ANDREA GUIDI)




I) INTRODUZIONE 

Il 27 novembre 2018, abbiamo pubblicato un articolo (disponibile a questo indirizzo: 

http://www.sedicidimarzo.org/2018/11/anomale-vicende-nei-comunicati-br-n-1-e.html 

sulle anomalie nella consegna del “Comunicato n. 1” delle Brigate Rosse e della prima foto di Moro delle due scattate durante il sequestro. Quella vicenda presenta un paio di punti di contatto con la consegna del comunicato n. 5 e dello scritto di Moro su Taviani, dei quali cui ci occuperemo in questo documento: un primo punto, di carattere qualitativo, consiste nella peculiarità degli oggetti allegati ai due comunicati, ovvero sia, nel primo di essi, l'unico originale della prima foto di Moro, e nel comunicato 5 il manoscritto di Moro su Taviani, come noto l'unico brano del vero e proprio “Memoriale” uscito dalla sua prigione durante il sequestro. Il secondo punto di contatto, è ravvisabile nelle indubbie anomalie delle loro consegne ufficiali. 

Affrontiamo specificamente in questo documento i contorni tutt'altro che limpidi del recapito del comunicato n. 5, e in particolar modo del manoscritto di Moro su Taviani, che risulta consegnato ufficialmente solo in fotocopia. L'originale dello scritto su Taviani è, a quanto risulta, scomparso (a questo link è disponibile una versione del testo di Moro sull'esponente della D.C.: http://www.archivio900.it/it/documenti/doc.aspx?id=344). 

II) LA STORIA UFFICIALE DELLA CONSEGNA... (continua qui a questo link )


venerdì 28 agosto 2020

ANCORA SULLA TARGA DELLA 127 ROSSA DI VIA FANI

- Alcuni indizi sull'esattezza della targa ipotizzata -

                

( a cura di: Collettivo "SEDICidiMARZO" e Michele Pizzardo )


Dal trailer di "Come è NATO un golpe"
Nel nostro ultimo articolo: "Dicibilità e irritualità - L'anomalo caso di una Fiat 127 rossa in Via Fani" (http://www.sedicidimarzo.org/2019/12/lanomalo-caso-di-una-127-rossa-in-via_11.html#more)  abbiamo ragionato sulla presenza di tale autovettura nella scena dell'agguato cercando di individuarne l'appartenenza e, conseguentemente, di identificare altri possibili testimoni sopraggiunti nell'immediatezza dei fatti.


        A questo proposito, abbiamo scritto, tra l'altro: