9.
Due fake
news su via Fani e una contraddizione interna alle Istituzioni
A) Prima di passare per via Fani Moro si fermò
alla chiesa di S. Francesco
in chiesa quotidianamente, ma aveva varie chiese in cui usava fermarsi. Tra l’altro la più frequentata –ma certamente non l’unica- era quella in piazza dei Giochi Delfici. Alcuni anni dopo la strage l’Europeo intervistò il parroco della chiesa di S. Francesco che confermò che Moro usava venire lì talvolta e che quella mattina, durante lo svolgimento dell’agguato, la moglie Eleonora era lì a fare catechismo. Nessuna parola del parroco sulla presenza di Moro nella stessa giornata. Dunque non si fermò affatto a S. Francesco quel giorno. Né in nessuna altra chiesa, non essendo mai giunte testimonianze della sua presenza in qualsivoglia parrocchia in quel giorno fatidico.
B) Il boss della ndrangheta, Antonio Nirta “il
giovane” fu fotografato sulla scena del crimine
ore dopo mentre, pacioso, fumava
una sigaretta e osservava l’andirivieni degli investigatori (e pure De Vuono!)
Qualcuno fra i giornalisti di inchiesta ha ritenuto di riconoscere il Nirta in una foto
del Messaggero, presa da lontano, spuntata dai reperti del processo Pecorelli a Perugia. Essa ritrae un ragazzo riccio, tra l’altro col volto semicoperto dalla sua mano, in quanto colto nel momento in cui avvicina la sigaretta alla bocca. E questa fake ha avuto nei media un certo credito, a dispetto di quello che i RIS, sollecitati in proposito, avessero detto e cioè che, con le dovute cautele derivanti da distanza dell’obiettivo dal soggetto e volto parzialmente coperto, si poteva affermare che non c’era “totale dissomiglianza”( alias: potrebbe pure essere, ma non si può dire nulla di certo); tanto è bastato perché si diffondesse la convinzione che quel ragazzo fosse proprio Nirta.Anche questa cosa è destituita di ogni fondamento, grazie anche ad un filmato RAI da noi ritrovato in cui si vede chiaramente il soggetto in volto e a distanza ravvicinata ( https://www.sedicidimarzo.org/search?q=nirta ).
E si capisce senza ombra di dubbio che si tratta di un volto completamente diverso da quello delle foto segnaletiche di Antonio Nirta, come anche riconosciuto dal giudice Guido Salvini nella relazione alla Commissione Antimafia (proponente Ascari, sett. 2022, nota 132): SEDICidiMARZO: La relazione della commissione Antimafia, sezione VII, XVIII Legislatura .
Ma addirittura c’è stato chi ha sostenuto che fosse contemporaneamente presente
anche il “legionario” Giustino De Vuono, come leggiamo in questa didascalia
della foto che accompagna un articolo del Quotidiano del Sud (ma questa
“notizia” comparve non solo qui ma su numerosi altri media):
Qui non contenti di questo “mirabolante scoop” si sostiene
persino – ma non era affatto vero-
che gli inquirenti li avrebbero riconosciuti. In realtà gli inquirenti, cioè i
RIS incaricati di ciò dalla II commissione Moro, avevano escluso per il presunto De Vuono qualsiasi possibilità di comparazione utile ( https://gerograssi.it/cms2/file/casomoro/B171/0834_001.pdf ) ed erano stati vagamente
possibilisti per Nirta. Possibilità poi caduta definitivamente dopo il nostro ritrovamento del filmato RAI.
C) La contraddizione interna: Polizia
Scientifica contro Polizia scientifica
Per gli aspetti “tecnici” si veda in proposito quanto già ampiamente illustrato al punto 1. (Prima puntata)
Insomma, a meno che non si dimostri che la Polizia Scientifica del 1978 prese un abbaglio classificando quel foro come originato da un proiettile con traiettoria inversa (interno-esterno) essa appare, purtroppo, un deprecabile inciampo della seconda Commissione Moro.
Infatti, almeno ad occhi profani,
grazie al meticoloso servizio fotografico realizzato proprio per incarico della
commissione, parrebbe davvero che la ragione sia dalla parte della Polizia
Scientifica del 1978 (il foro esterno sembra decisamente più largo e slabbrato
di quello interno). Tuttavia è evidente che occhi esperti avrebbero dovuto
esaminare de visu quel foro per poter confutare quanto era stato affermato dagli esperti
dell’epoca e solo poi avanzare la nuova ipotesi. Questo non consta
sia avvenuto e dunque bisogna concludere
che –fatta salva l’esistenza di documenti in tal senso non resi pubblici- la asserita novità del primo colpo sparato con
la 130 ancora in movimento sembra priva di fondamento.
Dalla II commissione Moro, seduta n.42 , 8 luglio 2015 - pag.12, il consulente della Polizia Scientifica -Federico Boffi- illustra la supposta traiettoria con l’auto 130 in movimento:
Questi, fin qui, messe anche ora da parte le invenzioni giornalistiche appena citate, i principali elementi di criticità che emergono nel racconto del Memoriale, solo relativamente ai minuti dell’agguato. Tanti altri se ne trovano proseguendo nella lettura. Ne vedremo più avanti qualcuno.
Per la puntata seguente, n.10/12 , vai qui: https://www.sedicidimarzo.org/2024/01/contraddizioni-del-memoriale-morucci-10.html#more
Post precedente: n. 8/12 https://www.sedicidimarzo.org/2023/12/contraddizioni-del-memoriale-morucci-8.html
Sullo pseudo De Vuono vedi anche: https://www.sedicidimarzo.org/2024/01/lo-pseudo-de-vuono-visto-da-vicino.html#more
Per la prima puntata (1/12) vai qui: https://www.sedicidimarzo.org/2023/10/contraddizioni-del-memoriale-morucci.html#more
Fa piacere che stiate pubblicando nuovi post consistenti; e che sia stata chiusa, spero definitivamente, la stagione dei contributi "tecnici" della "scrittrice-profiler" pro senzani.
RispondiEliminaRiguardo alla fake news B) e, nello specifico, al falso mirta, grande merito vi va riconosciuto per aver smascherato l'ennesima balla dei giornalai prezzolati e servi. E non si dimentichi che quella panzana fu riportata in varie pubblicazioni di addetti ai lavori - qualcuna anche recente - che la diedero per buona senza concedersi il beneficio del dubbio.
Il post relativo a quella scoperta è, a mio parere, uno dei vostri migliori in assoluto, risultato di una gustosa indagine investigativa che immagino vi avrà dato grande soddisfazione.
Passando ad altro, ma rimanendo in tema di vostri recuperi, ricordo ancora l'intervista al medico della croce rossa il quale sosteneva che le condizioni del povero Zizzi non fossero disperate... pareva spontaneo e netto nella sua analisi... mi è rimasto l'atroce dubbio che furono poi lorsignori a mandarlo al Creatore (sì, ho letto anche il post sul medico dell'ospedale che cercò di salvarlo, ma sono propenso a pensar male...)
Mario Rossi meglio tardi che mai è il caso di dire. L’hanno smascherata dopo averci creduto per lungo tempo…. Ma a quanto pare non è servito a molto…..
RispondiEliminaSe Moro non si fermò in chiesa, decade l'ipotesi che non fosse sulle auto in Via Fani, no?
RispondiEliminaSi parla anche della parrocchia di Santa Chiara. La signora Moro cosa ha detto in proposito?
RispondiEliminaSONO GIUNTI QUATTRO COMMENTI DI CUI SOLO UNO FIRMATO (E PUBBLICATO). RIBADIAMO CHE COMMENTI NON FIRMATI NON VERRANNO PIU' PUBBLICATI. NON OCCORRE CHE LA FIRMA SIA REALE MA E' NECESSARIO, PER CHI LEGGE, POTER DISTINGUERE I CONTENUTI DEI VARI INTERLOCUTORI. ALTRIMENTI LA DISCUSSIONE DIVENTA UN DELIRIO INCOMPRENSIBILE. PREGHIAMO GLI AUTORI A INVIARLI DI NUOVO CON UNA FIRMA.
RispondiEliminaA che ora Moro, con la sua scorta lasciò la sua abitazione?
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