martedì 5 marzo 2024

A CACCIA DELLA 132 DEI RAPITORI DI MORO. PARLA UN PROTAGONISTA DELL'INSEGUIMENTO

PARLA IL POLIZIOTTO CHE ANDO' A CACCIA DELLA 132 BLU

(a cura di SEDICidiMARZO)

Estratto dal filmato


Estratto dai brogliacci della Sala Operativa del 16 marzo. Da CM1 Vol. 110 pag. 47

Il ricercatore Aleth, con la sua consueta abilità, è riuscito a rintracciare tempo addietro uno dei componenti della pattuglia in borghese che a bordo di una Giulia 
civetta riuscì a ritrovare l'auto dei fuggitivi a tempo di record. Già alle 9:23 del 16 marzo, sui brogliacci della Sala Operativa (v. foto sopra), è registrata la loro comunicazione del ritrovamento, in via Licinio Calvo. 

Di questa pattuglia, avendo ritrovato a suo tempo la documentazione, ci eravamo già occupati nel 2017 qui   https://www.sedicidimarzo.org/2017/12/squalo-4-la-volante-dimenticata-che.html, evidenziando come poi i suoi quattro componenti non fossero mai stati sentiti, avendo gli inquirenti  in seguito volto attenzione solo alla Digos. La quale però era  intervenuta solo successivamente (alle 10:00) e

lunedì 29 gennaio 2024

COMSUBIN IN ALLERTA AUTONOMA IL 15 MARZO 1978! PERCHE'?

 

ROMA-VIA FANI, 16 MARZO 1978:

IL COMSUBIN ERA IN ALLERTA AUTONOMA GIA’ IL 15 MARZO?

UN DOCUMENTO PASSATO INOSSERVATO


(a cura di SEDICidiMARZO)


In questo articolo, intendiamo trattare una questione che è emersa alla nostra attenzione dall’esame di un
documento contenuto nelle 72 pagine del fascicolo digitale n. 102_04 agli atti della Commissione Moro-2 (di seguito CM-2).

Questo documento (per l’esattezza, l’intero fascicolo di 72 pagine) è stato a suo tempo declassificato, e lo abbiamo ottenuto su specifica richiesta al sito dell’Archivio della Camera dei Deputati al link:

https://archivio.camera.it/commissione/commissione-parlamentare-inchiesta-sul-rapimento-e-sulla-morte-aldo-moro-2014-2018?leg=XVII%20Legislatura

(al quale, per inciso, chiunque fosse interessato può richiedere del tutto gratuitamente e con pochi passaggi i documenti declassificati inerenti i lavori della CM-2 non presenti nell'Archivio di Gero Grassi).

sabato 27 gennaio 2024

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI (E NON SOLO) 12. L'APOTEOSI DELLE DISCORDANZE SULL'ARRIVO A VIA MONTALCINI

 

12.      PER CONCLUDERE, L'APOTEOSI DELLE

            VERSIONI DISCORDANTI: L'ARRIVO A  VIA

            MONTALCINI

 

(a cura di SEDICidiMARZO) 


Oltre a quelle viste, tante altre sono le incongruenze, le illogicità, le amnesie su
evidenze repertate, le discordanze con i testimoni, del racconto brigatista; non scevro anche di discordanze interne alla loro stessa narrazione.

E quindi per concludere è forse il caso di ricordare l’episodio –emblematico- del trasbordo della cassa in cui era rinchiuso Moro, nel parcheggio sotterraneo della Standa dei Colli Portuensi.

Morucci racconta che lui e Seghetti scortarono, con la Dyane prelevata in via Massimi, il furgone che conteneva la cassa con Moro, condotto in solitaria da Moretti. Poi giunti nel parcheggio del supermercato, i due della Dyane si allontanarono perché, per motivi di compartimentazione, non dovevano essere a

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI 11. LA FUGA E I MISTERI DI VIA BITOSSI

 

11.    La Fuga.   I misteri di via Bitossi, anche qui i conti non tornano


(a cura di SEDICidiMARZO)


In via Bitossi al mattino sostava quotidianamente una volante della Polizia in

Via Bitossi, sulla sinistra la zona dove c'era il furgone
 attesa che uscisse il giudice Celentano per scortarlo. Ed era lì anche la mattina del 16 marzo. Nella stessa via, a poca distanza dall' abitazione del giudice, fu collocato dai brigatisti un furgone, sempre secondo il loro racconto, senza nessuno a bordo e che servirà a trasferirvi Moro.

Quando la Centrale Operativa riceve la notizia di ripetuti colpi di armi da fuoco in via Fani, comanderà per prima  proprio quella volante sul luogo dove erano avvenuti gli spari, di fatto rendendo via Bitossi una zona franca per le successive

martedì 16 gennaio 2024

PECCATO CHE SIA COSI' BUIA

Edit 18 marzo 2024: aggiunto in coda un "addendum" con ulteriori approfondimenti

(link agli approfondimenti a fondo pagina)


PECCATO  CHE  SIA  COSI'  BUIA

O DELLA TEMPISTICA DI RILASCIO DELLE DUE 128 IN VIA LICINIO CALVO


(a cura di: SEDICidiMARZO)


Il contenuto in brevissimo: 

  • Per decenni i Br e gli inquirenti si sono scontrati su un punto:  i Br hanno sempre sostenuto che il rilascio delle tre auto della fuga in via Licinio Calvo è avvenuto praticamente in contemporanea la stessa mattina del 16 marzo.
  • Gli inquirenti (anche nell'ultima Commissione Moro) hanno sempre sostenuto che invece il rilascio era avvenuto in tre tappe e in giorni diversi, fidando sulle date dei ritrovamenti delle auto e sulle assicurazioni della Polizia che le singole  auto non c'erano fino a poche ore prima dei ritrovamenti.                                                                                                                                
  • La foto che abbiamo ottenuto dall'Archivio di Stato dimostra invece (verosimilmente) che la terza auto ritrovata (la 128 blu) c'era già oltre due giorni prima, al momento del ritrovamento della seconda auto, la 128 bianca. Ancora una volta, sembrerebbe, un caso di "sciatteria investigativa", nella migliore delle ipotesi.

***

Peccato che sia così buia! così ci dicemmo guardando la foto, pubblicata negli atti dalla CM2, qui sotto:

(https://gerograssi.it/cms2/file/casomoro/2018-02-22/0470_001.pdf).                        

FOTO 1

 

Eh sì perché, esaminando gli atti, ci apparve chiaro che le due auto, trovate abbandonate quasi affiancate e su lati opposti della strada (secondo Morucci contemporaneamente alla 132) erano l'una in vista della posizione
dell'altra e quindi questa particolare foto della 128 bianca (l'auto fu ritrovata il 17 marzo alle 4:10 di notte) avrebbe dovuto mostrare -nella parte ahimè troppo buia- anche la 128 blu... se davvero c'era fin dalla mattina del 16 marzo insieme alle altre. 

Un'idea in fondo banale, ma che finora nessuno, fra quanti hanno indagato e hanno "maneggiato" direttamente la foto originale acquisita agli atti dei processi, aveva messo in campo. Che sia noto, almeno.

Come si può vedere da questa nostra ricostruzione, basata sul fascicolo

sabato 6 gennaio 2024

LO PSEUDO DE VUONO VISTO DA VICINO

IL " LEGIONARIO" VISTO DA VICINO 

(a cura di SEDICidiMARZO)


In questo articolo ( https://www.sedicidimarzo.org/2023/12/contraddizioni-del-memoriale-morucci-9.html#more ) avevamo analizzato tre elementi: 

  • il contrasto tra una conclusione della Polizia Scientifica del 2015 ed una diversa della Polizia Scientifica del 1978 (proiettile sul parabrezza della 130); 
  • la storia spesso raccontata, ma mai dimostrata, della presunta sosta di Moro nella chiesa di S. Francesco la mattina del 16 marzo, prima della strage;
  • le altrettanto assai presunte "prove fotografiche" delle presenze sulla scena del crimine, ore dopo il massacro, di Giustino de Vuono e del boss ndranghetista Antonio Nirta.

Di quest'ultima asserzione abbiamo già provato l'insussistenza, vedi:                   ( https://www.sedicidimarzo.org/2020/12/inedito-nuove-immagini-del-presunto.html#more ); quanto allo pseudo De Vuono ci eravamo limitati a ribadire quanto detto dai RIS, incaricati di stabilire la riconducibilità del soggetto

lunedì 1 gennaio 2024

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI 10. LA FUGA - UNA BRIGATISTA IN PIU' IN VIA DE BUSTIS

10.    La fuga. Una brigatista in più emerge alla sbarra           di via Casale De Bustis


(a cura di: SEDICidiMARZO)


Via M. Casale De' Bustis- lo sbarramento apribile

Il corteo(*) in fuga dopo aver risalito via Stresa scende per via Trionfale verso il
centro e poi gira a destra (quasi una svolta ad “U”) per imboccare via Belli e poi arrestarsi all’imbocco di via Casale De Bustis che era chiuso da una sbarra con catena. Quel tratto di strada era ad uso esclusivo dell’ ACEA.    Morucci ci informa che dalla 132, che contrariamente ai piani si ritrovò ad essere la prima auto del corteo, scese Moretti e con le tronchesi, di cui tutte le auto erano dotate, tranciò la catena che bloccava la

giovedì 28 dicembre 2023

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI 9. IN REALTA' UNA PAUSA: LE FAKE NEWS DEGLI ALTRI

 

9.    Due fake news su via Fani e una contraddizione interna alle Istituzioni

 (a cura di: SEDICidiMARZO)


A)     Prima di passare per via Fani Moro si fermò alla chiesa di S. Francesco

Questa è un’affermazione destituita di ogni fondamento. Moro , è vero, andava
in chiesa quotidianamente, ma aveva varie chiese in cui usava fermarsi. Tra l’altro la più frequentata  –ma certamente non l’unica- era quella in piazza dei Giochi Delfici. Alcuni anni dopo la strage l’Europeo intervistò il parroco della chiesa di S. Francesco che confermò che Moro usava venire lì talvolta e che quella mattina, durante lo svolgimento dell’agguato, la moglie Eleonora era lì a fare catechismo. Nessuna parola del parroco sulla presenza di Moro nella stessa giornata. Dunque non si fermò affatto a S. Francesco quel giorno. Né in nessuna altra chiesa, non essendo mai giunte testimonianze della sua presenza in qualsivoglia parrocchia in quel giorno fatidico.

 

B)     Il boss della ndrangheta, Antonio Nirta “il giovane” fu fotografato sulla scena del crimine  ore dopo mentre, pacioso,  fumava una sigaretta e osservava l’andirivieni degli investigatori (e pure De Vuono!)

Qualcuno fra i giornalisti di inchiesta ha ritenuto di riconoscere il Nirta in una foto

mercoledì 27 dicembre 2023

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI 8. DOPO PIU' DI QUARANT'ANNI BONISOLI CAMBIA.

 

8. Una strana ammissione dopo quarant’anni.

(a cura di: SEDICidiMARZO) 


Sempre Morucci ci informa che Bonisoli, il quarto “aviere” partendo dal basso,
cioè colui che dopo aver sparato da sinistra sull’Alfetta e aver freddato Iozzino crivellandolo di colpi, era passato dall’altra parte, sparando ancora sugli agenti dell’auto di scorta agonizzanti. 

L’arma attribuitagli dall’estensore  del memoriale, e da lui stesso confermata, è il mitra Zerbino , un secondo FNA43 oltre quello in dotazione allo stesso Morucci,

sabato 23 dicembre 2023

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI 7. UN RACCONTO DI FANTASIA

 

7.    Un racconto irreale, DI PURA FANTASIA


     (a cura di:  SEDICIDIMARZO)

 


Morucci racconta le prime scene dell’agguato arricchendole con un particolare che
dovrebbe fornire un quid di maggiore veridicità al suo racconto e però, se si
esamina l’oggetto della narrazione, il particolare appare decisamente falso.

mercoledì 20 dicembre 2023

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI 6. UNA STRANA OMISSIONE

 

6.    Altre omissioni


(a cura di:  sedicidimarzo)

 

In tutte e tre le auto della fuga furono ritrovate tracce di sangue. 

Morucci, secondo il suo racconto, dopo aver prelevato due borse di Moro (presumibilmente sporche di sangue) sale sulla 128 blu, mettendosene alla guida, e da lì discende per posarle nel furgone parcheggiato in via Bitossi,  di cui ora si mette alla guida. 

Prescindiamo dal fatto che la testimone Stocco vede una scena un po’ diversa da quella da lui raccontata, comunque ci sta che ci siano tracce di sangue nella 128 blu (tra l’altro di gruppo compatibile con quello di Ricci).

lunedì 18 dicembre 2023

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI 5. QUANTI AVIERI C'ERANO IN VIA FANI?

 5.    E QUANTI “AVIERI”?

(a cura di: SEDICidiMARZO)


In precedenza Morucci (pag. 27 del Memoriale) descrive i suoi movimenti insieme
a Bonisoli dalla partenza dalla base di via Chiabrera.  Giungono in via Stresa con una A112 che sarà abbandonata sul posto, non lontana dalla palazzina del Demanio Militare di via Stresa 117 dove

domenica 10 dicembre 2023

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI 4. IN QUANTI PARTECIPARONO AL SEQUESTRO?

 (a cura di: SEDICidiMARZO)


4.    QUANTI PARTECIPANTI ALL’OPERAZIONE DEL SEQUESTRO?

Morucci parla nel suo dossier di nove partecipanti a cui nel ’93 aggiungerà Rita Algranati che aveva il compito di segnalare l’arrivo del corteo di Moro, attraversando la strada con un vistoso mazzo di fiori.

Tace, omette di parlare, anche senza far nomi, di altri che pure dovettero esserci e numerosi.

Intanto le tre auto della fuga furono parcheggiate, dice Morucci,  in un arco di
tempo di mezz’ora,  tutte in via Licinio Calvo. E’ evidente che dovevano esservi

venerdì 8 dicembre 2023

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI 3. E' LUI IL VERO SUPERKILLER?

 

3.    MA IL VERO “SUPERKILLER” E’ MORUCCI?


(a cura di: SEDICidiMARZO)

 

Si è molto scritto nella pubblicistica di un cosiddetto superkiller, quello che
avrebbe sparato da solo 49 colpi più della metà dei 91 colpi esplosi dai brigatisti (ma sul fatto che questi colpi siano stati realmente esplosi da un’unica arma e da un unico sparatore è lecito –come detto- nutrire qualche dubbio).

Tuttavia l’abilità di un superkiller dovrebbe forse più ragionevolmente essere misurata non tanto sul numero di colpi esplosi quanto “sull’efficacia” degli stessi.

venerdì 10 novembre 2023

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI 2. IL MARESCIALLO LEONARDI E ANCORA SULL’IPOTESI SPARI DA DESTRA

 

    2.  IL MARESCIALLO LEONARDI E 

ANCORA SULL’IPOTESI SPARI DA DESTRA

 

(a cura di SEDICidiMARZO)


A pag. 106 (del suo memoriale) Morucci racconta:


Anche qui sembra che le sue parole tradiscano involontariamente un’altra verità. Nel tentativo, forse, di tentare una captatio benevolentiae, racconta l’eroico

martedì 17 ottobre 2023

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI 1. IL PARABREZZA E IL “PROBLEMA” A DESTRA

 

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI 

(a cura di SEDICidiMARZO)

 

1.      IL PARABREZZA E IL “PROBLEMA” A DESTRA

Nel suo memoriale, Morucci, criticando alcune osservazioni degli avvocati di parte civile che avevano postulato la presenza di aggressori anche a destra (lato opposto agli “avieri”) dice:


Ecco quindi una foto, fra l’altro molto nota, con invece un bel  foro sul parabrezza:

venerdì 29 settembre 2023

IL “MEMORIALE” SMEMORATO - L'omicidio di Domenico Ricci

 (a cura di: Andrea Guidi)


IL “MEMORIALE” SMEMORATO

16 MARZO 1978, VIA FANI

L’OMICIDIO DI DOMENICO RICCI

DALLA DISAMINA FILOLOGICA DEL MEMORIALE MORUCCI DI PAOLO MANINCHEDDA ALLE RISULTANZE PERITALI

“In conseguenza dell’inceppamento della mia arma, per non intralciare gli altri, mi sono portato verso
Via Stresa ed ho impiegato del tempo per disinceppare l’arma.

Subito dopo sono tornato accanto alla 130 ed ho sparato altri colpi, ma l’auto era già ferma .”

(brano del così detto “Memoriale” Morucci-Faranda, 1986-1990, come trascritto in “Patto di omertà- Il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro: i silenzi e le menzogne della versione brigatista” di Sergio Flamigni, ed. Kaos, 2015)

 

INTRODUZIONE

Il giorno 11 ottobre 1991 la Corte di Assise di Roma trasmetteva alla “Commissione parlamentare  d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi” (di seguito Commissione Stragi, o anche CS) un plesso di atti trasmessi a sua volta dal Ministero dell’Interno quali da questo Ente ricevuti dalla Presidenza della Repubblica, recante tra gli altri la “memoria difensiva di Valerio Morucci e Adriana Faranda depositata il 5.3.85 nel procedimento Moro-Ter”.

Questa  “memoria difensiva”, passata alla storia come memoriale “Morucci-Faranda” (alla cui formazione non sarebbero stati estranei, secondo la concorde pubblicistica che si è occupata della materia, il direttore de “Il Popolo”, Remigio Cavedon, e l’importante esponente della Dc Flaminio Piccoli), era introdotta da  un biglietto di accompagnamento per l’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga che recitava “Solo per lei Signor Presidente, è tutto negli atti processuali, solo che qui ci sono i nomi. Riservato (1986); il biglietto era stato redatto verosimilmente dalla suora  Teresilla Barillà, assistente carceraria che aveva curato il percorso di ravvedimento dei due “dissociati” Morucci e Faranda.

domenica 2 luglio 2023

L’abito del monaco ovvero lo strano caso del fumetto su Aldo Moro

 

L’abito del monaco

ovvero

lo strano caso del fumetto su Aldo Moro


di: Benedetta Piola Caselli


Una parola.


Non sono in grado di fare questa ricerca da sola, e quindi mi serve l’aiuto della vostra intelligenza,
sensibilità e competenza.

Infatti, ho idea che la vera spiegazione delle « stranezze » del fumetto di Metropoli sia ascrivibile a tensioni interne alla sinistra di quegli anni, che però io non conosco per ragioni di età e non capisco per ragioni di cultura di provenienza.

La mia ipotesi è che ci sia stato un ricatto ai danni delle Brigate rosse, con l’implicita minaccia di rendere noti particolari del sequestro che non erano noti ai tempi, da parte di un gruppo che aveva sia accesso ad informazioni dettagliate, sia a documenti  - lettere o dichiarazioni di Moro - che noi non conosciamo ancora oggi.

Cosa è successo, allora? Come è andato veramente il sequestro? Ma, soprattutto : dove sono le ultime lettere di Aldo Moro?

Mi colloco rispetto a questo caso come una straniera che nota delle cose, e poi le ripropone per approfondimento ; a naso, direi che solo il lavoro di squadra potrà portarci lontano. 

Aspetto quindi la vostra collaborazione.

Cominciamo.


Le ipotesi sul tavolo e la metodologia.

 

sabato 24 giugno 2023

LEGGERE OLTRE IL TESTO

 LEGGERE OLTRE IL TESTO

"...qui decostruisco le risoluzioni strategiche e sì, analizzo anche l’ipotesi
dell’influenza della R.A.F. e della presenza di Giovanni Senzani alla D.S. immediatamente precedente il rapimento. Invece no: non troverete pettegolezzi; perciò chi cerca cose tipo « Senzani era un agente della CIA » resterà deluso..."
*****
Prosegue in questo documento il lavoro di analisi dei testi BR di Benedetta Piola Caselli.
Applicato alle tre "risoluzioni strategiche" delle BR e al loro comunicato n. 1 del rapimento Moro.
Quali informazioni possono venirci in questo caso, andando oltre le loro parole e quali indizi trarne?

o in alternativa qui al link di Academia:
Ricordiamo infine, come già indicato, il link per accedere a quanto pubblicato a suo tempo dalle BR (Comunicati, Risoluzioni strategiche, etc) http://www.bibliotecamarxista.org/.../brigate%20rosse.htm...

mercoledì 14 giugno 2023

IL BAR. IL TESTIMONE. L’ANOMALO APPUNTAMENTO CON LA STORIA

 

La seconda Commissione parlamentare di inchiesta sul sequestro e l’omicidio diAldo Moro (di seguito CM-2) ha affrontato, tra gli altri, l’aspetto della eventuale apertura, il giorno del sequestro, del noto Bar Olivetti, ubicato, su Via Fani, immediatamente davanti il luogo della strage, sul lato sinistro nel senso di marcia delle vetture coinvolte.

La CM-2, sul punto, non ha mancato di svolgere indagini e reperire acquisizioni sulla figura assai discussa del titolare di quel bar, Tullio Olivetti, il quale sarebbe risultato, tra l’altro, presente a Bologna il 2 agosto 1980, giorno della notoria, terrificante strage alla stazione centrale di quella città.

Il filo seguito dalla CM-2 prende origine, ovviamente, dalla circostanza che dietro le fioriere esterne al bar si sarebbero nascosti i quattro “avieri” protagonisti dell’agguato e della eliminazione della scorta di Aldo Moro.

Il punto che, alla luce dei documenti prodotti dalla CM-2 e nell’ottica del filo conduttore da essa seguito, ha assunto rilievo, è quello del dubbio in ordine al fatto che quel bar – ufficialmente fallito pochi mesi prima- possa essere stato aperto, oppure no, il giorno dell’agguato, e che quel locale possa essere stato effettivamente  utilizzato dagli assalitori come ricetto logistico prima dell’agguato.

[...]

sabato 10 giugno 2023

Misteri A Contatto - Via Fani E L’Omicidio Di Ketty Skerl

Misteri A Contatto - Via Fani E L’Omicidio Di Ketty Skerl 

(A cura di Alberto Fittarelli. Ricerca d’archivio: Paola Bonizzato) 

"L’Incontro Di Due Misteri d’Italia. Negli anni recenti è tornato alla ribalta
delle cronache un fatto atroce consumatosi all'inizio del 1984 a Grottaferrata, nei pressi di Roma. Lì, in una vigna anonima, la notte del 21 gennaio di quell’anno venne uccisa Catherine Skerl, una ragazza di soli 17 anni nota a familiari e amici semplicemente come “Ketty”. 

È infatti il 2022 quando, passati ormai quasi quarant’anni da quell’omicidio rimasto insoluto, il “supertestimone” (ma per molti, semplicemente un millantatore) del rapimento di Emanuela Orlandi — un altro dei perenni misteri d’Italia, che questa volta travalicò il Tevere — collega l’uccisione di Ketty alla sparizione della cittadina vaticana. Non solo: fa rivelazioni sconcertanti, che troveranno riscontro nei fatti di lì a breve. Ma il motivo per cui ne scriviamo qui è un altro. Per la prima volta, siamo in grado di dimostrare una singolare coincidenza: Ketty era la nipote di una testimone del rapimento di Aldo Moro. [...]"

Questo, sopra, l'incipit di un articolo del nostro lettore, Alberto Fittarelli, che ha scoperto e documentato una coincidenza singolare, un "punto di contatto" tra il caso Moro e la ragazza uccisa nell' 84, accostata al caso Orlandi. 

Come lo stesso autore dice, non c'è nessuna pretesa di svelare fantasiose verità, al massimo viene qui lanciata qualche suggestione, valida quanto tante altre del passato.

Tuttavia la coincidenza è così particolare che l'articolo merita proprio di essere letto anche per i documenti mostrati.

SEDICidiMARZO.

Per leggere l'articolo e vedere i documenti clickate QUI




mercoledì 7 giugno 2023

DECOSTRUIRE LA NARRAZIONE 1. LAURA BRAGHETTI, "IL PRIGIONIERO"

In questo scritto  l'autrice -Benedetta Piola Caselli- applica le teorie e le tecniche dell'
analisi linguistica ai contenuti del libro di Laura Braghetti "Il Prigioniero" , anche confrontando il suo racconto con gli analoghi racconti degli altri partecipanti al sequestro e preventivamente utilizzando le poche indicazioni che possono venire dagli scritti  di Moro per spiegare il metodo con degli esempi sulle sue lettere.

Ne è venuta fuori un'analisi assai interessante che mette in luce non poche  contraddizioni della "narrazione" dei BR fin qui non rilevate. Vi sono qui e là delle tecnicalità che possono anche risultare talvolta ostiche, ma che vi invitiamo spassionatamente a superare, percorrendo i ragionamenti e arrivando passo dopo passo alle conclusioni. Buona lettura!

SEDICidiMARZO

***

                                 

   Decostruire la narrazione: 

        l’apporto delle teorie linguistiche alle tecniche di indagine storica.

             Parte uno: « Il prigioniero » di Laura Braghetti.     

 

 

di: Benedetta Piola Caselli

 

Intro.

 

In questo scritto suggerisco elementi nuovi su :

 1) uno dei luoghi della detenzione ;

2) i rapitori ;

3) la prima notte ;

4) il numero dei carcerieri ;

5) il giorno dell’omicidio.

 Ma non è importante: questo è uno scritto sul metodo.

Infatti, non mi interessa tanto discutere su cosa si trova, ma su come si trova, e condividere un metodo di analisi che mi sembra utile, e che poi ciascuno  valuterà o  migliorerà come vuole.

Questo è anche un esercizio di elasticità e contaminazione culturale.

lunedì 22 maggio 2023

ULTERIORI BREVI NOTE SUL "CANALE DI RITORNO" TRA LA PRIGIONE DI ALDO MORO E L'ESTERNO

ULTERIORI BREVI NOTE SUL "CANALE DI RITORNO" TRA LA PRIGIONE DI ALDO MORO E L'ESTERNO 

 (a cura di: Andrea Guidi) 

Qualche tempo fa abbiamo evidenziato una significativa lettera/telegramma di
Aldo Moro, prigioniero dei suoi sequestratori, alla famiglia, lettera che a nostro parere costituisce un notevole indizio di un così detto “canale di ritorno” tra l’esterno della prigione e l’ostaggio; segnatamente tra la famiglia del Presidente della D.C. e i suoi carcerieri. 

Qui di seguito il link al nostro articolo al quale ci riferiamo: http://www.sedicidimarzo.org/2020/12/uno-strano-messaggio-dalla-prigione-del.html 

 In quell’articolo abbiamo citato, tra l’altro, un interessante breve saggio di Giuseppe Michelangelo D’Urso sulla “rubrichetta verde” del Presidente, vertente sulla propria agendina personale, cui Aldo Moro fece riferimento in una delle prime lettere scritte alla moglie e ufficialmente non recapitate; qui di seguito il link al saggio che menzionammo in quell’occasione: https://www.academia.edu/6535908/Ancora_sul_canale_di_ritorno_Nomi_tempi_e_luoghi_per_Lagendina_del_Presidente o anche qui: http://www.tuttostoria.net/Documenti/agendinadelpresidente.pdf Si tratta della lettera numerata con il n. 4 nel saggio di Miguel Gotor “Lettere dalla prigionia”, ed. Einaudi-Saggi, 2018 (prima ed. 2008), pagg. 9 e segg., indirizzata alla moglie Eleonora e datata dal prigioniero “27-3-78”, ufficialmente mai recapitata e ritrovata in fotocopia di manoscritto solo nel secondo rinvenimento in Via Montenevoso nel 1990.