(A cura di SEDICidiMARZO)
Non fidatevi... non fidiamoci dei romani.
![]() |
Lanfranco Pace nel 1979 |
E' questo il succo di quello che ebbe probabilmente a dire Franceschini ai suoi dopo l'incontro con Morucci a Milano (nel 71) quando si cominciava a pensare al progetto di una colonna romana delle BR.
Il giudizio e l'antipatia (reciproca invero) scaturivano anche da questioni puramente estetiche! Morucci, giunto su un'auto sportiva e con una vistosa ragazza bionda al fianco, si presentò loro con blazer doppiopetto e Ray-ban, mentre gli altri, come ebbe a dire lui stesso:
"Erano tipi tristissimi e anonimi, mimetizzati sul fondo di grigiore di una città operaia, sempre atteggiati ai modi che loro pensavano consoni a dei rivoluzionari professionisti. [...] Franceschini con gli occhiali, senza baffi, ingobbito come sempre, cinereo in faccia e nei vestiti. Moretti un po’ più aitante, con indosso un assurdo tre-quarti spigato grigio e marrone, con le spighe enormi"-
Comunque il progetto della colonna romana prese piede concretamente, nonostante le diffidenze suscitate in loro dai "romani", cinque anni più tardi.
Bisogna dire però che Franceschini non aveva avuto tutti i torti. Ad esempio la
compartimentazione, presupposto fondamentale per costituire il mitico "cubo d'acciaio", a Roma fu sempre un po' all'acqua di rose (a mezza bocca l'ha detto più di un ex BR).Ricordiamo ad esempio che nell' int. 11 in via Gradoli 96 avevano vissuto, prima di Moretti e Balzerani, altre due coppie BR tra cui Morucci e Faranda; e che dopo il 18 aprile i due occupanti di via Gradoli, costretti dagli eventi a cambiare alloggio, si trasferirono in una base al quartiere Aurelio, "sfrattando" nuovamente Faranda e Morucci. E che dire dei "due cretini" Peppo e Peppa che a detta di Casimirri passarono in moto nell'immediatezza dell'azione di via Fani, forse perché era giunta loro qualche voce e volevano vedere tra i primi lo "spettacolo"? E come valutare il comportamento di Raimondo Etro, depositario delle armi dopo l'eccidio di via Fani (nascoste in cameretta sotto il letto) che notata davanti casa una volante della Polizia (lì in realtà per altri motivi) si spaventa e va a rifugiarsi dove? a casa di Casimirri, cioè a casa di uno dei componenti del "commando" di via Fani!
Anche a proposito del famoso "giallo" del preannuncio del rapimento dato, sia pur forse in forma dubitativa, da Renzo Rossellini alle 8 di mattina su Radio Città Futura (Leggi qui) si ipotizzò che avesse raccolto voci in qualche ambiente cui era vicino.
Ambienti, si era sempre pensato, che dovevano fare riferimento diretto al mondo extraparlamentare di sinistra e del lottarmatismo.
Invece un post di Cristiano Lovatelli Ravarino (1), scaturito da un'intervista da lui avuta da Gianna Serra (attrice cinematografica degli anni 60 e 70, all'anagrafe Gianna Rosa Erbetta) sembra fornire un'altra possibile chiave di lettura di questa sua conoscenza anticipata degli eventi, almeno nelle linee generali.
In sostanza viene detto, tornando al post di Lovatelli Ravarino, che Gianna Serra fu svegliata alle 7 del mattino del 16 marzo da una telefonata del produttore cinematografico Carlo Ponti (cui era legata evidentemente da solida amicizia) con le seguenti parole: " Ti prego rimani chiusa in villa tutto il giorno, tra pochissimo a Roma scoppia l'inferno ". L'autore giustamente si è chiesto come mai Ponti, appartenente ad un ambiente mille miglia lontano da quello dei giovani extraparlamentari, avesse potuto avere l'anticipazione che quella mattina a Roma le BR avrebbero fatto qualcosa di grosso.
Noi in proposito abbiamo subito pensato al fatto che il mondo del cinema italiano e romano, in particolare, all'epoca flirtava ben volentieri con il mondo degli estremisti di sinistra (si pensi ad es. a Volontè che farà fuggire Scalzone sulla sua barca) , tant'è che nelle carte sequestrate nella sede di Potere Operaio di via dell'Umiltà, già nel 1972, c'è un lungo elenco di simpatizzanti "Vip" in cui abbondano sceneggiatori, produttori, registi ed attori (Commissione Moro 1, vol. 72, pag. 253) tutti annotati con indirizzo e numeri di telefono. E tra questi compare anche lo stesso Carlo Ponti. Insomma, parlando in generale, sembra di rinvenire qui un pezzo di quella "zona grigia" tanto ben descritta da Massimiliano Griner nel suo libro dall'omonimo titolo.
Di seguito la prima delle due pagine dell'elenco, oggetto di sequestro insieme ad altre centinaia di carte.
Ci sembrava quindi plausibile la possibilità che uno "spiffero" di qualche appartenente all'ormai disciolto P.O. , coinvolto in qualche misura nell' operazione Fritz, avesse raggiunto uno dei tanti loro simpatizzanti del mondo del cinema e da questi la voce fosse giunta a Carlo Ponti (e non solo a lui).
Ma Lovatelli Ravarino contattando un ex BR "...[che] non desidera essere citato ma [che] oggi é un intellettuale di alto livello..." ha ricevuto un altro indizio, un altro possibile link:
Lanfranco Pace era all'epoca fidanzato della figlia di primo letto di Ponti, Guendalina. La quale viveva a Roma in pieno centro e nel suo appartamento, vicino fontana di Trevi, probabilmente Pace spesso si imbarcava con gli amici nelle note e interminabili partite a poker che andavano avanti fino all'alba. Abitudine che gli costò - cosa anche questa nota - il respingimento della sua richiesta di entrare come effettivo delle BR. (Rimase comunque in contatto con alcuni esponenti - Morucci e Faranda in primis - che poi rintraccerà facilmente alla bisogna -insieme a Piperno- nel tentativo di trattativa per la salvezza di Moro che era stato sollecitato dal partito socialista).
Probabilmente chi doveva decidere sulla sua ammissione (verosimilmente Moretti) si sarà detto: va bene che sono romani, ma quando è troppo è troppo.
Ricercando sugli atti, in effetti, abbiamo poi riscontrato riferimenti a questa liaison Ponti-Pace, come si può vedere in particolare in questo rapporto Digos del 79 quando Pace, dismessi i panni del mediatore, aveva indossato, suo malgrado, quelli del latitante. La Digos, al corrente della relazione sentimentale tra Pace e la figlia di Ponti, va infatti a cercarlo nella villa della madre di lei (Giuliana Fiastri) posta sulla costiera amalfitana, riservandosi di perquisire anche gli altri immobili a Roma a disposizione delle due donne. (Commissione Moro 1, vol. 116, pag. 398)
A questo punto, tornando all'inizio, non possiamo non sottolineare che Renzo Rossellini, oltre ad essere un esponente di Avanguardia Operaia, faceva anche parte dell'establishment cinematografico romano di allora, e - per così dire - per diritto di nascita e per effettive esperienze di lavoro sul campo.
Pace, secondo la tesi insita nel post di Lovatelli Ravarino, potrebbe dunque essersi fatto sfuggire qualcosa, magari durante una nottata di poker con abbondante contorno, come era tradizione dell' epoca, di whisky e tabacco e Guendalina potrebbe aver colto questa voce "dal sen fuggita" e, preoccupata (come poi manifesterà di esserlo il padre nella telefonata a Gianna Serra) e in un comprensibile stato d'animo di "non è vero ma ci credo", forse potrebbe aver ritenuto di mettere comunque sull'avviso i genitori. E da lì questa voce - questo lo aggiungiamo noi - potrebbe aver raggiunto anche la famiglia Rossellini, spingendo Renzo a fare la mattina alle 8 del 16 marzo quell'annuncio o comunque, come lui l'ha definito, quel "ragionamento induttivo" che però si rivelò nei fatti estremamente predittivo (2).
In conclusione, quali che siano stati l'effettivo percorso e la fonte primaria della "notizia", questa testimonianza della signora Gianna Serra, se confermata, ci appare estremamente importante e sarebbe forse meritevole di approfondimenti ufficiali.
NOTE
(1) Cristiano Lovatelli Ravarino, eclettico giornalista e scrittore italo americano si dedica alternativamente ai temi del terrorismo rosso in Italia e a temi artistici. Di seguito il link al suo post su Facebook sopra citato ( Leggilo qui )
(2) Renzo Rossellini spiega che quelle mattina, nel corso della rassegna stampa, si era limitato a fare un ragionamento induttivo di natura politica, evidenziando la probabilità di un'azione militare eclatante da parte delle Brigate Rosse in una situazione in cui stava per nascere un governo democristiano col sostegno esplicito dell'opposizione comunista (La Stampa, 6 ottobre 1978, pag. 1)
Grazie per quello che fate.
RispondiEliminaP.s.: il link di cui alla nota numero 1, non è accessibile.
Grazie degli apprezzamenti. Purtroppo l'autore del post non riesce a modificare le sue impostazioni di privacy della sua pagina e quindi il post è accessibile solo ad alcuni. Comunque, a parte altre notiziole di contorno, la sostanza del post l'abbiamo riportata nel nostro articolo.
RispondiEliminaC'è un commento non firmato. Ribadiamo che non accettiamo più commenti anonimi. Potete firmarli come volete, anche con pseudonimi. L'importante è che eventuali più commenti di una stessa persona siano riconducibili ad essa.
RispondiEliminaSull'ambiente del cinema romano ci sarebbero tante cose da raccontare. La sempre troppo poco citata Rita Porena aveva frequentato le lezioni parigine del professor Enrico Fulchignoni. E in aiuto del documentarista Lodovico Codella, prima preventivamente carcerato, poi assolto per insufficienza di prove dall'accusa di aver collaborato logisticamente all'attentato palestinese all'oleodotto SIOT di Trieste il 4 agosto 1972, corse gran parte del gotha cinematografico gauche capeggiato da Citto Maselli.
RispondiEliminaRiguardo ai romani Franceschini ha anche raccontato che si finanziavano attraverso furti di opere d’arte. Questo significa che dovevano avere contatti con ricettatori e/o acquirenti, il che li esponeva a contatti con malavitosi e personaggi vari, che potevano poi chiacchierare se non informare per vari motivi le forze dell’ordine. È curioso che Cucchiarelli, che ne ha scritte tante, fra le altre abbia parlato di una residenza di Paul Getty come prigione di Moro. Lo stesso Franceschini nel romanzo “La borsa del presidente” fa riferimento al mondo del traffico delle opere d’arte e dei falsi e a un magazzino di reperti del genere.
RispondiEliminaStrano : CM dà come data di nascita di Guendalina il 5.12.48 ; invece wiki 1951:
RispondiEliminahttps://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Ponti
Inoltre sempre wiki dice che il Ponti si separò ben presto dalla Fiastri dopo aver conosciuto la Loren, con cui si mise insieme fin dagli anni ´50 e che sposò nel ´57 (in Messico perché in Italia il divorzio era proibito). Nonostante questo, la figlia certamente potrebbe aver mantenuto affetto verso il padre al punto da preavvertirlo del 16 marzo dopo averne appreso dal Pace : ipotesi la vostra o meglio di Ravarino se ho ben capito, ma molto plausibile.
Tuttavia non penso che un personaggio del calibro del Ponti avesse bisogno della figlia e di un Lanfranco Pace per sapere in anticipo del crimine : secondo me, tutta l´Italia che contava era stata preavvertita dalle complici autorità deviate. Ponti infatti, sempre stando a wiki, era classe dirigente prima di diventare noto produttore, fin dalla nascita : veniva infatti da ricchissima famiglia lombarda di industriali tessili fin dall´800, e suo nonno Ettore era stato fatto marchese nel 1906 da Vittorio Emanuele III, quindi Carlo aveva ereditato anche il titolo nobiliare.
Tutto questo clan aveva strettissimi rapporti del più alto livello con l´establishment francese (Ettore ebbe la legion d´onore, e Carlo diventerà cittadino francese con la Loren) : e si legge che i servizi francesi sapessero del 16 marzo almeno da febbraio :
" I giudici Ferdinando Imposimato e Rosario Priore, anni dopo, in Francia, vedono documento dei Servizi segreti francesi dal quale si evince che un mese prima sapevano che le Br avrebbero rapito Moro e che avevano avvisato i colleghi italiani." :
https://www.lagazzettameridionale.com/2015/01/attualita-il-contesto-nel-quale-matura.html
Priore lo disse anche alla Stragi :
https://www.parlamento.it/parlam/bicam/terror/stenografici/steno56.htm
Quel che voglio dire è che un Lanfranco Pace qualsiasi, di fronte a vip del rango di un Carlo Ponti, era un morto di fame, relativamente parlando : e che pertanto, altrettanto plausibile è ipotizzare, che i vip furono preavvertiti dai servizi deviati, a qualunque nazione appartenessero.
PS : i verbali di perquisizione delle case Fiastri etc. esistono ? Si fecero poi le perquisizioni ?
Peraltro anche la Fiastri era nobildonna facoltosissima, basti leggere l´elenco delle sue sontuose dimore in CM da voi citato - roba da miliardari dell´epoca. Quindi suppongo in via ipotetica che anche lei, per lo stesso ragionamento, sia stata preavvertita.
Per valutare correttamente la notizia de relato del Ravarino, bisognerebbe appurare quando esattamente Pace avesse conosciuto la Guendalina, e iniziato relazione con lei : CM infatti l´attesta al luglio ´79, non al periodo che precede il 16.3.78. Ufficialmente che io sappia, la fidanzata di Pace nei ´70 era Stefania Rossini, non la Ponti. Poi siccome Pace come Piperno facevano i tombeur de femmes d´alto bordo, può anche darsi che Pace già prima del 16.3.78 coltivasse entrambe, o che avesse chiuso con la Rossini per passare alla Ponti già allora : ma tutto ciò non viene acclarato da Ravarino né dalla sua anonima, inverificabile fonte.
RispondiEliminaDel 16 marzo ebbe preavviso perfino un proletario poliziotto come Gentiluomo, figuriamoci un membro dell´élite internazionale come Carlo Ponti, senza alcun bisogno né di figlia né di Pace. Ma si resta nell´ incertezza.