a cura di:
Andrea Guidi e Francesco Velocci
Il 23 febbraio del 1978 l'avvocato Giorgio Bruno, non si aspettava che, scendendo dal suo studio in via dei Gracchi, non avrebbe più ritrovato la sua Fiat 132 GLS 1600 cc di colore blu. Per la fretta aveva dimenticato le chiavi nel cruscotto (CM-1 vol. 31 pag. 226). Soprattutto – l'avvocato - non sapeva che quell'auto sarebbe di lì a poco finita tra le carte dell'inchiesta sul rapimento di Aldo Moro.
Andrea Guidi e Francesco Velocci
Il 23 febbraio del 1978 l'avvocato Giorgio Bruno, non si aspettava che, scendendo dal suo studio in via dei Gracchi, non avrebbe più ritrovato la sua Fiat 132 GLS 1600 cc di colore blu. Per la fretta aveva dimenticato le chiavi nel cruscotto (CM-1 vol. 31 pag. 226). Soprattutto – l'avvocato - non sapeva che quell'auto sarebbe di lì a poco finita tra le carte dell'inchiesta sul rapimento di Aldo Moro.
Esattamente
ventuno giorni dopo il furto - il 16 marzo alle ore 9:03 - dalle
autoradio della Polizia gracchiò l'annuncio: “via Mario Fani, si
sono uditi colpi di arma da fuoco”.
CM-1 Vol. 29 pag. 1001 - Brogliacci di Polizia, canale 13 - distretti e commissariati |
Dopo
appena 2 minuti dalla comunicazione della Sala Operativa della
Questura, alle ore 9:05
pervennero da via Fani le prime drammatiche notizie: “inviare subito ambulanze sono della scorta di Moro e hanno sequestrato l'onorevole i responsabili sono scappati a bordo di auto 128 bianca Roma M53995, sono in numero di quattro e vestono divise da marinai o poliziotti”.
pervennero da via Fani le prime drammatiche notizie: “inviare subito ambulanze sono della scorta di Moro e hanno sequestrato l'onorevole i responsabili sono scappati a bordo di auto 128 bianca Roma M53995, sono in numero di quattro e vestono divise da marinai o poliziotti”.
Fa
seguito, sul canale 13, una comunicazione della Sala Operativa
rivolta a tutti i commissariati: “si ricerca anche 132 blu Roma
P79560".
CM-1 Vol. 29 pag. 1001 - Brogliacci di Polizia, canale 13 |
Alle
9:10 sul canale 23, la Sala Operativa informa tutte le volanti che in
“via Balduina si è allontanata 132 blu Roma P79560 e una 128
bianca Roma M53995 – quattro giovani a bordo armati allontanati
zona Monte Mario”.
CM-1 Vol. 29 pag. 1016 - Brogliacci di Polizia, canale 23 volanti |
Eccola! E` la Fiat 132 GLS 1600 cc di colore blu dell'avvocato Bruno. La
targa è diversa, si scoprirà da qui a poco che fu sostituita.
Esattamente nel giro di pochi minuti dall'ultimo annuncio della Sala
Operativa, l'auto “civetta” Squalo4 ne comunica il ritrovamento.
Ore “9:23 Via Licinio Calvo è stata abbandonata la 132 blu tg
Roma P79560”.
CM-1 Vol. 29 pag. 1016 - Brogliacci di Polizia, canale 23 volanti |
Secondo
la versione ufficiale, l'on. Aldo Moro venne prelevato in via
Fani e fatto entrare in questa Fiat 132 blu; l'auto avrebbe preso via
Stresa verso via Trionfale; sarebbe transitata per le stradine via
Belli e via De Bustis; avrebbe superato un cancelletto chiuso con catenella e
sarebbe, infine, stata abbandonata in via Licinio Calvo, n. 1.
L'auto fu individuata dalla “civetta” -
auto civile della Polizia - Squalo 4, il cui equipaggio era composto
dall'appuntato (?) Mammoliti Saverio - capo pattuglia - e le guardie
Celestini Tommaso, Valvona Aldo e Sapia Gerardo. Non risulta che essi
siano stati auditi in sede giudiziaria, né che la loro relazione sia
stata acquisita agli atti dei processi.
Fortunatamente
una copia della relazione di servizio è contenuta negli atti della
prima Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Moro. (CM-1 Vol. 31 pag. 219)
Vi
si legge che verso le ore 9.05 la pattuglia avrebbe appreso dalla
Sala Operativa di una "sparatoria" in atto in via Fani. La volante, quindi, si sarebbe lì diretta. “Giunti "nei pressi"
di questa via i componenti della Squalo 4 venivano informati "che
un'auto Fiat targata Roma P79560 pochi istanti prima si era
allontanata in direzione della Balduina con a bordo delle persone
incappucciate".
CM1 - Vol. 31 pag. 219 - Relazione di servizio Squadra Speciale Squalo 4 del 16 marzo 1978 |
Appare
evidente come la formula utilizzata nella relazione sul luogo e sulle
modalità di ottenimento delle informazioni sull'auto in fuga siano
quanto meno molto generiche. In particolare si pongono tre importanti
questioni:
a)
chi fornì le informazioni agli agenti della Squalo 4? Nessuno dei
testimoni della strage (cfr. Vol 30, CM-1) indicò in modo preciso la
presenza di una Fiat 132: non vi è traccia di testimoni che ne
indichino né marca e modello né la targa;
b)
dove esattamente la Squalo 4 ricevette le informazioni? Nella
relazione si legge “nei pressi di via Fani”, ci si chiede come
fosse possibile che un qualche testimone negli intorni di via Fani
abbia potuto indicare, come direzione di fuga, la Balduina. Realisticamente nessuno intorno a
via Fani avrebbe potuto avere la certezza della direzione di fuga una
volta che l'auto si infilò in via Stresa;
c)
come mai si descrivono le persone a bordo della Fiat 132 come
"incappucciate"? Alla lettura delle testimonianze risulta
che nessuno dei testimoni parlò mai di una circostanza del genere.
Gli assalitori di via Fani vennero descritti generalmente come
indossanti delle divise.
La
relazione di servizio dell'appuntato Mammoliti continua, infine,
affermando che "del fatto ne davamo immediata notizia alla Sala
Operativa, mentre noi ci ponevamo alla ricerca della 132,
rinvenendola in Via Lucinio (sic!) Calvo altezza civico 1".
Mappa della Zona Balduina, con indicato l'inizio di via della Balduina e via Mario Fani all'incrocio con via Stresa |
Questa
affermazione, di fatto conclusiva, è quella che apre il campo ad
altri dubbi e riflessioni. Innanzitutto non risulta nei brogliacci
una comunicazione proveniente dalla Squalo 4 in cui si informa la
Sala Operativa della Fiat 132 in fuga: la prima comunicazione da
parte di Squalo 4 è quella relativa al ritrovamento dell'auto alle
ore 9.23.
Mentre,
in orario precedente al ritrovamento, risulta che la Sala Operativa
diramò i due comunicati di ricerca della Fiat 132 già citati. Un
primo alle ore 9:05 circa, sul canale 13 destinato a tutte le
questure con cui “si ricerca anche 132 targata Roma P79560”. E
un secondo
sul canale 23, alle ore 9:10 destinato a tutte le volanti, “via
Balduina si è allontanata 132 blu Roma P79560 e una 128 bianca Roma
M53995 – quattro giovani a bordo armati allontanati zona Monte
Mario”.
Non
si può non notare come molti elementi tra la comunicazione appena
trascritta e la relazione della Squalo 4 non siano coincidenti: la
Sala Operativa parla di una Fiat 128 insieme alla Fiat 132 e,
inoltre, non
si accenna al fatto che i passeggeri siano incappucciati. Ciò che
più colpisce, invece, è come sia la relazione della Squalo 4 sia la
comunicazione della Sala Operativa forniscano come zona della fuga la
Balduina o con maggior precisione via della Balduina.
Da
dove arrivò questa informazione? La risposta, sfortunatamente, non è
reperibile tra gli atti disponibili, eppure ci resta difficile
ipotizzare l'esistenza di un soggetto che a quell'ora, trovandosi in
via della Balduina, avesse potuto riconoscere le due auto come in
fuga da un fatto delittuoso e, di conseguenza, ne avesse informato la
Polizia.
Altra
questione centrale che la relazione di Mammoliti pone, è sulle
azioni che permisero alla Squalo 4 di ritrovare, in modo praticamente
immediato, la Fiat 132. Si trattò di un caso fortuito? Non lo
sapremo mai, perché, di fatto, la relazione è priva di qualunque
concreta informazione sul percorso seguito dall'equipaggio dal suo
arrivo nei “pressi di via Fani” fino a via Calvo.
Da
quanto fin qui esposto, appare evidente che le due principali
questioni di interesse riguardano la tempistica della segnalazione
sulla Fiat 132 in fuga: fu Squalo 4 a comunicarlo alla Sala
Operativa, come afferma nella relazione, o viceversa? L'altra
questione riguarda il soggetto che fornì la segnalazione. In questa
ricerca ci imbatteremo, come si vedrà in seguito, in un altro
elemento che non si esita a dire sconcertante: non vi è tra i
testimoni oculari escussi il 16 marzo alcuno che abbia riferito con
precisione né della presenza di una Fiat 132 tra le auto utilizzate
nella azione di via Fani, né della targa Roma P79560, e,
soprattutto, non ve ne è alcuno che abbia riferito che l'on. Moro
sia stato condotto su un'auto di questo modello.
Le
testimonianze, nella prima verbalizzazione del 16 marzo, sono
disponibili nel vol.30 CM-1 ed è facilmente verificabile quanto qui
affermato (Tabella delle testimonianze di via Fani). Ulteriore elemento a riprova della
nostra tesi è riscontrabile nelle due relazione di servizio del 16
marzo una degli agenti Di Berardino e Sapuppo e l'altra del
maresciallo Abbondandolo relative ai primi accertamenti compiuti in
via Fani.
Solo
il rapporto redatto in data 17 marzo - cioè il giorno dopo i fatti - dal capo della Digos Spinella per il sostituto Procuratore Infelisi,
indicherà la Fiat 132 targata Roma P79560 come l'auto sulla quale
venne trasportato l'on. Moro.
Che
la Fiat 132 fosse ricercata già dai primi minuti successivi alla
strage è un dato accertato, come ampliamente fin qui esposto. Resta oscuro il soggetto che la segnalò alla Polizia, così come rimane incerto se su questa auto vi fosse stato trasportato l'on. Moro.
Una testimonianza che, per prima, fa pensare che l'on. Moro fosse stato trasportato con la Fiat 132, è quella di Antonio Buttazzo, verbalizzata il 17 marzo, quando - bisogna dirlo - il ritrovamento della Fiat 132 e la targa erano già stati resi noti a mezzo stampa. Antonio Buttazzo raccontò che mentre era in attesa dell'Ing. Pellegrini di cui era autista, resosi conto del rapimento in corso si sarebbe posto all'inseguimento del convoglio in fuga per un tratto di strada che va da via Stresa angolo Via Molveno fino all'intersezione di via Trionfale con via della Camilluccia.
Una testimonianza che, per prima, fa pensare che l'on. Moro fosse stato trasportato con la Fiat 132, è quella di Antonio Buttazzo, verbalizzata il 17 marzo, quando - bisogna dirlo - il ritrovamento della Fiat 132 e la targa erano già stati resi noti a mezzo stampa. Antonio Buttazzo raccontò che mentre era in attesa dell'Ing. Pellegrini di cui era autista, resosi conto del rapimento in corso si sarebbe posto all'inseguimento del convoglio in fuga per un tratto di strada che va da via Stresa angolo Via Molveno fino all'intersezione di via Trionfale con via della Camilluccia.
Buttazzo
riferì che all'altezza di questo incrocio, dove interruppe
l'inseguimento, fermò una sopraggiunta auto della polizia; nel corso
del tempo, sottoposto a più deposizioni, descrisse l'auto ora come
“civetta” ora come “volante”. Ai poliziotti Buttazzo indicò
targa e tipo di auto che stava inseguendo: la Fiat 132 blu targata Roma P79560. Alcune coincidenze potrebbero far ritenere che Buttazzo
sia proprio l'informatore della Squalo 4
Eppure altri elementi sembrerebbero non confermare questa ipotesi: la Squalo 4 nella relazione fa riferimento alla sola Fiat 132, mentre Buttazzo dichiarò di aver notato anche una seconda auto di complici - una Fiat 128 di colore blu -, inoltre, Buttazzo riferì ai poliziotti che le auto si sarebbero allontanate in direzione di villa Stuart, quindi in direzione opposta a via della Balduina e, a dire il vero, anche opposta a via de Bustis - la strada attraversata dalle auto in fuga secondo la versione ufficiale-. Di queste due versioni ci sembrano più rilevanti gli aspetti divergenti e pertanto possiamo affermare con una certo livello di convinzione che Antonio Buttazzo sia da escludere come fonte. (CM-1 - Vol. 30 pag. 78 - Vol. 40 pag. 84 - Vol. 41 pagg. 412, 435, 631, 938)
Eppure altri elementi sembrerebbero non confermare questa ipotesi: la Squalo 4 nella relazione fa riferimento alla sola Fiat 132, mentre Buttazzo dichiarò di aver notato anche una seconda auto di complici - una Fiat 128 di colore blu -, inoltre, Buttazzo riferì ai poliziotti che le auto si sarebbero allontanate in direzione di villa Stuart, quindi in direzione opposta a via della Balduina e, a dire il vero, anche opposta a via de Bustis - la strada attraversata dalle auto in fuga secondo la versione ufficiale-. Di queste due versioni ci sembrano più rilevanti gli aspetti divergenti e pertanto possiamo affermare con una certo livello di convinzione che Antonio Buttazzo sia da escludere come fonte. (CM-1 - Vol. 30 pag. 78 - Vol. 40 pag. 84 - Vol. 41 pagg. 412, 435, 631, 938)
L'altra
ipotesi percorribile è quella relativa alla telefonata in Questura -
sul “canale 2400” - da parte dell'on. Pino Rauti. Alle ore 9.15
l'onorevole del MSI - abitante in via Stresa, 133 - comunicò che si
era “allontanata una Fiat 132 blu targata Roma P79560 con dei
giovani a bordo due vestiti da ufficiali dell'aeronautica”.
CM-1 Vol. 29 pag.994 - Chiamata dell'on. Rauti in questura del 16 marzo 1978 alle ore 9:15 |
Va
notato che questa informazione arriverebbe alle ore 9:15, quindi in
un momento successivo – di almeno 5 minuti - dalla comunicazione di
ricerca diramata dalla Sala Operativa. Inoltre, nella chiamata
dell'on. Rauti non si fa riferimento alla direzione di fuga,
tantomeno, quindi alla zona della Balduina o di via della Balduina.
Non possiamo, inoltre, non osservare che questa segnalazione telefonica abbia dei tratti problematici; innanzitutto perché è la sola testimonianza scritta del 16 marzo in cui un cittadino indichi, tra le auto in fuga da via Fani la Fiat 132 blu con targa Roma P79560, e lo faccia con estrema precisione. In secondo luogo le caratteristiche dell'auto sarebbero state raccolte da una certa distanza – da un balcone - in un punto in cui via Stresa compie una curva repentina. Inoltre, nel corso degli anni l'on. Rauti, in alcune interviste, aggiunse ulteriori particolari, come la visione del corpo dell'agente Iozzino a terra, cosa sulla quale è lecito avanzare più di un dubbio data la posizione reciproca dell'osservante e del corpo.
Non possiamo, inoltre, non osservare che questa segnalazione telefonica abbia dei tratti problematici; innanzitutto perché è la sola testimonianza scritta del 16 marzo in cui un cittadino indichi, tra le auto in fuga da via Fani la Fiat 132 blu con targa Roma P79560, e lo faccia con estrema precisione. In secondo luogo le caratteristiche dell'auto sarebbero state raccolte da una certa distanza – da un balcone - in un punto in cui via Stresa compie una curva repentina. Inoltre, nel corso degli anni l'on. Rauti, in alcune interviste, aggiunse ulteriori particolari, come la visione del corpo dell'agente Iozzino a terra, cosa sulla quale è lecito avanzare più di un dubbio data la posizione reciproca dell'osservante e del corpo.
A
prescindere dai dubbi appena esposti, va rilevato che la relazione
dell'appuntato Mammoliti è inequivocabile. Vi si afferma che
l'equipaggio apprese della Fiat 132 "nei pressi" di via
Fani e che abbia, quindi, comunicato questa notizia alla Sala
Operativa, non il viceversa.
Le
domande che ci siamo posti restano inevase. Chi è il soggetto che
per primo segnalò la Fiat 132? Chi disse che quest'auto si fosse allontanata in direzione della zona Balduina o di via della
Balduina? Chi comunicò della presenza dell'on. Moro su quell'auto?
Con rammarico ammettiamo che ci sfiora anche l'idea che qualcuno, tra le forze dell'ordine, abbia potuto inseguire questa auto in fuga da via Fani.
Con rammarico ammettiamo che ci sfiora anche l'idea che qualcuno, tra le forze dell'ordine, abbia potuto inseguire questa auto in fuga da via Fani.
Di
sicuro sui brogliacci della Sala Operativa da Squalo 4 abbiamo solo
due comunicazioni. La prima, quella del ritrovamento delle 9:23, la
seconda delle 9:27 in cui si informa che “da via Calvo si sono
allontanati due giovani a piedi di cui una donna e un uomo armati”.
CM-1 Vol. 29 pag. 1017 - Broglicci di Polizia sul canale 23, volanti |
E
poi Squalo 4 sparisce dai brogliacci di giornata, come sparisce in
generale dall'inchiesta: la relazione di servizio che redigono non
chiarisce i molti dubbi fin qui discussi e non ci risulta che i
quattro componenti dell'equipaggio siano stati escussi in altre sedi.
Se
si vuole aggiungere un'altra piccola riflessione sulla Squalo 4 vale
la pena ricordare che la Sala Operativa comanda in via Fani quattro
volanti: V12, B4, V. Zara e SM91, come si vede non la Squalo 4 che
tuttavia si recherà “nei pressi” del luogo della strage. Cosa è
la sezione Squali?
Nel
libro “Giorgiana Masi: indagine su un mistero italiano” di
Concetto Vecchio (link) si
apprende che il"gruppo Squalo” sarebbe “una squadra di
super addestrati che viene utilizzata solo per contrastare reati in
svolgimento, ovvero quando c'è la possibilità di scontri a fuoco.
Poliziotti che dipendono dalle sezioni sportive della PS, che fanno
molti ritiri, i migliori tiratori scelti della polizia …". Se
erano “nei pressi” di un conflitto a fuoco della portata di via
Fani, perché la Sala Operativa non comandò anche loro?
Se
provassimo a riassumere in poche righe quanto sin qui esposto,
potremmo dire che Squalo 4 si trovò “nei pressi” di via Fani
casualmente; che trovò da quelle parti un soggetto – il cui nome
non venne verbalizzato - che li mise all'inseguimento della Fiat 132
di colore blu fornendo loro anche la targa; che Squalo 4 trovò nel
giro di pochi minuti l'auto abbandonata in via Calvo.
Di stranezze ne abbiamo messe insieme un bel po', ma, a dire il vero, non finisco qui. Perche` intorno alle ore 10:00 in via Calvo interviene Digos 4, auto con a bordo il commissario capo Mario Fabbri e il brigadiere di P.S. Vittorio Faranda. E si badi bene, l'auto compare sulla scena senza che dai brogliacci si legga che questa fosse stata comandata dalla Sala Operativa. La prima cose che colpisce nella relazione di servizio è che in essa non si fa cenno a Squalo 4: non si dice che il ritrovamento della Fiat 132 sia da addebitare ad essi.
CM-1 Vol. 30 pag. 106 - Relazione di servizio di Digos 4 del 16 marzo 1978 |
Perche` queste imprecisioni?
Che la Fiat 132 fu trovata da Squalo
4 alle ore 9:23 lo si legge negli atti: nei brogliacci e nella relazione di servizio a firma del capopattuglia Mammoliti. Tuttavia le notizie che da essa si ricavano sono scarne e frammentarie, regna una vaghezza estrama. Squalo 4, non viene citata nella relazione della Digos appena detta e scompare dalle carte dell'inchiesta, come se quel ritrovamento fosse un fatto naturale.
Una
considerazione finale è a questo punto d'obbligo. Da quanto fin qui
esposto e dalla documentazione disponibile il ritrovamento della Fiat
132, in particolare la sua tempistica, priva di ogni fondatezza la
versione sostenuta dagli ex brigatisti in ordine alle modalità della
fuga e in particolare del presunto trasbordo dell'On Moro dalla 132
sul furgone in Piazza Madonna del Cenacolo, prima di condurre l'auto
in Via Calvo.
La
Commissione di inchiesta
sul caso Moro presieduta dall'on. Fioroni che si appresta a
concludere i lavori, pare che abbia rilevato alcune delle
incongruenze del racconto brigatista sulla fuga. I lavori sembrano
conclusi, eppure alcune risultanze non sono ancora state rese
pubbliche. Tra queste le analisi del DNA sui reperti. Facciamo
presente che anche su su tutte e tre le vetture comunemente accertate
quali componenti del convoglio di fuga del commando - Fiat 132, Fiat
128 bianca e Fiat 128 blu (anche nella Fiat 130 su cui viaggiava Moro) - furono individuate macchie di sangue.
Auspichiamo
che gli esiti delle indagini sui reperti biologici vengano resi
quanto prima di pubblico dominio perché,
se vi sono gli elementi per appurarlo, che si renda noto come minimo
su quale auto fu trasportato l'on. Moro.
Ottimo lavoro. Complimenti.
RispondiEliminaGrazie Mario :-)
RispondiEliminaHo letto l'articolo "Squalo 4" e vorrei farvi i complimenti. Molto valido. Grazie.
RispondiEliminaUn suggerimento. Evidenzierei che delle tre auto utilizzate dai terroristi la 132 è l'unica per la quale non ci sono immagini e/o filmati "decenti" che permettano di vedere chiaramente i particolari dell'auto dopo il ritrovamento (tracce di sangue, infiorescenze, ecc. nonché verificare la testimonianza della Dordoni Iole che dichiara testuamente: "non ho potuto vedere altro perché il lunotto di tale autovettura era completamente scuro"). Le foto reperibili nei volumi della prima commissione sono fotocopie sbiadite in bianco e nero che non permettono alcuna valutazione di questo e molti altri particolari importanti. Anche su questo punto la Nuova Commissione poteva e potrebbe ancora fare chiarezza.
Ciao a tutti. Michele
Grazie Michele dell'apprezzamento e soprattutto delle tue interessanti osservazioni. In effetti la 132 è scura ma anche oscura. Ritrovata in un batter d'occhio non si sa come. Segnalata subito con precisione solo da un testimone "eccellente" Pino Rauti che ne legge la targa dal terzo piano e successivamente solo da Buttazzo che la inseguì - disse lui- per un tratto (eroe o cosa?) . Come giustamente fai notare documentazione fotografica o filmati (come nelle altre due auto) praticamente zero. Aggiungiamoci pure che era l'unica la cui targa falsa coincideva con il modello cui era applicata (corrispondeva cioè ad un'altra 132 del Banco di Napoli ...e sullle auto del BdN ci sarebbe da aprire ancora un altro discorso per via dei documenti trovati in un covo). Insomma un'auto anomala in tutto e per tutto. Condivido che sarebbe auspicabile che si cercasse di capire queste anomalie da parte di "chi di dovere".
EliminaNel libro di Imposimato "Doveva morire" pag. 257 si riporta la trascrizione di una telefonata anonima di una fonte che indica nomi di persone da controllare perché certamente implicati con le b.r. Tra questi nomi c'è tal Proietti Rino, attacchino al comune di Roma. In una relazione di servizio che avete riportato tra i testimoni di via Fani vi è un certo Proietti Ernesto, netturbino. Rino (insieme a Tino) è uno dei diminutivi più diffusi per il nome Ernesto. E' forse la stessa persona?
RispondiEliminaGrazie della notizia. Proveremo a rintracciare la cosa negli atti.
EliminaLa fonte anonima ( che poi è stata identificata nei lavori della vigente CM2 ) era ben informata tant'è che tutte le persone segnalate furono identificate come appartenenti alle BR e arrestate. Tra questi Proietti Rino (proprio Rino all'anagrafe) che risultava essere nato nel 1953 a Turania ed effettivamente del Servizio Affissioni(CM1 v. 104 pag. 81). Proietti Ernesto (il testimone) era nato a Verona nel 1946 assunto al Comune di roma come netturbino (CM1 V. 30 pag. 56). In definitiva si tratta indubitabilmente di due persone diverse. Grazie comunque nuovamente per l'interesse e la segnalazione.
EliminaVolevo avere un chiarimento a riguardo della macchina della scorta ( alfetta bianca ) in quanto nello sportello posteriore dietro al guidatore presenta un foro di proiettile che non era presente nella scena di via Fani. Sicuramente ne avrete già discusso e allora me ne scuso per essere stato inopportuno . Distinti saluti
RispondiEliminaDiego
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaGentile anonimo, pare sia un impatto di rimbalzo emerso negli anni per effetto della ruggine. Passo la palla ai miei soci per confermare o smentire. Grazie, e intervieni quando vuoi.
RispondiEliminaGentile anonimo, pare sia un impatto di rimbalzo emerso negli anni per effetto della ruggine. Passo la palla ai miei soci per confermare o smentire. Grazie, e intervieni quando vuoi.
RispondiEliminaSì Diego, è esattamente come detto sopra da Andrea. Noi comunque non abbiamo avuto occasione di parlarne . La cosa fu illustrata nella audizione di giugno e 2015 quando fu presentata la ricostruzione della Polizia Scientifica con il tele-laser etc. A pag. 20 infatti:
RispondiElimina<< ...Sull’Alfetta riferiamo due curiosità. Abbiamo
individuato un impatto, l’impatto H,
che non era stato osservato nell’immediatezza.
Questo perché il proiettile non ha
attraversato lo sportello. Probabilmente è
un proiettile di rimbalzo, che ha colpito e
deformato lo sportello e che, quindi, ha
scrostato un po’ la vernice. Negli anni la
ruggine ha peggiorato il lavoro e l’ha reso
più evidente. Questo impatto non era stato
caratterizzato all’epoca.... >>
Documento completo qui:
http://www.gerograssi.it/cms2/file/casomoro/DVD21/20150610.%20stenografico.pdf
Vi ringrazio per la risposta . Qualche anno fa mi sono imbattuto in un forum americano dove discutevano su vari misteri . Uno di questi riguardava Aldo Moro ( le considerazioni le lascio a voi ). Quello che più mi ha colpito erano le varie chat ( io sono poco ferrato nella lingua ) ma soprattutto le foto che erano decisamente nitide e a me alcune sconosciute . In alcune di loro venivano cerchiati persone presenti quella mattina ed il parabrezza di un auto li parcheggiata ( anzi un oggetto o un foglio che si intravedeva dal parabrezza ). La farò breve ma un argomento trattato riguardava la particolare pubblicità presente nel muro in via caetani dove fu parcheggiata la Renault rossa ; erano raffigurati dei caproni Neri ( davvero insolito ) . Vi ringrazio del tempo dedicatomi , continuate così , saluti Diego .
EliminaSe hai modo, inviaci il link di questo forum, anche se credo che ci siamo già imbattuti in esso e grazie per l'attenzione e gli apprezzamenti.
RispondiEliminaCiao, immagino che abbiate già notato la coincidenza, il Mario Fabbri ufficiale di P.S. di cui fate menzione è con tutta probabilità lo stesso Mario Fabbri che da operativo Sisde si recò nel '93 in Nicaragua insieme ad un collega, per conferire con Casimirri. Ciao
RispondiEliminaRispondo con grave ritardo all'ultimo commento di "anonimo" : si tratta senza alcun dubbio della stessa persona, Mario Fabbri.
RispondiElimina