I principali testimoni in via Fani e dintorni furono 34. Come spesso avviene in frangenti così drammatici le testimonianze sono convergenti a gruppi. E avviene anche qui.
Una cosa su tutte. A quanti "videro" Moro caricato su una 132 blu (o comunque un'auto scura) se ne contrappongono altrettanti che lo "videro" caricato su una 128 bianca (o comunque un'auto di media cilindrata chiara).
Lo stesso discorso avviene su altri argomenti: numero degli assalitori, composizione del corteo di fuga, sequenza degli spari etc.
Abbiamo realizzato una tabella (scaricabile) con la sintesi delle trentaquattro testimonianze di cui qui sotto vi presentiamo uno stralcio.
La prima colonna riporta la numerazione in ordine cronologico "ragionato" (cioè basato sull'orario dichiarato dal teste ma contemperato con la scena descritta).
Le ultime due colonne in grigio sono colonne di "servizio". Attribuendo ad esse dei valori in relazione ai contenuti di una determinata colonna abbiamo la possibilità di riordinarla in base a tali contenuti.
Ad esempio in questo documento vi forniamo, oltre la tabella in ordine cronologico, la tabella già riordinata in base all'auto su cui viene condotto Moro (sempre secondo i testimoni) e la stessa ancora riordinata in base alla "sequenza" degli spari così come avvertita e raccontata.
Ciascuno, scaricandole, potrà aggiungere altre colonne di servizio (per ordinarla con altri criteri) e al limite integrare i contenuti.
I riferimenti agli atti della prima Commissione Moro (CM1) sono indicati nell'ultima colonna prima di quelle di "servizio" con la solita notazione ( 34p231 = vol. 34 pag. 231 del documento originale e non del PDF). Ricordiamo che si può accedere facilmente ai volumi della CM1 sia attraverso il sito di Gero Grassi (QUI) sia attraverso il sito di FONTITALIA (QUI)
Tabella testi in ordine cronologico (Tab. 4.0)
Tabella testi ordinata in base all'auto su cui viene condotto Moro (Tab. 4.01)
Tabella testi ordinata in base alla "sequenza" di spari udita (Tab. 4.02)
Buona lettura.
Interessante il commento del teste ALLINEY M. Luisa che "nota scarso traffico e poche auto parcheggiate nella zona".
RispondiEliminale foto della zona dell'incrocio, invece, mostrano molte chiazze d'olio sull'asfalto vicino ai marciapiedi destro e sinistro, indice di frequenti parcheggi auto, evidentemente non utilizzati quella mattina.
Talaltro il fioraio Spiriticchio non parcheggiava il Transit lì dove si è verificato l'agguato, bensì oltre l'incrocio.
Sì è una sensazione , che poi fu avvertita anche da qualcun altro, che restituisce l'dea che avessero predisposto un "controllo" della zona, limitandone il traffico veicolare (c'era anche almeno una linea di autobus) e forse anche delle auto in sosta su via Fani occupando alcuni posti strategici che poi liberarono poco prima. Sul fioraio ci risulta che parcheggiasse oltre l'incrocio solo quando trovava occupato il solito posto (quel posto).
RispondiEliminaMoro dice di non sapere nulla del come è stato prelevato e il termine è usato nella lettera che scrive a Cossiga come una sottolineatura secondo me. Moro sa cosa è successo, sa di essere stato indotto a farsi prendere in consegna a causa di un'imminente minaccia, da altri uomini di apparati conosciutissimi dalla scorta, per essere condotto in un luogo che gli fu detto essere sicuro e solo dopo gli fu svelata la verità . Ma chi poteva far fermare addirittura le auto di scorta di Moro, parlare con il Maresciallo Leonardi, con lo stesso Onorevole e convincerli a farsi dare in consegna Moro per portarlo altrove? Come faceva il commando a sapere addirittura giorni prima che Moro quel giorno sarebbe passato per Via Fani? ( La notte prima furono squarciate le gomme del camioncino del fioraio che ogni giorno si fermava proprio all’angolo di Via Fani con Via Stresa). La risposta può essere una soltanto e cioè che alla scorta fu detto di passare da lì come se ci fosse Moro, ma non essendoci più a bordo l’uomo da proteggere, il livello di attenzione crolla, la scorta si rilassa e gli uomini pongono addirittura le armi nelle fondine e/o nei borselli, come fece Leonardi. Si potrebbe obiettare citando le testimonianze di chi vide Moro trasbordato dalla sua auto su quella del commando, ma cosa videro i testimoni? Uno uomo vestito di scuro entrare in una macchina, niente altro. Magari un uomo con giubbotto antiproiettile che si era accomodato nell’auto di Moro per rendere credibile la pantomima della scorta con la personalità a bordo e che magari fu addirittura il primo a scendere dall’auto dal lato destro e ad aprire il fuoco sul Maresciallo Leonardi, chissà…..
RispondiEliminaPerché gli uomini di scorta ricevettero il colpo di grazia? Condotta mia adotta né prima né dopo dalle B.R. (B.R.?) Certo queste sono solo elucubrazioni, o forse no, chissà…
Moro, persona religiosissima, non fece mai cenno nelle sue lettere agli uomini uccisi per proteggerlo durante l’assalto, che lo vide MIRACOLOSAMENTE uscirne illeso. Non una parola, un cenno di vicinanza alle famiglie, nulla… chissà perché.
Moro era in Via Fani? Se lo si pone altrove in quei minuti, tutti i tasselli vanno al loro posto. Ma questo la storia non può farlo, può solo chi sa o sapeva.
In una lettera Moro in realta' scrive, intuisco che altri siano nel dolore... questo dolore forse lo intuiva, perché se le cose sono andate come dice Ulisse, la scorta non poteva che essere sterminata, affinché non parlasse.
RispondiEliminaMa parla di "intuizione" e nulla di più. Come può usare quel verbo se assiste alla carneficina della sua scorta? Moro è un fine letterato e quel verbo non è certo appropriato, non le pare?
Elimina