Foto da LA GAZZETTA DEL SUD |
abbiamo ricevuto copia del verbale della Direzione Nazionale D.C. del 9 maggio 1978. Inutile dire che per noi che come voi seguiamo questi fatti, è stato emozionante leggerlo. Il manoscritto originale è custodito dall'Archivio Storico dell'Istituto Sturzo di Roma che lo ha fornito a Report e che successivamente, nella persona della dott.ssa Concetta Argiolas, ha autorizzato Mondani a passarne a noi copia, con la sola facoltà di riportarne alcuni brani di nostro interesse, escludendo però di riportare l’intero documento e, meno ancora, riproduzioni fotografiche dell’intero o in stralci. Peccato, perché ci sarebbe piaciuto mostrarvelo.
Come dicevamo la sua lettura è stata
emozionante e vi è più di uno spunto che merita riflessione. Intanto il nostro
Andrea Guidi ne ha subito colto uno, derivante dalle parole di Misasi
verbalizzate il 9 maggio e che ritroverete nell’articolo seguente. Buona
lettura.
SEDICidiMARZO
BREVI NOTE SULLA LETTERA A RICCARDO
MISASI DEL 30 APRILE 1978.
FU RECAPITATA?
(a cura di: Andrea Guidi)
.
“Nella sostanza, nel merito delle cose cioè sono le circostanze che debbono
indurre a valutare che cosa
sia conveniente fare nel rispetto
della vita, nel rapporto tra detenzione ed uccisione, nella tutela dei giusti
interessi dello Stato,
nel riconoscimento delle ragioni umanitarie”
(Aldo Moro, lettera a Riccardo Misasi del 30 aprile 1978.
Lettera n. 86 del testo “Aldo Moro-Lettere dalla prigionia”, a cura di
Miguel Gotor, ed. Einaudi-Saggi, 2018, pagg. 156 e segg.)
Una delle questioni più dibattute ed incerte che si agitano attorno alla
vicenda del sequestro e dell’omicidio di Aldo Moro, è quella della determinazione
del numero delle lettere che l’uomo politico scrisse dal suo luogo di
detenzione (o dai suoi luoghi di detenzione) e che sarebbero state recapitate
ai destinatari.