martedì 17 ottobre 2023

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI 1. IL PARABREZZA E IL “PROBLEMA” A DESTRA

 

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI 

(a cura di SEDICidiMARZO)

 

1.      IL PARABREZZA E IL “PROBLEMA” A DESTRA

Nel suo memoriale, Morucci, criticando alcune osservazioni degli avvocati di parte civile che avevano postulato la presenza di aggressori anche a destra (lato opposto agli “avieri”) dice:


Ecco quindi una foto, fra l’altro molto nota, con invece un bel  foro sul parabrezza:



 Naturalmente il foro sul parabrezza è visibile anche in tutte le foto di repertorio della 130 fatte nei minuti dopo l’agguato e facilmente rinvenibili nel Web.

Il foro fu rilevato la mattina del 16 marzo dal Commissario Pandiscia durante l’esecuzione dei rilievi tecnici. Si notino le ultime parole.


“… presenta il caratteristico cratere dal lato esterno [del parabrezza NdR] “

Insomma una craterizzazione posteriore  che nei vetri e altri materiali con caratteristiche di minore resistenza a trazione vuol dire una cosa precisa:


 

Qui di seguito due ulteriori schemi esplicativi del fenomeno.

 

 


 

 

 Quindi in realtà è accaduto esattamente quanto Morucci voleva escludere nella sua terza ipotesi. C’è stato uno sparo da dietro in avanti  e da destra a sinistra che è penetrato nell’auto forando POI il parabrezza dall’interno verso l’esterno. (Un colpo piuttosto obliquo considerando la ovalizzazione del foro).

Dunque Morucci stesso, involontariamente, conferma che c’era la possibilità di sparare anche da destra.

N.B. La Polizia Scientifica nel 2015 non ha proceduto ad un riesame di quel foro ed eventuale contestazione delle risultanze dell’epoca, ma ha semplicemente presunto (almeno sulla base degli atti noti e non secretati) che fosse originato da un colpo proveniente dall’esterno. Presunzione erronea sulla base di quanto accertato nel ’78 e fino a prova contraria.

 

In precedenza, nella descrizione delle fasi finali dell’agguato , Morucci aveva detto:


Dunque Morucci esclude che nella fase finale Bonisoli, dopo aver aggirato l’Alfetta abbia sparato ad altri oltre i suoi occupanti. Né è ragionevole pensare che, ammesso che Bonisoli abbia sparato anche contro la 130 in questa fase di aggiramento, dopo tanta “efficienza” mostrata in precedenza, possa aver così clamorosamente fallito la mira, proprio ora che si trattava di sparare, con molto più agio,  su persone che non potevano destare preoccupazione perché non più in grado di opporre una difesa. (Sono quei colpi che taluni hanno interpretato come una sorta di colpi di grazia pur non avendone le caratteristiche, non essendo cioè dei colpi sparati a bruciapelo).

Quindi quel colpo, che ha probabilmente prima forato il cristallo dello sportello destro della 130 e poi il parabrezza, verosimilmente appartiene alla prima fase dell’agguato.

Questi fin qui i dati di fatto. Vediamo ora un’ipotesi compatibile con i fatti.

Questi fin qui i dati di fatto. Vediamo ora un’ipotesi compatibile con i fatti.

Se, in fase iniziale,  c’è stato un colpo ce ne possono essere stati anche altri (in accordo con le testimonianze che raccontano di aver udito prima alcuni colpi singoli –pochi- e poi le raffiche) in un’azione coordinata con gli “avieri” posti a sinistra, per neutralizzare quanto prima Leonardi (l’uomo più addestrato e pericoloso), attirare l’attenzione verso destra e permettere l’avvicinamento e poi le raffiche da sinistra in sicurezza per gli “avieri”.

Che hanno potuto avvicinarsi alla 130, rompere il vetro e sparare senza temere che frammenti di vetro derivanti dagli spari andassero a ferire Moro, mentre quelli “addetti” all’Alfetta potevano subito sparare in maniera più indiscriminata.

Naturalmente, pur partendo da dati di fatto, queste ultime considerazioni finali –è bene sottolinearlo in questo caso (il caso Moro, intendo)  dove troviamo tanti detentori delle più strampalate verità- non sono  altro che un’ ipotesi.

Ipotesi che comunque trova ampio appoggio non solo in quanto si è detto in precedenza, ma anche nel fatto che Leonardi presenta solo ferite nella parte  destra del corpo e nel fatto che numerosi bossoli (sedici) sono stati rinvenuti anch’essi a destra; quindi non solo i quattro nel calibro 7,65 come sostiene Morucci.  

Anzi, a tale proposito,  conviene ricordare che di questi sedici bossoli ben dieci sono attribuiti all’arma in mano a Morucci; pur con la limitazione della nota 14 della relazione annuale della II commissione Moro del 2015 in cui, citando la Polizia Scientifica,  si dichiara, in parole povere, che quei dieci bossoli potrebbero essere anche stati sparati da un’arma diversa e quindi in aggiunta a quelle già note, con la conseguenza di uno sparatore in più (vedi pag. 92 della citata relazione).

 (Il post seguente n. 2/12)  

 













5 commenti:

  1. 1- ricordiamoci che gli 11 bossoli calibro 9 rinvenuti a dx e da sempre attribuiti allo fna 1 che sparo' da sinistra contro Ricci e Leonardi (in tutto 22 colpi stando alle perizie),secondo una nota della polizia scientifica del 2015, potrebbero contenere alcuni bossoli residuati da diversa arma non nota.
    2- anche i due proiettili calibro 9 rinvenuti in zona lombare di Leonardi e provenienti dalla tempia dx e dal sottoascellare dx, hanno una impronta con ampiezza di rigatura di 1.61 mm non compatibile con le armi note usate nell'agguato.

    Dunque dalle premesse 1 e 2, parrebbe mancare un'arma semiautomatica o automatica con rigatura 6 destrorsa passo 1/25 e ampiezza rigatura 1.61, che sparo' da destra almeno due colpi contro Leonardi e i cui bossoli residui starebbero tra quegli 11 repertati in zona Austin Clubman.
    Domenico

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  2. Non si può escludere l'uso di un revolver, cioè senza rilascio di bossoli. In dibattimento emerse che secondo uno degli imputati di reato connesso Gallinari in via Fani avrebbe avuto un revolver. Se Gallinari aveva un revolver, qualcun altro doveva avere le presunte armi sin qui note e messe in mano, per così dire, a Gallinari (TZ-45 e S&W). Con quattro soli killer i conti non tornano, come la si giri, senza contare l'"impresa" di Bonisoli.

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  3. Vorrei solo aggiungere al commento precedente che forti dubbi su possibili spari da destra riguardano Zizzi. L'ovvia necessità di operarlo immediatamente, con un intervento che è più che lecito immaginare profondamente invasivo, ha reso di fatto impossibile ricostruire i tramiti INTERNI nel suo corpo dei proiettili.

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  4. Come mai Moro scrive "prelevato" levato prima

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  5. sappiamo bene che l'onorevole Moro si dilettava a creare anagrammi semplici e complessi e a "giocare" con le parole".... nella lettera che lo statista scrive a Cossiga, scrive la parola "prelevamento" nell'ambito di una costruzione letteraria abbastanza particolare....

    Analizzando quindi attentamente l'intera frase, è possibile cogliere probabilmente il vero messaggio rivolto all'allora ministro degli interni. Questo il periodo in questione:

    "Benché non sappia nulla né del modo né di quanto accaduto dopo il mio prelevamento, è fuori discussione — ...."

    restringendo ancor di più il periodo numerando le parole per far comprendere ancora meglio : "...(1)accaduto dopo (3)il (4)mio (5)prelevamento, (6)è (7)fuori (8)discussione — ...."

    ecco cosa esce fuori:
    (3) il
    (4) mio
    (5) prelevamento
    (6) è
    (1) accaduto
    (7) fuori
    (8) discussione

    la parola DISCUSSIONE anagrammata è: DIOCESI

    Nelle vicinanze di via Fani c'è solo la chiesa di San Francesco D'Assisi .

    La domanda vera da porsi è: Se moro fu prelevato prima (come lo stesso scrive a Cossiga) chi era seduto al suo posto in via Fani?



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