martedì 1 ottobre 2024

NON FIDATEVI DEI ROMANI!

(A cura di SEDICidiMARZO)


Non fidatevi... non fidiamoci dei romani.                   

Lanfranco Pace nel 1979

E' questo il succo di quello che ebbe probabilmente a dire Franceschini ai suoi dopo l'incontro con Morucci a Milano (nel 71) quando si cominciava  a pensare al progetto di una colonna romana delle BR.

Il giudizio e l'antipatia (reciproca invero) scaturivano anche da questioni puramente estetiche!  Morucci, giunto su un'auto sportiva e con una vistosa ragazza bionda al fianco, si presentò loro con blazer doppiopetto e Ray-ban, mentre gli altri, come ebbe a dire lui stesso:

"Erano tipi tristissimi e anonimi, mimetizzati sul fondo di grigiore di una città operaia, sempre atteggiati ai modi che loro pensavano consoni a dei rivoluzionari professionisti. [...] Franceschini con gli occhiali, senza baffi, ingobbito come sempre, cinereo in faccia e nei vestiti. Moretti un po’ più aitante, con indosso un assurdo tre-quarti spigato grigio e marrone, con le spighe enormi"-

Comunque il progetto della colonna romana prese piede concretamente, nonostante le diffidenze suscitate in loro dai "romani", cinque anni più tardi.

Bisogna dire però che Franceschini non aveva avuto tutti i torti. Ad esempio la

compartimentazione, presupposto fondamentale per costituire il mitico "cubo d'acciaio", a Roma fu sempre un po' all'acqua di rose (a mezza bocca l'ha detto più di un ex BR).  

Ricordiamo ad esempio che nell' int. 11 in via Gradoli 96 avevano vissuto, prima di Moretti e Balzerani, altre due coppie BR tra cui Morucci e Faranda; e che dopo il 18 aprile i due occupanti di via Gradoli, costretti dagli eventi a cambiare alloggio, si trasferirono in una base al quartiere Aurelio, "sfrattando" nuovamente Faranda e Morucci. E che dire dei "due cretini" Peppo e Peppa che  a detta di Casimirri passarono in moto nell'immediatezza dell'azione di via Fani, forse perché era giunta loro qualche voce e volevano vedere tra i primi lo "spettacolo"? E come valutare il comportamento di Raimondo Etro, depositario delle armi dopo l'eccidio di via Fani (nascoste in cameretta sotto il letto) che notata davanti casa una volante della Polizia (lì in realtà per altri motivi) si spaventa e va a rifugiarsi dove? a casa di Casimirri, cioè a casa di uno dei componenti del "commando" di via Fani!

Anche a proposito del famoso "giallo" del preannuncio del rapimento dato, sia pur forse in forma dubitativa, da Renzo Rossellini alle 8 di mattina su Radio Città Futura  (Leggi qui) si ipotizzò che avesse raccolto voci in qualche ambiente cui era vicino. 

Ambienti, si era sempre pensato, che dovevano fare riferimento diretto al mondo extraparlamentare di sinistra e del lottarmatismo.

Invece un post di Cristiano Lovatelli Ravarino (1), scaturito da un'intervista da lui avuta da Gianna Serra (attrice cinematografica degli anni 60 e 70, all'anagrafe Gianna Rosa Erbetta) sembra fornire un'altra possibile chiave di lettura di questa sua conoscenza anticipata degli eventi, almeno nelle linee generali.

In sostanza viene detto, tornando al post di Lovatelli Ravarino, che Gianna Serra fu svegliata alle 7 del mattino del 16 marzo da una telefonata del produttore cinematografico Carlo Ponti (cui era legata evidentemente da  solida amicizia) con le seguenti parole:  " Ti prego rimani chiusa in villa tutto il  giorno, tra pochissimo a Roma scoppia l'inferno ". L'autore giustamente si è chiesto come mai Ponti, appartenente ad un ambiente mille miglia lontano da quello dei giovani extraparlamentari, avesse potuto avere l'anticipazione che quella mattina a Roma le BR avrebbero fatto qualcosa di grosso.

Noi in proposito abbiamo subito pensato al fatto che  il mondo del cinema italiano e romano, in particolare, all'epoca flirtava ben volentieri con il mondo degli estremisti di sinistra (si pensi ad es. a Volontè che farà fuggire Scalzone sulla sua barca) , tant'è che nelle carte sequestrate nella sede di Potere Operaio di via dell'Umiltà, già nel 1972, c'è un lungo elenco di simpatizzanti "Vip" in cui abbondano sceneggiatori, produttori, registi ed attori (Commissione Moro 1, vol. 72, pag. 253) tutti annotati con indirizzo e numeri di telefono. E tra questi compare anche  lo stesso Carlo Ponti. Insomma, parlando in generale, sembra di rinvenire qui un pezzo di quella "zona grigia" tanto ben descritta da Massimiliano Griner nel suo libro dall'omonimo titolo. 

Di seguito la prima delle due pagine dell'elenco, oggetto di sequestro insieme ad altre centinaia di carte.

Ci sembrava quindi plausibile la possibilità che uno "spiffero" di qualche appartenente all'ormai disciolto P.O. , coinvolto in qualche misura nell' operazione Fritz, avesse raggiunto uno dei tanti loro simpatizzanti del mondo del cinema e da questi la voce fosse giunta a Carlo Ponti (e non solo a lui).

Ma Lovatelli Ravarino contattando un ex BR "...[che] non desidera essere citato ma [che] oggi é un intellettuale di alto livello..." ha ricevuto un altro indizio, un altro possibile link: 

Lanfranco Pace era all'epoca fidanzato della figlia di primo letto di Ponti, Guendalina. La quale viveva a Roma in pieno centro e nel suo appartamento, vicino fontana di Trevi, probabilmente Pace spesso si imbarcava con gli amici  nelle note e interminabili partite a poker che andavano avanti fino all'alba. Abitudine che gli costò - cosa anche questa nota - il respingimento della sua richiesta di entrare come  effettivo delle BR. (Rimase comunque in contatto con alcuni esponenti - Morucci e Faranda in primis - che poi rintraccerà facilmente  alla bisogna -insieme a Piperno- nel tentativo di trattativa per la salvezza di Moro che era stato sollecitato dal partito socialista).  

Probabilmente chi doveva decidere sulla sua ammissione (verosimilmente Moretti) si sarà detto: va bene che sono romani, ma quando è troppo è troppo.

Ricercando sugli atti, in effetti, abbiamo poi riscontrato riferimenti a questa liaison Ponti-Pace, come si può vedere in particolare in questo rapporto Digos del 79 quando Pace, dismessi i panni del mediatore, aveva indossato, suo malgrado, quelli del latitante. La Digos, al corrente della relazione sentimentale tra Pace e la figlia di Ponti, va infatti a cercarlo nella villa della madre di lei (Giuliana Fiastri)  posta sulla costiera amalfitana, riservandosi di perquisire anche gli altri immobili a Roma a disposizione delle due donne. (Commissione Moro 1, vol. 116, pag. 398)












A questo punto, tornando all'inizio, non possiamo non sottolineare che Renzo Rossellini, oltre ad essere un esponente di Avanguardia Operaia, faceva anche parte dell'establishment cinematografico romano di allora, e - per così dire - per diritto di nascita e per effettive esperienze di lavoro sul campo. 

Pace, secondo la tesi insita nel post di Lovatelli Ravarino,  potrebbe dunque essersi fatto sfuggire qualcosa, magari durante una nottata di poker con abbondante contorno, come era tradizione dell' epoca, di whisky  e tabacco e Guendalina potrebbe aver colto questa voce "dal sen fuggita" e, preoccupata (come poi manifesterà di esserlo il padre nella telefonata a Gianna Serra) e in un comprensibile  stato d'animo di "non è vero ma ci credo", forse potrebbe aver ritenuto di mettere comunque  sull'avviso i genitori. E da lì questa voce - questo lo aggiungiamo noi - potrebbe aver raggiunto anche la famiglia Rossellini, spingendo Renzo a fare la mattina alle 8 del 16 marzo quell'annuncio o comunque, come lui l'ha definito, quel "ragionamento induttivo" che però si rivelò nei fatti estremamente predittivo (2).

In conclusione, quali che siano stati l'effettivo percorso e la fonte primaria della "notizia",  questa testimonianza della signora Gianna Serra, se confermata,  ci appare estremamente importante e sarebbe forse meritevole di approfondimenti ufficiali.

NOTE

(1) Cristiano Lovatelli Ravarino, eclettico giornalista e scrittore italo americano si dedica alternativamente ai temi del terrorismo rosso in Italia e a temi artistici. Di seguito il link al suo post su Facebook sopra citato ( Leggilo qui  ) 

(2) Renzo Rossellini spiega che quelle mattina, nel corso della rassegna stampa, si era limitato a fare un ragionamento induttivo di natura politica, evidenziando la probabilità di un'azione militare eclatante da parte delle Brigate Rosse in una situazione in cui stava per nascere un governo democristiano col sostegno esplicito dell'opposizione comunista  (La Stampa, 6 ottobre 1978, pag. 1)




 




2 commenti:

  1. Grazie per quello che fate.

    P.s.: il link di cui alla nota numero 1, non è accessibile.

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  2. Grazie degli apprezzamenti. Purtroppo l'autore del post non riesce a modificare le sue impostazioni di privacy della sua pagina e quindi il post è accessibile solo ad alcuni. Comunque, a parte altre notiziole di contorno, la sostanza del post l'abbiamo riportata nel nostro articolo.

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