giovedì 28 dicembre 2023

CONTRADDIZIONI DEL MEMORIALE MORUCCI 9. IN REALTA' UNA PAUSA: LE FAKE NEWS DEGLI ALTRI

 

9.    Due fake news su via Fani e una contraddizione interna alle Istituzioni

 (a cura di: SEDICidiMARZO)


A)     Prima di passare per via Fani Moro si fermò alla chiesa di S. Francesco

Questa è un’affermazione destituita di ogni fondamento. Moro , è vero, andava
in chiesa quotidianamente, ma aveva varie chiese in cui usava fermarsi. Tra l’altro la più frequentata  –ma certamente non l’unica- era quella in piazza dei Giochi Delfici. Alcuni anni dopo la strage l’Europeo intervistò il parroco della chiesa di S. Francesco che confermò che Moro usava venire lì talvolta e che quella mattina, durante lo svolgimento dell’agguato, la moglie Eleonora era lì a fare catechismo. Nessuna parola del parroco sulla presenza di Moro nella stessa giornata. Dunque non si fermò affatto a S. Francesco quel giorno. Né in nessuna altra chiesa, non essendo mai giunte testimonianze della sua presenza in qualsivoglia parrocchia in quel giorno fatidico.

 

B)     Il boss della ndrangheta, Antonio Nirta “il giovane” fu fotografato sulla scena del crimine  ore dopo mentre, pacioso,  fumava una sigaretta e osservava l’andirivieni degli investigatori (e pure De Vuono!)

Qualcuno fra i giornalisti di inchiesta ha ritenuto di riconoscere il Nirta in una foto

del Messaggero, presa da lontano,  spuntata dai reperti del processo Pecorelli a Perugia. Essa ritrae un ragazzo riccio, tra l’altro col volto semicoperto dalla sua mano, in quanto colto nel momento in cui avvicina la sigaretta alla bocca. E questa fake ha avuto nei media un certo credito, a dispetto di quello che i RIS, sollecitati in proposito, avessero detto e cioè che, con le dovute cautele derivanti da distanza dell’obiettivo dal soggetto e volto parzialmente coperto, si poteva affermare che non c’era “totale dissomiglianza”( alias: potrebbe pure essere, ma non si può dire nulla di certo); tanto è bastato perché si diffondesse la convinzione che quel ragazzo fosse proprio Nirta.  

Anche questa cosa è destituita di ogni fondamento, grazie anche ad un filmato RAI da noi ritrovato in cui si vede chiaramente il soggetto in volto e a distanza ravvicinata ( https://www.sedicidimarzo.org/search?q=nirta ). 

E si capisce senza ombra di dubbio che si tratta di un volto completamente diverso da quello delle foto segnaletiche di Antonio Nirta, come anche riconosciuto dal giudice Guido Salvini nella relazione alla Commissione Antimafia (proponente Ascari, sett. 2022, nota 132): SEDICidiMARZO: La relazione della commissione Antimafia, sezione VII, XVIII Legislatura .

Ma addirittura c’è stato chi ha sostenuto che fosse contemporaneamente presente anche il “legionario” Giustino De Vuono, come leggiamo in questa didascalia della foto che accompagna un articolo del Quotidiano del Sud (ma questa “notizia” comparve non solo qui ma su numerosi altri media):

Qui non contenti di questo “mirabolante scoop” si sostiene persino – ma non era affatto vero- che gli inquirenti li avrebbero riconosciuti. In realtà gli inquirenti, cioè i RIS incaricati di ciò dalla II commissione Moro, avevano escluso per il presunto De Vuono qualsiasi possibilità di comparazione utile ( https://gerograssi.it/cms2/file/casomoro/B171/0834_001.pdf ) ed erano stati vagamente possibilisti per Nirta. Possibilità poi caduta definitivamente dopo il nostro ritrovamento del filmato RAI.

 

C)     La contraddizione interna: Polizia Scientifica contro Polizia scientifica

Per gli aspetti “tecnici” si veda in proposito quanto già ampiamente illustrato al punto  1. (Prima puntata)

Insomma,  a meno che non si dimostri che la Polizia Scientifica del 1978 prese un abbaglio classificando quel foro come originato da un proiettile con traiettoria inversa (interno-esterno)  essa appare, purtroppo, un deprecabile inciampo della seconda Commissione Moro

Infatti, almeno ad occhi profani, grazie al meticoloso servizio fotografico realizzato proprio per incarico della commissione, parrebbe davvero che la ragione sia dalla parte della Polizia Scientifica del 1978 (il foro esterno sembra decisamente più largo e slabbrato di quello interno). Tuttavia è evidente che occhi esperti avrebbero dovuto esaminare de visu quel foro per poter confutare  quanto era stato affermato dagli esperti dell’epoca e solo  poi avanzare la nuova ipotesi. Questo non consta sia  avvenuto e dunque bisogna concludere che –fatta salva l’esistenza di documenti in tal senso non resi pubblici-  la asserita novità del primo colpo sparato con la 130 ancora in movimento sembra priva di fondamento.

Dalla II commissione Moro, seduta n.42 , 8 luglio 2015 - pag.12, il consulente della Polizia Scientifica -Federico Boffi-  illustra la supposta traiettoria con l’auto 130 in movimento:  


                            

Questi, fin qui, messe anche ora da parte le invenzioni giornalistiche appena citate, i principali elementi di criticità che emergono nel racconto del Memoriale, solo relativamente ai minuti dell’agguato. Tanti altri se ne trovano proseguendo nella lettura. Ne vedremo più avanti qualcuno.


Per la puntata seguente, n.10/12 , vai qui:  https://www.sedicidimarzo.org/2024/01/contraddizioni-del-memoriale-morucci-10.html#more

Post precedente: n. 8/12  https://www.sedicidimarzo.org/2023/12/contraddizioni-del-memoriale-morucci-8.html

Sullo pseudo De Vuono vedi anche:                      https://www.sedicidimarzo.org/2024/01/lo-pseudo-de-vuono-visto-da-vicino.html#more

Per la prima puntata (1/12) vai qui:  https://www.sedicidimarzo.org/2023/10/contraddizioni-del-memoriale-morucci.html#more

16 commenti:

  1. Fa piacere che stiate pubblicando nuovi post consistenti; e che sia stata chiusa, spero definitivamente, la stagione dei contributi "tecnici" della "scrittrice-profiler" pro senzani.

    Riguardo alla fake news B) e, nello specifico, al falso mirta, grande merito vi va riconosciuto per aver smascherato l'ennesima balla dei giornalai prezzolati e servi. E non si dimentichi che quella panzana fu riportata in varie pubblicazioni di addetti ai lavori - qualcuna anche recente - che la diedero per buona senza concedersi il beneficio del dubbio.
    Il post relativo a quella scoperta è, a mio parere, uno dei vostri migliori in assoluto, risultato di una gustosa indagine investigativa che immagino vi avrà dato grande soddisfazione.

    Passando ad altro, ma rimanendo in tema di vostri recuperi, ricordo ancora l'intervista al medico della croce rossa il quale sosteneva che le condizioni del povero Zizzi non fossero disperate... pareva spontaneo e netto nella sua analisi... mi è rimasto l'atroce dubbio che furono poi lorsignori a mandarlo al Creatore (sì, ho letto anche il post sul medico dell'ospedale che cercò di salvarlo, ma sono propenso a pensar male...)

    RispondiElimina
  2. Mario Rossi meglio tardi che mai è il caso di dire. L’hanno smascherata dopo averci creduto per lungo tempo…. Ma a quanto pare non è servito a molto…..

    RispondiElimina
  3. Se Moro non si fermò in chiesa, decade l'ipotesi che non fosse sulle auto in Via Fani, no?

    RispondiElimina
  4. Si parla anche della parrocchia di Santa Chiara. La signora Moro cosa ha detto in proposito?

    RispondiElimina
  5. SONO GIUNTI QUATTRO COMMENTI DI CUI SOLO UNO FIRMATO (E PUBBLICATO). RIBADIAMO CHE COMMENTI NON FIRMATI NON VERRANNO PIU' PUBBLICATI. NON OCCORRE CHE LA FIRMA SIA REALE MA E' NECESSARIO, PER CHI LEGGE, POTER DISTINGUERE I CONTENUTI DEI VARI INTERLOCUTORI. ALTRIMENTI LA DISCUSSIONE DIVENTA UN DELIRIO INCOMPRENSIBILE. PREGHIAMO GLI AUTORI A INVIARLI DI NUOVO CON UNA FIRMA.

    RispondiElimina
  6. A che ora Moro, con la sua scorta lasciò la sua abitazione?

    RispondiElimina
  7. Sulla supposta fake A), secondo la commissione Moro II, il presidente democristiano, il 16 marzo 1978, sarebbe uscito di casa alle ore 8e20 per recarsi in San Francesco D'Assisi a Monte Mario. Ho personalmente chiesto fonti ad un componente della commissione e sono in attesa di sua risposta.
    Detto questo, a meno che non ci siano testimonianze che sostengano in maniera inoppugnabile, o del parroco o della sig.ra Eleonora di una sicura non presenza di Moro in San Francesco quella mattina, questo fatto non lo possiamo escludere. Anche se poi la sosta in San Francesco non fosse stata eseguita, nulla esclude che Moro sia stato "prelevato" in altro luogo del percorso, magari come già sostiene qualcuno, attraverso una messinscena con a capo un superiore di Leonardi a cui sarebbe stato affidato con la scusa di un rischio imminente. Va da se che poi la scorta indirizzata come diversivo in via Fani sia andata incontro ad una esecuzione. Nessuno può escludere che essendo oramai con chiarezza coinvolti i servizi, si sia usato un sosia o quantomeno un personaggio rassomigliante a Moro (metodi elementari per quei settori), che abbia freddato dal sedile posteriore Ricci e Leonardi, per poi proseguire la messa in scena di un finto Moro trasbordato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non posso che ripetere quanto scritto sopra:"...il parroco della chiesa di S. Francesco che confermò che Moro usava venire lì talvolta e che quella mattina, durante lo svolgimento dell’agguato, la moglie Eleonora era lì a fare catechismo. Nessuna parola del parroco sulla presenza di Moro nella stessa giornata..." Non ha alcun senso precisare, da parte del parroco, che Eleonora era lì quella mattina senza aggiungere - se Moro avesse assistito presso di loro alla Messa o altro - che anche Moro era passato di lì. Mi sembra, per così dire, una smentita implicita più che sufficiente. Ma poi non c'era nemmeno bisogno di smentite: all'epoca dell'articolo (primi anni ottanta) ancora non era nata e non si era diffusa questa favola, una tra le tante.

      Elimina
    2. Non creda Sig. Martines, anch'io ho molti dubbi su questa dinamica, ma non posso certo escludere nulla. In questa tragedia ci sono dubbi su tutto, ma alcune tessere del puzzle che oggi non combaciano nel quadro, andrebbero apposto se presa in considerazione quella che lei definisce una "favola". Poi va da se che alcune incongruenze di via Fani resterebbero. Sulla presenza di Moro in San Francesco concordo con lei, ma un libro della Commissione Moro II, mi ha messo la pulce nell'orecchio. Cordiali Saluti

      Elimina
  8. Avevo inviato un commento a questa sua ultima risposta, frallaltro con la massima educazione che modestamente mi contraddistingue, ma non è stato pubblicato. Ci riprovo... Mi dispiace che si etichetti un punto di vista alternativo come "favola", ci sono molti elementi che ne supporterebbero la probabilità. Qui nulla è chiaro, nemmeno il Moro rapito in via Fani. Inoltre il fatto che ad inizio anni 80 il fatto che quella che lei definisce favoletta non fosse ancora uscita è un demerito di chi ha condotto le indagini. Tanto più che non esiste al momento modo di reperire una fonte a cui al tempo fosse stato chiesto, a che ora Moro fosse uscito di casa, oppure al parroco, avete visto Moro in chiesa? Non basta basarsi sulle risposte implicite secondo me. Quelle prime fasi della giornata non dovevano essere trattate con tanta sufficienza da chi poteva mettere dei punti saldi da cui poter analizzare tutti gli aspetti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gentile Federico, la quaestio da Lei posta non è più vexata da anni : Moro non uscì alle 8,20 né alle 8,30, bensì pochi minuti prima delle 9 : lo attestano : 1. Guerzoni che telefona a casa Moro alle 8,55 e si sente rispondere che Moro è appena uscito ; 2. Eleonora che verbalizza di essere uscita attorno alle 8,45 col marito ancora in casa ; 3. Agnese che pure lei verbalizza di essere uscita attorno alle 8,45 col padre in casa ; 4. un ricercatore che riferì in rete che Don Capozzi, allora vicerettore di S.Francesco, gli aveva garantito che Moro quella mattina non mise piede in chiesa : può verificare anche Lei telfonando a S.Francesco, forse Capozzi è ancora vivo o chiedendo di qualche altro Scolopio anziano se fosse morto Capozzi.
      Ergo Moro non ha partecipato alla messa di S.Francesco perché questa iniziava alle 8,30 e quando Moro esce è già finita.
      Quanto al Moro non rapito in via Fani, Le rispondo nel prossimo commento separatamente.
      Cordialmente

      Elimina
    2. Quanto alla teoria del Moro rapito altrove : essa ha una lunghissima storia, ma nessun serio indizio né tantomeno prove e nemmeno serie argomentazioni :
      1. Diversi oculari attestano Moro a Fani : Caliò verbalizza di essere certo di aver riconsciuto Moro ; Marini crede di avrlo riconosciuto ; la Conti ne parla come certezza ; così la Evadini. Altri attestano un anziano rapito : la Guglielmo, la Ravenni, la De Andreis. Continua...

      Elimina
  9. Riprendo il filo antiassenzialista :

    1. diversi oculari attestano Moro a Fani riconosciuto in volto : Caliò, Conti , Marini, Intrevado, Evadini. Samperi attesta uomo estratto dalla 130 e caricato su 128 bianca. Altri 3 vedono anziano trascinato via : Guglielmo, Ravenni, De Andreis. 2. Non esiste il benché minimo indizio, prova o argomento serio che giustifichi l´assenzialismo.

    Di primo acchito, ci si è chiesti almeno dal 2003 (Di Giovacchino, poi Manfredi nel 2008, infine tardi rozzi epigoni odierni sui quali è bello il tacere), come Moro avrebbe potuto uscire illeso dall´inferno di colpi a Fani, oltretutto sparato ufficialmente da gente senza alcuna vera esperienza militare.
    Questa è domanda legittima, però sarebbe sbagliato e superficiale pensare, che l´unica spiegazione sia l´assenzialismo. Anche perché non è solo Moro ad uscire illeso da Fani, ma pure il suo finestrino.

    Torniamo ai testi : quando Marini, Caliò e Conti arrivano a vedere la scena del crimine, non sta succedendo assolutamente nulla : nel senso che nessuno, almeno nessuno visibile a loro, sta sparando. Succede invece che uno degli avieri si stacca dall´Olivetti (Marini alla Digos il 16 marzo : il 5 aprile cambierà versione, ma non è rilevante qui) si avvicina alla 130 e spacca il vetro di Ricci. Conti e Caliò non fanno a tempo a vedere la provenienza dello spaccatore, lo scorgono già vicino alla vettura di Moro.

    Tutto questo non suscita la benché minima reazione da parte né di Ricci né di Leonardi : è questo il vero busillis. Vuoi vedere che Leonardi è già morto, e Ricci già agonizzante a questo punto della spaccata del vetro ?

    Rewind : più di mezza dozzina di testi parlano di colpi singoli in apertura di strage : nessuno a quanto mi consti, ha mai chiesto agli assassini ufficiali chi abbia sparato quei colpi singoli e con quali armi. Vuoi vedere che quei colpi singoli sono quelli che hanno ucciso Leonardi, incapacitato Ricci, e ucciso Rivera ?

    Infatti quando i 3 oculari succitati (Marini, Caliò e Conti) si affacciano sulla scena, il convoglio è fermo. Ma la sparatoria è iniziata ad auto ancora in movimento, e Samperi vede la 130 fare gli ultimi metri a strappi : non sarà perché Ricci colpito al cranio, ne ha perso il controllo ?

    E allora : dopo la spaccata, l´aviere spaccatore spara raffica o raffiche dentro la 130, sicuramente colpendo Ricci e probabilmente anche Leonardi già cadavere. Ma, dicono i testi, nel frattempo un altro assassino estrae Moro e se lo trascina via : ed è logico che ciò sia avvenuto PRIMA delle raffiche dello spaccatore, che altrimenti avrebbe rischiato di impallinare non solo Moro ma pure il collega estrattore.

    Ecco perché Moro esce illeso da Fani : perché lo mettono fuori tiro PRIMA delle raffiche.

    E non era stato colpito dai colpi singoli perché questi erano stati con tutta probabilità, sparati da cecchini militari "addestrati in scuole di guerra del massimo livello" come volle Pecorelli.

    2 studiosi, Antonio Rotoli ed Aleth, hanno ipotizzato tiri dall´alto. Altri hanno obiettato che le pallottole estratte da Leonardi sono calibro 9, più tipico di pistole e mitra che di fucili. Ma le pallottole estratte dal Maresciallo sono solo 4 su 9 : le altre 5, quelle fuoriuscite, non sono mai state identificate. Idem per le almeno 8 che colpirono Ricci trapassandolo : mai identificate.
    Idem per quella al cranio di Rivera : mai identificata.

    RispondiElimina
  10. Né vale dire che le pallottole di fucile sono alquanto nettamente diverse da quelle per pistola e mitra, e che nessuna di fucile fu identificata a Fani : giacché la maggior parte dei reperti balistici di Fani sono spariti nel nulla.

    Inoltre Fani è talmente stretta che eventuali cecchini avrebbero potuto camuffare il calibro confondendolo con quello degli avieri, usando pistole o mitra in modalità colpo singolo - parliamo di un range di poche decine di metri entro il quale anche pistole e mitra sono precisi in mano a professionisti. Per non parlare delle decine di fucili che oggi come allora, sparano il calibro 9.

    Concludendo : nessuno spara raffiche alla 130 da oltre le brevi anzi brevissime distanze, quindi cade l´argomento incompetenza dei bierre, cade quello dello scarto del mitra, cade il farne perno assenzialista.

    È una proposta interpretativa della dinamica di Fani questa che ho presentato, basata pure su 3 tramiti craniali simmetrici marcatamente alto-basso che dal piano strada mi risultano impossibili o almeno difficilmente concepibili : bozza parietale dx - nuca a sx per Leonardi ; parotide inferiore sx - base del collo a dx per Ricci ; bozza parietale sx - angolo mandibolare dx per Rivera. E nessuno dei 3 fori d´ingresso presenta tatuaggio.

    RispondiElimina
  11. Buongiorno, volevo riprendere e approfondire il cenno del commentatore precedente sulle due versioni inconciliabili del Marini circa la provenienza dello spaccatore/sparatore.
    Le due versioni sono in Cm 30 p.45 sqq. e CM 41 p. 401 sqq.
    Nella prima, al commissario Digos De Stefano il 16 marzo stesso, quindi a ricordi freschissimi, Marini afferma di aver visto 4 individui in divisa all´angolo di Fani con Stresa opposto al suo, quindi lato Olivetti. Uno dei 4 si avvicina alla 130 di Moro (che il teste scambia per 132 ma la cosa è irrilevante) ; e fulmineamente spacca il vetro del finestrino di Ricci.

    Invece meno di 3 settimane dopo, il 5 aprile ad Infelisi, Marini cambia versione in maniera sbalorditiva : adesso scompare l´aviere spaccatore dall´Olivetti, sostituito dall´autista e dall´anteriore dx della CD ; e scompare pure la spaccata, sostituita dall´immediato scaricare dei mitra su Ricci e Leonardi da parte dei due assassini dalla CD.

    Ora io posso capire le confusioni mnemoniche di un testimone scioccato e sconvolto dall´evento terribile ; ma riesce a me incomprensibile come possa il Marini dire, dopo che gli è stato sottoposto il verbale del 16 marzo da Infelisi : " Confermo in particolare" che dalla CD escono in due etc. : questo nel verbale precedente non c´era, c´era tutt´altro, come fa a confermare ?

    Quale delle due versioni è quella giusta ?

    A mio avviso, la prima : infatti se davvero due dalla CD avessero sparato contemporaneamente a Ricci e Leonardi avrebbero rischiato di ammazzarsi tra loro.

    Inoltre Leonardi era uscito in estremo tentativo di reazione dalla modalità per lui abituale teste Agnese : lo attestano la De Andreis e indirettamente, il Veltri. Quindi con ogni probabilità, fu colpito prima fuori o mezzo fuori della vettura. Né si capirebbe, se invece fosse stato colpito dentro da un CD, come giustificare i due tramiti craniali quasi verticali cui accennava il commentatore precedente.

    Su Leonardi ucciso fuori o mezzo fuori vedi gli ottimi Altamura 2016 e Gentilini 2017. Anche Aleth ci ha insistito molto e fu lui a scoprire la testimonianza Veltri e farsela confermare personalmente.

    Ma come spiegare allora il cambio rotta di 180 gradi del Marini ad Infelisi ?
    Le due versioni sonon inconciliabili, mutualmente esclusive : aut è vera la prima aut la seconda.

    Non nascondo in conclusione provvisoria, senza pretese di certezza per carità, di sentire un forte odore di manipolazione : come può un sostituto procuratore responsabile dell´indagine più importante della storia repubblicana, non contestare al Marini quell´assurdo "confermo" di ciò che mai aveva detto ?

    RispondiElimina
  12. Buongiorno, mi intriga l´ipotesi cecchini dall´alto dei commenti precedenti.

    Curiosando sul web, ho trovato che due dei gestori di questo blog (a cui vanno i miei complimenti per la competenza documentale e serietà media di ricerca), i Sigg. Martines e Gentilini, sono rispettivamente architetto (o professore, non ho capito bene, comunque in campo architettonico) e ingegnere, quindi professionalmente competenti in disegno tecnico e trigonometria.

    Volevo pertanto proporre loro, se lo ritenessero utile e sensato, di provare a prolungare verso l´alto il tramite marcatamente alto-basso subotideo di Ricci (quello 2 cm sotto l´orecchio sx), per vedere a che altezza del 109 porti, se una buona approssimazione sia tecnicamente ottenibile.

    Mi spiego meglio : postuliamo in via d´ipotesi, che Rotoli e Aleth (se ho capito bene, i due sostenitori dei tiri dall´alto) abbiano ragione ; postuliamo che il tramite suddetto, che fuoriesce dalla base del collo a dx, sia diritto e non abbia subito deviazioni rilevanti (cosa probabile perché dovrebbe aver attraversato solo tessuti molli) ; postuliamo che venga dall´alto.

    Calcolando sulla base delle perizie necroscopiche e autoptiche di Ricci (se ben ricordo, vol. 44 CM, testo e figure) l´esatta inclinazione del tramite unendo foro d´ingresso a foro d´uscita ; e postulando Ricci a collo eretto quando riceve il colpo, si potrebbe allora prolungare il tramite fino a toccare il civico 109 per vedere (sperabilmente, con buona approssimazione) da che altezza, SE sparato dall´alto, quel tiro sia provenuto.
    Immagino che fattori quali attrito dell´aria e gravità siano irrilevanti nel nostro caso, ai fini della linearità di traiettoria, dato il range di poche decine di metri tra il palazzo e il collo del povero agente.

    La posizione della macchina è ininfluente (anche postulando che il tiro sia avvenuto in movimento qualche metro dietro la posizione finale di arresto) ai fini dell´altezza, ed anche del civico mi pare, perché direi che entri in ballo solo il 109.

    I Sigg. Martines e Gentilini potrebbero dunque se ritengono, costruire una rappresentazione grafica da postare su questo blog, basata su foto e frame d´epoca, con questa linea ideale di tiro sovraimposta, e forse un tale "incidente probatorio" grafico ci direbbe qualcosa in più sull´attendibilità della Rotoli_Aleth.

    Grazie della considerazione e per aver pubblicato i miei commenti,
    saluto cordialmente

    RispondiElimina