martedì 19 dicembre 2017

SQUALO 4, LA VOLANTE (DIMENTICATA) CHE QUASI BLOCCO` LA FIAT 132 IN FUGA DA VIA FANI

a cura di:

Andrea Guidi  e  Francesco Velocci



Il 23 febbraio del 1978 l'avvocato Giorgio Bruno, non si aspettava che, scendendo dal suo studio in via dei Gracchi, non avrebbe più ritrovato la sua Fiat 132 GLS 1600 cc di colore blu. Per la fretta aveva dimenticato le chiavi nel cruscotto (CM-1 vol. 31 pag. 226). Soprattutto – l'avvocato - non sapeva che quell'auto sarebbe di lì a poco finita tra le carte dell'inchiesta sul rapimento di Aldo Moro.

Esattamente ventuno giorni dopo il furto - il 16 marzo alle ore 9:03 - dalle autoradio della Polizia gracchiò l'annuncio: “via Mario Fani, si sono uditi colpi di arma da fuoco”.

CM-1 Vol. 29 pag. 1001 - Brogliacci di Polizia, canale 13 - distretti e commissariati
Dopo appena 2 minuti dalla comunicazione della Sala Operativa della Questura, alle ore 9:05
pervennero da via Fani le prime drammatiche notizie: “inviare subito ambulanze sono della scorta di Moro e hanno sequestrato l'onorevole i responsabili sono scappati a bordo di auto 128 bianca Roma M53995, sono in numero di quattro e vestono divise da marinai o poliziotti”.

Fa seguito, sul canale 13, una comunicazione della Sala Operativa rivolta a tutti i commissariati: “si ricerca anche 132 blu Roma P79560".

CM-1 Vol. 29 pag. 1001 - Brogliacci di Polizia, canale 13
Alle 9:10 sul canale 23, la Sala Operativa informa tutte le volanti che in “via Balduina si è allontanata 132 blu Roma P79560 e una 128 bianca Roma M53995 – quattro giovani a bordo armati allontanati zona Monte Mario”.

CM-1 Vol. 29 pag. 1016 - Brogliacci di Polizia, canale 23 volanti
Eccola! E` la Fiat 132 GLS 1600 cc di colore blu dell'avvocato Bruno. La targa è diversa, si scoprirà da qui a poco che fu sostituita. Esattamente nel giro di pochi minuti dall'ultimo annuncio della Sala Operativa, l'auto “civetta” Squalo4 ne comunica il ritrovamento. Ore “9:23 Via Licinio Calvo è stata abbandonata la 132 blu tg Roma P79560”.

CM-1 Vol. 29 pag. 1016 - Brogliacci di Polizia, canale 23 volanti
Secondo la versione ufficiale, l'on. Aldo Moro venne prelevato in via Fani e fatto entrare in questa Fiat 132 blu; l'auto avrebbe preso via Stresa verso via Trionfale; sarebbe transitata per le stradine via Belli e via De Bustis; avrebbe superato un cancelletto chiuso con catenella e sarebbe, infine, stata abbandonata in via Licinio Calvo, n. 1.

L'auto fu individuata dalla “civetta” - auto civile della Polizia - Squalo 4, il cui equipaggio era composto dall'appuntato (?) Mammoliti Saverio - capo pattuglia - e le guardie Celestini Tommaso, Valvona Aldo e Sapia Gerardo. Non risulta che essi siano stati auditi in sede giudiziaria, né che la loro relazione sia stata acquisita agli atti dei processi.

Fortunatamente una copia della relazione di servizio è contenuta negli atti della prima Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Moro. (CM-1 Vol. 31 pag. 219)

Vi si legge che verso le ore 9.05 la pattuglia avrebbe appreso dalla Sala Operativa di una "sparatoria" in atto in via Fani. La volante, quindi, si sarebbe lì diretta. “Giunti "nei pressi" di questa via i componenti della Squalo 4 venivano informati "che un'auto Fiat targata Roma P79560 pochi istanti prima si era allontanata in direzione della Balduina con a bordo delle persone incappucciate".

CM1 - Vol. 31 pag. 219 - Relazione di servizio Squadra Speciale Squalo 4 del 16 marzo 1978
Appare evidente come la formula utilizzata nella relazione sul luogo e sulle modalità di ottenimento delle informazioni sull'auto in fuga siano quanto meno molto generiche. In particolare si pongono tre importanti questioni:

a) chi fornì le informazioni agli agenti della Squalo 4? Nessuno dei testimoni della strage (cfr. Vol 30, CM-1) indicò in modo preciso la presenza di una Fiat 132: non vi è traccia di testimoni che ne indichino né marca e modello né la targa;

b) dove esattamente la Squalo 4 ricevette le informazioni? Nella relazione si legge “nei pressi di via Fani”, ci si chiede come fosse possibile che un qualche testimone negli intorni di via Fani abbia potuto indicare, come direzione di fuga, la Balduina. Realisticamente nessuno intorno a via Fani avrebbe potuto avere la certezza della direzione di fuga una volta che l'auto si infilò in via Stresa;

c) come mai si descrivono le persone a bordo della Fiat 132 come "incappucciate"? Alla lettura delle testimonianze risulta che nessuno dei testimoni parlò mai di una circostanza del genere. Gli assalitori di via Fani vennero descritti generalmente come indossanti delle divise.
Mappa della Zona Balduina, con indicato l'inizio di via della Balduina 
e via Mario Fani all'incrocio con via Stresa


La relazione di servizio dell'appuntato Mammoliti continua, infine, affermando che "del fatto ne davamo immediata notizia alla Sala Operativa, mentre noi ci ponevamo alla ricerca della 132, rinvenendola in Via Lucinio (sic!) Calvo altezza civico 1".

Questa affermazione, di fatto conclusiva, è quella che apre il campo ad altri dubbi e riflessioni. Innanzitutto non risulta nei brogliacci una comunicazione proveniente dalla Squalo 4 in cui si informa la Sala Operativa della Fiat 132 in fuga: la prima comunicazione da parte di Squalo 4 è quella relativa al ritrovamento dell'auto alle ore 9.23.

Mentre, in orario precedente al ritrovamento, risulta che la Sala Operativa diramò i due comunicati di ricerca della Fiat 132 già citati. Un primo alle ore 9:05 circa, sul canale 13 destinato a tutte le questure con cui “si ricerca anche 132 targata Roma P79560”. E un secondo sul canale 23, alle ore 9:10 destinato a tutte le volanti, “via Balduina si è allontanata 132 blu Roma P79560 e una 128 bianca Roma M53995 – quattro giovani a bordo armati allontanati zona Monte Mario”.

Non si può non notare come molti elementi tra la comunicazione appena trascritta e la relazione della Squalo 4 non siano coincidenti: la Sala Operativa parla di una Fiat 128 insieme alla Fiat 132 e, inoltre, non si accenna al fatto che i passeggeri siano incappucciati. Ciò che più colpisce, invece, è come sia la relazione della Squalo 4 sia la comunicazione della Sala Operativa forniscano come zona della fuga la Balduina o con maggior precisione via della Balduina.

Da dove arrivò questa informazione? La risposta, sfortunatamente, non è reperibile tra gli atti disponibili, eppure ci resta difficile ipotizzare l'esistenza di un soggetto che a quell'ora, trovandosi in via della Balduina, avesse potuto riconoscere le due auto come in fuga da un fatto delittuoso e, di conseguenza, ne avesse informato la Polizia.

Altra questione centrale che la relazione di Mammoliti pone, è sulle azioni che permisero alla Squalo 4 di ritrovare, in modo praticamente immediato, la Fiat 132. Si trattò di un caso fortuito? Non lo sapremo mai, perché, di fatto, la relazione è priva di qualunque concreta informazione sul percorso seguito dall'equipaggio dal suo arrivo nei “pressi di via Fani” fino a via Calvo.

Da quanto fin qui esposto, appare evidente che le due principali questioni di interesse riguardano la tempistica della segnalazione sulla Fiat 132 in fuga: fu Squalo 4 a comunicarlo alla Sala Operativa, come afferma nella relazione, o viceversa? L'altra questione riguarda il soggetto che fornì la segnalazione. In questa ricerca ci imbatteremo, come si vedrà in seguito, in un altro elemento che non si esita a dire sconcertante: non vi è tra i testimoni oculari escussi il 16 marzo alcuno che abbia riferito con precisione né della presenza di una Fiat 132 tra le auto utilizzate nella azione di via Fani, né della targa Roma P79560, e, soprattutto, non ve ne è alcuno che abbia riferito che l'on. Moro sia stato condotto su un'auto di questo modello.

Le testimonianze, nella prima verbalizzazione del 16 marzo, sono disponibili nel vol.30 CM-1 ed è facilmente verificabile quanto qui affermato (Tabella delle testimonianze di via Fani). Ulteriore elemento a riprova della nostra tesi è riscontrabile nelle due relazione di servizio del 16 marzo una degli agenti Di Berardino e Sapuppo e l'altra del maresciallo Abbondandolo relative ai primi accertamenti compiuti in via Fani.

CM-1 Vol. 30 pag. 40 - Relazione di servizio della guardia di P.S. Di Berardino del 16 marzo 1978
L'unica auto indicata è la Fiat 128 targata Roma M53095, qui definita di colore blu.
Si noti che il colore dell'auto (blu) non coincide con quello indicato nei brogliacci che e` bianco.
La Fiat 128 di colore bianco con targa Roma M53055 (si noti che il 9 era un 5)
fu rinvenuta anch'essa in via Calvo nlla primissima mattinata del 17 marzo. 
CM-1 Vol. 30 pag. 41 - Relazione di servizio M.llo Abbondandolo del 16 marzo 1978.
Nei verbali di interrogatorio dei testimoni identificati dal Mareciallo _ Marini, Pistolesi, Proietti -
 nessuno indica tra le auto in fuga una Fiat 132. (CM-1 Vol. 30)
Solo il rapporto redatto in data 17 marzo - cioè il giorno dopo i fatti - dal capo della Digos Spinella per il sostituto Procuratore Infelisi, indicherà la Fiat 132 targata Roma P79560 come l'auto sulla quale venne trasportato l'on. Moro.

Che la Fiat 132 fosse ricercata già dai primi minuti successivi alla strage è un dato accertato, come ampliamente fin qui esposto. Resta oscuro il soggetto che la segnalò alla Polizia, così come rimane incerto se su questa auto vi fosse stato trasportato l'on. Moro.

Una testimonianza che, per prima, fa pensare che l'on. Moro fosse stato trasportato con la Fiat 132, è quella di Antonio Buttazzo, verbalizzata il 17 marzo, quando - bisogna dirlo - il ritrovamento della Fiat 132 e la targa erano già stati resi noti a mezzo stampa. Antonio Buttazzo raccontò che mentre era in attesa dell'Ing. Pellegrini di cui era autista, resosi conto del rapimento in corso si sarebbe posto all'inseguimento del convoglio in fuga per un tratto di strada che va da via Stresa angolo Via Molveno fino all'intersezione di via Trionfale con via della Camilluccia.

Buttazzo riferì che all'altezza di questo incrocio, dove interruppe l'inseguimento, fermò una sopraggiunta auto della polizia; nel corso del tempo, sottoposto a più deposizioni, descrisse l'auto ora come “civetta” ora come “volante”. Ai poliziotti Buttazzo indicò targa e tipo di auto che stava inseguendo: la Fiat 132 blu targata Roma P79560. Alcune coincidenze potrebbero far ritenere che Buttazzo sia proprio l'informatore della Squalo 4

Eppure altri elementi sembrerebbero non confermare questa ipotesi: la Squalo 4 nella relazione fa riferimento alla sola Fiat 132, mentre Buttazzo dichiarò di aver notato anche una seconda auto di complici - una Fiat 128 di colore blu -, inoltre, Buttazzo riferì ai poliziotti che le auto si sarebbero allontanate in direzione di villa Stuart, quindi in direzione opposta a via della Balduina e, a dire il vero, anche opposta a via de Bustis - la strada attraversata dalle auto in fuga secondo la versione ufficiale-. Di queste due versioni ci sembrano più rilevanti gli aspetti divergenti e pertanto possiamo affermare con una certo livello di convinzione che Antonio Buttazzo sia da escludere come fonte. (CM-1 - Vol. 30 pag. 78 - Vol. 40 pag. 84 - Vol. 41 pagg. 412, 435, 631, 938)

L'altra ipotesi percorribile è quella relativa alla telefonata in Questura - sul “canale 2400” - da parte dell'on. Pino Rauti. Alle ore 9.15 l'onorevole del MSI - abitante in via Stresa, 133 - comunicò che si era “allontanata una Fiat 132 blu targata Roma P79560 con dei giovani a bordo due vestiti da ufficiali dell'aeronautica”.
CM-1 Vol. 29 pag.994 - Chiamata dell'on. Rauti
in questura del 16 marzo 1978 alle ore 9:15

Va notato che questa informazione arriverebbe alle ore 9:15, quindi in un momento successivo – di almeno 5 minuti - dalla comunicazione di ricerca diramata dalla Sala Operativa. Inoltre, nella chiamata dell'on. Rauti non si fa riferimento alla direzione di fuga, tantomeno, quindi alla zona della Balduina o di via della Balduina.

Non possiamo, inoltre, non osservare che questa segnalazione telefonica abbia dei tratti problematici; innanzitutto perché è la sola testimonianza scritta del 16 marzo in cui un cittadino indichi, tra le auto in fuga da via Fani la Fiat 132 blu con targa Roma P79560, e lo faccia con estrema precisione. In secondo luogo le caratteristiche dell'auto sarebbero state raccolte da una certa distanza – da un balcone - in un punto in cui via Stresa compie una curva repentina. Inoltre, nel corso degli anni l'on. Rauti, in alcune interviste, aggiunse ulteriori particolari, come la visione del corpo dell'agente Iozzino a terra, cosa sulla quale è lecito avanzare più di un dubbio data la posizione reciproca dell'osservante e del corpo.

A prescindere dai dubbi appena esposti, va rilevato che la relazione dell'appuntato Mammoliti è inequivocabile. Vi si afferma che l'equipaggio apprese della Fiat 132 "nei pressi" di via Fani e che abbia, quindi, comunicato questa notizia alla Sala Operativa, non il viceversa.

Le domande che ci siamo posti restano inevase. Chi è il soggetto che per primo segnalò la Fiat 132? Chi disse che quest'auto si fosse allontanata in direzione della zona Balduina o di via della Balduina? Chi comunicò della presenza dell'on. Moro su quell'auto?

Con rammarico ammettiamo che ci sfiora anche l'idea che qualcuno, tra le forze dell'ordine, abbia potuto inseguire questa auto in fuga da via Fani.

Di sicuro sui brogliacci della Sala Operativa da Squalo 4 abbiamo solo due comunicazioni. La prima, quella del ritrovamento delle 9:23, la seconda delle 9:27 in cui si informa che “da via Calvo si sono allontanati due giovani a piedi di cui una donna e un uomo armati”.

CM-1 Vol. 29 pag. 1017 - Broglicci di Polizia sul canale 23, volanti
E poi Squalo 4 sparisce dai brogliacci di giornata, come sparisce in generale dall'inchiesta: la relazione di servizio che redigono non chiarisce i molti dubbi fin qui discussi e non ci risulta che i quattro componenti dell'equipaggio siano stati escussi in altre sedi.

Se si vuole aggiungere un'altra piccola riflessione sulla Squalo 4 vale la pena ricordare che la Sala Operativa comanda in via Fani quattro volanti: V12, B4, V. Zara e SM91, come si vede non la Squalo 4 che tuttavia si recherà “nei pressi” del luogo della strage. Cosa è la sezione Squali?

Nel libro “Giorgiana Masi: indagine su un mistero italiano” di Concetto Vecchio (linksi apprende che il"gruppo Squalo” sarebbe “una squadra di super addestrati che viene utilizzata solo per contrastare reati in svolgimento, ovvero quando c'è la possibilità di scontri a fuoco. Poliziotti che dipendono dalle sezioni sportive della PS, che fanno molti ritiri, i migliori tiratori scelti della polizia …". Se erano “nei pressi” di un conflitto a fuoco della portata di via Fani, perché la Sala Operativa non comandò anche loro?

Se provassimo a riassumere in poche righe quanto sin qui esposto, potremmo dire che Squalo 4 si trovò “nei pressi” di via Fani casualmente; che trovò da quelle parti un soggetto – il cui nome non venne verbalizzato - che li mise all'inseguimento della Fiat 132 di colore blu fornendo loro anche la targa; che Squalo 4 trovò nel giro di pochi minuti l'auto abbandonata in via Calvo.

Di stranezze ne abbiamo messe insieme un bel po', ma, a dire il vero, non finisco qui. Perche` intorno alle ore 10:00 in via Calvo interviene Digos 4, auto con a bordo il commissario capo Mario Fabbri e il brigadiere di P.S. Vittorio Faranda. E si badi bene, l'auto compare sulla scena senza che dai brogliacci si legga che questa fosse stata comandata dalla Sala Operativa. La prima cose che colpisce nella relazione di servizio è che in essa non si fa cenno a Squalo 4: non si dice che il ritrovamento della Fiat 132 sia da addebitare ad essi.


CM-1 Vol. 30 pag. 106 - Relazione di servizio di Digos 4 del 16 marzo 1978
Sorvolando su alcune imprecisioni contenute nella relazione (come ad esempio la posizione di rinvenimento dell'auto) su cui torneremo in un prossimo articolo, ciò che piu` ci lascia perplessi è il modo in cui viene descritto il ritrovamento dell'auto. Non si indica il motivo per cui la Digos 4 si fosse recata in via Calvo; non si dice che il ritrovamento sia avvenuto ad opera di Squalo 4, si ha quasi l'impressione che a rinvenire l'auto fossero stati gli stessi agenti della Digos; si indica come orario di abbandono dell'auto le 9:30-9:40, quando sappiamo che l'auto fu individuata alle ore 9:23.

Perche` queste imprecisioni?

Che la Fiat 132 fu trovata da Squalo 4 alle ore 9:23 lo si legge negli atti: nei brogliacci e nella relazione di servizio a firma del capopattuglia Mammoliti. Tuttavia le notizie che da essa si ricavano sono scarne e frammentarie, regna una vaghezza estrama. Squalo 4, non viene citata nella relazione della Digos appena detta e scompare dalle carte dell'inchiesta, come se quel ritrovamento fosse un fatto naturale. 

Una considerazione finale è a questo punto d'obbligo. Da quanto fin qui esposto e dalla documentazione disponibile il ritrovamento della Fiat 132, in particolare la sua tempistica, priva di ogni fondatezza la versione sostenuta dagli ex brigatisti in ordine alle modalità della fuga e in particolare del presunto trasbordo dell'On Moro dalla 132 sul furgone in Piazza Madonna del Cenacolo, prima di condurre l'auto in Via Calvo.

La Commissione di inchiesta sul caso Moro presieduta dall'on. Fioroni che si appresta a concludere i lavori, pare che abbia rilevato alcune delle incongruenze del racconto brigatista sulla fuga. I lavori sembrano conclusi, eppure alcune risultanze non sono ancora state rese pubbliche. Tra queste le analisi del DNA sui reperti. Facciamo presente che anche su su tutte e tre le vetture comunemente accertate quali componenti del convoglio di fuga del commando - Fiat 132, Fiat 128 bianca e Fiat 128 blu (anche nella Fiat 130 su cui viaggiava Moro) - furono individuate macchie di sangue.

Auspichiamo che gli esiti delle indagini sui reperti biologici vengano resi quanto prima di pubblico dominio perché, se vi sono gli elementi per appurarlo, che si renda noto come minimo su quale auto fu trasportato l'on. Moro.






16 commenti:

  1. Ho letto l'articolo "Squalo 4" e vorrei farvi i complimenti. Molto valido. Grazie.
    Un suggerimento. Evidenzierei che delle tre auto utilizzate dai terroristi la 132 è l'unica per la quale non ci sono immagini e/o filmati "decenti" che permettano di vedere chiaramente i particolari dell'auto dopo il ritrovamento (tracce di sangue, infiorescenze, ecc. nonché verificare la testimonianza della Dordoni Iole che dichiara testuamente: "non ho potuto vedere altro perché il lunotto di tale autovettura era completamente scuro"). Le foto reperibili nei volumi della prima commissione sono fotocopie sbiadite in bianco e nero che non permettono alcuna valutazione di questo e molti altri particolari importanti. Anche su questo punto la Nuova Commissione poteva e potrebbe ancora fare chiarezza.
    Ciao a tutti. Michele

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    1. Grazie Michele dell'apprezzamento e soprattutto delle tue interessanti osservazioni. In effetti la 132 è scura ma anche oscura. Ritrovata in un batter d'occhio non si sa come. Segnalata subito con precisione solo da un testimone "eccellente" Pino Rauti che ne legge la targa dal terzo piano e successivamente solo da Buttazzo che la inseguì - disse lui- per un tratto (eroe o cosa?) . Come giustamente fai notare documentazione fotografica o filmati (come nelle altre due auto) praticamente zero. Aggiungiamoci pure che era l'unica la cui targa falsa coincideva con il modello cui era applicata (corrispondeva cioè ad un'altra 132 del Banco di Napoli ...e sullle auto del BdN ci sarebbe da aprire ancora un altro discorso per via dei documenti trovati in un covo). Insomma un'auto anomala in tutto e per tutto. Condivido che sarebbe auspicabile che si cercasse di capire queste anomalie da parte di "chi di dovere".

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  2. Nel libro di Imposimato "Doveva morire" pag. 257 si riporta la trascrizione di una telefonata anonima di una fonte che indica nomi di persone da controllare perché certamente implicati con le b.r. Tra questi nomi c'è tal Proietti Rino, attacchino al comune di Roma. In una relazione di servizio che avete riportato tra i testimoni di via Fani vi è un certo Proietti Ernesto, netturbino. Rino (insieme a Tino) è uno dei diminutivi più diffusi per il nome Ernesto. E' forse la stessa persona?

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    1. Grazie della notizia. Proveremo a rintracciare la cosa negli atti.

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    2. La fonte anonima ( che poi è stata identificata nei lavori della vigente CM2 ) era ben informata tant'è che tutte le persone segnalate furono identificate come appartenenti alle BR e arrestate. Tra questi Proietti Rino (proprio Rino all'anagrafe) che risultava essere nato nel 1953 a Turania ed effettivamente del Servizio Affissioni(CM1 v. 104 pag. 81). Proietti Ernesto (il testimone) era nato a Verona nel 1946 assunto al Comune di roma come netturbino (CM1 V. 30 pag. 56). In definitiva si tratta indubitabilmente di due persone diverse. Grazie comunque nuovamente per l'interesse e la segnalazione.

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  3. Volevo avere un chiarimento a riguardo della macchina della scorta ( alfetta bianca ) in quanto nello sportello posteriore dietro al guidatore presenta un foro di proiettile che non era presente nella scena di via Fani. Sicuramente ne avrete già discusso e allora me ne scuso per essere stato inopportuno . Distinti saluti
    Diego

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Gentile anonimo, pare sia un impatto di rimbalzo emerso negli anni per effetto della ruggine. Passo la palla ai miei soci per confermare o smentire. Grazie, e intervieni quando vuoi.

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  6. Gentile anonimo, pare sia un impatto di rimbalzo emerso negli anni per effetto della ruggine. Passo la palla ai miei soci per confermare o smentire. Grazie, e intervieni quando vuoi.

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  7. Sì Diego, è esattamente come detto sopra da Andrea. Noi comunque non abbiamo avuto occasione di parlarne . La cosa fu illustrata nella audizione di giugno e 2015 quando fu presentata la ricostruzione della Polizia Scientifica con il tele-laser etc. A pag. 20 infatti:
    << ...Sull’Alfetta riferiamo due curiosità. Abbiamo
    individuato un impatto, l’impatto H,
    che non era stato osservato nell’immediatezza.
    Questo perché il proiettile non ha
    attraversato lo sportello. Probabilmente è
    un proiettile di rimbalzo, che ha colpito e
    deformato lo sportello e che, quindi, ha
    scrostato un po’ la vernice. Negli anni la
    ruggine ha peggiorato il lavoro e l’ha reso
    più evidente. Questo impatto non era stato
    caratterizzato all’epoca.... >>

    Documento completo qui:
    http://www.gerograssi.it/cms2/file/casomoro/DVD21/20150610.%20stenografico.pdf

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    1. Vi ringrazio per la risposta . Qualche anno fa mi sono imbattuto in un forum americano dove discutevano su vari misteri . Uno di questi riguardava Aldo Moro ( le considerazioni le lascio a voi ). Quello che più mi ha colpito erano le varie chat ( io sono poco ferrato nella lingua ) ma soprattutto le foto che erano decisamente nitide e a me alcune sconosciute . In alcune di loro venivano cerchiati persone presenti quella mattina ed il parabrezza di un auto li parcheggiata ( anzi un oggetto o un foglio che si intravedeva dal parabrezza ). La farò breve ma un argomento trattato riguardava la particolare pubblicità presente nel muro in via caetani dove fu parcheggiata la Renault rossa ; erano raffigurati dei caproni Neri ( davvero insolito ) . Vi ringrazio del tempo dedicatomi , continuate così , saluti Diego .

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  8. Se hai modo, inviaci il link di questo forum, anche se credo che ci siamo già imbattuti in esso e grazie per l'attenzione e gli apprezzamenti.

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  9. Ciao, immagino che abbiate già notato la coincidenza, il Mario Fabbri ufficiale di P.S. di cui fate menzione è con tutta probabilità lo stesso Mario Fabbri che da operativo Sisde si recò nel '93 in Nicaragua insieme ad un collega, per conferire con Casimirri. Ciao

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  10. Rispondo con grave ritardo all'ultimo commento di "anonimo" : si tratta senza alcun dubbio della stessa persona, Mario Fabbri.

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