ANCORA SU TESTIMONI, VERBALI E RAPPORTI
QUATTRO UOMINI IN TUTA
Roma, Via Michelangelo Caetani, 9 maggio 1978
Ore 12.50?
Alcuni dubbi su un rapporto dei Carabinieri e una
testimonianza.
(a cura di: Andrea Guidi)
Continuiamo
il nostro studio sulle discrepanze delle testimonianze, dei verbali e dei
rapporti di Polizia Giudiziaria.
Ci
spostiamo, questa volta, alla tragica fine della vicenda, Roma, Via Caetani, 9
maggio 1978.
Uno
studio sulla situazione di illuminazione solare della via dell'amico Gianni
Pesce, pubblicato quasi un anno fa sul blog www.sedicidimarzo.org a
questi links http://www.sedicidimarzo.org/2018/08/via-caetani-allarme-bianco.html#more
(prima parte) e http://www.sedicidimarzo.org/2018/09/via-caetani-seconda-parte.html#more
(seconda parte), è risultato sostanzialmente
confermato da
In
sostanza, alle ore 12.50 di quel tragico giorno, come al contrario dichiarato
dai coniugi Leonardo Magini e Valeria Lupi nel verbale della testimonianza da
essi resa il giorno successivo il ritrovamento della Renault 4 rossa con il
cadavere dell'On. Moro, oggetto del rapporto dei carabinieri che si analizza in
queste brevi note, i cinque uomini da essi descritti “al sole” sul
lato sinistro del loro senso di marcia lungo Via Caetani, da Via dei Funari
verso Via delle Botteghe Oscure, dei quali quattro in tuta blu sgargiante, NON
potevano essere al sole per banali quanto fondamentali ragioni
astronomiche, in quanto quel lato della strada, in quei giorni di maggio, va in
ombra già verso le 12.10, ed alle 12.30 praticamente metà della strada è in
ombra assoluta.
I
coniugi, infatti, che si stavano spostando a piedi, dichiararono prima di
tutto, appena entrati in Via Caetani da Via dei Funari, di avere visto un uomo “al sole” fermo
sul portone della “discoteca” di Stato al civico 32 di Via Caetani, cioè
sull'ingresso principale del Palazzo Antici-Mattei.
Ebbene, per
vedere quell'uomo illuminato dal sole in quella posizione, i coniugi devono
essere transitati in un orario compreso tra le ore 11.40 e le 12.00 al massimo.
Cioè circa un'ora prima di quanto risulta dal verbale della loro deposizione ai
carabinieri.
Per non
appesantire la trattazione, rinviamo al verbale della loro deposizione,
disponibile in atti CM-1, Vol. 38, pagg. 488-489. I dati salienti da tenere
presenti, consistono comunque nel fatto che i due coniugi sarebbero transitati,
come detto, in Via Caetani, attorno alle ore 12.50, e avrebbero visto
cinque uomini sul lato sinistro di marcia, cioè a ridosso di Palazzo
Antici-Mattei (lato opposto a quello dove verrà ritrovata la Renault 4 rossa):
un uomo sul portone “al sole”, come detto, e quattro uomini in tute blu
sgargianti, che “al sole” risaltavano particolarmente, pochi metri
più avanti e sullo stesso lato, più o meno di fronte al punto in cui
sarebbe poi stata rinvenuta la Renault 4 con il corpo di Aldo Moro.
Nonostante
le tute indossate, i quattro non sembrarono, ai coniugi, operai o comunque
persone intente al lavoro, ed anzi la signora, transitando, distolse lo sguardo
da costoro, sentendosi osservata.
Tralasciamo
in questa sede il sesto uomo, notato dal solo marito, un po' più avanti, in
corrispondenza di un negozio di tessuti.
A parte
queste presenze, la deposizione dei coniugi restituisce una situazione
apparente di assoluta calma, nella via, che già di per sè sola sembra proprio
del tutto inverosimile, alle 12.50, posto che stando alle altre testimonianze a
quell'ora era già ampiamente palese la presenza di alcuni uomini e funzionari
delle forze dell'ordine e, soprattutto, la presenza di personale in
divisa, che dunque non sarebbe potuto passare inosservato ai due coniugi.
In particolare,
infatti, dalla testimonianza di Vincenzo Rocco Carioti (vol. 32, pag.931, CM-1),
titolare del bar in Via dei Funari situato nel punto di detta via
immediatamente prospiciente l'immissione in Via Caetani, e dunque, in sostanza,
esattamente di fronte allo scenario topico che si stava verificando, si evince
chiaramente che attorno alle 13.00 vi era già personale “in divisa” che
stava armeggiando attorno alla Renault 4 (il teste vide tra l'altro rompere un
cristallo e recuperare un borsello all'interno dell'auto): personale che
ovviamente non doveva essere spuntato dal nulla alle ore 13.00, ma doveva
essere già presente da prima, sul luogo.
E'
quindi irrealistica, alle 12.50 del 9 maggio, la scena di apparente
tranquillità descritta da coniugi ai carabinieri.
Tuttavia,
per quanto di palese evidenza la discrasia, non fu questa poco verosimile
descrizione della scena a quell'orario ad attirare l'attenzione dei Carabinieri,
i quali prescindettero del tutto dall'orario dichiarato dai coniugi, ed
anzi assunsero a perno del loro giudizio di irrilevanza della testimonianza
dei coniugi, nel loro rapporto per la Procura del 16 maggio successivo
(rapporto disponibile in CM-1, Vol. 38, pag. 487), proprio il fatto che la
strada doveva ritenersi già presidiata dalle
forze dell'ordine, all'orario dichiarato dai due testimoni quale momento del
loro transito in Via Caetani.
I
carabinieri definiscono infatti testualmente “privo di interesse” il
particolare riferito dai coniugi sui quattro uomini in tuta, “in quanto”
già alle 12.30 risultava la presenza sul posto di personale della Questura.
Per
quanto questo giudizio abbia forse concorso, involontariamente, a far si che –
a quanto ci risulta- nessun magistrato abbia mai avvertito l'esigenza di
ascoltarli lungo gli oltre quarant'anni trascorsi, quel rapporto, a dispetto
della sua apparente chiarezza, manifesta, all'opposto, l'enorme problema posto
dalla deposizione dei coniugi, quello appunto dell'orario effettivo in cui i coniugi assistettero alla
scena riferita, senza tuttavia affrontarlo ed anzi relegandolo oggettivamente
dietro le quinte di una scenografia nella quale l'elemento catalizzatore
dell'attenzione del lettore è inevitabilmente la circostanza che già
alle 12.30 sul posto era presente personale della Questura, ragion per cui (volendo
rovesciare la struttura del ragionamento seguito nel rapporto stesso) il
particolare della presenza degli uomini in tuta sarebbe stata da ritenere “priva
di interesse”. E tale deve in effetti averlo ritenuto la Magistratura in
questi quaranta anni e passa, come si è detto.
Viceversa,
a nostro parere il rapporto causale
posto dai carabinieri a fondamento della conclusione di irrilevanza da
essi raggiunta e sottoposta alla Procura, è, contrariamente alla sua apparente
linearità, bisognevole di interpretazione.
E ad
amor del vero esso sembra proprio incomprensibile, poiché del tutto inidoneo a
giustificare per logica l'affermazione della presunta "mancanza di ogni
interesse" delle parole dei coniugi Magini. Ci si chiede infatti per quale
motivo la presenza suoi luoghi di personale della Questura al momento del
passaggio dei due testimoni in Via Caetani avrebbe dovuto, per sé sola,
escludere la possibilità della presenza di uomini in tuta e comunque privare di ogni interesse quanto riferito dai due
testimoni su questa presenza.
Ma c'è
di più, perchè per arrivare a quella conclusione il ragionamento dei
carabinieri fa leva su un elemento- la presenza di personale della questura in
Via Caetani già dalle 12.30, circostanza che ovviamente diamo noi stessi come
del tutto pacifica – del tutto assente nella narrazione dei coniugi, i
quali, come detto, restituiscono invece una situazione di calma apparente
(del tutto inverosimile, come si è visto, alle 12.50); per cui delle due
l'una: o si sarebbe dovuto ritenere che i coniugi avevano descritto
una scena diversa da quella effettivamente osservata, sottacendo
volutamente la presenza sulla scena delle forze dell'ordine- ai cui
organici peraltro, nel ragionamento seguito dai carabinieri, quei quattro
uomini in tuta parrebbero quasi potersi implicitamente ricondurre - ma non se ne capirebbe il perchè dato che
essi si presentarono spontaneamente il giorno dopo davanti al Nucleo
comandato dal Col. Varisco, esponendosi dunque motu proprio al rischio
di gravi conseguenze penali; oppure – ed è quello che noi
riteniamo anche alla luce dei rilievi effettuati sulla posizione del
sole- il punto debole di tutta la risultante sommatoria di deposizione e
successivo rapporto alla Procura (ferma restando ovviamente la possibilità
di un banale errore materiale) è
l'orario indicato, elemento che è purtroppo rimasto invece del
tutto sfumato.
Sorvolando
sulle dichiarazioni rese nel 2012 dai coniugi in questione alla giornalista
Stefania Limiti, dalle quali emerse tra l'altro una descrizione della loro
mattinata e del percorso intrapreso per recarsi il più rapidamente possibile a
casa che necessiterebbero forse di qualche ulteriore precisazione da parte
loro, ricordiamo incidentalmente che non risulta agli atti, a quanto ci consta,
se fu esperito, e se si con quale esito, un qualche tentativo di verificare la
presenza di eventuali operai, quella mattina, in Via Caetani, nel cantiere
presente nelle immediate vicinanze del luogo di posteggio della Renault 4.
Concludiamo
pertanto queste brevi note rilevando come restino aperti, purtroppo, tutti
gli interrogativi posti da questa vicenda, e in particolare chi fossero quegli
strani “operai” in tuta blu, presenti in Via Caetani con ogni probabilità
ben prima della telefonata di Valerio Morucci al prof. Tritto ,
registrata alle ore 12.13, che annunciava “ufficialmente” la tragica
conclusione del sequestro di Aldo Moro.
Chi
erano costoro? Operai in pausa, fiancheggiatori dei detentori dell'ostaggio,
presenti a supporto di quell'ultimo tragico viaggio, o erano forse uomini dello
Stato approntati ad ogni buon conto per il buon esito del sequestro che invece,
purtroppo, non vi fu?
http://www.iskrae.eu/caso-moro-prima-parte/
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