lunedì 16 ottobre 2017

MORUCCI E... LE SUE ULTIME PAROLE FAMOSE

Dal  suo "Memoriale ":  


“….non c'era fisicamente  lo spazio per un altro sparatore  sulla destra della  130. 

Costui […] se avesse sparato […] obliquamente in avanti - cioè leggermente arretrato rispetto ai sedili anteriori - i suoi colpi avrebbero infranto il parabrezza anteriore della Fiat 130, che è rimasto invece intatto […]”


Infatti, andiamo a vedere qui sotto, nelle foto fatte dalla Scientifica nel 2015,  il parabrezza della 130 di Moro, “intatto”.


Eccolo, beh non è propriamente intatto!

Parabrezza 130 vista esterna


Parabrezza 130 vista interna






















Sono foto come detto fatte dalla Scientifica nel 2015 ma, a scanso di equivoci, il foro sul parabrezza c'è sempre stato; come possiamo vedere anche in una foto di repertorio scattata subito dopo l'agguato.



Dunque Morucci fornì, non volendo, un ottimo "assist" a chi sosteneva che vi fosse stato un assalitore a destra della 130. E tuttavia nessuno, a quanto ci risulta, raccolse quest' assist né gli fece notare che quanto da lui affermato in merito non corrispondeva alla realtà.

Ma andiamo a leggere in originale il documento da cui abbiamo estrapolato la frase all'inizio.

In esso Morucci passa in rassegna tre diverse ipotesi di posizione dello sparatore da destra per poi confutarle una per una (evidenziata in giallo la parte relativa al parabrezza).

Il passo è tratto dalla relazione dei  periti (nel Moro quater) alle controdeduzioni (il c.d. Memoriale)  fornite  in precedenza da Morucci e qui riportate testualmente dai periti in corsivo. Per il testo completo cfr. sito gerograssi.it  B131 0018_004 pag. 83.

Vi si trova quindi scritto:



A parte che non è dato di sapere in quale documento vi sarebbero questo foto (5 e 81) che lo hanno evidentemente tratto in inganno, soffermiamoci solo sulle sue considerazioni in relazione alla ipotesi di posizione del "killer", così come da lui esposta nella parte evidenziata in giallo (cioè leggermente arretrata rispetto ai sedili anteriori della 130). 

La sua tesi era che non sarebbe un'ipotesi  percorribile in quanto, sparando verso Leonardi da quella posizione  arretrata rispetto alla sua seduta, qualche colpo sarebbe finito inevitabilmente sul parabrezza. E infatti ci è finito!

Insomma, paradossalmente, la sua confutazione è a sua volta confutata dalla realtà dei fatti dato che, come abbiamo visto,  il parabrezza non rimase per nulla intatto, venendo ad essere appunto perforato da un colpo.

Aggiungiamo che, anche sulla base delle evidenze autoptiche (traiettorie intrasomatiche su Leonardi), i periti dell'epoca avevano proprio individuato come posizione ideale dello sparatore da destra (che veniva dato per sicuro) quella appena descritta e poi (malamente) confutata da Morucci.



Questo sotto è uno stralcio della planimetria allegata alla perizia del '79 (vol. 45 pag. 97) dove abbiamo evidenziato la parte relativa alla ipotesi, formulata al tempo, dello sparatore da destra su Leonardi (che per la verità qui viene immaginato eseguire una traiettoria  piuttosto perpendicolare ):




I periti avevano però anche scritto in precedenza (vol. 45 pagg. 83,84):



In definitiva, secondo il convincimento dei periti, l' assalitore da destra dà proprio il via all'azione  colpendo subito Leonardi, l'uomo con più possibilità di reagire nella 130 (dove si doveva operare più "chirurgicamente") per poi defilarsi immediatamente.

A questo punto si potrebbe però obiettare che quel colpo sul parabrezza potrebbe invece essere giunto dall'esterno  (da sinistra verso destra) e potrebbe appartenere  al volume di fuoco degli assalitori posti davanti al bar Olivetti.  

E tuttavia non è così; almeno stando ai Rilievi Tecnici della Polizia Scientifica del 1978.

Guardando infatti la relazione del 16 marzo '78 del dott. Pandiscia, a proposito di quel foro sul parabrezza si legge  ( vol. 123 pag. 11):



Tradotto in parole povere: quando un proiettile attraversa una lastra, il "caratteristico cratere" (ossia una marcata  slabbratura circolare)  si forma sulla faccia di uscita

Ad esempio vediamo come Pandiscia descrive i fori sui vetri della finestra dell'appartamento di fronte colpita da proiettili vaganti e in cui non possono esserci dubbi che i proiettili provenissero dall' esterno (vol. 123 pag. 27).


Dunque, in conclusione, in questo caso: cratere dal lato interno e proiettile proveniente dall' esterno; nel caso del parabrezza: cratere dal lato esterno e proiettile proveniente dall'interno.

Quindi, ripetiamo, stando a quanto risulta agli atti, quel proiettile fu sparato da destra e da posizione arretrata e, dopo aver attraversato i cristalli della portiera destra della 130, colpì il parabrezza dall' interno e infine, fuoriuscendone, formò così il "caratteristico cratere" sulla faccia esterna dello stesso.

Questa questione del foro sul parabrezza è stata oggetto di un precedente articolo dal titolo eloquente -"Scientifica contro Scientifica"- contenente anche il link ad un nostro documento inviato in commissione e al quale vi rimandiamo per maggiori dettagli, approfondimenti e illustrazioni tecniche. 

Tale documento fu anche originato dal fatto che la Scientifica di oggi, non tenendo in alcun conto quanto rilevato dai colleghi del '78 e senza argomentare in proposito, ha invece attribuito quel foro, nella sua ricostruzione complessiva,  ad un colpo esploso dal lato del bar Olivetti. (Leggi "Scientifica contro Scientifica" )


8 commenti:

  1. Sorge la domanda ...

    Quale traiettoria può essere ipotizzata?

    L'inclinazione alto basso dovrebbe essere esclusa...

    Immediatamente dietro la Austin Clubman?

    Oppure ancora più dietro (in un punto poco visibile dalla scorta)?

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    1. Ciao Giovanni e grazie per averci seguito.
      In effetti, escludendo in questo caso la traiettoria alto-basso (non così invece per alcuni colpi che attinsero Leonardi) è difficile prediligere una posizione e una distanza di tiro di quel colpo. Tu a proposito cosa ne dici? Se hai delle idee, anche da esporre in forma più articolata di un breve post, comunicacele e saremo ben lieti di pubblicarle nella sezione Contributi. In ogni caso ti rimando anche (anche se già citati nell'articolo) al precedente: [ http://www.sedicidimarzo.org/2017/05/scientifica-contro-scientifica.html ] e al link all'apposito documento inviato a suo tempo in Commissione [ https://drive.google.com/open?id=0ByocqqHXudT-VnJKQTFkNjNTZlE ]

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  2. l'attacco al corteo presidenziale di JFK a Dallas, prevedeva degli spari con fucile a distanza di sicurezza dello sparatore.

    E' mia opinione, ma non ho prove, che i primi (due) colpi (bam bam) siano stati sparati con quella tecnica.

    Poi hanno continuato la sparatoria con fucili d'assalto a distanza ravvicinata.......poi le pistole per completare l'azione.

    Qui una testimonianza della presenza di snipers
    http://forum.radicali.it/content/moro-un-cadavere-senza-pace

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  3. Beh certo è...ardita e interessante...spiegherebbe parecchie cose. Vi è però il problema che non sono stati ritrovati proiettili compatibili con fucili da cecchino.

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  4. non sono stati trovati i bossoli...il proiettile chissà dove è finito....

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  5. De Vuono(?) potrebbe aver sparato con le braccia protese sopra il tettuccio dell'Austin martin o da dentro l'auto, per poi scendere/spostarsi verso l'alfetta?

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  6. Il colpo potrebbe essere partito a Ricci o Leonardi?

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