giovedì 12 ottobre 2017

BOSSOLI DI VIA FANI (4) - CRITICA SULLA "FIGURA 45" E I 93 BOSSOLI NELLA RELAZIONE DELLA POLIZIA SCIENTIFICA DEL 10 GIUGNO 2015

(A cura di:  Andrea Guidi)



INTRODUZIONE

Queste brevi note costituiscono un primo e più immediato spunto critico in merito ad uno specifico aspetto della relazione tecnica presentata dalla Polizia scientifica di Roma alla Commissione parlamentare di inchiesta in carica, nel giugno 2015, e successiva audizione suppletiva del giorno 8 luglio di quello stesso anno.

Le osservazioni che seguono giungono a conclusione di una serie di lavori presentati dal collettivo di studio “sedicIDImarzo” sul blog www.sedicidimarzo.org concernenti la disamina critica di vari aspetti della balistica  relativa  all'agguato di via Fani (incongruenze delle perizie, corretta rideterminazione di 10 bossoli, discrepanze di vario tipo), ai quali per brevità si rinvia; cfr.: “La balistica di via Fani, 1°, 2° e 3° cap.”, e soprattutto, agli specifici fini di queste note: “Bossoli di via Fani(1)- seguiamone la storia di uno”, ”Bossoli di via Fani (2) – rimettiamo al loro posto quelli della Smith &Wesson”.


Il lungo e arduo lavoro, iniziato nell'autunno del 2016 e che ha avuto come primo risultato l'esatta individuazione e ricollocazione sulla scena di 10 bossoli che sino ad oggi avevano perso – per ragioni spiegabili forse solo con l'approssimazione e la superficialità della prima collazione ed imbustamento dei reperti- la loro originaria identificazione alfanumerica attribuitagli dal dott. Pandiscia durante l'immediato sopralluogo, ci ha condotto conclusivamente alla convinzione che diversi aspetti della recente relazione della Polizia di Stato redatta per la Commissione parlamentare di inchiesta nel 2015 presentano notevoli elementi di criticità e che, in particolare, possa oggi efficacemente mettersi in dubbio la prospettata tesi della suddivisione dell'agguato, come peraltro sempre sostenuta anche dai brigatisti, in due fasi distinte, ma che anzi è fortemente verosimile che debbano ridursi gli inceppamenti sin qui prospettati delle varie armi automatiche e che, soprattutto, molto probabilmente le due pistole semiautomatiche ad oggi individuate (la Beretta cal. 7,65 parabellum di cui avrebbe fatto uso il brigatista Bonisoli, e la Smith&Wesson cal. 9 parabellum di cui avrebbe fatto uso il brigatista Gallinari) abbiano sparato sin da subito in modo autonomo e distinto ed indipendentemente dall'inceppamento di altri armi; con la conclusione logica che queste due pistole potessero essere quindi in possesso di altri due assalitori (oltre i quattro ufficialmente accertati), con ogni evidenza mai individuati.

In questa sede, ci si limiterà solo ad evidenziare una rilevante criticità che emerge nella collocazione dei 93 bossoli nella "Figura 45" inserita nella Relazione della Polizia scientifica sopra menzionata.




1) LA "FIGURA 45" DELLA RELAZIONE DELLA POLIZIA SCIENTIFICA


Quella sotto riportata è la figura 45 a pag. 62 della relazione della Polizia scientifica di Stato del giugno 2015. (Sta in:  WWW.GEROGRASSI.IT, ATTI, B137, 0197_001)

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Rinviando, per i dati più analitici, al già citato documento sui bossoli di Via Fani (costituente il capitolo 1° del su menzionato lavoro del collettivo "sedicidimarzo" intitolato "La balistica di Via Fani"), e chiarito quindi che si daranno di necessità per scontate ed acquisite alcune conclusioni cui siamo giunti in quel lavoro, invitiamo il lettore a constatare come il numero complessivo dei bossoli repertati, pari a 93 (inclusi i due riferibili ai colpi esplosi dall'agente di scorta Raffaele Iozzino), risulti raffigurato in modo numericamente esatto.

E tuttavia il risultato aritmetico, pur apparentemente corretto, è frutto di una rappresentazione grafica sbagliata dei bossoli.

Infatti, il gruppo K (sul margine destro inferiore della figura) come si può agevolmente rilevare conta solo 9 bossoli anziché 11 come avrebbe dovuto essere, in conformità alle pacifiche risultanze dei rilievi sui luoghi da parte del Dott. Pandiscia quella stessa mattina del 16 marzo 1978.

Come già esponemmo nel documento poc'anzi ricordato, nella rappresentazione grafica sopra riprodotta  risulta infatti non sufficientemente rappresentato  il marciapiede del lato del bar Olivetti, con particolare riguardo alla parte immediatamente adiacente alle due auto posteggiate (rispettivamente di colore verde e rosso).

Qui a fianco (opportunamente capovolto  per più facile comparazione) vi presentiamo invece uno stralcio dell'elaborato della Polizia Scientifica dell' epoca dove sono ben visibili i due bossoli rinvenuti sul marciapiede in corrispondenza della Mini verde.

I due bossoli mancanti, appartenenti allo stesso gruppo K, sono i due bossoli identificati nella relazione del dott. Pandiscia con il codice "MAR" (marciapiedi) che, in base alle perizie balistiche e alla nostra ricollocazione topografica ampiamente illustrata nello stesso documento citato, risultano attribuiti alla pistola "Smith&Wesson",  utilizzata, secondo la versione ufficiale, solo nella fase inoltrata (così detta "seconda fase") dell'agguato dal brigatista Prospero Gallinari a seguito dell'inceppamento dell'arma automatica con la quale egli avrebbe inizialmente aperto il fuoco (mitra TZ-45). Questa versione ufficiale  è stata nella sostanza riconfermata anche dalla relazione della Polizia di Stato in esame.

Lasciando tuttavia per il momento fuori dai limiti di queste note le pur evidenti implicazioni che l'appartenenza alla pistola Smith &Wesson dei due bossoli "MAR" hanno sulla sino ad oggi prospettata ricostruzione della dinamica, intendiamo per ora focalizzare l'attenzione, molto brevemente, sulla ricostruzione numerica dei bossoli come raffigurata dall'immagine della "fig. 45", la quale pone prepotentemente questa domanda:

se due bossoli- i due "MAR" (marciapiede)- sono tagliati fuori dalla scena di "figura 45", come è possibile, allora, che nella figura stessa il totale di 93 bossoli risulti comunque riportato in modo numericamente corretto?

Il perché è presto detto. Analizzando attentamente la figura e confrontandola con i verbali dei rilievi del 16 maggio 1978 del dott. Pandiscia, ci siamo accorti di quanto segue.

Scorrendo lo sguardo idealmente in senso orario immediatamente attorno al perimetro dell'alfetta di scorta (ultima auto di colore bianco delle tre in fila a partire dalla linea dello "stop" sull'incrocio)  partendo dal lato posteriore (proprio in adiacenza al lato portabagagli), e risalendo fino all'estremità anteriore sinistra, si contano infatti, stando alla figura, 7 bossoli.

Bene, il posizionamento in quei pressi di 7 bossoli è totalmente errato: i bossoli sono, e avrebbero dovuto essere anche nella figura, solo 5, in quanto nel punto raffigurato con pallino bianco in posizione immediatamente adiacente al lato posteriore dell'alfetta fu rinvenuto un solo bossolo, e non due, come riportato erroneamente in "figura 45"; inoltre, dei due (2) bossoli raffigurati nella zona adiacente allo spigolo anteriore sinistro dell'auto, uno era in realtà un proiettile, non un bossolo.

In sostanza: mancano due bossoli dove avrebbero dovuto trovarsi (i due "MAR") , mentre viceversa ne appaiono raffigurati due dove non dovrebbero proprio esserci; aritmeticamente, il totale corretto di 93 rimane dunque confermato, mentre la sostanza della raffigurazione è sbagliata.


Come un siffatto banale errore materiale sia potuto accadere, rimane un aspetto confinato nel novero dei dubbi per noi insolubili.

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