(A cura di: Andrea Guidi)
INTRODUZIONE
Queste brevi note costituiscono un primo e più
immediato spunto critico in merito ad uno specifico aspetto della relazione
tecnica presentata dalla Polizia scientifica di Roma alla Commissione
parlamentare di inchiesta in carica, nel giugno 2015, e successiva audizione
suppletiva del giorno 8 luglio di quello stesso anno.
Le osservazioni che seguono giungono a conclusione di una serie di lavori presentati dal collettivo di studio “sedicIDImarzo” sul
blog www.sedicidimarzo.org concernenti la disamina critica di vari aspetti
della balistica relativa all'agguato di via Fani (incongruenze delle
perizie, corretta rideterminazione di 10 bossoli, discrepanze di vario tipo),
ai quali per brevità si rinvia; cfr.: “La balistica di via Fani, 1°, 2° e 3° cap.”, e soprattutto, agli specifici
fini di queste note: “Bossoli di via Fani(1)- seguiamone la storia di uno”, ”Bossoli di via Fani (2) – rimettiamo al loro posto quelli della Smith &Wesson”.
Il lungo e arduo lavoro, iniziato nell'autunno
del 2016 e che ha avuto come primo risultato l'esatta individuazione e
ricollocazione sulla scena di 10 bossoli che sino ad oggi avevano perso – per
ragioni spiegabili forse solo con l'approssimazione e la superficialità della
prima collazione ed imbustamento dei reperti- la loro originaria
identificazione alfanumerica attribuitagli dal dott. Pandiscia durante
l'immediato sopralluogo, ci ha condotto conclusivamente alla convinzione che
diversi aspetti della recente relazione della Polizia di Stato redatta per la
Commissione parlamentare di inchiesta nel 2015 presentano notevoli elementi di
criticità e che, in particolare, possa oggi efficacemente mettersi in dubbio la
prospettata tesi della suddivisione dell'agguato, come peraltro sempre sostenuta
anche dai brigatisti, in due fasi distinte, ma che anzi è fortemente verosimile
che debbano ridursi gli inceppamenti sin qui prospettati delle varie armi
automatiche e che, soprattutto, molto probabilmente le due pistole
semiautomatiche ad oggi individuate (la Beretta cal. 7,65 parabellum di cui
avrebbe fatto uso il brigatista Bonisoli, e la Smith&Wesson cal. 9
parabellum di cui avrebbe fatto uso il brigatista Gallinari) abbiano sparato
sin da subito in modo autonomo e distinto ed indipendentemente dall'inceppamento
di altri armi; con la conclusione logica che queste due pistole potessero
essere quindi in possesso di altri due assalitori (oltre i quattro
ufficialmente accertati), con ogni evidenza mai individuati.
In questa sede, ci si limiterà solo ad
evidenziare una rilevante criticità che emerge nella collocazione dei 93
bossoli nella "Figura 45" inserita nella Relazione della Polizia
scientifica sopra menzionata.
1) LA "FIGURA 45" DELLA RELAZIONE DELLA POLIZIA SCIENTIFICA
Quella sotto riportata è la figura
45 a pag. 62 della relazione della Polizia scientifica di Stato del giugno 2015. (Sta in: WWW.GEROGRASSI.IT, ATTI, B137, 0197_001)
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Rinviando, per i dati più
analitici, al già citato documento sui bossoli di Via Fani (costituente il capitolo 1° del
su menzionato lavoro del collettivo "sedicidimarzo" intitolato
"La balistica di Via Fani"), e chiarito quindi che si daranno di
necessità per scontate ed acquisite alcune conclusioni cui siamo giunti in quel
lavoro, invitiamo il lettore a constatare come il numero complessivo dei bossoli
repertati, pari a 93 (inclusi i due riferibili ai colpi esplosi dall'agente di
scorta Raffaele Iozzino), risulti raffigurato in modo numericamente esatto.
E tuttavia il risultato
aritmetico, pur apparentemente corretto, è frutto di una rappresentazione
grafica sbagliata dei bossoli.
Infatti, il gruppo K (sul margine
destro inferiore della figura) come si può agevolmente rilevare conta solo 9
bossoli anziché 11 come avrebbe dovuto essere, in conformità alle pacifiche
risultanze dei rilievi sui luoghi da parte del Dott. Pandiscia quella stessa
mattina del 16 marzo 1978.
Come già esponemmo nel documento
poc'anzi ricordato, nella rappresentazione grafica
sopra riprodotta risulta infatti non sufficientemente rappresentato il marciapiede del lato del bar Olivetti, con particolare riguardo alla parte immediatamente adiacente alle due auto posteggiate (rispettivamente di colore
verde e rosso).
Qui a fianco (opportunamente capovolto per più facile comparazione) vi presentiamo invece uno stralcio dell'elaborato della Polizia Scientifica dell' epoca dove sono ben visibili i due bossoli rinvenuti sul marciapiede in corrispondenza della Mini verde.
I due bossoli mancanti,
appartenenti allo stesso gruppo K, sono i due bossoli identificati nella relazione del dott. Pandiscia con il
codice "MAR" (marciapiedi) che, in base alle perizie balistiche e
alla nostra ricollocazione topografica ampiamente illustrata nello stesso
documento citato, risultano attribuiti alla pistola
"Smith&Wesson", utilizzata, secondo la versione
ufficiale, solo nella fase inoltrata (così detta "seconda fase")
dell'agguato dal brigatista Prospero Gallinari a seguito dell'inceppamento
dell'arma automatica con la quale egli avrebbe inizialmente aperto il fuoco
(mitra TZ-45). Questa versione ufficiale
è stata nella sostanza riconfermata anche dalla relazione della Polizia
di Stato in esame.
Lasciando tuttavia per il momento
fuori dai limiti di queste note le pur evidenti implicazioni che l'appartenenza
alla pistola Smith &Wesson dei due bossoli "MAR" hanno sulla sino
ad oggi prospettata ricostruzione della dinamica, intendiamo per ora focalizzare
l'attenzione, molto brevemente, sulla ricostruzione numerica dei bossoli come
raffigurata dall'immagine della "fig. 45", la quale pone prepotentemente questa
domanda:
se due bossoli- i due
"MAR" (marciapiede)- sono tagliati fuori dalla scena di "figura 45", come è possibile,
allora, che nella figura stessa il totale di 93 bossoli risulti comunque
riportato in modo numericamente corretto?
Il perché è presto detto.
Analizzando attentamente la figura e confrontandola con i verbali dei rilievi
del 16 maggio 1978 del dott. Pandiscia, ci siamo accorti di quanto segue.
Scorrendo lo sguardo idealmente in
senso orario immediatamente attorno al perimetro dell'alfetta di scorta (ultima
auto di colore bianco delle tre in fila a partire dalla linea dello
"stop" sull'incrocio) partendo
dal lato posteriore (proprio in adiacenza al lato portabagagli), e risalendo
fino all'estremità anteriore sinistra, si contano infatti, stando alla figura,
7 bossoli.
Bene, il posizionamento in quei
pressi di 7 bossoli è totalmente errato: i bossoli sono, e avrebbero dovuto
essere anche nella figura, solo 5, in quanto nel punto raffigurato con pallino
bianco in posizione immediatamente adiacente al lato posteriore dell'alfetta fu
rinvenuto un solo bossolo, e non due, come riportato erroneamente in
"figura 45"; inoltre, dei due (2) bossoli raffigurati nella zona
adiacente allo spigolo anteriore sinistro dell'auto, uno era in realtà un
proiettile, non un bossolo.
In sostanza: mancano due bossoli
dove avrebbero dovuto trovarsi (i due "MAR") , mentre viceversa ne
appaiono raffigurati due dove non dovrebbero proprio esserci; aritmeticamente,
il totale corretto di 93 rimane dunque confermato, mentre la sostanza della
raffigurazione è sbagliata.
Come un siffatto banale errore
materiale sia potuto accadere, rimane un aspetto confinato nel novero dei dubbi
per noi insolubili.
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