mercoledì 24 aprile 2019

UN REPERTO NELL' ALFETTA CHE NON INTERESSA A NESSUNO?


(A cura di Franco Martines. Con ringraziamenti ad Antonio Rotoli e Giovanni Ricci)

CM1 VOL. 123 Pag. 114 Foto 98
Già abbiamo rilevato  ( vedi ad es.  qui e qui ) che in alcune circostanze il lavoro  della Scientifica del 2015 (a supporto della seconda Commissione Moro) non è stato privo di inciampi. Nella planimetria da essa prodotta, con l'indicazione di tutti i bossoli rilevati a suo tempo, riscontrammo infatti  che due di essi erano stati tagliati fuori dalla scena, che gli stessi erano stati sostituiti con reperti di diverso genere e, infine, rilevammo anche alcune incontrovertibili errate attribuzioni degli stessi alle armi utilizzate.

Stimolati da un lettore a cercare alcuni documenti collegati ad uno da lui trovato ci siamo, facendo la ricerca, imbattuti in un'altra stranezza compiuta dagli inquirenti attuali che hanno collaborato con la recente Commissione. 

Ma andiamo con ordine.

In alto a destra vediamo una nota foto che mostra nel cerchio grande il berretto da "aviere" e un caricatore per arma automatica (lettera B) abbandonati in via Fani.
Un caricatore che Pandiscia (Scientifica 1978) indica da 40 colpi e con 25 cartucce al suo interno. Tuttavia il perito Ugolini nella sua relazione balistica (CM1 Vol. 45 pagg. 30-180) a pag. 41, correggendo la capacità del caricatore in 30 colpi, assevera anche che lo stesso risultava riempito con solo 22 cartucce, cosa che viene ribadita anche dopo a pag. 68. Ma sorvoliamo su questa contraddizione che sottolineiamo incidentalmente ma che non ha rilevanza per quello che qui concerne.
Foto da fonte sconosciuta in Via Fani 16 marzo

Nei rilievi del 16 marzo '78 (Pandiscia , Polizia Scientifica) vengono esaminati anche i caricatori delle armi degli
uomini della scorta uccisi, verificandone i colpi in essi contenuti. Ad esempio il caricatore della pistola di Rivera trovata poggiata nel portaoggetti fra i due sedili anteriori dell'Alfetta. (Foto a destra)

Questo il testo relativo tratto dal Vol. 123 a pag. 14 di CM1.


Ma all'interno dell'Alfetta viene ritrovato anche un altro caricatore posto sul sedile posteriore dietro il posto di guida e se ne parla subito dopo, sempre a pag. 14.


Dunque il caricatore da 20 anche se qui non specificato (lo sarà nel documento dei nostri giorni che vedremo più avanti ) è per un M12. 

Intanto questa "notizia" sfaterebbe definitivamente il dubbio che Zizzi non avesse con sé l'arma di pertinenza del capo-scorta essendosi portato anche un caricatore di riserva.

Tuttavia è da notare  che questo caricatore non viene ispezionato, non si verifica quante cartucce contenesse e il marchio sul fondello, e di queste viene indicato solo il calibro, genericamente cal. 9. 
Si potrà pensare che, date le circostanze di urgenza e di enorme quantità di reperti, si trascurò di procedere  a questa verifica. 
Vedremo che in realtà non è esattamente così e che questo "disinteresse" a verificare il contenuto di quel caricatore è continuato fino ad oggi. 
Intanto di questo caricatore non c'è proprio traccia nella perizia balistica di Ugolini e altri. Probabilmente si ritenne addirittura superfluo inviarlo ai periti balistici. 

(Per inciso, fra l'altro, ricordiamo  che ai periti balistici in un primo tempo - tempo della durata di minimo un mese - furono consegnati solo 74 dei 93 bossoli complessivamente repertati in via Fani. Leggiamo dalla perizia balistica a pag. 39 del Vol. 45 CM1: "[...]il materiale repertato[...]è costituito  da diversi  bossoli che in un primo tempo risultarono  74 poi, ricollegando  i vari plichi, risultarono 93 [...]" Sic! )

Ma veniamo ai giorni nostri. 
Quel caricatore insieme all'altro da 30, al berretto da pilota ed altro finirà per
Lo scatolone rinvenuto a Gardone Val Trompia
essere ritrovato dai collaboratori della seconda Commissione Moro a Gardone Val Trompia nel 2015 in modo del tutto fortunoso!

Leggiamo infatti nell'archivio di Gero Grassi  B173 doc. 0066-11 pag. 1 che i delegati al recupero di due armi  di via Fani, ancora materialmente in possesso del perito Benedetti lì presso il Banco Prova , nel locale ex armeria notano incidentalmente una grossa scatola di cartone:



Da questo scatolone, ( leggi qui l'intero documento) oltre al berretto da pilota e la borsa di pelle con la scritta Alitalia e quella di tela jeans con annessa falsa paletta della Polizia a suo tempo in essa contenuta e ai baffi finti, saltano fuori alcuni reperti di interesse balistico (Viene da chiedersi a che pro i reperti non "balistici" di cui sopra furono mandati a Gardone Val Trompia ma tant'è).

Fra quelli di interesse balistico vi sono :  "...un caricatore da trenta colpi, rifornito con 22 cartucce calibro 9 Parabellum e 3 cartucce dello stesso tipo contenute in una busta di plastica aperta; una caricatore da 20 cartucce rinvenuto  sul sedile  posteriore  dell'Alfa usata dalla  scorta  dell'On.  Aldo  MORO;  10  cartucce  cal.  9  all'interno  di  una  busta  di plastica aperta...

Insomma c'erano lì i due caricatori rinvenuti in via Fani...quello da 30 trovato accanto al berretto da "aviere" e quello da 20 trovato sul sedile posteriore dell'Alfetta

La dinamica dell'esame dei reperti con relative fotografie la rinveniamo qui (Grassi B173 doc. 0066-006 ).

Come possiamo vedere il caricatore da 30 abbandonato dai brigatisti viene fotografato minuziosamente  e svuotato per verificarne il contenuto (risulteranno, come da perizia, 22 cartucce calibro 9 Parabellum)

Ecco tre delle 21 foto del documento 0066-006:




In altro documento (quello originariamente trovato da Antonio Rotoli) che è un  verbale di acquisizione, si diceva a proposito del caricatore da 20, rinvenuto così come detto , che le cartucce in esso presenti non erano state quantificate. Dunque a distanza di 37 anni non c'è, pare, alcun interesse ad approfondire la conoscenza del contenuto di quel caricatore. Il documento in questione si trova in Grassi qui al B173 doc. 0066-014  e vediamone uno stralcio di pag. 2


Come detto all'inizio c'è la conferma indiretta che Zizzi ( è un caricatore per M12 presumibilmente quindi di riserva) quel giorno aveva con sé il mitra, come da regolamento, ma anche la conferma che il contenuto di quel caricatore non interessa, dato che - di nuovo - si trascura di esaminarne il contenuto! E trascurando di farlo non si può avere la certezza che lo stesso contenesse cartucce in dotazione alla forze di Polizia oppure no.
Nulla vieta di pensare anche, in mancanza di questo riscontro, che i BR in quei concitati minuti abbiano frugato anche nell'Alfetta e sia loro caduto nell'occasione  quel caricatore.

Ma di più, discutendone con Giovanni Ricci, notammo che il caricatore in questione, a differenza dell'altro da 30 e degli altri reperti, viene addirittura fotografato senza estrarlo dalla busta di cellophane che ne era custodia. 
Torniamo infatti al secondo documento (0066-006 quello con le foto dei reperti ) e vediamo tre immagini:




Ecco, prescindendo da fatti quali la presenza a distanza di tanto tempo di reperti ancora nella disponibilità  dei periti dell'epoca e messa da parte, come si rileva nel doc. 0066-011, la deprecabile  commistione di reperti di provenienza diversa (quali forse anche le 10 cartucce dello scatolone non risultanti dai rilievi di Pandiscia), la domanda che viene spontanea è: 

ma è così delicato e deperibile questo caricatore rinvenuto sull'Alfetta che non solo non viene svuotato per esaminarne il contenuto ma addirittura viene fotografato senza essere estratto dalla busta di cellophane che lo custodiva?



N.B. tutte le foto presenti sono state riprodotte per motivi di studio e, ove nota, ne è stata indicata la fonte.





















6 commenti:

  1. Quindi Zizzi potrebbe avere avuto il tempo di sparare con il suo M12?

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  2. Questo in base ai bossoli repertati si dovrebbe escludere. Infatti solo due avevano le caratteristiche di quelli in dotazione alle forze di polizia e furono riconosciuti esplosi dalla Beretta di Iozzino. Diciamo che se avessimo la certezza che il caricatore da 20 conteneva quel tipo di cartucce (identificata da una crocetta in un cerchio) potremmo concludere quantomeno che sivuramente Zizzi aveva con sé l'M12. Però questa verifica , a quanto pare, non la vuole fare nessuno!

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  3. l'unica ipotesi che mi viene naturale formulare è quel caricatore sia stato conservato e fotografato senza estrarlo dalla busta, perchè potrebbe recare impronte digitali sulla sua superficie e forse anche sulle munizioni inserite al suo interno; sarebbe forse opportuno dopo 41 anni che qualcuno lo verificasse.

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  4. E il mitra M12 di cui si tratta, è stato rinvenuto o rubato dal commando???

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    1. Fu fatta un'inchiesta e il mitra non fu rinvenuto in nessuno dei posti in cui poteva essere, qualora in via del tutto ipotetica, Zizzi non l'avesse portato con sé. Si concluse quindi che era stato preso dal commando. Come in effetti riferì poi Fiore a Peci, definendolo un "ferrovecchio".

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    2. ERRATA CORRIGE: "...qualora , in via del tutto ipotetica, Zizzi non..."

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