giovedì 20 settembre 2018

SVELATA (DA NOI) LA TARGA DELLA FULVIA DI VIA FANI


(A cura di: SEDICidiMARZO)

Carlo D'Adamo nel suo ultimo libro "COUP D'ETAT IN VIA FANI" a pag. 314 dedica il capitoletto 3.7 a quello che chiama: "Il depistaggio dell'agente Di Leva e la strana storia della sua Fulvia".

Noi di questo personaggio e di questa storia abbiamo già diffusamente parlato qui e abbiamo poi ripreso la vicenda qui.

Riassumiamola in estrema sintesi.

La mattina del 16 marzo l'agente Renato Di leva, in borghese e libero dal servizio, alla guida di una Lancia Fulvia Hf (vedi foto a fianco) datagli da un collega e da riconsegnare ad un amico di questi,  si trova a transitare,
poco dopo le 9:00 in via Stresa e si accoda alla prima volante giunta subito dopo i tragici fatti, offrendo collaborazione agli agenti.



Parcheggiata alla meno peggio sul marciapiede l'auto, si dà da fare, cerca di soccorrere l'unico della scorta sopravvissuto, allontana i curiosi, identifica i testimoni, va sulla volante che farà da staffetta all'ambulanza che trasporterà l'agente moribondo al Gemelli e infine va in Questura a stendere la sua relazione di servizio (da cui abbiamo appunto appreso tutti i particolari) che verrà inviata in Procura il giorno dopo insieme ad altri 54 allegati. Verrà anche premiato 20 giorni dopo per lo "spirito di iniziativa dimostrato".

Bene, nonostante quanto sopra, nessuno dei testimoni di quel giorno, agenti compresi, si ricorderà di lui (Imposimato chiede infatti agli altri poliziotti intervenuti - avendo evidentemente letto la sua relazione di servizio - se erano stati aiutati da un collega in borghese) e però nessun inquirente lo sentirà mai fino a quando nel 2015 verrà finalmente ascoltato dalla seconda Commissione Moro, prima dai collaboratori e poi in audizione pubblica nel 2016, dove precisa alcuni fatti ma cambia versione su altri.

In audizione precisava appunto che l'auto era una Fulvia HF e che la parcheggiò  in via Stresa, in vicinanza del tragico incrocio, salendo sul marciapiede.  (N.B. L'auto è visibile sulla destra nei primissimi secondi - dal 51 al 59 - del filmato di Frajese, vedi foto a fianco). Non ricordava più , però, il nome di chi glie l'aveva data per riconsegnarla, il nome della persona a cui  doveva riconsegnarla (nel verbale dell'epoca aveva scritto che apparteneva a tale Giovanni Parisi) in che zona si stesse dirigendo. Né tantomeno se l'auto la riconsegnò lui o se, avendo lasciato le chiavi nel cruscotto, se l'andò a riprendere il proprietario! 

Ne ha ben donde quindi D'Adamo, riferendosi all'auto di Di Leva, a parlare de "...la strana storia della sua Fulvia" scrivendo poi a pag. 315 del libro citato:

" [...] 
[...] "

Ecco, la prima parte l'abbiamo fatta noi.
Già il 24 marzo 2016 avevamo isolato dei fotogrammi del filmato di Frajese (secondi 51-59) inviandoli a Gero Grassi sperando che appunto i tecnici a disposizione della Commissione volessero e potessero elaborarli per rendere più leggibile il numero della targa.

Poi quest'anno un nostro iscritto, fotoreporter, si è offerto di rielaborare lui quei fotogrammi.

Ed ecco quanto ottenuto, appunto, grazie all'opera dell'amico  Pierdomenico Corte Ruggiero, che ringraziamo enormemente.  Il risultato a noi sembra parlante... giudicate voi.

Di seguito tre diverse elaborazioni di quei fotogrammi.






Il responso sembra chiaro: Roma B38578

A questo punto ci uniamo a Carlo D'Adamo nel dire: " Ce lo dicano gli investigatori a chi apparteneva quell'auto".









25 commenti:

  1. vi segnalo l'articolo di V.Vinciguerra
    http://ivoltidigiano.tumblr.com/post/178723407377/il-movente

    RispondiElimina
  2. Tecnicamente si dovrebbe chiamare "Lancia Fulvia Coupe"

    Il modello HF era più spinto ed era orientato per una clientela corsaiola

    RispondiElimina
  3. Volevo pregarvi di chiedere voi la visura di questa targa - a quasi 4 anni dalla vostra rivelazione, nessuno lo ha fatto. Lo farei volentieri io, ma non posso permettermi la spesa. Per favore chiedete visura storica e pubblicate qui tutte le informazioni. È vano aspettare i godot dell´ufficialità, solo il cittadino-investigatore, il citizen-journalist può arrivare a tutta la verità sul caso Moro, come autori del calibro del D´Adamo e di voi hanno ampiamente dimostrato - completate dunque l´opera sulla fulvia, non lasciate le cose a metà. Sono certo che la visura ci darà interessanti sopresine...Cordiali saluti e complimenti per il vostro serio lavoro scientifico.

    RispondiElimina
  4. Grazie a valentissimo e generoso, ecco i dati della targa :
    il tipo è Lancia Fulvia C Rally. Immatricolazione e carta di circolazione paiono risalire al 1967-68. Dopo 2 o 3 proprietari, passa a Parisi Rino nel 1973. Costui nasce a Cenadi (CZ), l´8.6.1942. Il suo indirizzo è Roma via degli Scipioni 191. E qui la storia si fa interessante : il 17.12.1977, 3 mesi prima di Fani, parisi rino vende la macchina a Parisi Giovanni, nato a Cenadi pure lui, l´8.3.47. la sua residenza è a Cenadi, Corso Umberto I 121. Parrebbe dunque, parente o fratello minore del Rino.

    RispondiElimina
  5. Dunque, un curioso passaggio di proprietà tra fratelli o parenti stretti. Cenadi ha oggi (2022) 516 abitanti circa. Mi appunto solamente, che è paese di ´ndrangheta dove fino a pochi anni fa dominava il clan Anello.
    Giovanni Parisi tiene la proprietà della fulvia solo meno di 2 anni, perché il 23.11.79 la rivende - non a Rino, ma a tal Carrubbino Giovanni.

    RispondiElimina
  6. Questi dati poteva trovarli facilmente, molto più facilmente infelisi - ma si sa, col traffico che c´è a Roma...E poteva trovarli la Moro1, la stragi, la Moro2, 5 processi...e invece nessuno per 44 anni. Qui non quaerit, non invenit.
    E la Moro2 si era ripromessa per bocca di grassi di scovare giovanni parisi per un confronto incrociato, invece nisba comme d´habitude.

    RispondiElimina
  7. Ora il problema della fulvia è più complesso di quello della austin e della mini cooper, perché negli ultimi due casi, la colpevolezza di bonanni e moscardi è resa ovvia dalla funzione militare dei due veicoli e dal fatto che entrambi disponessero di posto macchina nel garage condominiale. Ma la fulvia, che funzione ebbe a Fani ? Quando vi arrivò, e con chi ? di leva s´è inventato tutto a pagamento, o meglio ha firmato l´ennesima invenzione a due voci del torturatore spinella, ha imparato il copione e intascato le 50,000 lire, ma non è lui lo sceneggiatore.

    RispondiElimina
  8. Si tratta di "semplice" depistaggio ? Oppure la fulvia portò a Fani qualche complice prima non dopo l´agguato ?
    Per cominciare, analizzo la demenziale audizione del di leva alla Moro2 :
    https://documenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/stenografici/html/68/audiz2/audizione/2016/04/21/indice_stenografico.0082.html

    RispondiElimina
  9. Seduta n. 82 di Giovedì 21 aprile 2016. Già nel 2015 il di leva aveva reso dichiarazioni a collaboratori della Moro2 :
    https://www.gerograssi.it/cms2/file/casomoro/DVD37/067_16/Doc.%20Declassificati%20a%20Liberi/Declassifica%2021_04_2016/0255_004.pdf
    Da qui ricaviamo avere il di leva all´epoca, 22 anni.
    Poi nel 2016, l´audizione di fronte alla commissione.
    Qui il di leva inizia col dichiarare che la zona di via Fani gli era completamente sconosciuta,e che si trovò lì per caso perché doveva riportare la fulvia all´amico di un suo amico. Tanto amici, che di leva non ricorda nemmeno il nome del primo amico, mentre il secondo uscirà fuori, anzi era già uscito fuori nel 1978 in relazioni di servizio, ed era Giovanni Parisi, l´intestatario della fulvia.

    RispondiElimina
  10. di leva continua affabulando che doveva riportare la fulvia prestata da questo parisi non si capisce bene se a lui o al primo amico, ma parrebbe al primo amico. Ma come poté il primo amico, anonimo, incaricare il di leva di raggiungere un posto al di leva sconosciuto in zona al di leva sconosciuta, come dichiara il di leva stesso ? Questi era di Napoli, in servizio da pochi mesi dice, quindi non conosceva Roma se non via botteghe oscure dove faceva il piantone, e via statilia dove dormiva, par di capire in caserma. Che senso ha il chiedere a persona ignara della città, di riportare una macchina in zona a lui sconosciuta ? Già da questo si rileva la falsità dell´intero discorso.

    RispondiElimina
  11. Dunque il di leva prosegue che doveva riportare questa fulvia non a casa del parisi, ma "in una strada, sotto un palazzo" : non ricorda ovviamente, il nome della strada, né il civico del palazzo che peraltro nessuno gli chiede.
    Non si capisce se avesse appuntamento col parisi, o se doveva riportare la fulvia nel posto indicato, parcheggiarla e andarsene - a piedi ? In autobus ? Più sotto dirà che doveva riaccompagnarlo il parisi, dunque c´era appuntamento. Un appuntamento prima delle 8 di mattina, come vedremo.
    Un appuntamento alla napoletana, ce verimm´vers´...

    RispondiElimina
  12. Il bello è che nel 2015 ai collaboratori della commissione, aveva parlato della "lancia a me in uso", come se l´avessero prestata a lui non al primo amico.
    Noto qui che al 1977, quando compra la fulvia dal fratello o parente rino, il parisi giovanni risiede ufficialmente a Cenadi. Rino invece al 1973, risiedeva a Roma in via degli Scipioni 191 a Prati/Vaticano : se dunque la macchina doveva essere riportata sotto casa del fratello, non aveva alcun senso passare per Monte Mario, partendo da via Statilia.

    RispondiElimina
  13. S´era perso il di leva ? Non aveva mappa con sé ? Come sperava di raggiungere la via designata, senza conoscere affatto la zona ? Il di leva dice del luogo dell´appuntamento, solo che era "una sede là vicino", presumibilmente vicino a via Fani - zona che gli era del tutto sconosciuta per sua ammissione. Non c´era googlemaps o guida computerizzata allora. Che senso ha affidare la macchina di un amico a persona non pratica di Roma ?

    RispondiElimina
  14. Ora al di leva viene mostrata foto della fulvia, ma lui dice di non ricordarla perché l´aveva tenuta solo per due ore. E siccome dopo Fani non ci salirà più per sua ammissione, e siccome il primo amico gliel´aveva affidata alle 7 di mattina per sua ammissione, noi dovremmo credere che costui avrebbe impiegato 2 intere ore per coprire il percorso via Statilia- Fani/Stresa : quando google ci dà una durata massimo del percorso auto di 25 minuti !!!
    Ricordo che a Roma all´epoca (io vi abitavo) l´ora di punta al mattino presto andava dalle 7,30 alle 8,30, quindi nemmeno il traffico può giustificare il metterci due ore. Se poi ci mise due ore perché girò a lungo per trovare la zona non conoscendola - e se dopo due ore non era nemmeno arrivato sotto il palazzo dell´appuntamento col parisi, allora non si capisce proprio che razza di appuntamento fosse - il parisi era disposto ad aspettarlo tutto il giorno ? È veramente allucinante che la Moro2 non abbia convocato il parisi per un confronto incrociato, specie dopo che il fotoreporter amico del 16marzo aveva svelato la targa nel 2017.
    È in corso istruzione del Moro sexies : ma se vi aspettate dalla procura che convochi il parisi, chi visse sperando...

    RispondiElimina
  15. Il parisi continua sparandone una più grossa dell´altra : che giunto a Fani, lascia la fulvia non chiusa a chiave e con le chiavi dentro ! La macchina prestata nemmeno a lui, ma all´amico di un amico dell´amico !!!
    Bersi tali assurdità vuol dire francamente, omissione d´inchiesta.

    RispondiElimina
  16. Poi viene rilevato che mentre nel 2015, cioè appena 10 mesi prima, di leva aveva dichiarato di essere andato in questura con la fulvia dopo Fani e dopo il Gemelli, ora invece sosteneva di non aver più saputo nulla della fulvia dopo Fani : lui risponde coi soliti non so non ricordo. Si glissa e si procede.
    Eppure bastava chiedere a giovanni parisi che fine avesse fatto la fulvia quel giorno.

    RispondiElimina
  17. Nessun altro presente a Fani quella mattina ha confermato la presenza del di leva. Il quale dice di esser rimasto tutto il tempo accanto a Zizzi agonizzante e di averlo poi accompagnato al Gemelli con l´ambulanza e una volante. In nessuna foto di Zizzi ancora in macchina si vede un 22enne in borghese accanto a lui. Si poteva chiedere conferma a tanti agenti, ambulanzieri, personale del Gemelli. Nulla.
    di leva ha firmato una storia falsa, un depistaggio inventato di sana pianta da spinella. di leva non ha mai messo piede a Fani/Stresa quella mattina. Però la fulvia sì, e giovanni parisi esiste davvero e ne era davvero intestatario. Quale fu lo scopo di questo ennesimo depistaggio da parte delle autorità ?

    RispondiElimina
  18. A questo punto l´audizione diventa Ionesco, Kafka : grassi chiede al di leva a che ora avesse smontato il 16, di leva risponde alle 7 di mattina perché il 15 aveva svolto sia turno di mattina sia di di notte : ora immaginate se qualcuno che deve riconsegnare la macchina ad un amico, chiederebbe il favore ad un collega stravolto e morto di sonno dopo il turno di notte !! E che oltretutto non conosce nemmeno la zona dove dovrebbe riconsegnare !!!
    Ripeto : questa fabula del di leva è un´invenzione di sana pianta messagli in bocca da spinella e compagni di merende del terrore di regime, complici della strage e dell´assassinio di Moro.

    RispondiElimina
  19. Ripeto : il di leva poco dopo, asserisce di aver preso la fulvia "poco dopo le 7 di mattina " : e nessuno gli chiede che diavolo abbia fatto in giro per Roma con quella macchina per 2 intere ore fino a poco dopo le 9 quando sarebbe arrivato a Fani !!!

    RispondiElimina
  20. Ripeto : il punto di partenza asserito è via Statilia dove c´era la caserma del poliziotto di leva e dove lui abitava pure. Google ci dà, per un percorso auto via Statilia-Fani/Stresa, da un minimo di 15 ad un massimo di 25 minuti :
    anche titubando e chiedendo a più riprese a passanti, metterci 2 ore è impossibile, alle 7 di mattina senza grosso traffico, e con l´ultima parte del percorso a forte velocità accodato a volante che si precipitava a Fani stando sempre al di leva. Uno non parte in macchina senza la benché minima idea di dove andare e che percorso seguire, gli avrà pur dato indicazioni il misterioso (e mai esistito) anonimo amico del parisi ! Oltretutto a quell´ora, il traffico era verso il centro, quindi il di leva si sarebbe pure trovato controtraffico e relativamente libero da ingorghi.

    RispondiElimina
  21. L´ennesima menzogna che inchioda il di leva al reato di falsa testimonianza aggravato, è quando dice poi, che mentre era accanto a Zizzi subito dopo l´agguato, che gli si accostano due agenti in borghese e gli intimano di seguirli in questura "dal dottor spinella" : peccato che il dottor spinella in quel momento, subito dopo l´agguato, o stava già a Fani pure lui come sappiamo, oppure era sulla via.

    RispondiElimina
  22. L´unica cosa che il di leva dice e ribadisce con sicurezza è che giovanni parisi non era un poliziotto. Come faccia a saperlo visto che prima aveva asserito o di non conoscerlo o di non ricordarlo, non si sa. Non era amico suo il parisi, ma di un amico poliziotto del di leva. Anonimo, così amico che il di leva ricorda il nome del parisi che non conosceva ma non quello del suo amico poliziotto !!! Che era un suo collega che vedeva ogni tanto in via Statilia per sua ammissione.

    RispondiElimina
  23. A questo punto potrei fermarmi soddisfatto e scaricare anch´io il barile sulla procura che istruisce il sexies : forza ragazzi, audite giovanni parisi e rino parisi se viventi, metteteli a confronto col di leva, e con l´amico fantasma poliziotto etc. - ma fare ciò dopo 44 anni di depistaggi e insabbiamenti, e progressi e prove usciti a fatica solo a grazie a citizen-journalists, a citizen-investigators come Alfredo Carlo Moro, Carlo D´Adamo, Andrea Guidi, Alberto Gentilini e tanti altri, sarebbe ingenuo o troppo facile. Sono i citizen-journalists che devono continuare l´indagine, senza nulla attendersi da una procura inetta e vile quando non complice.

    RispondiElimina
  24. Per ora, posso dire solo quel che ho detto, più questo, da fonte che tiene alla riservatezza :
    Giovanni Battista Parisi nasce a Cenadi (CZ) l´8.3.1947 come detto supra :
    non risultano suoi indirizzi o imprese, ma doveva avere immobili perché nel 2019 l´Agenzia delle entrate ha ipotecato suoi beni nel comune di Zagarolo.

    RispondiElimina
  25. Dovrebbe essere fratello o parente stretto di Parisi Rino, nato a CENADI (CZ) l´ 08/06/1942. Costui risiedeva al 1973 in via degli Scipioni 191 a Roma come detto, e risulta si sia occupato di abbigliamento, e fino a tempi recenti o tuttora, avere un atelier per abiti da sposa sempre in via degli Scipioni, al 142 :
    http://web.tiscali.it/rinoparisi/
    Vi è però nelle fonti, un dato curioso : il Rino risulta consigliere di una ditta di pellicceria di Milano, la Miama srl, dal 16.6.92 : dalla medesima data, l´impresa risulta ufficialmente cessata...
    Poi risulta titolare di un´impresa di confezione di biancheria a Roma in via Duilio 12, di cui è titolare dal 1981 al 1986 quando l´impresa cessa, dunque meno di 5 anni.
    Infine, risulta titolare di altra impresa di sartoria con sede a casa sua in via degli Scipioni 191 Roma, dal 1996 al 2011 per 15 anni, poi la ditta è cancellata.
    Supra abbiam visto come risulti in rete titolare di un atelier da sposa, che però ufficialmente non risulta.
    Non pare un po´ il clan bonanni, che cambia ragione sociale ad ogni progetto ? Mmm...
    Mi limito per ora a prendere appunti, non ho elementi probanti per accusare rino e giovanni parisi e renato di leva di attività illecite, assolutamente.
    Ho però fornito le prove che il di leva ha commesso falsa testimonianza aggravata sulla strage di via Fani e la sua mai avvenuta presenza lì.


    RispondiElimina