martedì 26 giugno 2018

LA GIACCA DI ALDO MORO


E' con gran piacere che pubblichiamo questa approfondita analisi di Arturo Tozzi sui colpi
che attinsero Moro, in relazione in particolare alle evidenze, visibili ancor oggi, sugli indumenti che indossava in quel momento. 
Forse non dischiuderà nuovi orizzonti ( o forse sì ) ma certo sarebbe stato compito di altri, a ciò deputati a suo tempo, effettuare un' indagine ricostruttiva così particolareggiata. 
In ogni caso, leggendo questo lavoro, tante cose di questa parte di vicenda vi risulteranno più chiare.

SEDICidiMARZO

N.B. Ci scusiamo per la crudezza di alcune immagini che, in questo caso, erano però indispensabili per la comprensione dei fatti descritti.


 Arturo Tozzi (MD, PhD, AAP)
 Center for Nonlinear Science, Department of Physics, University of North Texas, Denton, Texas 76203, USA
1155 Union Circle, #311427
Denton, TX 76203-5017 USA
Computational Intelligence Laboratory, University of Manitoba, Winnipeg, Canada
Winnipeg R3T 5V6 Manitoba
E-mail address: tozziarturo@libero.it

ASL Napoli 2 Nord, Distretto 45, Via Santa Chiara, 80023, Caivano, Naples, Italy
E-mail: tozziarturo@libero.it



   
                         LA GIACCA DI ALDO MORO



I brigatisti affermano di avere ucciso il Presidente dopo avergli fatto indossare l’abito scuro che portava durante il rapimento di via Fani.  Secondo il loro resoconto, avallato dalle perizie ufficiali, Aldo Moro venne dapprima collocato all’interno del portabagagli della Renault, poi freddato con due armi.  In questo manoscritto, dopo aver condotto una nuova analisi sia dei referti autoptici che delle foto del corpo e degli indumenti, concludiamo che Moro non indossava la giacca quando venne colpito dai primi proiettili.  La giacca fu collocata sul suo corpo solo in un secondo momento, prima che Moro venisse posizionato, quasi dissanguato, all’interno della Renault.  Discutiamo inoltre l’ordine cronologico e le traiettorie dei colpi portati fuori e dentro il portabagagli, fornendo un’inedita interpretazione della ferita sul pollice sinistro.  In più, risolviamo alcune incongruenze logiche contenute nel referto autoptico, identificando una possibile, mai repertata, terza soluzione di continuo sulla maglia a carne.  In conclusione, contrariamente alla versione canonica, Moro fu colpito da una prima tranche di proiettili fuori dall’auto.  Dopo un intervallo di tempo relativamente lungo, fu infilato nel portabagagli, ove fu colpito da altri proiettili ad exitus già intercorso. 



1     1)       IL CORPO E GLI INDUMENTI

Il cadavere di Aldo Moro, rinvenuto all’interno del portabagagli della Renault a via Caetani, fu trasferito nel pomeriggio del 9 maggio 1978 all’Istituto di Medicina Legale.  L’iniziale ricognizione del cadavere evidenziò la presenza di vari indumenti sulla parte superiore del corpo: giacca, gilet, cravatta, camicia e maglia a carne.  La sottostante Figura 1 [...]


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4 commenti:

  1. Ho letto l'interessante lavoro del Dott.Tozzi ma in definitiva resto della mia idea speculare alla sua,ovvero che la giacca fosse indossata da subito e che i bierre l'aprirono per infilare i fazzoletti dopo i primi spari lasciandola poi aperta e coi lembi scostati quando deposero Moro supino( e agonizzante) nel bagagliaio (come appare nelle foto della Scientifica del '78) per cui tutti i successivi colpi impattarono soltanto sul gilet.
    Dal punto di vista balistico non posso non valutare che i primi colpi,tirati certamente su Moro seduto fuori dall'auto,siano stati con certezza solo due (tanti infatti i bossoli mancanti perchè caduti sul terreno)e i fori d'entrata sarebbero proprio i due individuati sul bavero sinistro della giacca ( che per il Dott.Tozzi sarebbero ultimi).La sua ipotesi insomma non tiene conto della repertazione dei bossoli e neppure spiega questa presunta vestizione con giacca del moribondo.Perchè avrebbero dovuto infilargli la giacca? E poi,infilare una giacca a un moribondo che sanguina non è semplice, e la giacca dovrebbe essere tutta imbrattata di sangue o ditate varie,mentre appare pulita nelle foto.Anche la questione pollice non è convincente,perchè per forarlo alla seconda serie di colpi (e non ai primi due tirati inizialmente fuori dall'auto,come è probabilissimo)vorrebbe dire che Moro steso supino avesse casualmente la mano sinista poggiata sul petto col pollice eretto e rivolto vero la canna dell'arma.Mi sembrerebbe cosa del tutto inverosimile.
    Invece riguardo alle serie di colpi di solito descritte come probanti (da altri autori)sono d'accordo col Dott.Tozzi e anzi aggiungo che qui sbagliano in molti a considerare le inclinazioni delle traiettorie come indicazione di serie di spari continue.E' un errore ,trattandosi di colpi non a raffica e quindi tra un colpo e un altro possono ben esserci stati aggiustamenti col polso,oppure si sarebbe potuto tornare sullo stesso punto con inclinazione diversa.
    Infine vorrei sottolineare che dietro al bavero sx bucato e nel taschino della giacca ,furono trovati molti frammenti metallici che furono repertati (e poi?).Ora essendo questi frammenti dietro al bavero e non sulla faccia anteriore è chiaro che non potrebbero essere residui di un silenziatore (magari raschiamenti di rondelle mancanti di feltrini)ma dovettero essere residuati da un proiettile che perdeva "briciole" dalla coda dopo un impatto intermedio.Questo impatto intermedio noi lo abbiamo ed è appunto il pollice sx forato con falange rotta.Quindi per me uno dei primi due proiettili tirati su Moro, seduto fuori dall'auto,attinse il pollice per poi finire sul bavero della giacca.
    Dunque Moro aveva la giacca indosso da subito.
    Domenico

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  2. Ero già a conoscenza delle obiezioni del preparatissimo Domenico Davanzo: abbiamo avuto lunghe discussioni riguardo la dinamica dell'omicidio, e ciò che lui scrive qui è un sunto di centinaia di post scambiati su Facebook sul sito del Gruppo SEDICIdiMAGGIO.
    Pertanto, essendo già pienamente cosciente delle sue critiche, ho avuto un grande vantaggio nella compilazione del mio manoscritto: ho potuto tenerne conto. Quindi, il lettore che mi farà l'onore di leggere il mio testo troverà in esso tutte le risposte ed obiezioni alle sue pur interessanti deduzioni.

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  3. Con riferimento alla testimonianza di Don Fabbri (CM2) circa le osservazioni confidategli da Don Curioni, volevo chiedere se a vostro avviso sia distinguibile la cd. raggiera di colpi che secondo alcuni addetti ai lavori rappresenterebbe la "firma" di De Vuono.
    Francamente questi 6 fori attorno al cuore io non li vedo proprio, al massimo ne vedo 2 o 3 al confine del lato sx del cuore.

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    1. Ma infatti, la "raggiera di colpi intorno al cuore" è una pura invenzione geometrica che però ha trovato il favore giornalistico ed è stata , colpevolmente, diffusa. Come tante altre, come, ad esempio, via Caetani a metà strada dalla sede del PCI e quella della DC!
      SEDICidiMARZO

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