giovedì 9 novembre 2017

PILLOLE DI "PECCATO" ALLA ANDREOTTI ( A PENSAR MALE SI FA ...)

La prima volante giunta in via Fani
N.B.  CM1= prima  commissione  Moro
      CM2= attuale commissione Moro

Da piazza Igea (oggi piazza Walter Rossi) all'incrocio di via Fani con via Stresa vi è una distanza di percorrenza di 550 metri.





La piazza, dopo l'assassinio - accaduto nel 1977 lì nei pressi - di Walter Rossi, era presidiata quotidianamente ad opera del commissariato di zona da uomini della Celere e da un sottufficiale del commissariato stesso. Lo dice il brigadiere Salvatore Tinu nella
sua deposizione del 5 marzo 1979 di cui in CM1 vol. 42 pag. 685.



Il 16 marzo, in seguito alle prime segnalazioni di cittadini  abitanti in via Fani e zone limitrofe, fu inviata, su disposizione della sala radio, una autopattuglia (composta dagli agenti Di Berardino e Sapuppo, l'autista) che stazionava a via Bitossi cioè a oltre 2 chilometri di strada dal fatidico incrocio via Fani/via Stresa. 
Dagli atti  CM2, uno stralcio dell'audizione di Sapuppo a pag. 14;
(http://www.gerograssi.it/cms2/file/casomoro/DVD27/20160525_sten88.pdf  ):

Questo dunque il percorso che abbiamo potuto ricostruire tramite l'applicazione  di Google ponendo  obbligato  il passaggio  da via Massimi e da via Trionfale e poi via della Camilluccia in quanto via Trionfale nel tratto successivo era già all'epoca a senso unico (la pattuglia passerà, ormai quasi arrivata a destinazione, davanti a piazza Igea):




Come molti sanno, l'autopattuglia lascia via Bitossi per accorrere in via Fani e poco dopo alla stessa via Bitossi arrivano i brigatisti per recuperare il furgone lì fermo e che verrà utilizzato per trasportarvi Moro fino al nascondiglio. Arrivano, vi depositano due borse e ripartono via anche con il furgone.  Leggiamo infatti in CM1 vol. 6 pag. 292:



Utilizziamo due pagine del libro "Nell'anno della tigre " di Silvana Mazzocchi per riassumere questa fase della vicenda:




E' lecito che a questo punto qualcuno possa avanzare l'ipotesi che non fu possibile rivolgersi agli agenti che stazionavano in piazza Igea perché magari quel giorno, casualmente, il servizio non fu svolto.


Ma sarebbe un'ipotesi non tranquillizzante bensì assai più inquietante specie se  la consideriamo unitamente alle dichiarazioni rese in audizione dall' allora agente di polizia giudiziaria Adelmo Saba in servizio nel 1978 al commissariato di zona Monte Mario. Atti CM2 a pag. 22 e seguenti.

http://www.gerograssi.it/cms2/file/casomoro/DVD27/20160609_sten90.pdf ):

[...]

PRESIDENTE. Questo lo rivedremo con
calma. Sempre nelle dichiarazioni rese il 10
dicembre 2015 lei ha manifestato sorpresa
perché non venne fatta quella che lei de-
finisce la « usuale bonifica ». Può descri-
vere la modalità in cui si svolgeva tale
bonifica e su quale percorso veniva attuata ?

ADELMO SABA. Innanzitutto sui posti
fissi, dal dottor Torregrossa a diversi poli-
tici che abitavano nelle vie adiacenti...

PRESIDENTE. Bonifica, per capire, si-
gnificava passare e vedere se c’era qual-
cuno... ?

ADELMO SABA. Se c’era qualcuno so-
spetto o autovetture sospette. Noi control-
lavamo sia le targhe sia le persone sospette,
solo che quel giorno mi misero di riposo a
mia insaputa e non ho potuto effettuare
quel tipo di controllo, diciamo.

GERO GRASSI. Quel giorno, il 16 ?

ADELMO SABA. Il 16 marzo.

PRESIDENTE. Stiamo parlando del 16 marzo.

[...]

FEDERICO FORNARO. Voi, quindi,
prima del passaggio della scorta [ e di  Moro ndr ], facevate
un’attività di bonifica, di controllo ?

ADELMO SABA. Sì.

FEDERICO FORNARO. Quindi, voi fa-
cevate quest’attività di bonifica tutti i
giorni.

ADELMO SABA. Tutti i giorni.

FEDERICO FORNARO. Salvo che il 16
marzo. Il 15 viene a sapere...

ADELMO SABA. No, il 16. Mi misero di
riposo per il 16.

FEDERICO FORNARO. Sì, ma quando
lei ne viene a conoscenza ?

ADELMO SABA. Il 15.

FEDERICO FORNARO. Infatti stavo di-
cendo questo, cioè che lei il 15, il giorno
prima, riceveva l’ordine di servizio sostan-
zialmente per il giorno dopo, o comunque
quello che doveva fare.

ADELMO SABA. Sì.

FEDERICO FORNARO. Quindi, lei il 15
scopre, con suo stupore perché non l’aveva
chiesto, di essere stato messo di riposo.

ADELMO SABA. Di riposo, sì.

FEDERICO FORNARO. Lei e anche i
colleghi che facevano quest’attività.

ADELMO SABA. Sì.

[...]



E aggiungiamo anche le dichiarazioni  rilasciate successivamente alla stampa dal commissario dell'epoca  Enrico  Marinelli (poi  prefetto, oggi in pensione) che dirigeva il commissariato Monte Mario.

Da : ( http://www.ecoaltomolise.net/caso-moro-enrico-marinelli-gia-parlato-la-commissione-dinchiesta/  )




Insomma tutto  questo, di per sé,  non dimostra ovviamente nulla ma è solo per dire che di materiale per pensare male e fare peccato in questa vicenda se ne trova a iosa.
Se poi sia vero, come diceva Andreotti, che ci si azzecca pure...ah saperlo!














3 commenti:

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  2. In realtà in piazza Igea (ora piazza Walter Rossi) c'era un palazzo occupato noto come "Casa Rossa" e lì davanti si radunavano ragazzi di sinistra ed il 28 Settembre 1977 era stata ferita una ragazza Elena Pacinelli.
    Il giorno dopo in uno scontro tra ragazzi di destra e di sinistra fu ucciso Walter Rossi all'incrocio tra Via Marziale e Viale delle Medaglie d'Oro.

    La zona della "Casa Rossa" fu tenuta sotto controllo dalla Questura e dalla Celere per molti mesi.

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  3. Cossiga raccontò
    «Che fin da quando, nell’edicola di Monte Mario dove stavo sfogliando riviste di elettronica, appresi dalla radio dell’auto di scorta collegata con il capo della polizia che Moro era stato rapito, fui certo che sarebbe stato ucciso».

    Non so quale fosse esattamente l'edicola ma dato che in quegli anni Cossiga mi sembrava abitasse a Via Cadlolo, possiamo valutare in km 2,5 la distanza da Via Fani, ovvero 100 secondi con un corteo di auto con sirena e lampeggianti.

    Invece arriva prima il fotografo Antonio Ianni, partendo da Talenti con una Kawasaki 400, percorrendo 10,5 km.

    Qualcosa non quadra.

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