Antonio Ianni nel 1978 era un giovane reporter dell' ANSA. Il 16 marzo accorse subito in via Fani.
Qui la registrazione dell'audizione da Radio Radicale di oggi, 16 novembre 2017
Ascolta l'audio
(N.B. Lo stenografico sarà inserito appena disponibile)
Qui, in sintesi, quello che aveva dichiarato nel '93 ( da http://blunews.forumfree.it/?t=26142629 ):
Il ricordo del primo fotografo in via Fani.
ROMA - "Arrivai che i cadaveri non erano ancora stati ricoperti dai teli bianchi. C'era poca gente. Sono stato il primo fotografo in via Fani. Era passato poco più di un quarto d'ora dal
rapimento del presidente della Dc". Antonio Ianni, oggi in pensione, fotografo dell'ANSA, ho raccontato tempo fa come ha vissuto quel 16 marzo e i dettagli e l'emozione di quel "primo servizio importante". Una delle sue prime foto, scattate quel giorno, fu quella di una borse di pelle nera, ad una decina di metri dalle auto, accanto al marciapiede e che "sembrava smarrita da qualcuno". Le foto successive furono scattate all'interno delle auto. C'era una pistola di un agente di scorta ancora posata sul cruscotto. "Ricordo di avere visto sui sedili posteriori un grosso pacco di giornali e forse qualche cartellina. Alzai gli occhi perché sentii un elicottero che fece un paio di giri sulle nostre teste e poi scomparve. Non mi sembrava avesse segni distintivi evidenti della polizia o dei carabinieri. Ebbi solo il tempo di fare quelle foto mentre arrivavano i fotografi delle altre grandi agenzie straniere poi fummo allontanati tutti dal servizio d'ordine e continuammo a scattare foto da un terrazzo lì vicino". "Poco dopo - ricorda Ianni - andai a Pratica di Mare per cercare di fare delle riprese dall'alto. Mi informai e mi dissero che in quell'ora nessun elicottero si era alzato in volo a Roma. Mi ricordai di quell'elicottero che avevo visto senza alcuna insegna: era un elicottero civile. Notai, riflettendo, che in fondo a via Fani, a sinistra c'é un boschetto. Quell'elicottero non sapevo spiegarmelo". "Tornato a casa la sera la trovai tutta sottosopra. Letteralmente sottosopra. La mia pistola sul letto, l'oro, l'orologio e tutti i beni, tutto sul letto. Nessuno aveva toccato nulla ma la casa era sottosopra".
rapimento del presidente della Dc". Antonio Ianni, oggi in pensione, fotografo dell'ANSA, ho raccontato tempo fa come ha vissuto quel 16 marzo e i dettagli e l'emozione di quel "primo servizio importante". Una delle sue prime foto, scattate quel giorno, fu quella di una borse di pelle nera, ad una decina di metri dalle auto, accanto al marciapiede e che "sembrava smarrita da qualcuno". Le foto successive furono scattate all'interno delle auto. C'era una pistola di un agente di scorta ancora posata sul cruscotto. "Ricordo di avere visto sui sedili posteriori un grosso pacco di giornali e forse qualche cartellina. Alzai gli occhi perché sentii un elicottero che fece un paio di giri sulle nostre teste e poi scomparve. Non mi sembrava avesse segni distintivi evidenti della polizia o dei carabinieri. Ebbi solo il tempo di fare quelle foto mentre arrivavano i fotografi delle altre grandi agenzie straniere poi fummo allontanati tutti dal servizio d'ordine e continuammo a scattare foto da un terrazzo lì vicino". "Poco dopo - ricorda Ianni - andai a Pratica di Mare per cercare di fare delle riprese dall'alto. Mi informai e mi dissero che in quell'ora nessun elicottero si era alzato in volo a Roma. Mi ricordai di quell'elicottero che avevo visto senza alcuna insegna: era un elicottero civile. Notai, riflettendo, che in fondo a via Fani, a sinistra c'é un boschetto. Quell'elicottero non sapevo spiegarmelo". "Tornato a casa la sera la trovai tutta sottosopra. Letteralmente sottosopra. La mia pistola sul letto, l'oro, l'orologio e tutti i beni, tutto sul letto. Nessuno aveva toccato nulla ma la casa era sottosopra".
L'elicottero "civile" è stato avvistato anche da altri testimoni.
RispondiEliminahttp://ducciop.blog.kataweb.it/2007/03/15/ricordo-del-16-marzo-1978/#comments
..Ricordo del 16 marzo 1978
La mattina del 16 marzo del 1978 il sole splendeva nel cielo di Roma, i suoi raggi saturavano i colori della città. Avevo 18 anni frequentavo l’ultimo anno del Liceo Scientifico Guido Castelnuovo, situato tra i quartieri di Monte Mario e Primavalle. Quella mattina ero in ritardo di circa mezz’ora, sapevo che sarei dunque entrato alla seconda ora, alle 9,30. Con il mio Morini 50, detto il corsarino, avevo due strade che mi portavano a scuola, una di queste passava per via Mario Fani, l’altra passava vicino all’abitazione del presidente Aldo Moro. Quella mattina scelsi di passare per la prima. Mentre percorrevo la strada vidi un elicottero che faceva più o meno il mio stesso percorso, ma non ci feci caso. Tra avvenimenti istituzionali e controllo del traffico in città l’elicottero non era certo una novità. Utilizzavo una stradina che incrociava via Fani come scorciatoia, e poi mi era familiare poiché avevo un amico che abitava li vicino. Giunsi in prossimità dell’incrocio praticamente nello stesso momento in cui arrivavano decine di auto delle forze dell’ordine. Una macchina per bloccare il traffico quasi mi speronò. Capii subito che era successo qualche cosa di molto grave. Nell’aria c’era uno strano odore, e con la coda dell’occhio feci in tempo a vedere una sorta di incidente in mezzo alla strada. Ma mi scacciarono via subito. Per strada la gente già si affacciava alle finestre, alcune avevano una andatura strana. Arrivai a scuola pochi minuti dopo. Gli elicotteri erano aumentati, in lontananza sirene di ogni tipo. Le BR avevano rapito Aldo Moro e ammazzato la sua scorta. Tutta la mattina non si parlò d’altro, eravamo più o meno tutti impegnati politicamente. Tutti avevamo lo stesso sentimento di vuoto, come se fossimo sull’orlo di un baratro. Ci sentivamo colpiti, impotenti, non capivamo. Col senno del poi fu qualche cosa paragonabile all’11 settembre, sapevamo che qualche cosa sarebbe cambiato per sempre. Capimmo quella mattina, e ne avemmo la conferma il 9 maggio, giorno dell’uccisione di Moro, che quell’atto così efferato avrebbe determinato la fine delle BR. Ma ancora oggi mi vengono i brividi a pensare che passai per via Fani pochi minuti dopo l’assalto e l’eccidio.
Fu molto peggio, politicamente, dell'11 settembre, ma anche dell'omicidio Kennedy.
RispondiEliminaMolto peggio. L'unica similitudine è che in tutti e tre i casi qualcosa fosse nell'aria.
Ma il caso Moro è molto peggio.
Fu molto peggio, politicamente, dell'11 settembre, ma anche dell'omicidio Kennedy.
RispondiEliminaMolto peggio. L'unica similitudine è che in tutti e tre i casi qualcosa fosse nell'aria.
Ma il caso Moro è molto peggio.