mercoledì 10 luglio 2019

TUTTO SU (VIA) GRADOLI - parte 4 "Quer pasticciaccio brutto" del brigadiere Merola



 ( a cura di: Franco Martines)

Immagini  di repertorio dal sito:
http://www.assopolizia.it/immagini/
Abbiamo visto,  in precedenza,  la prima "soffiata" su (via) Gradoli  ad opera di Prodi e della sua seduta spirica che portò il 6 aprile solo alle perquisizioni in agro di Gradoli (ma sulla primogenitura della indicazione "Gradoli/via Gradoli" si sono stratificate nel tempo  varie altre e controverse affermazioni, vedi ad es.  quest'articolo di Repubblica con le dichiarazioni di Labruna.  (Clicka sulla parte evidenziata).
Abbiamo poi visto la dinamica dell'allagamento al piano sottostante l'interno 11 di via Gradoli 96 e dell'intervento dei Vigili del Fuoco, nonché la successiva irruzione nell'appartamento da parte della Digos, seguita dall'entrata, nello stesso, della Polizia Scientifica, del magistrato ancora in sella, Infelisi, e di tanti altri (vedi puntate precedenti in fondo all'articolo).

Si apre ora il complesso capitolo delle indagini (che in realtà sarà più d'uno). Tra i primi ad intervenire, sulla volante Beta che
aveva di lì a poco seguito ( su sua stessa sollecitazione)  la volante 5 (la prima ad accorrere) c'era l'allora brigadiere Domenico Merola.

Già da sola questa vicenda è molto complessa e quindi ben vengano suggerimenti ed integrazioni da parte dei nostri "venticinque lettori" che abbiano già approfondito, in tutto o in parte, questo particolare aspetto dell' affaire Moro.

Per ricostruire il panorama delle indagini  dobbiamo dunque ora fare un salto all'indietro e tornare al 18 marzo, due giorni dopo i fatti di via Fani.

Il 18 marzo Merola, a seguito di un ispezione condotta in via Gradoli, proprio al 96 (perché palazzina piena di mini appartamenti, questa la spiegazione addotta) bussa ad un certo numero di porte. Dove gli aprono identifica gli occupanti e chiede notizie sugli abitanti degli appartamenti in cui non aveva avuto risposta; fra questi, a quanto pare, ma lui non lo dice qui, anche quelli dell'int. 11 scala A e cioè la base BR che verrà scoperta giusto un mese dopo.  Leggiamo il suo verbale in proposito, datato 18 marzo 1978, rinvenibile in CM1 Vol. 124 pagg. 56-57.


Si notano una serie di errori: i fratelli Malcosti vengono indicati con due cognomi leggermente diversi, la signora Nunzia Damiano (quella che lamenterà la perdita d'acqua dal soffitto, è indicata come Aurelia,  Lucia Mokbel è indicata al maschile come Lucio e con il cognome di Moecbel.

Questa relazione di servizio, viene allegata dal capo del Commissariato Flaminio Nuovo, Dott. Guido Costa, unitamente ad una sua propria relazione, datata 18 aprile, indirizzata al Questore che evidentemente, in seguito alla scoperta della base,  aveva sollecitato notizie. Da notare che solo in quella di Costa, data del giorno corretta a penna, viene detto esplicitamente che si era bussato anche all'int. 11 della scala A di via Gradoli 96.

Sempre da CM1 vol. 124 pagg. 54 e 55

Da notare che la relazione di Costa elenca tutta una serie di accertamenti assegnati a Merola in diverse vie della zona che sono anche riportati nella relazione del brigadiere che però poi era, di fatto, incentrata esclusivamente su via Gradoli 96.



QUALCOSA NON TORNA

Ma che la Polizia avesse bussato anche alla porta di Moretti e Balzerani  (se erano davvero loro e davvero solo loro) diventò di dominio pubblico già il 25 aprile grazie ad un articolo del sempre informato Mino Pecorelli su O.P. (che però sbaglia numero civico: 92 invece di 96).



Articolo che si chiude mettendo in dubbio (eufemismo) la genuinità dell'allagamento dell'appartamento di sotto e alludendo a soffiate (ignorate) giunte da Roma e da Torino.

Anche Sandro Acciari, nell'estate del '78 parlò, sulle pagine del Corriere della Sera, di soffiata che aveva indirizzato la Polizia in via Gradoli 96, forse equivocando quanto riferitogli da Parlato, come ebbe a spiegare (o a giustificare?) poi in dibattimento.

Tornando a quanto dice Pecorelli " nei primi dieci giorni del sequestro la palazzina era stata visitata ben due volte dalla Polizia" ,  bisogna dire che
in relazione al numero delle visite prima del 18 aprile ( a rafforzare l'idea che qualcuno spingesse gli investigatori lì in quella palazzina)  qualcosa di analogo fu detto nel libro inchiesta di Padellaro e Martinelli "Il delitto Moro" pubblicato nel '79.


un'affermazione che torna in parte  con quanto affermato da questa testimone dall'accento vagamente straniero. Si veda il minuto 2:49 a questo link.

La signora dice che la Polizia aveva già fatto lì delle perquisizioni tre settimane prima, un sabato mattina.

Ma anche gli occupanti dell'int. 9 (la porta di fronte al n. 11) Gianni Diana e Lucia Mokbel riferiscono, più o meno incidentalmente, di una visita della Polizia prima del 18 aprile. In una irrituale deposizione a due (Mokbel e Diana) effettuata nel loro appartamento, alle 14:20 dello stesso 18 aprile, nella parte in cui si fa esplicito riferimento alla donna, si legge:


In definitiva lei, a caldo, fissa l'intervento degli agenti nell'immobile a venti giorni prima del 18 aprile, quindi orientativamente gli ultimi giorni di marzo. La dichiarazione viene sottoscritta  da entrambi, dal Diana e dalla Mokbel.

Si diceva che la data del primo accesso è incidentale in quanto l'oggetto principale, e su cui la Mokbel tornerà sempre, è per lei di aver udito dei segnali Morse nella notte e che, approfittando della presenza degli agenti il mattino successivo, colse l'occasione per inviare, tramite loro, all'allora vice-Questore Elio Cioppa un piccolo promemoria sulla cosa ( qui in questo verbale si limita a dire di aver "accennato agli agenti" ma nelle successive deposizioni sarà più esplicita).
Tuttavia Merola negherà sempre di aver ricevuto questo promemoria che in effetti non giunse mai a Cioppa come la stessa Mokbel ( che di fatto era stata o era ancora  una sua informatrice) potè appurare, incontrandolo casualmente e chiedendogliene notizie.

Ma torniamo alla data di questo primo accesso (se effettivamente si trattava del primo) a via Gradoli 96.
Ascoltato di nuovo e da solo, lo stesso giorno alle 21: 30 negli uffici della Digos, Gianni Diana retrodata la notte dei presunti segnali Morse ( e quindi il sopralluogo degli agenti al mattino) a giusto  un mese prima (due giorni dopo il rapimento di Moro, dice) nonostante quanto avesse poche ore prima sottoscritto (fine marzo).



Del resto anche la Mokbel (qui erroneamente Macbel) successivamente, in dibattimento, retrodata (un po' meno però) l'accadimento dell'ascolto dei segnali Morse e della successiva ispezionedegli agenti, di lì a qualche ora.


[...]


Aggiungiamo infine un particolare curioso. Dinanzi ad alcune contestazioni del Presidente, durante la sua deposizione in dibattimento, Gianni Diana non esita ad autodefinirsi " di memoria debole"!



Ricordando che il 18 marzo era sabato e così il 25 marzo ed anche il primo aprile, riepiloghiamo:

  1. Le fonti ufficiali riferiscono di una sola ispezione prima del 18 aprile e precisamente sabato 18 marzo. In un secondo momento il teste Gianni Diana "sposa" questa data.
  2. La Mokbel, anche lei cambiando versione in un secondo tempo, indica però una data intorno al 21 marzo.
  3. Pecorelli riferisce di due "visite" nei primi dieci giorni  del rapimento (entro quindi il 26 marzo).
  4. Per Padellaro e Martinelli la seconda "visita" avviene sabato primo aprile.
  5. L'anonima signora del video, girato a via Gradoli il 18 aprile,  ricorda la presenza degli investigatori sicuramente un sabato mattina di circa  tre settimane prima. Quindi o il 25 marzo, data coerente con quanto detto da Pecorelli, o il primo aprile data coincidente con la seconda ispezione, secondo le notizie di Padellaro e Martinelli.
  6. Per la Mokbel, a caldo, invece,  la visita della polizia (l'unica di cui lei è a conoscenza) sarebbe avvenuta verso la fine di marzo 

Concludendo.

Quanto al numero di sopralluoghi, a parte quanto suggerito in OP da Pecorelli e ne "Il delitto Moro" da Padellaro e Martinelli, nessuno dei testimoni interrogati (molti in aggiunta a quelli qui già citati) ricorda più di un sopralluogo precedente il famoso allagamento con conseguente scoperta della base BR.

E' però evidente che c'è invece qualcosa di poco chiaro sulla data in cui avvenne il primo accesso della polizia, né le successive indagini sulle indagini, svolte da Alfonso Noce e dal Colonnello Campo hanno portato luce sufficiente.
Vedi qui le indagini svolte in merito nel 1981 nel Vol. 110, pag. 123 e segg.




UNA RELAZIONE POSTICCIA ?

Della relazione di servizio di Merola si dice questo da più parti, in quanto sarebbe stata redatta su carta intestata "Polizia di Stato", dizione in vigore solo dal 1981 dopo la sua smilitarizzazione. Sarebbe stato quindi impossibile per Merola utilizzarla nel 1978!
Francamente nelle fotocopie allegate agli atti della CM1 (sia nella versione della Camera che del Senato) tale intestazione non si vede. Non possiamo escludere che vi fosse nell'originale e che chi ha fatto la fotocopia l'abbia tagliata , magari per una questione di formato.
La circostanza è riportata in alcuni testi ed è stata detta in ambienti ufficiali, ad esempio di recente  anche da Elio Cioppa, in audizione CM2, senza essere smentito da nessuno. Più avanti un estratto dell'audizione.

Ma un certo sospetto su questa relazione nacque inizialmente perché, benché richiesta dalla CM1 e dalla  Magistratura, non saltava fuori.

In verità anche la relazione del 18 aprile '78 del Commissario Guido Costa a De Francesco  (vedi sopra) e a cui era allegata quella di Merola, sembra fosse ancora latitante per i giudici e la CM1 ancora al momento dell' udienza del 12 ottobre 1982. Pare che sia lo stesso De Francesco a tirarla fuori per la prima volta, in copia, in occasione della sua deposizione.
Qui per leggere tutta l'udienza con link al Vol. 78  già sincronizzato sulla pagina dove si inizia a parlare del caso di via Gradoli.

Di seguito, invece, alcuni estratti  significativi della parte di questa udienza nella parte relativa ai fatti di cui ci stiamo occupando.



[...]


[...]




Ma torniamo alla relazione di Merola che è l'oggetto qui di interesse.
Se ne parla, anche con punte di drammaticità nello scambio tra Santiapichi e Costa, nella precedente udienza del 23 settembre '78.

Qui vengono appunto ascoltati , oltre Costa, Merola, la Mokbel e poi tutti i componenti la squadra di Merola del 18 marzo che vengono pure messi a confronto con la Mokbel.

Qui per leggere l'udienza nel Vol. 77 con link già sincronizzato alla pagina della prima deposizione di Merola (fine pag. 527) , subito seguita da quella di Costa.

Di seguito alcuni stralci tra i più significativi.

Stralci deposizione Merola:





[...]



Stralci deposizione Costa:




[...]


[...]


[...]


[...]



Come vediamo l'incertezza regna sovrana su quando e come sia stata redatta questa benedetta relazione dell'allora brigadiere Merola, ora maresciallo. 

Tutto questo, unito al fatto che in più sedi anche ufficiali (e non smentite)  si è detto che quella relazione era vergata su carta intestata Polizia di Stato (quindi dopo l' '81), la senzazione minima è che sia stato combinato a suo tempo  un pasticcio formale a cui si è tentato di mettere una toppa che, come sempre, ha avuto una riuscita peggiore del buco che voleva coprire.

Naturalmente qui non si vuole criminalizzare nessuno.

Bisogna anzi, parlando in generale, mettersi nei panni di chi, dopo una faticosa giornata di controlli pieni di adrenalina (c'era la concreta possibilità che bussando ad una porta si ottenesse in risposta una sventagliata di mitra ) tornato in ufficio, magari nel tardo pomeriggio o in serata, non avesse legittimamente tanta voglia di dedicarsi a pratiche burocratiche. Specie se la giornata non aveva portato, almeno apparentemente, alcun risultato. 

Gli appunti di quanto fatto in giornata c'erano, si poteva anche rimandare al giorno dopo. Poi, come spesso avviene, l'incalzare degli avvenimenti e delle incombenze fa dimenticare quello che si era riposto nel cassetto provvisoriamente e quindi magari un mese dopo ci si ritrova un nodo, ormai completamente dimenticato, che torna al pettine...

Comunque concludiamo questo capitolo con stralci significativi dell' audizione di Elio Cioppa che, in forza delle domande, affronta questa vicenda del verbale di Merola a tutto tondo, unitamente al tratteggio della figura della Mokbel e della sua collaborazione con lui.

Per chi vuole leggere l'intera audizione qui. Di seguito gli stralci. Vedasi in particolare la seconda metà di pag. 8 in relazione all'epoca di redazione del verbale di Merola.


[...]


[...]


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Si conclude quindi  qui la quarta parte di "Tutto su (via) Gradoli". Dalla lettura degli atti si raggiungono tre certezze documentali:
  • Vi fu una sola ispezione precedente il 18 aprile.
  • Non è affatto certa la data del primo sopralluogo.
  • La relazione di servizio di Merola del 18 marzo fu stesa in un tempo successivo.
Nei prossimi capitoli vedremo la dinamica delle indagini vere e proprie, le direzioni prese, il contratto d'affitto, qualche aspetto che pone ancora oggi interrogativi.

[ continua ]


Se vuoi leggere gli articoli precedenti fai click sul titolo principale:

TUTTO SU (VIA) GRADOLI - parte 3  ENTRA IN SCENA  LA POLIZIA...


TUTTO SU (VIA) GRADOLI - parte 2  L'ALLAGAMENTO



TUTTO SU (VIA) GRADOLI - parte 1  LA "GIOCOSA" SEDUTA SPIRITICA






















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