mercoledì 4 aprile 2018

UN FORO DELLA 130 SCOMPARSO. UN' IPOTESI

(A cura di:  Pierdomenico Corte  e  Franco Martines )


Analizzando le svariate foto disponibili in rete ci siamo imbattuti in una sicuramente poco vista.  Si tratta di una foto in cui è ben evidente un foro di proiettile sul cristallo della portiera anteriore destra della 130; a fianco di tale foro ( che si colloca con tutta evidenza all’altezza della testa del passeggero  anteriore, cioè Leonardi) vi è poi, nel cristallo, un più ampio squarcio –provocato da altri proiettili- che evidentemente nelle successive operazioni post-agguato di apertura e chiusura della portiera si allarga, a causa del collasso di quella porzione del vetro, obliterando così quella traccia iniziale che non ci pare sia mai stata esplorata dai periti. E rendendo così questa foto piuttosto rara.

Vediamo infatti sopra, tutto sommato abbastanza nitidamente, il foro e a destra l’ampio squarcio  nel vetro davanti al braccio dell’operatore. Sotto
lo squarcio si è ormai ampliato, coinvolgendo quindi anche il foro ormai non più visibile.

Rivediamo a fianco lo squarcio, ormai completatosi , da un’altra angolazione, mentre dal filmato completo di Frajese rivediamo (sotto a destra) lo stato in cui era in precedenza. (Nella prima foto i cerchietti rossi non riguardano il nostro articolo ma si riferiscono  ad altro e cioè al contenuto del pezzo da cui è stata tratta la foto).




 



Il foro era in corrispondenza del vertice superiore interno del deflettore e circa a metà della maniglia di apertura come possiamo vedere sotto.


Qui sotto rivediamo nuovamente la foto con squarcio, ormai completo, su cui abbiamo collocato, utilizzando i precedenti riferimenti, la posizione del foro scomparso  (con un aggiustamento prospettico legato alla differente angolazione della foto della portiera) . Abbiamo anche evidenziato il foro sul parabrezza.


Il foro sul parabrezza - lo ricordiamo - negli esami della Polizia Scientifica del ’78 risultò essere stato causato da un proiettile penetrato nella faccia interna del parabrezza e fuoriuscito da quella esterna. (Vedi CM1 vol. 123 pag. 11)

A questo punto abbiamo voluto verificare se e quanto fosse compatibile una ipotesi; e cioè che il foro sul cristallo della portiera anteriore destra fosse l’entrata del proiettile che poi esce dal parabrezza (trascurando per semplicità i problemi di deviazione della traiettoria nell’attraversamento del primo cristallo che comunque, non essendo stratificato, non dovrebbe essere stata molto consistente).

La foto sotto mostra l’idea di cui verificare la compatibilità. La linea blu rappresenta la ipotetica traiettoria conseguente.



Siamo quindi andati alla ricerca della scheda tecnica della 130 per reperire i dati dimensionali (qui la vedete in un’immagine specchiata per esigenze di confronto sul lato destro dell’auto) …


… e dei dati sulla pendenza della strada (calcolata su un tratto finale di 30 metri) che risulterà pari al 4,4%.




Vista in prospettiva laterale questa è la situazione che se ne ricava.

Poiché l’auto è rappresentata in posizione orizzontale (nella realtà era in pendenza) si è collocato il punto di uscita nell’immagine 3 cm. più in basso (in scala) per tener conto appunto della pendenza della strada  (l’immagine su cui si è lavorato è in  scala 1:18  circa).
Nell’ ipotesi di ricostruzione qui presentata il colpo sembra proprio indirizzato alla testa del passeggero anteriore con un andamento leggermente basso alto che infrange il cristallo della portiera ad un’altezza  di 119 cm. da terra (questo punto di impatto è stato preso come riferimento relativo assumendo naturalmente che pneumatici e ammortizzatori e carico fossero nelle condizioni previste dalla casa).

Nella vista “dall’ alto” però la situazione presenterebbe quest’aspetto. (Elaborazione della piantina con i bossoli da noi sviluppata in un precedente articolo [ leggilo qui ] nel primo dei tre documenti a pag. 20 )



Congiungendo i due punti di impatto e assumendo che siano stati provocati da un unico proiettile (che non avrebbe dunque incontrato altri ostacoli lungo il suo percorso)  si ottiene una traiettoria - orientata dal marciapiede al centro dell’incrocio -  con un assalitore (pallino giallo) che ad una distanza di 5 metri dall’ obiettivo brandeggia un’arma (tenendo conto della pendenza della traiettoria di circa il 5%) ad un’altezza da terra di circa un metro (altezza compatibile con quella di uno sparatore inginocchiato/accovacciato) avendo alla sua destra,  a poco meno di due metri, 2 bossoli 7.65-

Ora se la distanza dei bossoli dalla posizione rappresentata dello sparatore è compatibile con le distanze di espulsione lo è meno la posizione degli stessi che dovrebbe essere a destra  e indietro (circa 135°).
Ma soprattutto , trattandosi di un colpo che viaggia da un metro a un metro e venti centimetri avrebbe trovato come ostacolo insormontabile la famosa Austin Clubman , come si può ben vedere sopra.

Immaginando però che questi due colpi di Beretta 7.65 (a questo punto iniziali) siano stati esplosi in un tempuscolo precedente all’ arresto definitivo della 130 (sagoma blu), quando la stessa era ormai in fase finale di sterzata e frenata, la distanza dello sparatore si ridurrebbe a 4 metri, l’altezza di brandeggio dell’arma salirebbe a m. 1.05 (sempre compatibile con l'ipotesi di assalitore accovacciato/inginocchiato) l’angolo tra traiettoria e punto di caduta dei bossoli si approssimerebbe ai teorici 135 gradi e soprattutto non vi sarebbero ostacoli tra il tiratore e la 130.



Questa ipotesi che, per ovvi motivi non può tenere conto delle reali condizioni di pressione delle gomme e degli ammortizzatori e di carico, trascura, come già detto, anche la possibile deviazione del proiettile nell’ attraversamento del primo cristallo (comunque presumibilmente non significativa) assumendo che si tratti di un colpo che dopo aver attraversato il cristallo della portiera , avendo mancato l'obiettivo, prosegua in linea retta e trapassi il parabrezza.
E non entra neanche nel merito di quali accorgimenti abbia potuto prevedere l’eventuale assalitore , così collocato, per proteggersi dal fuoco “amico” che comunque, in tal caso, mentre egli si allontanava fulmineamente verso l’incrocio  dopo aver esploso i  4 colpi totali  di 7.65 (i cui bossoli sono appunto i due sul marciapiede, uno nel tombino di fronte ed uno vicino l'alberello a destra) poteva iniziare  massicciamente solo dopo la sua rapida azione e a partire dall’auto che seguiva la 130 (onde evitare appunto di colpirlo).

Occorreva un uomo audace e sicuro dei suoi mezzi? Certamente.  Disponevano le BR di un uomo con queste caratteristiche?  Non lo sappiamo è difficile ma non possiamo escluderlo.

Come detto questa è una pura e semplice ipotesi di studio  che non ha minimamente l’intenzione di raccontare una presunta “verità”  bensì quella di tentare di approfondire stimolare la riflessione su una traccia (quel foro nitido – e però provvisorio - sul cristallo della portiera anteriore destra della 130) che sembrerebbe  che nessuno abbia mai analizzato prima.

1 commento:

  1. Abbiamo sentito spesso nellericostruzioni, nei programmi, che uno dei rapitori con la divisadell'Alitalia rubò, prima di scappare, la valigia del presidente Morocon i suoi libri. In realtà dei libri, e pure una borsa molto ampia, siintravedono nell'istantanea, in cui si intuisce pure che quel poliziotto-autista morì mentre metteva la mano sul cambio, forse per fare retromarcia. Il posto di fianco alla guida, in cui secondo alcunicronisti avrebbe dovuto sedere il famoso bodyguard Leonardi, apparevuoto. O forse il morto è sdraiato per metà fuori dell'abitacolo e nonsi vede. Per la didascalia dello stesso giornale c'era un secondo uomovicino al guidatore della macchina di Moro.
    Anche nella prima pagina del giornale ABC Espana c'è l'uomo vestitodi blu con il giornale addosso. Diciamo che può corrispondere al poliziotto morto che tutti abbiamo visto nella foto grandangoloabbastanza comune, che avevano anche gli spagnoli, in cui si vedetanta gente intorno alla scena del rapimento e un uomo morto, in certeimmagini ricoperto da un telo bianco, dietro l

    Alfetta della scorta.Questo poliziotto si chiamava Raffaele Iozzino.Tutto porta a pensare che sia lo stesso che ha addosso un numero delGiorno. Con la divisa blu, magari di un aviere. Davanti a lui nellafoto del quotidiano di Siviglia ABC si intravede un uomo, probabilmente un magistrato, che modifica la scena del crimine. E visibile anche in una foto di Wikipedia. Sta raccogliendo dei bossoli?
    E il giudice Infelisi? Oppure sta per togliere quei giornali dal corpo diIozzino? Ma a cosa serviva un numero del Giorno a un povero poliziotto che fuggiva dalle raffiche?Ci sono altre foto nitide su Wikipedia. Le ho confrontate tuttetrovando due grosse differenze che al momento non riesco a spiegare.La prima è questa: nella macchina di Moro c erano il guidatore Riccie secondo la ricostruzione italiana al suo fianco il marescialloLeonardi. Su Wikipedia si intravede infatti il bodyguard di Moro piegato con la testa che sembra toccare la spalla di Ricci. Il problemaè che nella foto spagnola, in cui si vedono i libri di Moro, questocorpo di Leonardi non c’è
    . Sembra proprio che tra la mano di Riccisul cambio e la portiera ci sia poco spazio e che sotto i libri vi sia unozaino aperto, grande, che poggia sul sedile. L’idea che dà la foto di LaVanguardia è che Ricci nel difendersi dai colpi si sia accasciato sullasua destra sui libri di Moro.Altro non si vede.L’altra differenza la si nota tra la foto dell’uomo con il numero delGiorno e la foto di Iozzino di Wikipedia. La ricostruzione italiana,abbiamo detto, vuole farci pensare che dietro l’Alfetta ci fossel’uomo con il giornale. Quello che però non si può non notare è che ilgiornale non è nella stessa posizione in entrambe le foto. Sul bracciodestro di Iozzino, nella foto spagnola, c’è
    un foglio. Nella fotoitaliana, in cui si vede la macchina bianca, sul braccio del poliziottonon c’è
    niente. Che si sia alzato il vento e il foglio sia volato via?Oppure è stato prelevato dal magistrato?Ma anche il colore della divisa non ci convince. Nella foto spagnoladella Vanguardia sembra che il morto con Il Giorno indossi una divisada aviere, o dell’aeronautica. Il blu è intenso e la foto è molto nitida.


    tutto tratto da una indagine

    L'INDAGINE IMPOSSIBILE

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