mercoledì 22 novembre 2017

LA STRANA RELAZIONE DELL'AGENTE DI LEVA (2) [aggiornamento]


( Riproponiamo qui un documento, già pubblicato, con un piccolo aggiornamento in appendice) 


Roma, sedici di Marzo 1978. [...] Portatici, con la volante, in quella strada, cioe` in via Fani, abbiamo visto due auto tamponate con i vetri rotti: nella prima una Fiat 132 o 130, vi erano due persone riverse sui sedili anteriori; il primo, quello al posto di guida, era leggermente reclinato sul lato destro; quando gli ho chiesto cosa fosse successo, ha fatto solo un cenno con la testa senza proferire parola, non e` riuscito ad aprire la bocca ed ha reclinato il corpo. Il secondo non dava segni di vita [...]

Cosi`, l'agente di PS fuori servizio, Renato Di Leva descrive nella Relazione di servizio la scena che gli si paro` dinanzi agli occhi. Per anni le sue parole hanno fornito una delle piu` interessanti descrizioni della scena della strage di via Fani ed una delle fonti ritenute piu` attendibili.

Nel 2016, il collettivo SEDICidiMARZO, a fronte di una attenta analisi del documento, ha riscontrato nella relazione un lungo elenco di incongruenze e descrizioni dubbie dei fatti. Fino ad arrivare alla scoperta di una copia della relazione alla quale era apposta una firma del Di Leva falsificata e alla deduzione (come verrà infatti dichiarato dallo stesso in audizione) che la sua relazione fu materialmente redatta da altri.

Le osservazioni sulla relazione di servizio del sig. Di Leva sono state inviate in data 12/12/2015 al sen. Fornaro e all'on. Grassi, membri della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro. Il giorno dopo è stata inviata una piccola integrazione.


Il sig. Di Leva e` stato audito dalla Commissione di inchiesta in data 21/04/2016.




APPENDICE

L' agente, prima dell'audizione del 21 aprile 2016, era stato ascoltato il 14 luglio 2015, in qualità di persona informata dei fatti, dai collaboratori della commissione. 

In tale occasione aveva introdotto delle novità rispetto a quanto da lui descritto nella relazione di servizio del 16 marzo 1978. Di tali novità era filtrato qualcosa all'atto della redazione del nostro documento, prima che questo verbale di deposizione venisse desecretato contestualmente alla sua audizione in seduta pubblica. (Leggi qui il verbale del 14 luglio 2015).

Poiché uno degli elementi di dubbio da noi esposti all'epoca era costituito dalla presenza agli atti di due firme dello stesso agente alquanto difformi tra loro ( e infatti lo stesso Di Leva ne riconoscerà poi una sola) per completezza ve le riproponiamo insieme a quella del  citato verbale del 2015.

Anzi, chiediamo un parere a chi dovesse leggerci. Considerato che l'ultima firma (quella a destra), apposta dinanzi ai collaboratori della commissione, è certamente la sua, qual è per voi - fra le due a sinistra - quella buona?


     Relazione di servizio, 16 marzo 1978  (A)






Deposizione del 14 luglio 2015






Relazione di servizio, 16 marzo 1978  (B)

141 commenti:

  1. Direi nessuna delle due. Se proprio, la seconda.

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  2. Credo che siano uguali. nel senso che appartengano tutte e tre alla stessa persona. Anche se la R di Renato sia alquanto "complessa", le cadenze e l ritmo credo siano uguali. Vedi la D di del cognome e come la "micro scivolosità" dei tratti partano dal di sotto.
    Non sono un tecnico, ma ho esperienza dato il mio lavoro di responsabile in un azienda pubblica, e per passione.

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    1. Lui stesso ha disconosciuto, in audizione, una delle due firme del '78 (Ascoltare o leggere ai link postati). Non sappiamo però a tutt'oggi quale delle due (non è stato precisato). Da qui il piccolo quiz. Per di più ha riconosciuto di non aver steso lui stesso la relazione e di essere stato arrestato nel 1981 per gravi reati contro la persona. (Anche questo può essere ascoltato o letto i link indicati).

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  3. Interessante testimonianza del Di Leva

    Degli occupanti della seconda autovettura, uno si trovava già a terra, caduto dal sedile posteriore, che a mio avviso era già morto, vicino a lui vi era una pistola cal.9 mod. 92f"

    Mi sembra che il corpo di Iozzino sia stato traslato ("caduto dal sedile posteriore") per alcuni metri (braccia aperte a croce) e rigirato (piedi sovrapposti); questo è confermato dalla frase "vicino a lui vi era una pistola ".

    Fino ad ora non ho mai trovato elementi contrari a questa mia ipotesi.

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    1. E' un'ipotesi interessante pur se, stando alle ultime dichiarazioni, non avendo lui scritto materialmente la relazione, potrebbe trattarsi semplicemente di un errore dell'estensore.

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  4. Se quelle tre firme sono della stessa persona egli ha semplicemente dichiarato il falso in audizione.
    Come si vede, questa vicenda è la più drammatica rappresentazione del vecchio detto "la coperta è corta".

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  5. Gentili autori del Sedicidimarzo,
    vorrei pubblicare qui una mia ricerca sul padre di patrizio bonanni, lanfranco. Il discorso sulle macchine in area agguato è il collegamento. Vi sarei molto grato come altrove detto, della visura storica della targa della fulvia.
    Dunque : lanfranco bonanni nasce a Roma il 5.2.1923 ed è ufficiale nella seconda guerra mondiale. Due documenti dell´epoca, una relazione dei carabinieri del 1944 o ´45, ed una relazione dello stesso bonanni sulla Brigata partigiana Primo Ciabatti di cui asserisce di esser stato comandante, lo danno tenente, inviato della GSI dell´Ottava Armata britannica - quella che invade l´Italia a partire dal luglio 1943 assieme alla Quinta Armata americana e alleati vari.
    Ora : che costui sia da identificare col padre di patrizio della austin morris, lo si evince dal confronto incrociato tra la scheda di "partigiano" di cui infra, del lanfranco bonanni della guerra, che lo dà nato a Roma il 5.2.23 appunto, e la visura camerale del padre di patrizio, che pure lui nasce a Roma il 5.2.23.
    Su questo moltissimo infra. Contestualizzando in via introduttiva, è questo un tassello ulteriore a conferma della presenza di operativi criminali di provenienza militare bellica anticomunista e vetero- o post-fascista, riciclati dai servizi segreti militari angloamericani fin dal 1943-45, tutto attorno alla striscia dell´agguato di Fani : moscardi, barbaro, pastore stocchi, guglielmi, ed altri su cui le ricerche sono in corso. Ora occorre inquadrare il bonanni nel contesto della riorganizzazione dei servizi segreti militari in Italia dopo il 25 luglio.

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  6. A tal fine soccorre un competente studio, di cui purtroppo ho solo il link ma non gli estremi bibliografici perché è un volume successivo senza intestazione appartenente a serie precedente :
    https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/wp-content/uploads/2014/12/pasqualini-vol2-parte3.pdf
    La data di stampa è 2007. Autori ignoti, ma la tipografia è del notorio R.U.D. - chi più informato di loro sulla storia dei servizi segreti ?

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  7. Si tratta della parte terza dell´opera, parte terza che va dall´Armistizio al 1949, cioè alla nascita del famigerato SIFAR.
    A p.2 scan, apprendiamo che al momento della ricostituzione dei servizi segreti militari italiani a Brindisi dopo la fuga del re, dirigente di essi divenne un tal colonnello Agrifoglio, riciclato dagli americani di cui era prigioniero, liberato e rispedito in Italia come primo esempio di tutta una serie di ex criminali di guerra fascisti che arriverà presto a comprendere i nostri moscardi e appunto, lanfranco bonanni a livelli più bassi ma non infimi.

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  8. Vediamo qui subito esemplificata in Agrifoglio la politica angloamericana, di riutilizzare criminali fascisti militari di fede soprattutto monarchica, in funzione, come vedremo, non solo di ausiliari nella guerra antitedesca ed antirepubblichina, ma anche e soprattutto in funzione anticomunista - nel fare argine con tutti i mezzi necessari, compresa la violenza, contro la preponderanza comunista nella Resistenza italiana :
    " Era stato catturato l '8 maggio 1943 a Tunisi, mentre era Capo dell'intelli-
    gence italiana in quella sede. Rilasciato dal campo di prigionia americano,
    per via aerea fu trasferito ad Algeri e poi a Brindisi, al Comando Supremo.
    Avrebbe tenuto l' incarico fino al dicembre 1945, a guerra ultimata."

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  9. Alle pp.2 e 3 scan, si sottolinea l´importanza della radio per le comunicazioni tra Brindisi e Roma, cioè tra i militari badoglian-monarchici rimasti a Roma in clandestinità dopo l´armistizio, e la monarchia-cum-badoglio. Questo punto va rimarcato e tenuto a mente, perché vedremo come anche il bonanni lanfranco verrà associato da testimonianze a comunicazioni radio, capacità operativa così importante e attestata anche per la strage di via Fani.

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  10. A questo punto, sempre da p.3 scan, il nostro autore introduce il Fronte Militare Clandestino, che gli angloamericani chiameranno Centro militare, al quale come vedremo, apparterrà il bonanni. Si tratta appunto dei militari rimasti fedeli alla monarchia dopo il 25 luglio, capeggiati dall´eroico Giuseppe Cordero di Montezemolo, che sarà arrestato dai tedeschi a gennaio 1944, e dopo il suo arresto, dal generale Quirino Armellini fino a marzo ´44, e poi dal generale Roberto Bencivenga. Con l´avvento di Armellini, il fronte militare clandestino divenne sostanzialmente un centro di intelligence e di schedatura non solo militare ma anche politico, e funzionò come tale fino alla Liberazione di Roma il 4 giugno 1944. È in un contesto come questo che si inserirà l´attività spionistica, di agente segreto al servizio della monarchia e degli inglesi, di bonanni lanfranco.

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  11. " Dopo questo evento fu nominato capo del Fronte il generale Qui-
    rino Armellini , Fronte che in tale occasione fu ufficialmente denominato
    'Centro Informativo R', ente incaricato del servizio informazioni in Roma.
    Al Centro vennero assegnati i seguenti compiti: organizzare una buona
    rete di informatori interni ed esterni: gli interni per la città di Roma do-
    vevano raccogliere notizie in campo militare (movimenti di truppe, ap-
    prestamenti difensivi, depositi vari); in campo politico dovevano moni-
    torare l'azione della polizia tedesca e italiana e l'attività dei partiti nel
    campo della organizzazione e della preparazione militare; dovevano an-
    che osservare e riportare l'umore e l'atteggiamento della popolazione.
    Gli informatori esterni dovevano agire secondo le necessità e le richieste
    che venivano di volta in volta avanzate.
    Il Centro doveva organizzare un servizio di controspionaggio allo scopo
    di 'garantire le spalle' all'organizzazione e di controllare l'azione degli in-
    formatori ". (p. 3 scan).

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  12. " doveva tenere al corrente uno schedario delle persone sospette o che non si erano comportate in modo adeguato e sicuro nei confronti del Centro e del Fronte Clandestino Militare." p. 4.

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  13. " La struttura comprendeva poi il cosiddetto Gruppo 'Margari-
    tondo' : che raccoglieva e vagliava, controllandole, le informazioni di
    carattere politico-militare o che interessavano il controspionaggio, a
    mezzo di numerosi elementi che operavano in modo continuativo nell'I-
    talia centrale e a volte si spingevano anche in quella settentrionale. " : p.4 :
    come vedremo, il tenente lanfranco bonanni opererà nel quadro di una struttura come questa, se non esattamente questa, ma alle dirette dipendenze del servizio segreto militare inglese.

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  14. È tuttavia difficile che il ruolo del bonanni nel controspionaggio badoglian-angloamericano sia iniziato già nel 1943, perché notizie di fonte storiografica purtroppo non ancora riscontrate ma serie, lo danno riparato a Tavernelle dai suoceri dopo l´8 settembre, mentre agrifoglio nel 1943 operava ancora da Bari. En passant : Tavernelle è frazione del comune di Panicale in provincia di Perugia, a sud del Trasimeno. A Panicale era nata marchesi leda, il 12.1.1924. A Panicale ancora, nascerà il figlio di leda e lanfranco, patrizio della austin morris, il 2.6.1946. Tradizione orale della zona da me raccolta, vuole che il bonanni (ma direi, più probabilmente i suoceri) avesse negozio di stoffe a Tavernelle. E ancor oggi, un clan marchesi è ben attestato da fonte locale a Tavernelle.

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  15. Apprendiamo scorrendo le pp. 4 e 5, come tra i principali scopi di questo centro militare/badogliano di resistenza monarchica clandestina, operante a Roma ma inizialmente incentrato a Bari tra il 1943 e il ´44, vi fosse quello non solo del controllo e schedatura dei partigiani politicizzati, ma anche della loro discriminazione rispetto al rifornimento di materiali : lo stesso faranno presto gli angloamericani. Questo taglierà spesso fuori le brigate partigiane comuniste dal ricevere vitali aiuti e intelligence dagli alleati e dall´esercito badogliano.

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  16. Noto ora che nel link c´è un cognome, Pasqualini, forse è l´autore, alla fine del discorso cercherò di verificare e risalire agli estremi del libro. Siamo a p.5 scan, ed ora arriva un passaggio capitale per capire la humus storica, il brodo di coltura in cui nascono mostri capitalfascisti in salsa angloamericana come bonanni lanfranco e progenie : a fine ottobre 1943 emerge la sezione "Bonsignore" del centro militare, la quale tra i vari scopi informativi dell´organizzazione, sottolinea in modo particolare questo :
    " Per il governo italiano e per tutti era molto importante sapere cosa pensava il militare, per poter in tempo provvedere alle eventuali deficienze di comando o per stroncare gli eventuali focolai antimonarchici che si venissero formando in seno alle truppe; era molto temuta la posizione antimonarchica, che veniva vista come una reazione favorevole al radicarsi del comunismo, contro una istituzione che indubbiamente aveva favorito il fascismo.
    Doveva essere attentamente seguita la situazione politica locale. E in
    modo periodico doveva essere inviata alla Centrale una relazione per
    ciascuna provincia, della quale dovevano essere messi in rilievo i partiti
    che godevano di maggiore credito verso la popolazione, le loro attività e
    gli esponenti principali " :
    par dunque di capire che questa sezione Bonsignore del Centro militare, eminentemente politica, agisse da Roma, e fosse ben più preoccupata dei comunisti che dei tedeschi o repubblichini. E noi sappiamo da documenti vari che illustrerò infra, che bonanni lanfranco apparteneva a questo Centro militare, e che la sua attività nell´Italia centrale fu eminentemente spionistica e di sabotaggio anticomunista, prima al servizio di badoglio e del re, poi a quello degli inglesi.

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  17. A p.6 l´autore inizia a delineare i rapporti tra il controspionaggio italiano del centro badogliano e gli angloamericani : a novembre 1943, il centro militare apre 4 uffici presso la quinta armata (USA) e l´8a (GB).Sarà proprio per l´ottava armata inglese che l´agente segreto bonanni lanfranco, tenente del Centro militare, lavorerà ad agosto 1944 almeno, e forse anche prima e dopo. Si torna qui a sottolineare l´importanza delle ricetrasmittenti per missioni speciali in territorio nemico - una di queste radio sarà in mano al bonanni ad agosto 1944 a Buti in provincia di Pisa come vedremo. Inizia anche la collaborazione del centro militare con i servizi alleati antesignani dell´Mi5 e della Cia, cioè il N.1 Special Force e l´OSS.

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  18. A pag. 7 arriva un passaggio capitale per comprendere la figura ed il ruolo storico del bonanni : vedremo infatti che costui, quando arriva a Buti in provincia di Pisa ad agosto 1944, si presenta al parroco e al locale CLN e Banda partigiana Carlino, come " tenente della G.S.I. 511 Military Authority della 8a Armata (Commonwealth) " : ora a p.7, nel descrivere le sezioni di intelligence delle armate americane, l´autore scioglie G.S.I. come General Staff Intelligence, Controspionaggio dello stato maggiore, presente anche nella ottava armata inglese. Il tenente lanfranco bonanni era dunque in missione per i servizi segreti militari britannici ad agosto 1944. Torneremo su questo punto capitale, ma è verosimile fin d´ora, che i rapporti intessuti nel ´44 con l´intelligence britannica saranno dal bonanni coltivati segretamente tutta la vita - fino a sfociare nella sua ultima missione : il bagno di sangue di via Fani.

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  19. Quando a novembre 1943 si apre sezione del controspionaggio italiano presso l´ottava armata britannica, gli agenti italiani prendono ordini dagli inglesi per il loro impiego, mentre le direttive tecniche sono impartite dalla sezione Bonsignore del centro militare, cioè dei servizi militari italiani, che selezionano il personale : possiamo dunque dedurre qui con certezza, che il bonanni era ad agosto 1944 almeno, al servizio del GSI dell´ottava armata da una parte, e inquadrato nella sezione Bonsignore del centro militare dall´altra. C´è da giurarci che lo stesso schema gerarchico, mutatis mutandis, fu operativo a Fani 34 anni dopo : mandanti inglesi (e americani etc.), esecutori i servizi deviati italiani.

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  20. La dicitura ufficiale completa di questa sezione del controspionaggio militare italiano badoglian-monarchico anticomunista al servizio del GSI inglese era :
    " Comando Supremo, Ufficio ´I´, Sezione 'Bonsignore ".

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  21. A p.8 si specifica che questa sezione "inglese" della Bonsignore era denominata ulteriormente, 808o battaglione controspionaggio, parte integrante della Special Force inglese, e che esso partì il 23 luglio 1944 da Roma alla volta di Firenze al seguito delle truppe alleate. Fu verosimilmente questo il momento in cui il tenente bonanni, dopo alcune settimane a creare scompiglio in Umbria a giugno come vedremo, fu aggregato alla spedizione e poi assegnato a Buti.

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  22. A p. 10 un altro passaggio da sottolineare :
    " Con la graduale liberazione dell'Italia l' 808° Btg. C. S. continuò a fornire
    un prezioso contributo agli organi di controspionaggio alleati, tanto che
    nel settembre 1944 esso era stato integrato nell'organico di guerra ingle-
    se con 69 ufficiali e 931 sottufficiali e truppa " :
    e possiamo affermare con ragionevole certezza che il bonanni era uno di quei 69 ufficiali italiani che dal settembre ´44 diventano addirittura ufficiali inglesi !

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  23. Posso dunque ora anticipare, che nella carriera di spia del tenente bonanni lanfranco, sono distinguibili 3 fasi : la prima, attestata per il giugno 1944, in cui in qualche modo assai sospetto come vedremo, egli partecipa alla Resistenza militare in Umbria come rappresentante del centro miltare di Roma, cioè del fronte militare clandestino al servizio dei badoglian-monarchici anticomunisti e fascisti riciclati ; una seconda fase, attestata dall´agosto 1944, in cui il bonanni agisce in Toscana alle dirette dipendenze del controspionaggio militare inglese ; ed infine una terza fase che vedremo, postbellica, tra il 1945 e il ´47, in cui egli siede quale membro della commissione umbra per il riconoscimento della qualifica di partigiano, stavolta alle dipendenze di un organismo differente ma sempre angloamericano : la Allied Commission Patriots Branch.

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  24. Possiamo dunque sintetizzare finora : con ragionevole certezza, e verosimiglianza, il tenente bonanni lanfranco, nato a Roma il 5.2.1923, futuro padre di bonanni patrizio, era durante la guerra, un agente segreto al servizio prima (1943/44) del Centro Militare o fronte militare clandestino di Roma, cioè dei badogliani monarchici ed ex fascisti non repubblichini ; poi (1944/45) del GSI (General Staff Intelligence), cioè del controspionaggio britannico dell´ottava armata che occupava l´italia assieme alla quinta armata americana. Probabilmente bonanni era uno degli ufficiali dell´808o battaglione di controspionaggio della sezione bonsignore dei servizi segreti militari badogliani, inquadrati nell´ottava armata britannica.
    Né deve meravigliare la giovane età : oggi l´età minima per diventare tenenti è 24 anni, ma allora, data la penuria di quadri nell´esercito italiano già da prima dell´armistizio, penuria accentuatasi anche dopo, vennero arruolati e presto promossi anche giovanissimi.

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  25. Notare a p.10, come l´808o battaglione continuerà la sua esistenza anche dopo la guerra, rientrando alle dipendenze dell´esercito italiano nel 1946, ma sempre in collaborazione con gli angloamericani. Era dunque un servizio di intelligence di punta, di élite, molto apprezzato dagli alleati per la professionalità - un po´, se si vuole, la X MAS del controspionaggio.

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  26. A p.11 si dice che in maggioranza, l' 808o battaglione era formato da carabinieri reali (che dopo la caduta della monarchia, diventeranno carabinieri e basta). E qui si pone un problema : a che arma apparteneva originariamente il tenente bonanni ? La letteratura secondaria da me vagliata sinora, lo dà a volte, aviere o aviatore. Ma non è certo, ci vorrebbe il foglio matricolare, di cui ho fatto richiesta, sinora senza esito, all' archivio di stato di Roma dove tali documenti della seconda guerra sono in teoria stati versati. Il problema è che tali fogli li danno che io sappia solo ai parenti, ed io per mia fortuna non lo sono, quindi se qualcuno di voi ha agganci all' ACS e può aiutare, mi aiuti per gentilezza. Ho trovato anche altrove, sempre in secondaria, che il Centro militare di Roma era formato in prevalenza da carabinieri, ma ci sono anche indizi che rafforzano l' ipotesi aviatore, torneremo su questo infra.

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  27. Occorre notare a questo punto, che a marzo 1945 i carabinieri ed il servizio segreto militare italiano, come abbiam visto composto soprattutto da essi, finirono al centro di roventi polemiche soprattutto di parte comunista per aver favorito la fuga del criminale di guerra in Iugoslavia roatta mario, il cui vice all' epoca delle atrocità balcaniche era stato proprio quel taddeo orlando, che a marzo ' 45 era comandante generale dei cc, e che tornerà sospettosamente nella storia di bonanni.

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  28. Va da sé che tali accuse ai cc implicavano gli angloamericani, perché era ovvio a tutti che i servizi segreti millitari italiani agivano alle dipendenze di quelli alleati.

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  29. Interessa ancora citare un passaggio a p.12, per sottolineare le competenze specifiche di questi agenti segreti italiani al servizio degli angloamericani, che li inviavano in missione anche oltre le linee nemiche :
    " Ogni missione poteva disporre di uno o due apparati radio ricetrasmittenti, con relativi piani di collegamento; una o più batterie di accumulatori; uno o più cifrari; alcuni dispositivi particolari per il caricamento delle batterie e altro materiale di interesse.
    Il personale aveva ricevuto un addestramento molto particolare e vi era-
    no paracadutisti, sabotatori, organizzatori e istruttori di sabotaggio,
    esperti nel perfezionamento degli agenti, radiotelegrafìsti e altre specifi-
    che competenze richieste a seconda del caso" :
    a questo quadro operativo e tecnico vanno ascritte le missioni di questo tipo attribuite al bonanni, o meglio autoattribuitesi dal bonanni stesso come vedremo, non senza una certa plausibilità. Ricordo come alcune fonti diano il bonanni aviere o aviatore, quindi possibilmente anche parà. E ricordo come specializzazioni e tecniche quali sabotaggio, ricetrasmittenti e cifrari, torneranno di prepotenza nel corpus documentale sulla strage di via Fani. Vedi come esempio la specialità del moscardi come istruttore di sabotatori al tempo della X mas.

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  30. Importante ancora una volta, come queste missioni avessero anche risvolto politico anticomunista, non solo antifascista : p.13 :
    " gli organi alleati decisero di avvalersi della SpeciaL Force, costituendo missioni speciali ad assetto variabile con il compito di prendere contatti con
    i locali Comitati di Liberazione, di inquadrare se necessario le formazio-
    ni militari dei patrioti; di provvedere alla raccolta delle armi, controllan-
    do anche l'attività di patrioti e partigiani affinché non fossero commessi
    atti contro le leggi vigenti " :
    vedremo il bonanni impegnato proprio anche in almeno una di queste missioni, ad agosto 1944 a Buti in provincia di Pisa. Ricordo che Special Force era il nome del servizio segreto militare britannico durante la guerra, e che il bonanni da esso dipendeva ed era inviato in missione.

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  31. Ancora una citazione, da p.13, che attesta altre competenze del servizio segreto militare italiano al servizio degli angloamericani in tempo di guerra, competenze che torneranno una per una nella preparazione dell´agguato di Fani e sequestro di Moro :
    " Fu organizzato un gabinetto fotografico e un settore per la riproduzione
    dei documenti, operazione assai delicata: furono riprodotte carte di iden-
    tità, tessere del Partito Nazionale Fascista, del Partito Fascista Repubbli-
    cano, tessere postali, fogli di congedo, patenti, documenti italo-tedeschi:
    il necessario per la parte logistica, forse la più difficile, delle missioni.
    Oltre a tutto questo, fu naturalmente organizzato un magazzino che
    provvedeva a rifornire di abiti adatti coloro che erano inviati in missio-
    ne, e basi logistiche di approvvigionamento sul cosiddetto 'libero merca-
    to', cioè a 'borsa nera', e d'altra parte non sarebbe stato possibile agire
    con tessere annonarie o attendere che sul mercato comparissero i generi
    di cui si aveva urgente bisogno " :
    il tenente bonanni non moriva certo di fame durante la guerra, a differenza della gran parte dei suoi connazionali...

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  32. Ci avviamo alla fine di questo indispensabile inquadramento storico della figura criminale di lanfranco bonanni. A p.22 scan, nell´elenco delle abbreviazioni, si ribadisce che G.S.I., sigla chiave nella documentazione sul bonanni che stiamo per esaminare, significa General Staff Intelligence - Controspionaggio dello stato maggiore. Quello, ripeto e concludo, dell´ottava armata britannica nel caso del tenente lanfranco bonanni.

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  33. A p.24 nella bibliografia, è citata una Pasqualini Maria Gabriella, il cui cognome ricorre anche nel link, quindi dovrebbe essere lei l´autrice del libro.

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  34. Contestualizzata dunque la figura del tenente bonanni nel quadro dell´evoluzione dei servizi segreti militari badogliani e angloamericani post-armistizio, passo ora ad analizzare i documenti pervenutici sul bonanni in quanto tale, e letteratura secondaria rilevante. La prima emersione storica attestata su di lui, è connessa alla strage di Montebuono (comune di Magione, provincia di Perugia) del 7-10 giugno 1944 (la data esatta è controversa). Memoria collettiva locale, con annuale celebrazione, tramanda di una dozzina di contadini comunisti, associati alla Brigata partigiana Ciabatti o presunta tale, operante nella zona del Trasimeno meridionale e sudorientale, contadini esasperati dall´ennesima razzia di animali da parte dei tedeschi. Aizzati dal tenente bonanni, asserito comandante dell´asserita brigata, i contadini andarono allo sbaraglio armati di forconi e pistole antiquate, contro panzer e mitragliatrici. Muoiono o vengono feriti tutti, ma del bonanni nessuna traccia. Siamo non lontani da Panicale, dove nasce marchesi leda la moglie del lanfranco di Fani, e patrizio della austin morris loro figlio. Tradizione raccolta dallo storico Tommaso Rosso, che però purtroppo non ne ricordava le fonti, vuole che il bonanni, all´indomani dell´8 settembre, fosse riparato a Tavernelle (frazione di Panicale) dai suoceri. Che a Tavernelle vi sia tuttora un clan Marchesi mi è stato confermato da fonte della zona. Altra fonte locale vuole che il bonanni (ma più probabilmente i suoceri) avessero negozio di stoffe a Tavernelle.
    Fonte per luogo e data di nascita di marchesi leda :
    https://www.costaselvaggia.com/file/convenzione.pdf
    p.2 marchesi leda nata a Panicale (Perugia) il 12.1.1924, casalinga, via Stefano Jacini 41, Roma, compare in atto notarile del 20.7.1979.
    Via Stefano Jacini 41 è l´indirizzo romano storico del clan bonanni, vedi Carlo D´Adamo e James Hepburn Jr, Coup d´etat in via Fani, pendragon Bologna 2018.
    Per luogo e data di nascita del figlio patrizio (Panicale 2.6.1946) vedi atti Moro2.

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  35. La identità tra il bonanni lanfranco di Fani, nato a Roma il 5.2.1923 (dati da visura camerale) e il tenente bonanni che opera in zona Trasimeno a giugno 1944, è comprovata dalla scheda di "partigiano" (si fa per dire) del tenente, che si trova nel fondo Ricompart dell´archivio di stato, ed è consultabile gratuitamente online previa registrazione gratuita : il tenente (nel frattempo divenuto capitano stando alla scheda) bonanni lanfranco è nato a Roma il 5.2.1923. Versiamo qui che il nesso nome-cognome lanfranco+bonanni è rarissimo in Italia, basta inserirlo in paginebianche.it per avere risultati zero. Vi è poi la connessione con Panicale/Trasimeno per entrambi. Acribia matematico-epistemologica vuole che in teoria, a Roma il 5.2.1923 potrebbero esser nati più di un Lanfranco Bonanni, ma la coincidenza di luogo, giorno, mese ed anno di nascita da una parte, e la frequentazione della medesima ristretta zona del perugino per entrambi, e la notizia dei suoceri a Tavernelle per entrambi - se davvero tutto questo è coincidenza, penso che il calcolo delle infinitesime probabilità di tali e tante omologie metterebbe a dura prova le abilità matematiche di un Fermat o di un Eulero.
    https://www.trasimenonline.it/2021/06/11/caduti-di-montebuono-sabato-la-cerimonia-di-commemorazione/
    https://ebin.pub/dizionario-della-resistenza-luoghi-formazioni-protagonisti-vol-2-8806158554-9788806158552.html
    https://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/MONTE%20MELINO%20E%20DIRINDELLO%20MAGIONE%2008.06.1944.pdf
    https://www.partigianiditalia.beniculturali.it/persona/?id=5bf69882153c89309043350d

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  36. Ora : se da una parte, memoria collettiva e anche storiografica, associa il bonanni alla strage di Montebuono ed al comando della "Brigata Ciabatti" : come accertare la verità dei fatti qui, e delle loro motivazioni ?
    Andiamo dunque ad una singolare relazione sulla brigata attribuita al bonanni stesso, priva di data, da L’Umbria nella Resistenza, 2 voll., a cura di Sergio Bovini, Roma, Editori Riuniti, 1972, vol. II, pp. 170-172.
    Questa relazione è riprodotta a stampa nel libro, e mi è pervenuta in scansione da parte di lanfranco e marta binni, figlio e nipote di walter, che però ad una mia successiva richiesta di fonte primaria e altro dettaglio, hanno men che gentilmente risposto con il silenzio. Il titolo è : "Relazione sulla brigata ´Primo Ciabatti` alla Commissione riconoscimento qualifiche partigiani".

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  37. Se qualcuno di voi lettori vuole aiutarmi, procurandosi in biblioteca o acquistando il volume, sarebbe assai meglio. Io ho difficoltà economiche e di spostamento al momento. Dunque : il nostro bonanni, che alla fine si firma addirittura Tenente colonnello, scrive alla commissione, istituita come anche nelle altre regioni, dagli angloamericani nell' immediatezza della Liberazione, per filtrare almeno in teoria, i partigiani veri dagli impostori e profittatori e voltagabbana alla ricerca di rifarsi una verginità antifascista.
    Il bonanni stesso era membro giudicante in tale commissione , che aveva sede a Perugia, liberata il 20.6.1944. Questo è il terminus post quem per la relazione, che va datata verosimilmente all' autunno di quell' anno come vedremo.

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  38. Queste commissioni avevano anche il fine di curare il disarmo dei partigiani, e dar loro un contentino importante perché l' attestato di partigianità che rilasciavano dava diritto a privilegi lavorativi ed alimentari ambitissimi in un' Italia alla fame : siamo nel 1944-47 circa. Vi era poi il fine politico di controllare e schedare e ridimensionare la componente comunista, preponderante nella lotta di Liberazione e malvista dagli americani e dai loro servitori nazionali alla bonanni.

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  39. Dunque il bonanni, che si spaccia per tenente colonnello mentre la sua stessa scheda di partigiano della commissione umbra lo dà capitano, e già da questo si mostra per quel che è : un truffatore imbroglione per cominciare, stende relazione sulla presunta brigata partigiana Primo Ciabatti, della cui esistenza stessa è lecito dubitare. Il bonanni si dice comandante della componente militare, non comunista, della Ciabatti, intendendo chiaramente sottolineare agli occhi dei suoi padroni angloamericani, destinatari utimi della relazione, il suo netto anticomunismo. E aggiunge che detta compagnia militare iniziò le operazioni a febbraio 1944. Questa è una menzogna spudorata : siamo certi infatti che a febbraio 1944 non poteva esistere nessuna brigata Ciabatti, per il semplice fatto che Primo Ciabatti, eroico partigiano comunista della brigata F.Innamorati, fu ucciso dai tedeschi solo il 7 maggio ' 44 - e non poteva dunque esistere a febbraio una brigata partigiana intitolata ad un vivente. Il bonanni dunque, inventa la brigata Ciabatti per febbraio '44 di sana pianta, sempre allo scopo di attestare falsamente primazia cronologica e morale rispetto alla componente comunista.

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  40. Fin dall' incipit dunque, il tenente-capitano-tenente colonnello bonanni che si promuove da solo, compie una doppia frode politica : primo, divide la presunta brigata Ciabatti in due compagnie, una comunista ed una militare, cosa di cui non esiste il minimo riscontro ; secondo, assegna alla sola compagnia comunista la zona di Montebuono, esimendosi in tal modo implicitamente e preventivamente, da ogni responsabilità per la strage, che invece la memoria collettiva locale imputa a lui.

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  41. Non sono ancora in grado di dirimere sulla strage di Montebuono, della quale esistono versioni contrastanti e nessuno studio scientifico che io sappia ; né dell´eventuale ruolo avuto in essa dal bonanni. Mi riprometto di studiare a fondo l´argomento, nuovo per me che mi occupo del caso Moro e di vicende altre da questa. Se qualche lettore più esperto di me in storia della resistenza umbra può aiutarmi, glliene sarei grato.

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  42. Attenti a non confondere la strage di Montebuono nel comune di Magione (PG) con omonima strage del reatino, che riguardò soldati americani e nulla c´entra.

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  43. Il bonanni nella relazione ripeto, si scarica da Montebuono del tutto assegnando quel teatro operativo alla compagnia comunista dell´asserita brigata Ciabatti, di cui lui invece avrebbe comandato quella militare noncomunista. Continua poi scusandosi del ritardo della relazione, dovuto dice alla sua missione per conto del "comando alleato (GSI) C/L 511o Autorità Militare da Campo 8a Armata" "oltre le linee di combattimento della Linea Gotica prima, e dell´Italia settentrionale in un secondo tempo".
    Come visto nell´introduzione storica supra, questa parte è plausibile e verosimile : il bonanni era al servizio degli inglesi come agente segreto del controspionaggio alleato, e dunque apparteneva al corpo ufficiali del centro militare di Roma in collegamento con badoglio a Brindisi, dalle cui fila provenivano detti agenti. Le o la missione del bonanni in Italia settentrionale va ascritta con tutta probabilità al luglio/agosto 1944, sia perché dette missioni di infiltrazione si svolgevano solo d´estate, come attesta la Pasqualini supra ; sia per attestazione incrociata di detta missione che vedremo infra. E siccome spesso questi infiltrandi oltre le linee vi venivano paracadutati, si potrebbe qui vedere una conferma della tradizione riferita dallo storico Tommaso Rosso, che però non ne ricordava la fonte, secondo cui il bonanni sarebbe stato aviere o aviatore. D´altra parte, non necessariamente il suo eventuale status di aviere o aviatore è incompatibile con sua eventuale appartenenza ai carabinieri reali, che come visto supra nella Pasqualini, costituivano il nerbo del Centro militare e quindi dei servizi segreti italiani 1943-45 al servizio di e dipendenza dagli angloamericani.

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  44. A questo punto della relazione, il bonanni comincia a descrivere tutta una serie di mirabolanti imprese belliche della compagnia militare della asserita Ciabatti, da lui asseritamente comandata fin dal febbraio 1944. Si tratta di atti di sabotaggio antitedesco che, se veri, gli farebbero onore, ma che probabilmente il bonanni si inventa da miles gloriosus quale è, per acquistarsi benemerenze resistenziali agli occhi della commissione umbra e degli angloamericani che la manovravano ; così come inventa il tenente colonnello e l´esistenza della Ciabatti a febbraio ´44. Molto meno onore gli fanno le stragi di soldati tedeschi e fascisti che si attribuisce, a cominciare da "tredici sentinelle tedesche e fasciste" ad aprile ´44 tra Piegaro e Castiglion del Lago (PG) - si noti ancora, che la zona è quella di Panicale dove il lanfranco di Fani trova moglie e dove nascerà patrizio nel primo dopoguerra. Queste uccisioni sono menzogna e vanto, perché se davvero fossero avvenute, i tedeschi avrebbero effettuato le solite sanguinose rappresaglie nella zona, invece l´unica strage a mia conoscenza a Castiglione o Piegaro è quella di Muffa - del 14 giugno.

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  45. Con questo non intendo dire che il bonanni non abbia svolto alcuna attività resistenziale, o anche ucciso fascisti, cosa di cui ho un riscontro incrociato anche se incerto : già alla giovane età di 21 anni, il bonanni era un uomo fatto, probabilmente sposato ed esperto della vita, un voltagabbana che aveva subito fiutato il vento americano, ben più potente di quello tedesco o mussoliniano, e quindi aveva scelto il carro del vincitore. Insomma, il futuro palazzinaro di successo, a 21 anni era già un capitalista, un businessman - se uccideva, lo faceva per il più forte e ai danni del più debole du jour, indipendentemente dalle ideologie che ai capitalisti non interessano affatto se non come instrumentum regni mutabile a piacimento a seconda della necessità. L´unica cosa che conta per questa feccia assassina, è l´accrescimento del proprio potere e ricchezza, by all means necessary.

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  46. Per il 2 maggio 1944 ( Primo Ciabatti cade il 7 - secondo altra fonte, fu invece ucciso il 9; dunque ancora, il 2 maggio una brigata Primo Ciabatti non poteva esistere in quanto tale), il bonanni si vanta di aver commesso quello che, se vero (ma probabilmente non lo è), fu squallido e vile crimine di guerra : la sua asserita compagnia militare uccide 11 nazifascisti, ne cattura 7 feriti e in seguito li fucila. Che eroi. Ma ripeto : sono quasi certamente balle. Si continua così fino al 3 giugno 1944, vantando uccisioni di centinaia di tedeschi e fascisti, altre criminali fucilazioni di prigionieri, e simile solfa del tutto inverosimile perché, ripeto, avrebbe comportato massacri per rappresaglia tedesca, di migliaia di italiani, massacri inesistenti.

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  47. Verso la fine della relazione, il bonanni tiene a inventarsi un´altra panzana malevola : che la sua compagnia, quella militare, se ne va in vacanza dal 4 giugno, perché "era il turno" della compagnia comunista !! Questo dopo che all´inizio aveva detto che le due compagnie operavano in zone diverse, non in turni diversi !!! Anche qui, excusatio non petita : questa ennesima menzogna spudorata serve ad esimersi da ogni possibile accusa per la strage di Montebuono. Excusatio non petita, accusatio manifesta. Ricordo che la strage avviene tra il 7 e il 10 giugno, e che generalmente la si pone all´8. Guarda caso, durante la meritata pausa di riposo della presunta compagnia militare comandata dal bonanni...

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  48. Infatti il bonanni aggiunge subito dopo, cha la sua compagnia riprende le operazioni al giungere degli alleati - i quali arrivarono alla linea Trasimeno il 21 giugno : la "vacanza" del bonanni andrebbe dunque dal 4 giugno al 20 - guarda caso, coprendo la strage di Montebuono...

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  49. Infine, il bonanni malignamente riferisce il fattoide che la sua eroica compagnia militare avrebbe subito qualche perdita nella battaglia del Trasimeno, la compagnia comunista invece nessuna - come dire che i comunisti eran dei vigliacchi e non si esposero al fuoco più di tanto.
    Come ricompensa, oltre gli elogi, il comandante bonanni è inviato dai comandanti alleati in missione oltre la line Gotica "per contatti con la Resistenza al nord". Torneremo su questa missione. Firmato : il comandante la formazione tenente colonnello (!!!) bonanni lanfranco.
    Questo documento, se davvero di pugno del bonanni, mostra, oltre allo sviscerato anticomunismo del 21enne bonanni, oltre alla sua mendace vanagloria, oltre al suo totale disprezzo per la vita umana (quella non sua ovviamente), anche un buon grado di istruzione : l´italiano è buono, quindi il tenente era diplomato, assai probabilmente al liceo, dal che si dedurrebbe per i tempi, che veniva da famiglia bene.

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  50. Possiamo dunque individuare una prima fase, per quanto ambigua, dell´attività del bonanni dopo l´8 settembre : quella di militare, ufficiale, probabilmente tenente, forse dell´aeronautica, forse dei cc o di entrambe, inviato in Umbria dal Centro militare o fronte militare clandestino di Roma, a svolgere presunte operazioni resistenziali che paiono in realtà, avere più a che fare col sabotaggio e l´infiltrazione della componente comunista dei partigiani veri. Senza dimenticare la voce comunicatami dallo storico Tommaso Rosso, che vuole il bonanni inizialmente riparato a Tavernelle frazione di Panicale dai suoceri all´indomani dell´armistizio. Le attività "resistenziali" del bonanni probabilmente, riguardano solo le ultime settimane degli scontri in Umbria prima della Liberazione della zona, quindi maggio-giugno 1944.

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  51. In tale prima fase, il bonanni lavora per i badoglian-monarchici, e forse solo indirettamente per gli alleati. Ma dal 21 giugno ´44, cioè dall´arrivo degli angloamericani sulla linea del Trasimeno, sfondata il 2 luglio, inizia una seconda fase operativa del bonanni, stavolta cooptato dagli alleati, in particolare dagli inglesi dell´ottava armata, i quali in qualche modo lo selezionano per missioni di infiltrazione oltre la linea Gotica nel luglio 1944.

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  52. E questa missione o missioni sono attestate anche da due documenti e una testimonianza orale rivelati da Daniela Bernardini e Luigi Pucci, storici : il primo è una relazione dei carabinieri reali firmata dal comandante generale Taddeo Orlando (il criminale di guerra in Iugoslavia al servizio di roatta mario, che fece evadere a marzo 1945, ragion per cui dovette dimettersi dopo aver tenuto la carica tra ´44 e ´45) sulla presenza e attività di bonanni e Buti (ACS, M.I. busta 48, foglio 3648, senza data, ma riferibile all´agosto ´44 o poco dopo) ; il secondo è la "Relazione sull´attività svolta dalla banda di Carlino", ISRT A8/77. Poi c´è la testimonianza orale di Dario Batisti, raccolta sempre da Pucci/Bernardini nel loro volume del 2012
    " Sacerdote nell´abito, bersagliere nell´anima", ETS editore, pp.161-165.

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  53. È sempre il bonanni a raccontare al sottotenente Carlo Pelosini, partigiano, che lo ospita 15 giorni a Buti nell´agosto del ´44, di essere stato inviato in missione dagli inglesi oltre la linea Gotica : non vi sono dunque, che io sappia, conferme indipendenti di questo fattoide, che tuttavia è plausibile e verosimile come notano anche Pucci/Bernardini, data la storicità di tali missioni in generale, che vedemmo attestate anche dalla Pasqualini supra. Missioni che si svolgevano d´estate e che spesso erano paracadutate, il che porta acqua al mulino dell´appartenenza all`aeronautica del bonanni come aviere o aviatore attestatami da Tommaso Rosso, che però non era in grado di rintracciarmi le fonti di tale notizia. Bonanni dichiara dunque al Pelosini di essere stato paracadutato sull´Appennino modenese (si dedurrebbe, a luglio 1944), quindi catturato dalle SS e successivamente fuggito...

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  54. ...E sarebbe pure riuscito a trafugare ai suoi carcerieri i piani relativi al tracciato ed alle fortificazioni della linea Gotica ! Nemmeno james bond...
    Certo non ho elementi dirimenti per escludere che almeno in parte, la fabula sia vera. La missione in sé, ripeto, è plausibile nel contesto storico generale.
    Aggiungo qui di non aver potuto consultare i due documenti nell´originale, perché l´ACS, il cui sovrintendente non a caso è l´uomo di mario aghi de pasquale, voleva vendermelo e non lo dava gratis ed io non ho soldi. I meno abbienti non han diritto a fare cultura nell´italietta di mario aghi e compagni di merende. Idem per l´egregia bonsanti maria dell´ISTR - i partigiani, specie quelli comunisti che dettero la vita per sconfiggere il capitalfascismo, si rivoltano nella tomba ! Voleva 5 euro a pagina la vampira !!!
    Dunque riporto il contenuto dei documenti e della testimonianza orale in base al resoconto che ne fanno Pucci/Bernardini cit.
    Se poi qualche lettore di buon cuore e portafoglio a fisarmonica, volesse acquistare i due documenti per me, e inviarmene scansione, gliene sarei infinitamente grato. Tutto questo immane lavoro di ricerca lo condivido gratis io - gratis perché sono comunista e fiero di esserlo !!!

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  55. Indubbiamente in questo periodo - luglio/agosto 1944 - il bonanni acquisisce benemerenze agli occhi degli inglesi con cui stringe rapporti che dureranno tutta la vita - almeno fino al 16.3.1978.
    Certo se era davvero tenente, e tenente dell´aeronautica, non poteva essere aviere, grado che corrisponde al soldato semplice, ma doveva essere aviatore e quindi ufficiale e magari anche pilota - niente male per un 21enne.
    Per dirimere sull´originale appartenenza di corpo militare del bonanni, ci servirebbe il foglio matricolare - l´ho richiesto all´archivio di stato di Roma - nessuna risposta sinora. Temo che finirà come con gli altri documenti, o con un diniego perché non sono parente. Se qualcuno ha agganci e può procurare foglio matricolare a magari anche stato di servizio del bonanni, mi faccia sapere per cortesia.

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  56. Quando il bonanni arriva a Buti ad agosto ´44, prima di tutto va in canonica e si presenta al parroco don Pietro Cascioni, benemerito collaboratore della Resistenza della zona. Siamo a pochi giorni dalla Liberazione della zona, avvenuta il 2 settembre. Se ho ben capito le pagine che Pucci/Bernardini graziosamente mi han mandato, v´era ancora qualche tedesco in sordina in paese, ma insomma nessun grosso rischio per il nostro tenente mi pare di poter dire. Questa autopresentazione del bonanni al prete ha del comico.

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  57. Devo ora interrompere il discorso Buti, perché urge un flashback sulla fase 1 del bonanni in Umbria, primavera-estate ´44. Devo ringraziare infinitamente Carlo Sacco, nipote del partigiano comunista Solismo Sacco, commissario politico della brigata Risorgimento umbra, per le preziosissime informazioni che mi sta fornendo, ereditate dallo zio,uomo integerrimo, oppositore del, e perseguitato dal, fascismo fin dal ventennio.
    Solismo fu il primo a dubitare del bonanni, a sottolinearne l´ambiguità, a dubitare fondatamente dell´esistenza della presunta "Brigata Ciabatti", della veridicità delle relazioni su di essa da parte del bonanni alla commissione umbra.

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  58. Carlo Sacco mi comunica dunque, che suo zio aveva stilato un ruolino della Brigata Risorgimento, nel quale tra i partigiani 35 e 36, aveva inserito con il lapis la seguente nota :
    " 'Bonanni Lanfranco : posizione ambigua....ma partigiano in azione col capo ''Serse'' ". Dunque se Solismo include nel ruolino della brigata Risorgimento il bonanni, vuol dire che il bonanni per lui stava lì, non nella presunta, e per Solismo inesistente, "brigata Ciabatti".
    Questa brigata Risorgimento in effetti è l´unica operante nella zona sud e sud-est del Trasimeno, incentrata sul Monte Pausillo, che testimoni locali da me interpellati ricordino - quasi nessuno, anche tra gli storici della Resistenza in Italia centrale, ha mai sentito di una "brigata Ciabatti".

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  59. Il capo Serse, nome di battaglia di Mario Taini, era, mi dice Carlo Sacco sempre, il capo della sottosezione Panicale della brigata Risorgimento - il che collima con la notizia dello storico Tommaso Rosso, che dopo l´armistizio il bonanni era riparato a Tavernelle frazione di Panicale dai suoceri. Ricordo ancora che il Lanfranco di Fani sposa marchesi leda di Panicale. Dunque tra le varie bande partigiane che componevano la Risorgimento, la banda Panicale era comndata da Serse, e bonanni non era che un sottoposto di Serse, stando a Solismo. Pare anche che questo Serse alias Mario Taini ebbe guai giudiziari dopo la guerra, perché, stando a colloqui tra Solismo e lui, durante la Resistenza aveva affidato due prigionieri fascisti al bonanni e ad un altro, e quando questi due prigionieri tentarono di fuggire, furono uccisi, non si sa bene se dal bonanni o dall´altro o da entrambi. Un episodio oscuro, ma che dimostra almeno questo : per Solismo e per Serse, il bonanni non era affatto comandante ma sottoposto, e non era in nessuna inesistente brigata Ciabatti, bensì nella Risorgimento, sottosezione banda Panicale. Questa è l´unica fonte indipendente che ho trovato sinora sulla presunta attività partigiana del bonanni, e smentisce il 99% di quel che il bonanni stesso dice, come abbiamo visto supra implausibilmente, nella sua relazione.

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  60. Non solo : ma per Solismo Sacco, che scrisse un libro di memorie del periodo, l´impostura del bonanni, considerato indegno di esser chiamato partigiano, riguardava anche la cronologia : perché il lanfranco si era bensì infiltrato in qualche modo nella banda Panicale, ma solo dall´aprile 1944, quindi per le ultimissime settimane del conflitto. Se, come dimostra anche la mia analisi critica della relazione del bonanni supra, lanfranco era un impostore, allora probabilmente, nella prima fase della sua sedicente attività partigiana (aprile-giugno ´44) egli non fu affatto comandante di nulla, ma solo uno di quei tanti soldati sbandati che si camuffarono in extremis con i partigiani veri per rifarsi una verginità antifascista e ottenere privilegi postbellici. La relazione del bonanni anticipa dunque l´inizio della sua (fasulla) attività partigiana e la magnifica perché nelle commissioni post-liberazione non eri riconosciuto partigiano se non avevi un numero minimo di mesi alla macchia e non avevi partecipato a combattimenti.

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  61. Dunque ripeto in sintesi : Solismo Sacco, nel ruolino della Brigata partigiana Risorgimento operante in zona Trasimeno, inserisce il nome di Lanfranco Bonanni con data dell´assunzione in forze aprile 1944 : il bonanni dunque inventò di sana pianta la mai esistita brigata Ciabatti di cui lui avrebbe comandato la compagnia militare fin dal febbraio 1944.

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  62. A questo punto cito un passaggio capitale dal libro di memorie resistenziali di Solismo Sacco, commissario politico della Brigata Risorgimento, comunista :
    " Ma un nome si può fare, il mestatore Bonanni che nelle ultime settimane comparve a Panicale e trovò il modo di ingerirsi, anche attraverso il farmacista che a noi più o meno risultava e si affiancò al capo "Serse" ;
    ma dopo la Liberazione, si intrufolò e rimestò quasi a suo piacimento con travisazioni menzognere..."

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  63. Solismo Sacco aveva pienamente ragione sul bonanni, tanto è vero che a inizio 1947 quast´ultimo fu denunciato per irregolarità amministrative commesse quale membro della commissione umbra per il riconoscimento della qualifica di partigiano, e dovette dimettersi a maggio di quell´anno. Lanfranco bonanni fu davvero un mestatore, per poi diventare speculatore edilizio della peggior specie, e infine coronare la sua carriera criminale come complice assieme al figlio patrizio della strage di via Fani.

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  64. Ma il bello deve ancora venire, lo leggiamo sul sito di Carlo Sacco nipote di Solismo che ha pubblicato diversi documenti dello zio :
    https://www.thefaceofasia.org/nuovo/galleries.php?lang=it&nav=2&view=brigatarisorgimento
    Sfogliando la gallery approdiamo ad una relazione del bonanni sulla brigata Ciabatti che è del tutto diversa da quella di cui ho parlato supra !! Dunque il mestatore bonanni fece due relazioni, due versioni diverse della stessa menzogna, provando così oltre ogni dubbio di aver inventato tutto di sana pianta. Solismo annota giustamente sulla pagina a stampa della relazione : "Bugiardi ! Indegni di essere chiamati partigiani ! E poi sottolinea e commenta a margine del testo, episodi mai avvenuti inventati dal bonanni, come l´aver fatto saltare il ponte sul Pescia e quello sul Tresa.

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  65. Qui il bonanni non parla affatto di due compagnie della Ciabatti, una comunista l´altra militare, ma di una sola ! E dice che ebbe origine nel maggio 1944, non a febbraio come supra ! E qui si prende la responsabilità della strage di Montebuono dell´8 giugno 1944, "con la collaborazione di contadini del posto". Questa è l´unica parte veritiera di tutta la relazione : bonanni mandò una dozzina di contadini male armati allo sbaraglio. Questa è l´unica sciagurata azione del bonanni di cui esistano conferme indipendenti e tragiche nella memoria locale dei sopravvissuti e figli delle vittime.

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  66. Alla fine di questa seconda relazione, che contraddice nettamente la prima, la firma è " Per la formazione comandante L. Bonanni " - meno male che qui ci risparmia almeno il tenente colonnello dell´altra, o qualsiasi altro grado militare, che dunque erano forse anch´essi inventati di sana pianta, come tutto o quasi il resto. Resta il comandante, che ripeto, per Solismo Sacco testimone dei fatti, il bonanni non fu mai. Vi è poi la firma di un certo M.Angelucci su cui indagherò.

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  67. https://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Angelucci
    Di primo acchito, questo Angelucci parrebbe persona degna. Come abbia potuto firmare un´impostura del genere, non lo so. In effetti, nel testo a stampa, le firme non ci sono. Dunque potrebbe o trattarsi di ennesima mistificazione del bonanni, oppure, per Solismo Sacco che annota il testo, erano entrambi ingannatori : " I due mistificatori che inventarono la brig. Ciabatti molti mesi dopo la Liberazione " : penso sia questa ultima, la verità.
    D´altra parte, la voce Angelucci su wiki mostra chiaramente che costui non fu mai in Umbria durante la Resistenza, bensì in Piemonte e Valle d´Aosta...

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  68. Direi che possiamo concludere provvisoriamente, con ragionevole certezza, che lanfranco bonanni era uno sbandato dell´8 settembre, soldato o no, ufficiale o no, che dapprima fuggì da Roma a Tavernelle dai suoceri, poi dall´aprile 1944 fiutò il vento e si infiltrò nella brigata partigiana Risorgimento operante in zona Panicale, dopo essersi ingraziato il capo della sottosezione Panicale Serse, attraverso i buoni uffici del farmacista.
    In seguito alla Liberazione fece poi carte false ascrivendosi il ruolo inventato di comandante di una inesistente brigata Ciabatti. Fu denunciato per questo. Ma è ora di tornare a Buti in provincia di Pisa.

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  69. In qualche modo l´intrigante bonanni doveva essersi ingraziato anche gli inglesi, giunti sulla linea del Trasimeno il 21 giugno 1944, linea che sfondarono il 2 luglio. Infatti a Buti, ad agosto, il bonanni si presenterà al locale CLN come " Lanfranco Bonanni, conte di Serramartina, tenente della G.S.I. 511 Military Authority della 8a Armata (Commonwealth) " !!
    Ora se c´è un minimo di verità in questa panzana mirabolante ennesima, è quel che vedemmo : il bonanni aveva preso a lavorare per il controspionaggio inglese, infiltrando la Resistenza più a nord. In altro dei documenti citati supra che attesterebbero bonanni a Buti, appare la variante "Serra Martino" : ho consultato il conte Pierfrancesco Guelfi Camaiani di Firenze, esperto di araldica, che mi ha riferito gentilmente che il titolo conte di Serramartina non gli pare esistente ; mentre esistono conti e altri nobili di "Serra Martino" - ma nessun Bonanni tra essi. Ed esistono nobili Bonanni in Italia, ma nessun Lanfranco tra essi.

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  70. Il bonanni continua dunque la sua felice carriera di impostore e spia, da ora in poi al servizio degli inglesi, e il CLN di Buti incredibilmente se la beve tant´è che il capo partigiano della banda Carlino, tal Carlo Pelosini, avrebbe addirittura ospitato il "tenente" a casa dei suoi a Buti, nonostante la perdurante presenza di tedeschi a Buti ad agosto 1944.
    Si deve essere fidato perché il bonanni, stando sempre al racconto di Bernardini e Pucci supra, era stato presentato al CLN dal parroco Don Pietro Cascioni, benemerito aiutante della Resistenza, al quale inizialmente il bonanni si era rivolto arrivando a Buti, introducendosi con una balla ancora più grossa : di essere il figlio dell´ambasciatore USA presso il
    Vaticano !!! Carica allora inesistente, per l´opposizione delle lobby protestanti americane, e che sarà creata solo nel 1951 per breve tempo, e stabilizzata solo da Nixon !!!

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  71. Come poté il prete, e poi il capo partigiano, bersi cazzate consimili ? Forse erano due fessi, oppure il bonanni s´era procurato tramite il controspionaggio inglese, documenti e uniforme falsi a riprova delle sue assurde parole. Come poté il parroco prendere costui per americano ?
    Sembra una scena alla Totò truffa, ma tant´è : il 90% e passa degli italiani adulti s´è bevuto la balla delle "brigate rosse", dei "kamikaze dell´11 settembre", del "covid", quindi perché meravigliarsi della demenziale credulità umana di cui i bonanni si approfittano secondo il noto principio napoletano : " Si tu si´ accussì fesso, pecché nun t´aggia fottere ? "

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  72. Dicevamo già che il sedicente tenente bonanni conte etc., narrò al CLN di Buti, sempre stando a Bernardini/Puccini, di essere stato in precedenza paracadutato dagli inglesi sull´appennino modenese, quindi catturato dalle SS e successivamente fuggito non senza averne trafugato le mappe della linea Gotica. Ormai sappiamo che del bonanni è plausibile solo l´1% - l´1% essendo verosimilmente in questo caso, che davvero era stato arruolato dal controspionaggio militare inglese, ma per infiltrare il CLN non per fare james bond oltre le linee.

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  73. Il rapporto stretto del bonanni coi servizi segreti inglesi inizia dunque a giugno/luglio 1944 sulla linea del Trasimeno all´arrivo degli alleati, e continua ad agosto in missione a Buti - da cui sparirà alla Liberazione, il 2 settembre. Finisce invece qui per noi, la fase "militante" e bellica del bonanni, che riaffiorerà nella documentazione da me sinora reperita, a luglio 1945 in una veste alquanto diversa, postbellica e civile, ma sempre truffaldina e fraudolenta.

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  74. Il 16 luglio 1945 lo ritroviamo in un documento di suo pugno attestante la partigianità del prof. Bruno Enei, partigiano italo-brasiliano. Di questo documento ho copia dell´originale grazie a lanfranco e marta binni, quindi vi possiamo ravvisare una serie di elementi importantissimi ai fini della ricostruzione dell´avanzamento di carriera del bonanni nell´ambito delle istituzioni post-Liberazione messe in piedi dagli angloamericani.

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  75. Il bonanni ha dunque fatto carriera presso gli angloamericani : grazie alle sue false benemerenze partigiane e alla sua attività di spione infiltrato inviato dagli inglesi, è ora diventato membro della Commissione umbra per il riconoscimento della qualifica di partigiano, organo della Allied Commission Patriots Branch, a sua volta emanazione della Allied Control Commission - il governo alleato dei territori italiani liberati. La carta è intestata ACPB, con sede a Perugia in via Danzetta 2 : il 22enne bonanni ha dunque preso dimora a Perugia, oppure fa la spola con essa da Tavernelle dove abitano mogli e suoceri.

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  76. È in questa nuova veste che il bonanni diventa "mestatore di documenti" secondo l´appropriata definizione di Solismo Sacco, e falsifica le due versioni della relazione sull´inventata "brigata Ciabatti" che avrebbe comandato. Bruno Enei pare fosse un partigiano vero, ma bonanni sicuramente no, e molti altri da lui attestati come tali, neppure come vedremo. Stavolta si firma "rappresentante militare A.C. patriots branch tenente lanfranco bonanni" - ruolo che potrebbe essere vero o vicino al vero, certo meno falso del tenente colonnello supra o comandante della Ciabatti o figlio dell´ambasciatore o conte di Serra Martino che non fu mai.

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  77. Ci occorre ora capire cosa diavolo fosse questa ACPB e quale fosse il suo vero o principale scopo. Ci soccorrono molti documenti archivistici angloamericani dell´epoca per fortuna, che non lasciano spazio a dubbi : il fine principale della ACPB era quello di tenere a bada e ridimensionare il ruolo dei comunisti partigiani nell´italia del dopoguerra : un ruolo dunque, eminentemente di interferenza politica, che durerà immutato fino a via Fani ed oltre.

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  78. http://freeterritorytrieste.com/DOCUMENTS/governmentAMG.pdf
    p.25 scan :
    La Allied Control Commission con sede in Roma si occupa anche dei partigiani, aiutandoli materialmente e finanziariamente e consegnando loro diplomi al valore. Non si trattava dunque solo di riconoscimenti formali, ma di sostanziali benefici privilegiati in un´italia distrutta e ridotta alla fame. E siccome gli angloamericani affidavano ai comandanti partigiani (o presunti tali come bonanni) questi riconoscimenti in commissioni regionali apposite come appunto quella umbra, lo spazio per la corruzione era grande. Ai partigiani con certificato veniva dato cibo gratis e alloggio gratis per un mese, abiti, facilitazioni lavorative. Chi dunque come bonanni sedeva nelle commissioni aveva grande potere e possiamo star certi che si riempiva le tasche, se corrotto come lui, di grasse mazzette.

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  79. https://books.google.it/books?id=O8TpAmQS_NcC&pg=PA531&lpg=PA531&dq=allied+commission+patriots+branch&source=bl&ots=NE5XQuw1IO&sig=ACfU3U1BH90-fbZKLryMqorfLDUArx8lfg&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiKi-Wp0af4AhViS_EDHb6RCtMQ6AF6BAghEAM#v=onepage&q=allied%20commission%20patriots%20branch&f=false
    Questo link contiene documenti specificamente della allied commission patriots branch che aveva assunto il bonanni almeno dal luglio 1945.
    Col C. D. McCarthy , Dir , Patriots Branch
    An allied official also believes patriots need a lead from the government
    [Col. C. D. McCarthy,Dir, Patriots Branch, ACC, Min of remarks at conference of regional cmsrs, 22 Aug 1944, ACC files, 10000/105/564]
    p.531 of google book :
    qui si evince come già ad agosto ´44, gli angloamericani mettevano le mani avanti sul controllo politico dei partigiani da parte del governo (si intende qui non solo e non tanto il governo italiano, ma l´amministrazione militare americana dell´italia occupata). E siccome tutte le altre componenti del CLN erano anticomuniste e non ponevano quasi nessun problema politico a washington e londra, è chiaro che la direttiva del colonnello McCarthy va letta primariamente in chiave anticomunista.

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  80. Devo ora tornare con urgenza a Buti, agosto ´44, avendo appena ricevuto graziosamente da Luigi Puccini e Daniela Bernardini copia dei due documenti originali che attestano il bonanni colà. Il primo, si ricorderà, è un rapporto che il comandante generale dei cc, taddeo orlando, invia al governo italiano e allo stato maggiore su certi fatti di Buti. La data è 23 settembre 1944. Ricordo che Buti fu liberata il 2.

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  81. L´oggetto è "Buti (Pisa) - tenente Lanfranco Bonanni" : a parte quel che abbiamo già detto supra sulle mirabolanti credenziali propalate dal bonanni, si racconta un episodio criminale che aggiunge macchia ulteriore alla carriera spregiudicata di questo delinquente assassino : la notte tra il primo e il 2 settembre, ritiratisi i tedeschi ma non ancora giunti gli alleati, il CLN locale arrestò alcuni fascisti tra cui il 52enne Pasquale Bacci,
    cestaio, definito apolitico e quindi preso per sbaglio o per chissà quale vendetta personale, accusato di aver agevolato i tedeschi nella requisizione del bestiame. Alle 5 di mattina il tenente bonanni arriva al luogo dove stavano rinchiusi i prigionieri, accompagnato da alcuni ex internati greci e slavi, e all´insaputa del CLN, chiede ai partigiani carcerieri la consegna di 4 fascisti, un tedesco e del Bacci. Condotti i 6 prigionieri in località Riaccio di Buti, il bonanni ordina a uno dei greci di fucilarli !!! Il greco si rifiuta - a suo onore - di ammazzare prigionieri a sangue freddo in perfetto stile nazista. Ma al suo posto subentra uno slavo, disertore dell´esercito tedesco, tal martin mertschmit, che apre il fuoco col mitra ma uccide il solo Bacci e poi gli si inceppa. Gli altri prigionieri riescono a fuggire. Come anche il bonanni, il greco e lo slavo. E qui sparisce il bonanni da Buti.

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  82. È la seconda volta che il bonanni uccide o fa uccidere prigionieri a sangue freddo, la seconda volta attestata almeno : ricorderete supra, come il bonanni tra aprile e giugno 1944, testimone Solismo Sacco, fosse infiltrato nella Brigata Risorgimento sottosezione Panicale in Umbria, e come il suo capo Serse gli avesse affidato insieme a un altro, due fascisti prigionieri che furono uccisi.
    Perché fece questo ripetutamente, questo psicopatico assassino di appena 21 anni ? Siccome non era comunista di certo, ma apparteneva al centro militare badoglian-monarchico-postfascista-ex-fascista, e quindi anticomunista, ovvio che tali azioni non possono che essere interpretate come quelle di un agent provocateur (al servizio del controspionaggio inglese come sappiamo) che vuole gettare discredito sul CLN facendolo figurare come una banda di vigliacchi assassini che sparano su prigionieri inermi alla stregua di nazisti. E siccome sia la Brigata Risorgimento, sia in generale il CLN era formato prevalentemente da comunisti, ecco raggiunta in tal modo la character assassination dei partigiani comunisti ma anche della Resistenza in generale. Non vi ricorda i Simioni, i Moretti, i Morucci e compagni di merende ? Di cui fu complice a Fani, facendo passare una strage capitalfascista di regime per un´azione di comunisti combattenti, screditando in tal modo agli occhi delle masse credulone anche il P.C.I.
    Ricordo che nel dopoguerra fu il comunista Serse a passare guai con la giustizia per quelle due uccisioni di cui non aveva colpa.

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  83. Ricordo che passare per le armi prigionieri inermi, oltre che moralmente mostruoso e vile, è un crimine di guerra. E che, se il comandante dei cc si allarma al punto da inviare il rapporto al governo, è perché gli angloamericani perseguivano la politica di evitare in tutti i modi vendette indiscriminate contro i fascisti, non certo per motivi umani ma politici : essi non volevano che epurazioni ed eliminazioni fisiche di fascisti lasciassero troppo campo libero all´ascesa comunista nel potere politico locale e nazionale ; spesso riciclavano le autorità fasciste (vedi taddeo orlando stesso) piuttosto che sostituirle con quelli che erano i membri più numerosi e più forti della Resistenza antifascista : i comunisti.
    D´altro canto, azioni sicuramente preordinate dagli inglesi come quelle omicide di bonanni, ogni tanto si effettuavano purché servissero come detto, a sporcare l´immagine del CLN e magari avere il pretesto per farne arrestare dei membri specie se comunisti.

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  84. Possiamo ora tornare al dopoguerra, 1945-47, quando il bonanni, sempre impunito e mai processato per i suoi crimini (l´indagine dei cc sull´omicidio di Bacci sarà stata sicuramente insabbiata per volontà del G.S.I.), indossa giacca e cravatta e si erge, sempre sotto l´egida angloamericana, a giudice di partigianità ! Un monumento all´ipocrisia più schifosa e criminale.

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  85. https://dev.informaticaumanistica.com/wp-partigiani/commissione/commissione-8/
    Questa interessante scheda, a cura di isabella insolvibile, ci conferma che il bonanni era membro della commissione umbra per il riconoscimento della qualifica di partigiano, che sappiamo istituita e diretta dalla allied commission patriots branch. Intanto gli angloamericani avevano creato anche l´ANPI, che riuniva le varie componenti della Resistenza, una delle quali era il Centro militare che a Perugia ebbe 4 rappresentanti tra cui bonanni fino al maggio 1947. Da sottolineare questo passaggio capitale :
    " I primi problemi, a quanto emerge dalla documentazione, si verificarono a inizio 1947, quando tre commissari – Bonanni, Cantarelli e Monacelli – furono deferiti all’autorità giudiziaria per «accertamenti di irregolarità amministrativa» (Comunicazione di A. Filipponi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Assistenza Partigiani, 26 febbraio 1947)" :
    il bonanni dunque continuava imperterrito a corrompere, mestare, tramare.
    per fortuna finalmente, a maggio ´47 si dimise o fu costretto a dimettersi e qui finiscono le sue attestazioni umbre da me reperite finora.

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  86. Negli anni ´50, tornato stabilmente a Roma, il bonanni farà fortuna non si come nel boom della speculazione edilizia che sfigurò per sempre la città più bella del mondo. È del 1963 un incontro con l´architetto ruberti che per il bonanni progetterà via Fani 109, incontro al circolo tennis di Saxa
    Rubra : considerate che sulla scheda di "partigiano" di bonanni è scritto invalido !! Un invalido che a 40 anni gioca tranquillamente a tennis...
    https://books.google.it/books?id=D6lTxn26ArUC&pg=PA163&lpg=PA163&dq=%22lanfranco+bonanni%22&source=bl&ots=iRwSQcdTXY&sig=ACfU3U1CqZLg3Pz9IDzeO3WZTYCWbzZ0oA&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj7ke_k4JT4AhW5i_0HHblEDc8Q6AF6BAgPEAM#v=onepage&q=%22lanfranco%20bonanni%22&f=false
    p. 163 sq. del cartaceo originale.

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  87. Siamo alla fine provvisoria di questa lunga maratona alle radici dell´odio : un ultimo divertissement : nel 1961 una rivista tedesca anticlericale pubblica uno spassoso articoletto su un certo industriale romano lanfranco bonanni che, in combutta col frate guido zanella, fotte l´enorme per l´epoca, somma di 240 milioni di lire all´ordine dei custodi del santo sepolcro vendendo loro acqua del Tevere imbottigliata spacciata per pura acqua del Giordano a scopo battesimale...il lupo perde il pelo ma non il vizio, vero conte di Serramartina ? Denunciato e processato, come al solito il conte ne uscirà senza danni. Il resto è via Fani angolo via Stresa, 16 marzo 1978.

    https://www.e-periodica.ch/cntmng?pid=fde-006%3A1961%3A44%3A%3A70
    p.2 scan.

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  88. Ho tra le mani un prezioso volume di memorie resistenziali, "Storia della Resistenza nella zona sud-ovest del Trasimeno", di Solismo Sacco, commissario politico della Brigata partigiana Risorgimento, edito in Quaderni regione dell´Umbria - numero speciale, 1991. Mi è stato donato da un nipote del Solismo, Carlo Sacco, che ringrazio.

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  89. Detto volume contiene, oltre a quanto già visto supra, una testimonianza di Mario Taini detto Serse, capo della banda Panicale, che illumina ancor meglio la vera storia del bonanni in Umbria tra l´8 settembre ed il giugno/luglio 1944. Siamo alle pp.177 sqq.

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  90. Fin dall´inizio della sua sincera testimonianza, il Taini definisce la sua banda "un gruppo locale di giovani sbandati come me". Egli aggiunge che nel giugno 1944, la sua banda Panicale doveva raggiungere la brigata Risorgimento incentrata sul Monte Pausillo, per ordine del farmacista di Panicale dott. Tili, che fungeva da collegamento. Ma non vi riuscì come vedremo. Quindi in effetti questa banda Panicale, formalmente aggregata all´ombrello della Risorgimento, agì per lo più autonomamente - ed il bonanni era parte di essa. Ancora una volta si conferma come la brigata Ciabatti non sia mai esistita ed il bonanni non ne sia mai stato il comandante, bensì l´abbia inventata di sana pianta per magnificare agli occhi degli angloamericani, il proprio modestissimo ed ambiguo ruolo negli ultimi mesi prima della Liberazione dell´Umbria.

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  91. Interessante che il Taini fosse un aviere del regio esercito prima dell´8 settembre. Ricorderete come anche del bonanni corre voce fosse aviere o aviatore. Aggiunge poi che la brigata Risorgimento, e quindi almeno teoricamente, anche la banda Panicale, fosse guidata da "Luca" - nome di battaglia di Alfio Marchini, di Roma ma originario di Città della Pieve, che poi riprenderà con enorme fortuna il suo business di palazzinaro nella capitale col fratello Alvaro - una strana figura di capitalista legato al PCI, ma in realtà molto trasversale. Qualcuno associò il Marchini anche alla controversa strage di via Rasella a Roma, che provocò per rappresaglia il massacro delle Fosse Ardeatine.

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  92. Il Taini definisce "Luca" "ufficiale romano sbandato". Pare che Luca avesse il grado di tenente. I paralleli con il bonanni sono diversi : il grado di tenente, lo sbandamento dopo l´8 settembre, il buio sul loro servizio militare prima dell´armistizio, la successiva carriera di palazzinaro di entrambi. Ma non ho elementi per dire che i due fossero in rapporto personale o professionale.

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  93. La prima menzione da parte del Taini, del bonanni lanfranco è a p.179 :
    " il Bonanni Lanfranco che negli ultimi mesi era stato partigiano con noi di Panicale, creò una certa confusione nei suoi contatti col CLN di Perugia, specie dopo la Liberazione, e a me certe cose non piacevano."
    Ulteriore confera, se mai ce ne fosse bisogno, del ruolo di "mestatore" attribuito giustamente dal Solismo Sacco al bonanni.

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  94. Successivamente il Taini spiega che lo sbandamento di tanti giovani soldati come lui era ovviamente dovuto alla fuga del re dopo la caduta di mussolini, per cui l´esercito dopo l´armistizio era come sciolto e senza guida. Quindi anche lui, come il bonanni che riparò a Tavernelle frazione di Panicale dai suoceri, fuggì (da Milano dove lo aveva colto l´armistizio), alla natia Panicale. Da cosa fuggivano militi sbandati come bonanni e Taini dopo l´8 settembre ? Dal rastrellamento da parte di fascisti e tedeschi, con gli uni che volevano arruolare i giovani tra le file repubblichine, e gli altri che li deportavano nei lager. Oppure fascisti e tedeschi avviavano i giovani sbandati al "servizio obbligatorio del lavoro" per le armate naziste e di Salò. Il Taini ed altri non volendo assoggettarsi a combattere o lavorare coi nazifascisti, fuggirono allora verso la montagna e furono accolti da mezzadri in cambio di aiuto nei campi.

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  95. Quindi inizialmente, nei primi mesi dopo l´armistizio, l´essere alla macchia da parte di tanti giovani era un fuggire, ma non ancora Resistenza partigiana attiva, organizzata e militare.
    A dicembre 1943 par di capire, Taini matura la decisione di organizzare lotta partigiana, riallacciandosi a tradizione antifascista della sua famiglia. Le armi le rubarono da un deposito tedesco della zona. Si passa così dalla macchia per fuga, alla macchia per sabotaggio. In qualche modo la banda Panicale riceve direttive dall Risorgimento. Mi piace sottolineare che il Taini a differenza del bonanni, sceglie il sabotaggio e non le uccisioni di tedeschi, per evitare rappresaglie. Ma le azioni di sabotaggio partono sistematicamente, solo nel maggio ´44, quando cioè gli alleati sfondano finalmente la Gustav a Cassino e si comprende che ormai la Liberazione dell´Umbria è prossima.

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  96. A p.187 il Taini conferma quel che bonanni dice nella seconda relazione, cioè che minarono il ponte sul torrente Pescia, che però non crollò perché una delle mine usate non esplose. Arriva la notizia della Liberazione di Roma (4 giugno ´44) e la banda Panicale decide di catturare due fascisti che stavano portando da Panicale a Perugia al comando repubblichino, l´elenco dei disertori per farli arrestare e deportare con le loro famiglie.
    In aperta campagna, scatta l´agguato alla macchina, i due fascisti e una donna con loro vengono presi e spostati in un boschetto vicino sotto la guardia di 15 partigiani compreso bonanni. Il bonanni andò a chiedere al CLN, forse quello di Perugia, cosa fare coi prigionieri. Il CLN ordina tramite il bonanni di ritorno, di portarli vicino a Magione, cosa che il Taini affida al bonanni con un gruppetto di partigiani, nell´attesa di consegnarli agli alleati il cui arrivo era ormai imminente.
    A questo punto accade il dramma cui accennai supra : i due fascisti prigionieri tentano la fuga nella zona di Agello e i partigiani di guardia "erano stati costretti sparare [sic] colpendoli a morte". Il Taini non dice che a sparare fu il bonanni, né fa il nome dei partigiani che spararono. Certo il gruppetto a guardia dei due era comandato dal bonanni, ma l´episodio resta oscuro. La notizia colpisce e addolora il Taini e lo fa arrabbiare, anche perché uno dei due (Pagni) era suo parente. Dopo la guerra, Taini ebbe fastidi con la giustizia per quelle due morti, ma ne uscì indenne anche se provato. Bonanni invece, nessun problema come al solito...

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  97. Questo episodio, come precisato qui dal Taini che pure mostra una certa qual reticenza, prova due cose : 1. che il bonanni aveva nell´occasione almeno, fatto esperienza di agguati stradali a macchine (cfr 16.3.78...) ; 2. che nella banda Panicale, era il bonanni non il Taini a tenere i contatti col CLN, tant´è che Taini non sa neppure dove esattamente andò bonanni in quell´occasione a chiedere al CLN cosa fare dei due fascisti prigionieri. L´abilità di tessere rapporti col potente du jour è indubbiamente caratteristica di lanfranco bonanni.

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  98. Finalmente attorno al 19 giugno ´44, arrivano gli inglesi e liberano Panicale, al che Taini resta ospite del comando inglese così riesce a mangiare. Verso fine giugno si incontra con bonanni e il farmacista Tili nel frattempo nominato sindaco di Panicale, i quali gli propongono l´assunzione in Comune. Vediamo qui come il bonanni in combutta col suo amico farmacista, aveva già molto potere localmente, al punto di poter decidere chi far assumere dal Comune ; molto più potere di Serse, che pure era stato il suo capo nella banda Panicale.

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  99. Un altro sedicente partigiano la cui partigianità è sospetta, è il fu barbaro bruno, l´uomo dal giaccone di cammello, tra i primissimi se non addirittura il primo a trovarsi sulla scena del crimine subito dopo l´agguato.
    Costui stando alle sue deposizioni a collaboratori della Moro2, era nato a Maniago in provincia di Pordenone il 28.9.1928. Sarebbe dunque stato partigiano a 15-16 anni, il che non si può escludere in teoria ma appare un pochino precoce. Lo stesso peraltro si narra di Pecorelli, che avrebbe addirittura combattuto a Cassino nell´armata polacca a 16 anni, cosa che nessuno ha mai verificato. Altre voci lo danno nella X mas...
    Per barbaro ho cercato di verificare.

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  100. Par di doversi evincere da qui :
    https://www.ilrestodelcarlino.it/macerata/cronaca/bruno-barbaro-morto-1.3658987
    che bb morì a Tolentino l´11.1.2018, dove abitava e forse abita ancora il figlio Fabrizio, che avrebbe tante cose da raccontare sul padre.
    Già alla Moro2 nel 2015, bb aveva accennato alla sua presunta esperienza bellica, che gli avrebbe consentito di riconoscere a distanza gli spari di Fani come di mitra. Addirittura poi, in intervista dell´agosto 2016 al resto del carlino, bb asserisce di essere stato di sinistra a differenza del notorio cognato fernando pastore stocchi, e di esser stato partigiano :
    " sono stato partigiano, ho combattuto, militato nell’Anpi di Udine. Ho preso legnate dai tedeschi e dai fascisti, ma non racconto mai di quei tempi ".
    Invece alla Moro2 aveva asserito, che non si intendeva col cognato non tanto per motivi politici, quanto per diverse filosofie di vita non meglio specificate.

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  101. Allora ho scritto all´ANPI di Tolentino, dove bb pur avendo un figlio in città, era finito in casa di riposo dopo essersi traferito a Tolentino poco dopo il 2003, quando fu sfrattato come racconta alla Moro2 se ben ricordo, da via Fani 109. Peraltro mi pare che anche il suo vero e proprio domicilio di via Madesimo 40 lo sfrattò. Insomma costui finì in miseria o quasi. Dovremmo forse dedurne che fu innocente di Fani, altrimenti il regime lo avrebbe aiutato come continua ad aiutare e finanziare moretti e compagni che abbagliano ? Verso qui, che nel 2003 succede un altro fatto che riaccende i riflettori su bb : il suo ex dipendente Giuliano Proto racconta al regista Ferrara che bb in ufficio a Fani 109 passava la maggior parte del suo tempo non a occuparsi di ristrutturazioni e restauri come asserito da bb alla Moro2, bensì a ricevere giovani che non c´entravano nulla con la ditta.
    Ora questo divenne di pubblico dominio che io sappia, correggetemi se sbaglio, solo nel 2008 quando manlio castronuovo pubblicò la testimonianza del Proto. Io non so esattamente quando bb lasciò Roma per Tolentino, ma non posso escludere che il trasferimento possa avere a che vedere con le accuse del Proto.

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  102. Se non ricordo male, attorno al 2008 se non prima, castronuovo inviò al bb 28 domande per email, senza mai riceverne risposta.
    Comunque : l´ANPI di Tolentino mi risponde che sì, furono loro a dare a bb il certificato di partigianità, perché il suo nome era stato loro segnalato dalla sezione ANPI friulana. E che il bb non aveva combattuto a Tolentino.
    Tutto ciò già di primo acchito non quadra : perché un partigiano vero avrebbe aspettato più di 60 anni per farsi certificare, quando subito dopo la Liberazione, come narrato supra da Dom Bruno, ci fu l´assalto alle commissioni regionali per il riconoscimento della qualifica di partigiano da parte di porci e cani, partigiani veri e fasulli, sia per consentire ai fasulli di rifarsi una verginità antifascista, sia per mangiare in un´Italia ridotta alla fame perché il cerificato dava diritto ad un mese di vitto e alloggio gratis e corsie preferenziali per il lavoro.

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  103. Allora chiesi all´anonimo ANPI di Tolentino, di dirmi chi dal Friuli avesse loro segnalato il nome di bb. Al che non ho più ricevuto risposte da Tolentino. Mmm...
    Ma come k si fa a dare certi riconoscimenti a fiducia ? L´ANPI di Tolentino dovrebbe vergognarsi.

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  104. Ora siccome nell´intervista dal link supra, bb aveva asserito di aver militato nell´ANPI di Udine, ho scritto a quest´ultima, ricevendo stavolta risposta dignitosa da Stefano Perulli, Responsabile Archivio Storico dell'ANPI Provinciale di Udine. Cioè che nel loro archivio non c´è assolutamente nulla su tal Bruno Barbaro, nato a Maniago il 28.9.1928.

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  105. Per scrupolo epistemologico, ho poi scritto pure alle ANPI di Pordenone e Maniago - senza ricevere alcuna risposta.

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  106. Mi appunto qui, senza per carità alludere a nessuna conclusione certa, che il bonanni patrizio ebbe interessi edilizi in provincia di Macerata, a Recanati e Porto Recanati, come scoperto da Carlo D´Adamo che pubblicò tali cose fin dal 2014/15. E che Tolentino è provincia di Macerata.

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  107. Ricordo che il bonanni patrizio aveva appartamento in uso, al primo piano di via Fani 109 sopra l´Olivetti proprio come bb : erano dunque vicini di casa, entrambi settore edile, eppure bb asserisce alla Moro2 di non sapere chi fosse il pb.
    Se dunque bb fu un impostore che si spacciava per partigiano ; come non propendere per l´idea, che mentì anche nel definire farneticazioni alla Moro2, le insinuazioni del Proto ? Era vivente il Proto, al tempo della
    Moro2 ? Confronti incrociati anybody ?

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  108. continua - stay tuned...

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  109. Al solito, la vicenda di bb a Fani è piuttosto confusa e contraddittoria. Proverò a ripercorrerla cronologicamente : il 22.3.1978 esce edizione straordinaria del settimanale Epoca dedicata alla strage. bb dirà che lui non si era presentato spontaneamente agli inquirenti fino al 1993, perché riteneva di aver detto tutto a giornalisti di Epoca. Ma non è vero, questa è la sua prima menzogna. Son pochissime righe quelle dedicate a bb nel servizio di Epoca a p.16. Non posso incollarle perché qui non riesce incollare immagini. bb asserisce di essere uscito quella mattina, non da casa (in via Madesimo 40, vedi D´Adamo/Hepburn jr, Coup, pendragon 2018), ma dal suo ufficio. E che il suo ufficio non era al 109, ma al 111. Quindi bb depista fin dalla mattina del 16 marzo, né viene detto, dove lo abbiano scovato i giornalisti di Epoca, Marzio Bellacci e Raffaello Uboldi, che firmano il servizio e che proverò a contattare se viventi. Poi bb parla solo della 130, depistando ancora su un presunto "sedile posteriore imbrattato di sangue, come se il presidente fosse rimasto colpito" - quando le foto mostrano charamente che sul sedile posteriore, dalla parte dove sarebbe stato seduto Moro cioè dietro Ricci, l´unica macchia di quel che sembra sangue è sulla parete verticale del sedile, mentre sulla seduta stessa non vi è la benché minima traccia di sangue. Né bb può riferirsi alle pozze di sangue sui pianali, perché quelle non potevano ancora essersi formate nell´immediatezza del post-agguato quando bb raggiunge la scena tra i primissimi se non per primo. Definire dunque, il sedile posteriore "imbrattato di sangue", è un´esagerazione menzognera e depistante.
    Questo è tutto quel che Epoca riporta di bb, altro che "aver detto tutto a due giornalisti di Epoca" come mentirà bb alla Moro2.

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  110. A questo punto, salto di ben 15 anni, si arriva al 1993, quando il giornalista sassoli intervista prima il marini, che attesta un uomo dal cappotto di cammello a Fani nell´immediatezza del post-agguato, di corporatura robusta e con paletta in mano :
    " MARINI: “Un signore, non meglio identificato, che non conoscevo. Un signore distinto, di grossa corporatura, con un cappotto color cammello… Un flash che mi è rimasto nella mente, è di averlo visto in possesso di una paletta” :
    http://www.vuotoaperdere.org/Libro/DocumentoInedito.htm
    Ora questa descrizione, a parte il cappotto di cammello confermato poi da bb come giaccone, non calza per bb, che non era affatto di grossa corporatura, come potete vedere nel video al link supra. E non aveva paletta in mano, come lui stesso dirà a sassoli, sempre se almeno in questo, disse il vero. La descrizione si adatta più a spinella, che in effetti piombò sulla scena pochissimi minuti dopo con paletta in mano, e pare avesse soprabito chiaro, non so se anche cappotto ma è probabile dato il freddo che faceva quella mattina.
    "SASSOLI: “Quindi lei ha pensato, questo è un poliziotto!”
    MARINI : “Sì, qualcheduno che ci dava una mano, perché in quel momento, a differenza di me, era lucido, era più presente alla situazione, quindi poteva dare un contributo maggiore, al soccorso dei fatti” " :
    bb attesterà, sempre se almeno qui veridicamente, che qualcuno con paletta in mano sopraggiunse da Fani alta a bordo di alfa vecchio tipo (probabilmente la famosa alfasud di biancone, spinella, giancristofaro e correale che s´era avviata dalla digos mezzora prima della strage), e gridando lo cacciò via in malo modo. È anche possibile che il marini, a 15 anni di distanza dai fatti, abbia sovrapposto elementi di bb (giaccone di cammello) ad altri di spinella (paletta in mano, fare da poliziotto).
    La definizione alfa vecchio tipo a onor del vero, poco si adatta all´alfasud, che era entrata in commercio solo nel 1972, ma si sa che i primi modelli erano difettosissimi e si arrugginivano e scassavano presto, quindi al 1978, un´alfasud del 1972 poteva benissimo dar l´impressione di vecchio arnese, specie una della polizia usata molto di più di un´auto civile ordinaria.

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  111. Dunque bb guarda in tv l´intervista a marini nel 1993, si riconosce nell´uomo dal cappotto di cammello, contatta sassoli non si sa come, e costui lo intervista il giorno dopo, 22.10.1993, come vedete nel video.
    La prima discrepanza che notiamo rispetto ad Epoca supra, è che bb esordisce asserendo che al momento della strage stava uscendo di casa e non dall´ufficio. Notate come nessuno, né giornalisti né magistrati poliziotti e commissari della Moro2, si faccia venire lo scrupolo di verificare la fabula del bb, chiedendo ad esempio, se c´erano colleghi suoi o dipendenti o chiunque altro in ufficio e a casa quella mattina, per una verifica incrociata. Nulla. bb continua a sassoli, dicendo che mentre usciva di casa, sente sparare e si ferma, riprendendo il cammino solo quando finisce la sparatoria. Poi asserisce che lungo la strada vede passare macchina blu seguita a una certa distanza da moto, supponiamo su via Stresa.

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  112. Da tener presente per obiettività, che bb, nato il 28.9.1928, al 16 marzo aveva 49 anni, nel 1993 65, e nel 2015 con la Moro2, 86. Dunque un certo progressivo rincretinimento dovuto alla distanza temporale ed alla senilità non si può escludere. Ma non lo direi fattore decisivo che lo esima dal sospetto di depistaggio e complicità nella strage, perché come visto supra, depistava già il 16 marzo mattina.

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  113. A questo punto arriva un nuovo elemento : la copertura del cadavere di Iozzino con un giornale, che alla Moro2 bb specificherà di aver preso dall´alfetta di scorta. Questa cosa è davvero sconcertante : siamo nei primissimi istanti post-agguato, bb non è medico ma geometra o comunque piccolo imprenditore edile, avrà pure avuto un qualche tipo di esperienza bellica a 15 anni ma cmq medico non è, che ne sa lui che Iozzino è morto ? Ma anche se lo fosse stato, non stava a bb giudicare e coprire, bensì correre su in ufficio a chiamare ambulanza, o afferrare la radio di Zizzi e chiamare la polizia !! O rientrare in casa se di casa stava davvero uscendo, cosa di cui dubito, al sentire gli spari, e chiamare subito la polizia. Egli invece finita la sparatoria si avvia come se niente fosse verso la scena che non può ancora vedere, disarmato e senza paura... Rendetevi conto che se Iozzino fosse stato ancora vivo respirando flebilmente, impercettibilmente, quei giornali in faccia avrebbero finito di soffocarlo. Come esimersi dal sospetto che proprio questo aveva il compito di fare bb ? A parte l´indecenza assurda anche sul piano umano, di coprire un morto, ammesso si sia mossi da autentica pietà umana, con dei giornali invece che ad esempio, togliendosi il fottuto giaccone di cammello e usando quello. Se poi pensiamo che fogli, bianchi pare o comunque carte visibili, erano anche nella mini cooper di moscardi ed in quella di zefferi visibilmente, e che grassi asserirà che quei fogli nel linguaggio dei servizi significano servizi in azione, allora viene anche il sospetto, anche a prescindere da grassi che non dà fonti (in genere la sua fonte sono D´Adamo/Hepburn jr), che quei giornali su Iozzino siano un segnale di tutto OK per i cecchini sui tetti o cmq supervisori di gladio che osservavano dall´alto o da elicottero, come dire tutto ok ragazzi, potete andare. Questo implicherebbe come ruolo di eventuale bb gladiatore, che lui fosse davvero esperto di morti ammazzati o gente in fin di vita, e che il suo compito fosse il damage assessment, cioè l´assicurarsi che fossero tutti morti davvero o in fin di vita prima che arrivassero poliziotti onesti e soccorsi. Quel che fa bb sembra un giro d´ispezione e controllo che i risultati della sparatoria siano quelli auspicati da gladio.

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  114. Si noti che nell´intervista con sassoli, bb non fa alcun cenno né all´aver ispezionato la 130 come aveva asserito ad Epoca, né all´aver tentato di soccorrere Zizzi come asserirà alla Moro2. Fama crescit eundo ?

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  115. Dopo l´intervista tv del 22.10.1993, bb asserisce alla Moro2 di essere stato convocato sia dalla digos sia dal giudice marini, suppongo dunque, fra 1993 e 1994. Dove sono i verbali di questi interrogatori ?

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  116. A questo punto, direi all´incirca dal 1994/95, ricala il silenzio su bb, pare tutto ok, nessun sospetto. Fino a quando, nel 2003, scoppia la bomba Giuliano Proto. Da qui ripartiremo, stay tuned.

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  117. La vicenda Proto è nota, non starò a ripeterla :
    http://www.vuotoaperdere.org/Libro/DocumentoInedito.htm
    Fu manlio castronuovo a diffonderla, ma non capisco dal suo sito, precisamente da quando. Egli racconta che Proto si presentò al regista Ferrara dopo l´uscita di un libro del 2003. Parla ad un certo punto di 3 incontri, par di capire tra il regista e Proto, il terzo del 31.3.2004, in cui Proto fa le sue dettagliate rivelazioni con nomi e cognomi. Mi soffermo solo su questo :
    " C’era anche un ragioniere, dipendente del Ministero dell’Agricoltura, che, come me, frequentava l’ufficio di Barbaro come secondo lavoro. Si chiamava INSABATO " :
    ora siccome Insabato, a giudicare da elenchi telefonici online come inelenco.com e paginebianche.it, è cognome rarissimo a Roma almeno, ritengo altissima la probabilità che questo ragionier Insabato fosse o parente del terrorista fascista andrea insabato, nato il 14.5.1959, o addirittura il terrorista stesso, che tuttavia era troppo giovane alla metà dei ´70 epoca cui si riferisce Proto, per essere già ragioniere. Qui una testimonianza del tipo di hobby di andrea insabato :
    " Il ferito è stato identificato come Andrea Insabato, nato il 14 maggio 1959, noto attivista della destra extraparlamentare, già militante del movimento «terza posizione», con numerosi precedenti per attività di carattere eversivo, imputato dei reati di partecipazione ad associazione sovversiva e banda armata dai quali era stato assolto per insufficienza di prove nel 1985. Nel 1992 è stato denunciato e in stato di arresto per aver incendiato sugli spalti dello stadio Olimpico di Roma una bandiera raffigurante la stella di David e per aver incitato i presenti a manifestazioni di tipo antisemita.
    Nell'occasione Insabato, che è stato trasportato e ricoverato all'ospedale San Giacomo, ha riportato gravissime ferite alle gambe, con rischio di amputazione di uno dei due arti. Dai primi accertamenti è risultato che l'esplosione, particolarmente violenta, è avvenuta sul pianerottolo del terzo piano, proprio in corrispondenza delle porte di ingresso al quotidiano il manifesto, che a causa della deflagrazione sono state divelte con danni al soffitto dell'ingresso. Il ferito, secondo le prime acquisizioni testimoniali del portiere e dei dipendenti de il manifesto, non era conosciuto né era frequentatore dello stabile" :
    attentato del 22.12.2000 alla sede del Manifesto in Roma, via Tomacelli
    146 :
    https://leg13.camera.it/_dati/leg13/lavori/stenografici/sed832/s245.htm
    https://www.repubblica.it/online/politica/manifesto/web/web.html

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  118. Dal sito di castronuovo mi par di capire, che egli iniziò a diffondere in pubblicazioni la storia di Ferrara/Proto a partire dal 2008, ma non ne sono sicuro. Forse voi del Sedicidimarzo conoscete meglio castronuovo e potete aiutarmi a precisare la data in cui la storia divenne di pubblico dominio.
    Sarebbe importante come accenavo supra, perché attorno al 2005 bb si trasferisce a Tolentino, e vorrei accertare se è lecita almeno l´ipotesi che il trasloco sia stato dovuto a timore per le rivelazioni.

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  119. Anche se la scusa ufficiale di bb stesso è che era stato sfrattato sia da Fani 109 sia da Madesimo 40 per morosità, se ben ricordo. Cosa che la Moro2 poteva verificare con l´enpaf e non ha fatto comme d´habitude - sempre che le carte anche qui, non siano andate distrutte in un nuovo allagamento...
    E siamo giunti al marzo 2015, pare di leggere il 5, audizione di bb di fronte a collaboratori della Moro2 a Macerata, presso la digos in questura. Lo audiscono un magistrato, Siddi, la tintisona, il vicequestore aggiunto Codispoti dell´antiterrorismo.

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  120. Accennavamo già supra come il bb menta che l´intervista a Epoca, che non era affatto un´intervista di un intero pezzo dedicato a lui come lascia intendere, ma solo pochissime righe in un servizio su Fani, contenesse suo dettagliato resoconto.

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  121. Poi bb dice di essere uscito di casa alle 9 circa quella mattina. Ad Epoca aveva dichiarato come visto, che uscì dall´ufficio, ma il terzetto che lo audisce glissa e non confronta. A sassoli aveva detto di aver sentito gli spari mentre usciva di casa, non per strada, e di essersi perciò fermato, e di esser sceso giù solo a spari finiti. Invece ora dice alla Moro2 che era in strada quando sente gli spari, e di non essersi fermato ma di aver proseguito verso Fani anche se a passo lento. Ripete di aver visto macchina scura passare a Stresa ma scompare la moto.

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  122. Non mi soffermo su tutto, solo che qui aggiunge di aver tentato, evidentemente senza alcuna competenza e peggiorandone la situazione, di soccorrere Zizzi ferito. Poi arriva il probabile spinella etc.

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  123. Ricordo solo per i neofiti, che bb ammette alla Moro2 di essere il marito della sorella di fernando pastore stocchi istruttore di gladio e segretario del notorio vito miceli di cui ingenuamente Moro si fidava, come aveva rivelato Proto che lo aveva appreso da altro collega, tal Ignazio Galizia. bb aggiunge qui, che un altro suo cognato tal nicola nicolini era un altro suo cognato. Insomma costui era parente stretto o cmq collegatissimo ai vertici di gladio e dei servizi. Ricordo ancora, che mentre qui alla Moro2 bb prende le distanze da fernando pastore stocchi adducendo differenze filosofiche, al resto del carlino nel 2016 invece le differenze diventano politiche perché bb sarebbe stato addirittura di sinistra e partigiano !!!

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  124. Definisce poi farneticazioni i sospetti di Proto, castronuovo e D' Adamo - ma non si comprende perché il Proto avrebbe dovuto calunniarlo a partire dal 2003, oltretutto rischiando la pelle per nulla.

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  125. A questo punto ti saresti aspettato immediata convocazione da parte della Moro2 per confronti e verifiche incrociate, di Giuliano Proto, di Ignazio Galizia, del ragionier Insabato, di tutti gli altri collaboratori senza nome del bb cui accenna Proto - nulla di nulla, tutto ok, finisce qui.

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  126. Altri dubbi intelligenti sul percorso di bb e sulle sue costanti contraddizioni negli anni qui :
    https://www.iskrae.eu/commissione-moro-tragedia-farsa-e-spettacolo-scientifico-quindicesima-puntata-il-giornale-di-bruno-barbaro/
    (L' autore è anonimo, ma direi senz' altro Carlo D' Adamo).

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  127. Per finire : volete darmi una mano ? Vogliamo andare fino in fondo ?
    Su paginebianche.it risulta un solo bruno barbaro a Tolentino :
    https://www.paginebianche.it/b/tolentino/bruno-barbaro.html
    Barbaro Bruno
    Via Nenni Pietro 6 - 62029 Tolentino (MC)
    tel. 0733 97 42 30
    Anche se lui è morto, vuole qualcuno di voi provare a chiamare per vedere
    se è la casa del figlio Fabrizio o altro parente, e chiedere del passato "partigiano" di bb e altre cosette - ad esempio, quando esattamente si trasferì a Tolentino e perché ?

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  128. Non riesco più a ritrovare la fonte della notizia che mi pareva di ricordare, che bb lasciò Fani 109 e Madesimo 40 perché sfrattato per morosità : qualcuno può aiutarmi ?

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  129. Non è nell' audizione alla Moro2.

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  130. Torno al necrologio di bb supra :
    https://www.ilrestodelcarlino.it/macerata/cronaca/bruno-barbaro-morto-1.3658987
    " Viveva in città da oltre dieci anni ed era nella struttura dal dicembre
    2015 " : dunque se Barbaro, al 12.1.2018 data dell´articolo, viveva a Tolentino da oltre 10 anni, vuol dire che vi era arrivato attorno al 2007.
    Cioè dopo le rivelazioni di Proto a Ferrara, che sono del 2003/2004.
    Non so però quando le rivelazioni divennero di pubblico dominio. Qualcuno di voi che conosce castronuovo, può chiederglielo ? Parrebbe dal sito di manlio, di dover collocare il suo coming out con Proto/Ferrara/bb al 2008-2009, il che delinkerebbe Tolentino da ipotesi di fuga da Roma del bb legata a Proto. Ma è da accertare se bb non possa aver saputo delle accuse di Proto prima di Tolentino.

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  131. In quest´altro articolo :
    https://www.ilrestodelcarlino.it/macerata/cronaca/omicidio-aldo-moro-misteri-1.2395632
    del 2.8.2016, si ripete che bb viveva in città da oltre 10 anni - ma allora vi sarebbe giunto attorno al 2005.

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  132. Di Ignazio Galizia, amico e collaboratore di bb per Proto, sugli elenchi telefonici inelenco.com e paginebianche.it, a Roma ne esce uno solo :
    Galizia Ignazio
    Telefono 064872457
    Indirizzo Largo Brancaccio, 63
    Localita 00184 Roma (RM)

    Vuole qualcuno chiamarlo e chiedere, se Proto avesse ragione o no che giovani estranei all´azienda si riunissero con bb a via Fusco, e addirittura che nel periodo di via Fusco (1973-1975 per bb alla Moro2) bb avesse lasciato loro Fani 109 ? E che vi erano all´interno della ditta di bb, collaboratori il cui rendimento aziendale era nullo, e che davano l´impressione di venir pagati per altre prestazioni ?

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  133. Ricordo ancora, che nella prima relazione della Moro2 (dicembre 2015), si dice che il dipendente di bb che fece le rivelazioni fu ascoltato dalla procura di Roma - dov´è il verbale ? Il suo nome alla nota 26 di p.117 è dato come Eugenio Proto e non Giuliano.
    Si dice anche che la commssione ha acquisito l´articolo di Epoca - peccato che non s´è accorta che bb aveva dichiarato ad Epoca di trovarsi in ufficio al momento degli spari e non a casa o per strada come a sassoli ed alla Moro2.
    È questa relazione p.117 la fonte degli sfratti per morosità di bb da Fani 109 e da Madesimo 40, da parte dell´ente locatore ENPAF. Da Fani 109 fu sfrattato il 30.4.2003 per morosità. Dunque parrebbe di dover delinkare il trasferimento a Tolentino dal Proto, se gli accertamenti della commissione sono degni di fede almeno stavolta. A meno che Ferrara e Proto non avessero fatto circolare i sospetti prima ancora di quella data. Inoltre manca nella relazione, la data di quando fu sfrattato da Madesimo 40 dove abitava, mentre a Fani 109 aveva ufficio.

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  134. Dulcis in fundo, mi ha finalmente risposto cortesemente il presidente dell´ANPI di Maniago, signor Fabio Passador, informandomi che al tempo della Resistenza Maniago era provincia di Udine e non di Pordenone, e che l´archivio storico dei loro partigiani sta a Udine, la cui ANPI ricorderete, mi aveva già risposto di non conoscere nessun partigiano Bruno Barbaro.
    Peraltro il signo Passador non conosceva nessuna famiglia Barbaro a Maniago, ma questo potrebbe dipendere dal fatto che bruno la lasciò molti decenni fa con la famiglia, o che so io. Il figlio Fabrizio Barbaro, che pare abiti ancora a Tolentino, dovrebbe sapere molte cose - compreso forse, a che ora uscì di casa il padre il 16.3.1978 e per andare dove...
    barbaro bruno non è mai stato partigiano, né tantomeno di sinistra. S´è inventato un passato partigiano di sana pianta per rifarsi una verginità antifascista dopo le rivelazioni di Proto sulla curiosa natura delle sue attività imprenditoriali e sul cognato gladiatore, e per mostrare di prendere le distanze dal pastore stocchi.
    E se ha mentito spudoratamente sulla sua presunta partigianità, perché dovrebbe aver detto il vero sulla sua reale funzione a via Fani il 16 marzo a ridosso della strage ?

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  135. Il riconoscimento fasullo della fasulla partigianità di barbaro bruno, sa di ennesima operazione sporca di regime : da Tolentino l´anpi risponde che gli dettero il certificato su segnalazione anpi friulana ; da Udine e da Maniago l´anpi risponde che non ha mai sentito nominare un barbaro bruno partigiano, nato a Maniago il 26.9.1928.
    Dunque parrebbe, che nessuno dall´anpi friulana abbia segnalato questo nome, quindi o anpi Tolentino è stata ingannata da impostore di regime spacciantesi per anpi friulana, o la stessa anpi Tolentino è infiltrata da talpe di regime.
    È vergognoso che si rilascino tali certificati senza verifica a tale feccia dell´umanità.

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    1. Anonimo-Non Anonimo: il "camerata in gamba" Andrea Insabato acquista in via Gradoli dal 1980, sia al 96 che in altri civici, da solo e/o con fratelli (società familiare, a mia memoria). Non sono in grado di dire se i NAR ne sapevano qualcosa.

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    2. P.S. Le aggiungo che mi pare di avere trovato in rete tempo fa un percorso "resistenziale" assai posticcio anche su Leopoldo Savona, il regista padre di Isabella, moglie di Patrizio. La madre di Isabella era una russa, molto probabilmente fuggita dopo la Rivoluzione d'Ottobre.

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  136. A mio padre… “Il giovanotto”
    di Isabella Savona
    Raccontare la storia di mio padre non è impresa facile e soprattutto non si possono riassumere le diverse sfaccettature del suo carattere e della sua vita in poche parole o solo con qualche aneddoto... ci proverò comunque! Nella primavera del 1944 fu il primo Sindaco di Fondi e nel 1945 sposò mia madre Natasha, detta anche Nada (che significa speranza),
    che era di origine russa, più precisamente di Rostov sul Don. Lei era una donna dolcissima e bellissima e dotata d’un fascino d’altri tempi, lui se ne innamorò appena la vide... e poco dopo coronarono il loro amore unendosi in matrimonio. La cerimonia, molto intima come si usava appena finita la guerra, si celebrò il 20 settembre 1945 a Udine, città nella quale mio padre stava svolgendo la carriera militare. Eh si ! È stato anche Capitano di cavalleria e non ha mai abbandonato l’amore per i suoi cavalli. Una passione che aveva sin dall’infanzia. Montava spesso in sella e così proseguì a fare sino a tarda età. Sempre ad Udine nacque mia sorella Alicka, la primogenita, e qualche mese dopo fecero ritorno a Fondi. Ancora dopo qualche tempo si trasferirono a Roma dove
    nacqui io. Ben presto mio padre si ritrovò beato e contornato da sole donne, aggiungendo anche la presenza fissa di mia nonna Marta soprannominata la “carabiniera”. È facile giungere quindi ad una domanda: due caratteri forti possono convivere tutta una vita? Quando c’è il rispetto, io credo di si, ne sono stata testimone. Inoltre la particolarità di mio padre non era unicamente di possedere una spiccata personalità e un carattere forte ma di avere abbinata a tutto ciò un’intelligenza straordinaria! Posso affermarlo perché ricordo che quando i nostri amici,
    sopratutto quelli di mia sorella, ci venivano a trovare si fermavano molto più a lungo a casa nostra per avere l’opportunità di parlare con lui, poter scambiare impressioni, opinioni o chiedergli consiglio.
    Ricordo ancora i suoi bei racconti dell’infanzia, quando lui e i suoi fratelli facevano gli scherzi alla servitù simulando giochi inquietanti di spiriti e fantasmi.

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