sabato 27 maggio 2017

ERA (E') UNA PALAZZINA DELLA DIFESA QUELLA IN CUI ABITAVA D'AMBROSIO ?


 Noi diciamo di sì. Ecco perché


Nell’ultima audizione del 23 maggio scorso si è verificato un piccolo battibecco tra l‘On. Gero Grassi e l’audito, il Gen. Piero Inzerilli.(Ascolta qui).
In questo dibattito Grassi ha asserito, chiedendone conferma a Inzerilli,  che anche Guglielmi aveva dimorato in quella palazzina di via Stresa 117 (che, si ricorda, era quella dove abitava il Col. D’Ambrosio, quello dell’ ”invito a pranzo”  del 16 marzo ).

Ricordiamo che in merito alla presenza del Col. Camillo Guglielmi nelle immediate vicinanze del luogo della strage e praticamente nello stesso orario (quando la cosa si seppe anni dopo) si scatenarono polemiche ed illazioni in considerazione del ruolo dallo stesso avuto in precedenza nel SIFAR e nel SID e quello che avrà subito dopo nel SISMI. (Guarda il documento)  (1)

Comunque poi Grassi asseriva ancora che in quell'immobile abitavano all’epoca  tutta una serie di alte cariche militari tra cui ricordiamo il Gen. Giuseppe Podda, già vicedirettore del SID di Henke e che fu in concorrenza con Miceli per la sua successione.
Concludendo, infine, Grassi sottolineava che quella palazzina non risultava in Catasto.

Inzerilli contestava l’eventualità che Guglielmi avesse abitato lì e dichiarava seccamente di non sapere nulla del resto.

Ora, senza voler fare dietrologie e supposizioni, non può però sfuggire che, alla già alta concentrazione di presenze “militari” finora registrate nella zona adiacente l’incrocio tra via Fani e via Stresa, se ne andrebbe ad aggiungere un’altra e non di poco conto.

Ma è davvero così? 




In rete  abbiamo trovato una lagnanza – per il costo elevato dell’affitto - di un maresciallo in pensione che, scrivendo alla rivista online del Comitato Nazionale Utenza e Valorizzazione Demanio Militare di Abitazione (Casa e Diritti), dice:

[…forse i Signori del Comando Militare della Capitale mi considerano un numero “ 2650 “ attribuito al mio alloggio (succedeva in altri periodi della storia italiana in cui non ero nato ove gli esseri umani erano identificati no dal nome ma da numeri), però ogni mese mi prelevano dalla pensione 1.200,00 euro…];

ma la cosa interessante è che lamenta poi che spesso gli immobili sono poco manutenuti e aggiunge che talora si tratta di:

 […Alloggi del tutto sconosciuti all’Agenzia del territorio, ma ugualmente viene richiesto agli utenti un canone insostenibile …].    (Qui l'intero articolo)

Dunque da ciò si ricava appunto che gli immobili del Demanio Militare, destinati ad alloggi per i militari, talora non vengono accatastati.

Quindi, tornando a noi, se la palazzina di via Stresa 117 fosse di proprietà della Difesa avrebbe effettivamente  buone probabilità di non essere stata mai accatastata, così come Grassi ha sostenuto. 

Ma era (è) davvero del Demanio Militare e destinata all’ affitto in favore di personale militare?
Ebbene lo era (è) ed abbiamo trovato la prova, sempre in rete.

In altro numero della stessa rivista online di cui sopra ( leggi qui ) vi è un’altra lagnanza: una lettera del Ten. Generale Vito Caporaso,  che potete leggere per intero al link qui sopra, di cui vi mostriamo di seguito la prima parte, che poi è quella che interessa ai nostri fini.




Dunque il 25 gennaio 2015 il Generale, che abita in via Stresa 117, scrive al Vice Comandante del Comando Militare di Roma per una controversia relativa al canone di locazione della sua abitazione.

Non c’è dubbio  a questo punto che quella  palazzina, a 150 metri dall’ incrocio, fosse un immobile della Difesa destinato ad alloggi da dare in locazione a militari (di alto rango in questo caso).

Per la cronaca, tornando indietro a quel giorno, nel Vol. 30 della CM1 a pag. 375 e segg., si legge che furono ascoltati gli abitanti di numerose palazzine in via Stresa (numerose ma non tutte ovviamente). Dai verbali lì riportati si rileva comunque che fu ascoltato ad esempio un inquilino del 98 - esattamente di fronte al 117 - ma nessuno al 117.   (Guarda la mappa)


Considerato l’andirivieni che fecero gli “avieri” nella mezz’ora prima dell’agguato, e che vi mostreremo attraverso le testimonianze ed un grafico riassuntivo a breve, viene da stupirsi pensando all’ audacia degli attentatori che fecero tranquillamente su e giù davanti a luoghi dove c’erano alte cariche del SID e militari in genere e dove, quindi, doveva mettersi in conto la possibilità di traffico di auto di servizio con personale armato e possibili scorte.
                                              
a cura di:  SEDICidiMARZO


(1) Documento avuto per cortesia di Giacomo Pacini


3 commenti:

  1. Il palazzo al civico 117, ormai non è più un mistero, apparteneva, come ancora appartiene, alla Difesa.
    All'epoca, se la memoria non mi inganna, i Carabinieri erano ancora un corpo dell'Esercito.
    In un palazzo abitato da militari, si può ragionevolmente supporre che si possa rinvenire qualche testimonianza, sull'accaduto, particolarmente qualificata, per attenzione ed esperienza.
    Il 29 marzo (volume 30, pagg. 375 e seguenti) i carabinieri acquisiscono sui luoghi (Via Fani e Via Stresa) tuta una serie di testimonianze, alcune con esito positivo, altre con esito negativo ("ero assente", "non ho visto né sentito nulla", e simili).
    Tra tutti i residenti reperiti, non ce n'è nemmeno uno degli abitanti del civico 117 di Via Stresa (come peraltro, va detto, anche di altri civici sia sul lato dei numeri pari che su quello dei dispari), il palazzo della Difesa, pieno zeppo, in teoria, di testimoni particolarmente utili.
    Un vero peccato, frutto sicuramente di una banale svista, da parte di chi impartì l'ordine del sopralluogo e/o di chi lo eseguì, in quanto forse se umanamente non si poteva suonare a tutti i civici, proprio quello (il "nostro" 117) sarebbe stato probabilmente, invece, da visitare, visto che non ci abitava il quisque de populo, la famosa "casalinga di Voghera", ma, appunto, dei militari.

    RispondiElimina
  2. Aggiungo che cmq i cc vanno di fronte, al civico 98, e non si capisce poi perchè non bussino all'altro lato della via.

    RispondiElimina
  3. Il 7 aprile, pag 642 e segg Vol 30,i Carabinieri tornano nuovamente sui luoghi per supplemento di indagine, e ancora una volta NON BUSSANO AL 117.

    RispondiElimina