mercoledì 26 aprile 2017

Via Gradoli

In rete si trovano numerose fonti sul caso Moro. Noi abbiamo pensato di creare un archivio tematico.

Esordiamo con tre documenti su via Gradoli estratti dalla documentazione della prima commissione Moro.

a) verbale di perquisizione di via Gradoli (armi e munizioni escluse) v31p17-65

b) perizia (comprese note preliminari di Jadevito e Ugolini ) sulle armi di via Gradoli, v45p546-642

c) appunto su 128 cartucce rinvenute in via Gradoli (da parte della Polizia Scientifica) v31p580-583




6 commenti:

  1. ...........davvero curioso che il 70% di quei bossoli " famosi " 9M appartengano ad un lotto fornito alla GdF no ?

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  2. Infatti io penso che quella commessa della GdF,in violazione dei normali capitolati,serviva a rimpinguare di nunizioni i depositi per le operazioni coperte.

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  3. Via Gradoli, via due ponti, via pirzio biroli, via Stasi, via bruni.. :) bella zona!

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  4. Dimenticavo : via della mendola :) bella zona! :)

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  5. Per via Gradoli, sarebbe interessante reperire testimonianze di ufficiali o verbali che attestano come venne rinvenuto il materiale. Sappiamo infatti che testi “complottisti”, per esempio Flamigni, dicono che era sparso in terra, cassetti aperti sui letti e persino armi sul pavimento. Uno stato di disordine che non poteva essere stato provocato dai due BR che vi abitavano.
    Viceversa i debunkers dicono che non è verro niente, quel disordine venne creato dalle perquisizioni in atto.
    Capirete che accertare come stanno le cose è determinante per fare considerazioni sulla “scoperta” del covo.
    Un saluto Maurizio Barozzi

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    1. I complottisti sostengono sul covo di via Gradoli che il doccino della vasca da bagno fu intenzionalmente lasciato aperto e platealmente appoggiato su di una scopa per provocare l'infiltrazione nel muro di appoggio della vasca (nella zona di congiunzione tra i muro e il bordo vasca che presentava delle aperture); inoltre, che l'appartamento fosse disseminato di armi, mitragliatori e pistole sul letto, bombe a mano, con detonatori, poggiate per terra nella zona tra il letto e la porta del bagno (cfr., tra i tanti, "Il fatto quotidiano", del 20 aprile 2018, "Docce, parrucche e Sisde:sceneggiata in via Gradoli").
      Ora, sulla prima questione rinvio al contenuto del mio (purtroppo lunghissimo) commento al post "Tutto su (via) Gradoli", "L'allagamento" presente in questo blog.
      Sulle armi che, in quanto sparpagliate per la casa, confermerebbero un intervento dei Servizi(come per il doccino), posto che Moretti e Balzerani non avrebbero potuto abbandonarle in quel modo, segnalo che il primo sopralluogo all'interno del covo fu effettuato dai Vigili del Fuoco nella mattinata del 18 aprile 1978 per risolvere l'infiltrazione. Terminato l'intervento, il capo squadra dei Vigili, sig. Leonardi, si rese conto di essere capitato in un covo brigatista chiedendo al suo Comando di allertare la Polizia, in seguito intervenuta. Il giorno successivo, il Leonardi rese dinanzi alla questura di Roma una dichiarazione a verbale spiegando nel dettaglio come avesse capito di trovarsi in un covo delle b. r.: c'erano quindi le mitragliatrici sul letto e le bombe a mano sparse dappertutto? Assolutamente no. Ha rilevato, invece, la presenza di volantini, di fogli dattiloscritti con l'emblema delle b.r., di valigette, di cappelli da poliziotti o simili, una macchia di sangue sul letto e una tronchese sotto un divano (Dichiarazione a verbale della Questura di Roma del 19 aprile 1978, https://www.memoria.san.beniculturali.it/documenti-online/-/doc/detail/156/Commissione%20Moro Volume 111, pag. 55).
      Franco Lisandro

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