(a cura di: Andrea Guidi)
APPENDICE SULLA
"MISTERIOSA BIONDA" DI FREGENE
(ORA E' SICURO, NESSUNA
ULTERIORE INDAGINE FU MAI SVOLTA)
Abbiamo di recente pubblicato un
nostro articolo nel quale, come sa chi ci segue, davamo conto di un episodio
piuttosto oscuro verificatosi negli ultimi giorni di marzo del 1978 (in pieno
sequestro) all'altezza del canale di Focene, allorché due "spalatori"
videro quattro giovani, due uomini e due donne, sotterrare opuscoli delle BR.
Non ripercorriamo qui tutta la vicenda di cui abbiamo dato conto, per la cui
narrazione rinviamo al nostro articolo qui:
Ci limitiamo a ricordare solo che
era assurta a nostro parere a figura chiave della vicenda una delle due donne
viste dagli spalatori, in base alle cui testimonianze venne redatto l'ormai
noto identikit: (vedi sopra).
Riguardo costei, infatti, insorse
una sorta di contrasto investigativo tra la Guardia di Finanza da un lato, e
l'Ucigos e il dott. Esposito del Ministero dell'Interno dall'altro, in quanto gli
uomini dell'Ucigos fecero palesi
Gli "spalatori" avevano
peraltro dichiarato già ai Carabinieri oltre che alla Guardia di Finanza di
avere ritenuto di riconoscere la donna bionda vista sotterrare quegli opuscoli
alla guida di un'alfa GT rosso con targa straniera incontrata mentre essi si
trovavano appunto assieme ai finanzieri nei pressi di un bar poco distante dal
fatto.
A quanto pare, la donna sarebbe
stata individuata, così come la casa di Fregene dove alloggiava e, parimenti,
sarebbero state individuate le persone da lei frequentate o che comunque la ospitavano.
Il tassello mancante, a quel
punto, era solo il riconoscimento formale – o meno - di quella donna del GT
rosso da parte dei due "spalatori" come colei che era stata vista
sotterrare gli opuscoli delle BR, riconoscimento per eseguire il quale i due
erano stati convocati presso l'ufficio stranieri della Questura il successivo 3
aprile.
Nel corso della nostra analisi di
quel contrasto investigativo e di quelle contraddittorie prese di posizione
degli uomini della Polizia (in senso lato), scrivevamo, tra l'altro:
"E' un conflitto tanto grave quanto inesplorato che ha, come unica
costante, l'invito fatto a loro volta dai funzionari dell'Ucigos presenti sui
luoghi, alla Guardia di Finanza, di abbandonare in sostanza il “servizio di osservazione”.
Peccato che chi fosse questa bionda, dove risiedesse, come fosse targata l'auto e chi fossero questi
elementi insospettabili cui costei era legata, a cominciare dal proprietario
dell'appartamento da lei occupato e da dove questo alloggio fosse situato, pur essendo ben noti tutti questi dati,
non sia mai emerso."
A conclusione del nostro
articolo, formulavamo, conseguentemente, queste domande:
"In conclusione, ci
chiediamo, e chiediamo, se dopo 40 anni
sia possibile conoscere:
-
l'identità di quella donna “bionda”,
conosciuta dagli investigatori fin dal 25 marzo 1978, e il ruolo da lei
eventualmente avuto nella vicenda;
-
chi fossero le persone “insospettabili” con
cui costei era collegata, ad iniziare dal proprietario dell'appartamento in cui
fu vista alloggiare a Fregene;
-
se e quali indagini furono ulteriormente
compiute dalla magistratura per il compiuto accertamento dei fatti,
dell'identità delle persone e dell'auto coinvolta, e delle ragioni del
comportamento adottato dai funzionari dell'Ucigos, da un lato, e di riflesso di
quello sin troppo remissivo della Guardia di Finanza nei confronti delle
richieste dell'Ucigos stessa, dall'altro. "
Ebbene, se alle prime due,
decisive, domande non siamo ovviamente purtroppo in grado di rispondere, ciò è
anche conseguenza della risposta che, invece, sulla terza questione siamo ora
in grado di fornirla in autonomia: e questa risposta è che no, nessuna ulteriore indagine, nessun approfondimento della
vicenda, nessun confronto per il
riconoscimento in Questura - programmato
come ricordato il 3 aprile- venne fatto!
Nel corso infatti di un nuovo
esame degli scarni "verbalini" delle riunioni del Comitato
tecnico-operativo insediato sin dal 16 marzo al Viminale sotto la direzione del
ministro Cossiga, abbiamo rinvenuto vari accenni nelle date dal 27 marzo in poi
sulla vicenda degli spalatori, tra i quali i due scarni cenni che in sostanza
chiudono la vicenda, probabilmente per sempre, nel modo che il lettore potrà
valutare da sé:
riunione del 31 marzo (vol. 27,
pag. 332, CM-1), il Capo dell'Ucigos, Fariello:
Ora, ricordiamo che in un
rapporto della Guardia di Finanza (vol 125, pagg. 801 e segg., CM-1) esaminato
nel nostro primo articolo, il verbalizzante affermava espressamente che,
recatosi al Viminale il 1° aprile
, il dott. Fariello in quella sede gli manifestava la necessità di convocare in
Questura, per l'appunto, i due spalatori nella mattinata del 3 aprile per
effettuare un riconoscimento della "bionda".
Si noti quindi bene: nella
riunione del Comitato tecnico-operativo al Gabinetto del Viminale, Fariello
afferma ai presenti che la "tedesca" , già identificata, si sarebbe presentata l'indomani (cioè il 1° aprile) in Questura
per un controllo dei documenti; all'ufficiale della GdF presentatosi presso di
lui proprio l'indomani, Fariello manifesta invece la necessità di effettuare il
riconoscimento con i due "spalatori" il successivo 3 aprile.
Ma continuiamo con il secondo
"verbalino" della riunione del Comitato tecnico-operativo, seduta del
3 aprile, ore 19.30 (vol. 27, pag. 334, CM-1):
Ebbene, a prescindere dal rilievo
che curiosamente l'esito infausto della vicenda sia stato comunicato ai
presenti non già da Fariello (o dal Capo della Polizia, o dal Questore, lì
presenti) vista l'assunzione della gestione della vicenda da parte dei
funzionari di Polizia, questa è la pura
e semplice fotografia della sconcertante conclusione della vicenda: una donna
identificata, tenuta sotto osservazione, imminente oggetto di riconoscimento, a
quanto pare convocata in Questura già per il 1° aprile per il controllo dei
documenti, sparisce letteralmente nel nulla, libera, a quanto pare perfino
di espatriare!
Non risulta peraltro che qualcuno dei presenti a quella riunione
abbia chiesto come ciò fosse potuto accadere.
Gli spalatori, sentiti dai
giudici istruttori nell'autunno del 1978 e poi nel 1979, non poterono dunque
mai effettuare alcun riconoscimento, né risulta- salvi documenti ulteriori che
per quanto ci è possibile continueremo a ricercare- che in esito alle loro
deposizioni istruttorie altri approfondimenti siano stati effettuati,
richiesti, imposti, in sede giudiziaria.
Ancora oggi, dunque, nulla è dato sapere sull'identità di quella
donna, pur accertata dalla Polizia, né delle persone con cui essa era in
contatto, né – ed è questo un elemento nuovo- volendo credere al Generale
Giudice, come fu possibile che costei,
sottoposta in teoria al controllo dei documenti, sia riuscita a trasferirsi
all'estero sottraendosi di fatto al programmato riconoscimento con gli
spalatori. Ed è dunque al massimo in virtù di un atto di fiducia che, tra
l'altro, si dovrebbe credere che costei, oltre tutto, fosse "tedesca"
e che fosse improvvisamente partita per la Germania: in mancanza delle sue
generalità, non resta che l'atto di fede.
Chiediamo se sia quanto meno
possibile verificare negli archivi dell'ufficio stranieri della Questura di
Roma i nomi di coloro che si sottoposero a controllo dei documenti in una data
compresa tra il 31 marzo e il 3 aprile 1978. Se come sostenne all'epoca il dott. Esposito la "misteriosa
bionda" era persona insospettabile, non si vede cosa e chi danneggerebbe
svelarne l'identità a distanza di 40 anni dai fatti.
La strada su cui si è mossa e si
muove la ricerca della verità sul sequestro e l'omicidio di Aldo Moro è
purtroppo lastricata anche di pietre (tombali) come quella di cui abbiamo
appena dato conto.
La sabbia nelle scarpe di Aldo Moro, la catramina e le infiorescenze nei vestiti. La prigione di via Montalcini? Moro era abbronzato nelle foto. Qualcuno lo aveva fotografato mentre camminava in un cortile; secondo la fonte "Beirut2" foto ripresa di notte con pellicola infrarosso. Nessuno fornira' mai le prove. Salterebbero tutti gli accordi NATO..USA e UK in testa. Golpe riuscito senza capi dei partiti in carcere e senza TANK alla GRECA.
RispondiEliminaNel commento precedente mi riferivo a focene e a ad alti luoghi vicino al mare .Per quello che riguarda la ragazza bionda tedesca e gli altri con lei non erano stati notati su un pulmino con targa tedesca vicino a Viterbo?
RispondiEliminaChiedo scusa, se possibile vi sarei grato se poteste togliermi una curiosità; il funzionario Ucigos di cui si parla in questo articolo, è per caso lo stesso Esposito di cui si parlò a proposito del presunto ritrovamento del suo recapito in una giacca di Valerio Morucci? Grazie e complimenti per il lavoro instancabile.
RispondiEliminaLeggo solo ora la sua richiesta. Questo per ora non ci è stato possibile accertarlo.
EliminaQuesto fatto conferma che la stasi ha avuto un ruolo importante nella vicenda Moro.
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