giovedì 8 febbraio 2018

FINALMENTE! IL RAPPORTO R.I.S. SUL SOPRALLUOGO DI VIA MONTALCINI (con tutti dati)

E' disponibile finalmente la relazione finale dei R.I.S. sul sopralluogo e le verifiche effettuati il 4 maggio in via Montalcini 8.

Nella relazione vi sono dati metrici , grafici e ricostruzioni 3D in relazione alla presenza ed "utilizzo" della R4 all'interno del box e i dati audio-metrici in relazione alle prove di sparo effettuate.

A proposito dei primi ci piace rilevare come venga confermato e valorizzato un particolare da noi evidenziato a suo tempo. E cioè che il box, all'epoca, era ancor più corto di quanto sia oggi.                    Vedi:
( http://www.sedicidimarzo.org/2017/06/box-montalcini-era-piu-corto.html )

La relazione è leggibile per intero e scaricabile qui dal sito di Gero Grassi .  Qui di seguito invece un estratto della stessa con le conclusioni e le considerazioni finali.

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CONCLUSIONI 

Prove d'ingombro con la RenauM Le attività tecniche effettuate il 4 maggio 2017 in Via Montalcini n.8 in Roma hanno insinuato il dubbio che il box d'interesse nel corso del tempo
avesse subito importanti modiche strutturali volte al suo ampliamento. Di ciò si è avuta conferma mediante il confronto tra lo stato dei luoghi e le immagini dei rilievi tecnici effettuati dalla Polizia Giudiziaria il 19 aprile 1983, il cui fascicolo fotografico è pervenuto al RIS di Roma solo dopo le suddette attività. L'esame di tale atto ha altresì confermato che, all'epoca, la mensola disposta orizzontalmente sulla parete in fondo al box era assente. In base alle prove d'ingombro (reali, collocando fisicamente una Renault4 all'interno del box e virtuali, elaborando i dati acquisiti con il Laser Scanner 3D) è stato possibile concludere quanto segue: - se la porta basculante fosse stata completamente chiusa, pur posizionando la Renault4 a retromarcia fino a far toccare con la sua parte anteriore quella interna della basculante, sarebbe stato molto improbabile aprire / chiudere il portellone senza che quest'ultimo non urtasse sulla parete in fondo (e tutto ciò appare verosimile a prescindere dal modo più o meno obliquo, con cui può esser parcheggiata a retromarcia l'auto nel box); - se la Renault4 fosse stata parcheggiata a retromarcia nel box con il portellone posteriore già aperto, allora è probabile che la porta basculante (dopo tale manovra) si potesse chiudere completamente. In tale ipotesi lo spazio di manovra sul retro della Renault4 sarebbe stato poco superiore a 0,40m; - se la Renault4 fosse stata parcheggiata a retromarcia nel box ad una distanza dal fondo della parete superiore a 0,51 m, allora molto probabilmente la sua parte anteriore sarebbe sporta oltre l'ingresso del box e la porta basculante non si sarebbe potuta chiudere del tutto. In tale ipotesi, però, il portellone posteriore si sarebbe potuto chiudere /aprire liberamente (cioè senza urtare sulla parete in fondo al box); - se la Renault4 fosse stata parcheggiata a retromarcia nel box, accostandola a destra, lo spazio residuo sul suo lato sinistro sarebbe stato variabile all'incirca tra l,0m e l,6m. Inoltre la distanza tra la sua parte anteriore sinistra e la "spalletta" dell'ingresso del box sarebbe stata di circa 0,70m; - se la Renault4 fosse stata parcheggiata a retromarcia nel box, accostandola a sinistra, lo spazio residuo sul suo Iato destro sarebbe stato variabile all'incirca tra l,0m e l,5m. 


Prove d'ascolto dei colpi esplosi con le armi dell'omicìdio Moro Nel box d'interesse sono state effettuati dei reali test di sparo con entrambe le armi usate nella commissione dell'omicidio MORO, utilizzando munizionamento del campionario di laboratorio del RIS di Roma. Così come già anticipato alla Commissione, il valore della sperimentazione volta a determinare in vari punti dello stabile di Via Montalcini la percezione sonora dei colpi esplosi si ritiene che sia fortemente discutibile, se inserito nel contesto delittuoso in esame. Infatti il fragore dei colpi d'arma da fuoco nel box è stato di gran lunga superiore rispetto a quello ipoteticamente avvenuto nello svolgimento dei fatti, poiché sulla pistola Walther non è stato applicato alcun silenziatore e quello montato sulla mitraglietta Skorpion non si è rivelato particolarmente performante (tant'è che, verosimilmente, non è quello usato nella commissione del delitto per gli aspetti balistici già descritti in atti). Inoltre, per motivi di sicurezza, si è reso necessario esplodere i colpi d'arma da fuoco a distanza dal retro della Renault4, al punto che la sua parte anteriore sporgeva oltre l'ingresso del box. Di conseguenza la saracinesca è rimasta completamente sollevata per tutti i test di sparo favorendo la propagazione delle onde sonore nello stabile. Per quanto precede, tale sperimentazione non si ritiene attendibile per formulare ipotesi ricostruttive. IV.2. 

CONSIDERAZIONI 

All'esito della sperimentazione effettuata il 4 maggio 2017 in Via Montalcini in Roma e seppur con i limiti della stessa, si ritiene che non siano emersi elementi oggettivi tali da sconfessare un'azione di fuoco nel box in questione contro Aldo Moro. Infatti le prove di percezione sonora relative al fragore dei colpi esplosi con entrambe le armi, per le ragioni anzidette, non possono esser considerate utili ai fini di una contestualizzazione nello scenario delittuoso in esame (anzi potrebbero esser addirittura fuorviami). Al riguardo si ritiene che, se sulla mitraglietta Skorpion fosse stato applicato un silenziatore adeguatamente efficace, probabilmente il relativo suono percepito da uno o più ascoltatori all'interno di un'abitazione dello stabile di Via Montalcini sarebbe stato di debolissima intensità. D'altro canto le prove reali e virtuali d'ingombro con la Renault4 consentono di non escludere che la vittima sia stata attinta nel bagagliaio mentre l'auto era parcheggiata a retromarcia nel box, con il portellone già aperto e con la porta basculante chiusa. Al riguardo basti pensare che, se in ipotesi il davanti della Renault4 fosse stato a contatto con l'interno della basculante chiusa, probabilmente lo spazio tra il paraurti posteriore e la parete con l'intercapedine sarebbe stato di almeno 0,40m circa. Questo spazio, sebbene contenuto, in linea teorica non avrebbe impedito alla vittima di sedersi sul pianale del portabagagli (o dì esser aiutata a farlo) e di collocare di fronte ad essa almeno un ipotetico sparatore. Inoltre, se in ipotesi l'auto fosse stata accostata nel box sul suo lato destro, probabilmente lo spazio di manovra sul fianco sinistro della Renault4 sarebbe stato variabile tra circa 1,00+1.60m per tutta la lunghezza del box. A maggior ragione, se in ipotesi la porta basculante fosse stata socchiusa, lo spazio a disposizione sul retro della Renault4 aumenterebbe ulteriormente. Infatti la ricostruzione virtuale tridimensionale ha consentito di stimare che, se il paraurti posteriore distasse circa 0,77m dalla parete in fondo al box, il davanti dell'auto sporgerebbe oltre l'ingresso del box e la porta basculante si potrebbe socchiudere a meno di circa 68cm di altezza dal pavimento. Uno spazio sul retro come quello testé menzionato potrebbe esser compatibile con l'azione delittuosa già descritta in atti, secondo cui lo/gli sparatore/i (almeno nelle ultime fasi dell'esplosione dei colpi) si collocherebbero sul retro della Renault4. Del resto questa estrema vicinanza alla parte posteriore dell'autovettura sarebbe compatibile anche con l'espulsione dei bossoli nel bagagliaio e all'interno dell'abitacolo (nella sperimentazione del 4 maggio 2017 è stato anche osservato come il bossolo espulso dalla Skorpion sia in grado di raggiungere la parte anteriore dell'abitacolo). 

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