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Breve biografia da Wikipedia:
Esercitò la professione di docente di Letteratura italiana presso l'Università di Genova. Dal 1979 aderì alla struttura delle Brigate Rosse, nella Colonna di Genova[1], entrando in contatto prima con Rocco Micaletto e poi con Luca Nicolotti. Prese parte con un ruolo di copertura, insieme ad altri tre brigatisti, Nicolotti, Francesco Lo Bianco e Livio Baistrocchi, al ferimento del dirigente dell'Ansaldo e membro del PCI Carlo Castellano.
Arrestato una prima volta a Genova il 17 maggio 1979, fu assolto nel 1980 per insufficienza di prove. Fu nuovamente arrestato a Milano il 4 aprile 1981, assieme ai brigatisti Tiziana Volpi, Silvano Fadda e Mario Moretti. Durante la sua prima detenzione ebbe modo di entrare in contatto con i più importanti esponenti del così detto "nucleo storico" delle Brigate Rosse, ed in particolar modo con Renato Curcio e Alberto Franceschini.[2].
È autore di Armi e bagagli - Un diario dalle Brigate Rosse, considerato, per il valore della scrittura, la biografia sull'argomento di maggior valore letterario. Enrico Fenzi è stato spesso indicato come l'unico intellettuale passato alle Brigate Rosse, insieme al cognato Giovanni Senzani.[3]. Nel 1995 ha partecipato al documentario di Marco Bellocchio Sogni infranti.[4]. Dissociatosi dalla lotta armata già nel 1982, è stato in libertà provvisoria dal 1985[5] fino al 1994.
Nuovamente impegnato negli studi di filologia e letteratura italiana con diverse pubblicazioni, è uno stimato studioso a livello internazionale di Dante Alighieri e Francesco Petrarca. In alcuni casi, la sua partecipazione a convegni, in qualità di studioso di letteratura, ha incontrato ostacoli ed è stata all'origine di polemiche scaturite dal suo passato legame con le Brigate Rosse[6]
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