Aggiornamento del 29 aprile 2018
Un famoso disegno di Morucci |
Ebbene già oggi Gianremo Armeni ( autore di "QUESTI FANTASMI...del caso Moro" ) ci ha cortesemente inviato delle foto - da lui tratte direttamente dai fascicoli processuali - delle quali alcune relative proprio agli appunti di Viale Giulio Cesare. Lo ringraziamo infinitamente e le pubblichiamo con gran piacere in appendice in fondo all'articolo. Tra l'altro una di queste foto è proprio quella dell'appunto su via della Camilluccia 551.
( a cura di: Franco Martines )
approssimato per difetto, è superiore al milione) ci è capitato più di una volta, facendo una ricerca con una parola chiave nel nostro data base, di imbatterci in documenti e circostanze inattesi e del tutto slegati dal contesto da cui era partita la ricerca.
Slegati ma talvolta interessanti e sorprendenti come nel caso della ricerca con parola chiave "tamponamento della 130", effettuata con la mira di trovare ogni descrizione in merito nella dinamica in via Fani, e che ci portò a scoprire anche i documenti che raccontavano un pressoché identico tamponamento che era avvenuto pure il 15 marzo, il giorno prima della strage. Con a cascata le dichiarazioni, affette in verità da un po' di amnesia, dell'altro autista della scorta di Moro. Vedi in proposito il nostro precedente articolo qui.
Recentemente a seguito delle anticipazioni sul libro " La criminalità servente" di Simona Zecchi, in cui si dava conto che in un'agenda di Pecorelli era annotato l'indirizzo presso cui si erano incontrati degli esponenti della ndrangheta con l'on. Benito Cazora (via della Camilluccia 551) abbiamo fatto una ricerca con una chiave corrispondente all'indirizzo dell'incontro: "Camilluccia 551"; e anche stavolta, oltre ai documenti che ci aspettavamo di trovare, abbiamo trovato dei documenti connessi sì alla chiave di ricerca ma del tutto slegati dalla ricerca iniziale (ossia l'appuntamento tra Cazora e gli ndranghetisti).
Ma vediamoli per ordine.
1. L'appuntamento tra Cazora e i "calabresi"
L'on. Benito Cazora, come è noto, fu ad un certo punto contattato da alcuni personaggi della malavita che si offrirono a lui per agevolare l'individuazione del luogo in cui Moro era tenuto prigioniero.
Cazora non si tirò indietro e accompagnato dal giornalista parlamentare Giuseppe Messina andò a questi incontri.
Nel febbraio del 1979 il giornale Vita Sera parla di questi abboccamenti e immediatamente Imposimato lo convoca per deporre.
Di seguito due stralci tratti da CM1 vol. 42 pag. 656 e segg. (Qui link al verbale integrale).
Cazora non si tirò indietro e accompagnato dal giornalista parlamentare Giuseppe Messina andò a questi incontri.
Nel febbraio del 1979 il giornale Vita Sera parla di questi abboccamenti e immediatamente Imposimato lo convoca per deporre.
Di seguito due stralci tratti da CM1 vol. 42 pag. 656 e segg. (Qui link al verbale integrale).
Da un documento della CM2 recentemente declassificato a pag. 8 possiamo vedere uno dei fogli degli appunti che Cazora prese nel corso dei suoi incontri. Abbiamo evidenziato la nota con l'indirizzo in questione. ( Qui il link al documento ).
Come anticipato, quest'incontro del 7 maggio, era stato annotato in un'agenda del sempre ben informato Pecorelli e leggiamo appunto, anche per riepilogare la vicenda Cazora, cosa scrive la Zecchi in proposito nel suo recente libro "La criminalità servente" a pag. 67.
Flavio Carboni dunque! Un nome che ne richiama tanti altri più o meno tristemente noti: Pippo Calò, Ernesto Diotallevi, la banda della Magliana, Calvi, Marcinkus, lo Ior.
Facendo una piccola digressione, occorre dire che Cazora fu, più o meno in contemporanea, contattato anche da un altro personaggio che, sempre col dichiarato intento di agevolare la liberazione di Moro, sosteneva di parlare a nome della malavita siciliana.
Il personaggio è rivelato in un verbale - di seguito uno stralcio - tratto dai volumi della Commissione P2 . Per comodità di lettura prendiamo quello dell'accompagnatore di Cazora, Giuseppe Messina, in quanto quest'ultimo verbale a differenza di quello del parlamentare è dattiloscritto. Entrambi sono leggibili per intero in CP2 Vol. 108 pag. 56 e segg. (Qui il link ai documenti)Flavio Carboni dunque! Un nome che ne richiama tanti altri più o meno tristemente noti: Pippo Calò, Ernesto Diotallevi, la banda della Magliana, Calvi, Marcinkus, lo Ior.
Ma torniamo all'indirizzo da cui è stata generata la nostra chiave di ricerca originaria (Camilluccia 551) per dire che di quell'incontro a quell'indirizzo ne parla anche Paolo Cucchiarelli nel suo ancor più recente "L'ultima notte di Aldo Moro". Vediamo come lo descrive a pag. 277.
Bisognava agire la notte stessa o al massimo l'indomani...sappiamo come andò.
2. Gli appunti di Viale Giulio Cesare 47
Morucci e Faranda vengono arrestati a casa di Giuliana Conforto, dove si erano rifugiati, il 29 maggio 1979. Il verbale con il materiale lì sequestrato viene redatto il giorno successivo. Si compone di 296 reperti molti dei quali ulteriormente suddivisi in numerosi sotto-reperti. Uno degli ultimi ad esempio, il 290, è costituito da una settantina di sotto-reperti. ( Link all'intero documento ). Di seguito uno stralcio a pag. 36 del documento linkato.
Abbiamo qui evidenziato il reperto 250 che si compone, al di là della, in questo caso, onnicompensiva e generica indicazione del verbale, di 12 diversi foglietti manoscritti con varie annotazioni su persone, con riferimenti ai loro indirizzi, orari di entrata/uscita, auto utilizzate, etc.
Uno di questi fogli verrà fotocopiato e utilizzato dai periti grafici che attribuiranno inequivocabilmente questo reperto alla Faranda. Chi avesse la curiosità di spulciare tutti gli appunti utilizzati per le perizie grafiche può andare a questo link al vol. 48 di CM1( a partire da pag. 133 ) nel sito di Gero Grassi.
A pag. 151 c'è l'unico sotto-reperto del 250 (vedi foto a fianco) utilizzato dai periti, il 12.mo foglio.
Non ci sono purtroppo i fogli 3 e 4 che sono quelli che di più ci interessano, come capiremo, ai fini della nostra narrazione.
Questi fogli attirano però l'attenzione degli inquirenti tanto che Priore, in questa nota alla Digos - di cui sotto mettiamo uno stralcio - chiede di dare precedenza su tutto all'individuazione dei nominativi del reperto 250 (il numero nel dattiloscritto era errato e Priore lo corregge a penna). Qui comunque il link all'intero documento in CM1 vol. 36 pag. 947
L'elenco telefonico per strade dell'anno 1974, tratto da un documento della CM2, a pag. 35 ne dà ulteriore conferma. (Qui il link a tutto il documento)
Uno di questi fogli verrà fotocopiato e utilizzato dai periti grafici che attribuiranno inequivocabilmente questo reperto alla Faranda. Chi avesse la curiosità di spulciare tutti gli appunti utilizzati per le perizie grafiche può andare a questo link al vol. 48 di CM1( a partire da pag. 133 ) nel sito di Gero Grassi.
Un esempio di appunti e disegni nel vol. 48 CM1 |
A pag. 151 c'è l'unico sotto-reperto del 250 (vedi foto a fianco) utilizzato dai periti, il 12.mo foglio.
Non ci sono purtroppo i fogli 3 e 4 che sono quelli che di più ci interessano, come capiremo, ai fini della nostra narrazione.
Questi fogli attirano però l'attenzione degli inquirenti tanto che Priore, in questa nota alla Digos - di cui sotto mettiamo uno stralcio - chiede di dare precedenza su tutto all'individuazione dei nominativi del reperto 250 (il numero nel dattiloscritto era errato e Priore lo corregge a penna). Qui comunque il link all'intero documento in CM1 vol. 36 pag. 947
Ed ecco che riemerge anche in queste carte lo stesso indirizzo, via della Camilluccia 551 in corrispondenza di un non meglio identificato Gianni.
A circa un mese dalla richiesta, l'8 settembre 1979, la Digos fornisce il responso sui dati richiesti. ( Sta in vol. 36 CM1 pag. 949) E il Gianni in questione altri non è che Gianni Letta. ( Qui per l'intero documento ).
L'elenco telefonico per strade dell'anno 1974, tratto da un documento della CM2, a pag. 35 ne dà ulteriore conferma. (Qui il link a tutto il documento)
Un condominio poco numeroso che si compone, come vediamo, di sole sette famiglie.
Tornando all'appunto del reperto 250 e alla conseguente richiesta d'indagine di Priore e risposta della Digos di cui sopra, possiamo vedere che, tra i giornalisti schedati dalla Faranda nel suo appunto, Letta si trova in compagnia di Romano Tripodi e Eugenio Scalfari. Verranno tutti convocati ed ascoltati, vediamo il loro racconto.
3. I verbali dei giornalisti schedati
Iniziamo da colui che, per via dell'indirizzo, ci ha condotto fin qui.
Gianni Letta depone il 26 settembre 1979 davanti a Priore come da verbale, che vi proponiamo sotto per intero, e che è rintracciabile in CM1 vol. 43 pag. 467.
Letta dunque, confermando solo in parte le annotazioni che lo riguardano del rep. 250, dichiara di non aver fatto caso di essere stato osservato/pedinato e afferma la sua convinzione, risultata però erronea come abbiamo visto, di non comparire su alcun elenco telefonico.
Non molto diverse le dichiarazioni di Scalfari sempre in CM1 vol. 43 a pag. 427 (Qui il link al volume)
Allo stesso link , infine, possiamo trovare per intero, da pag. 418, le interessanti dichiarazioni di Romano Tripodi di cui vi proponiamo sotto uno stralcio.
Tripodi aggiunge infatti un suo personale ricordo in merito ad un uomo da lui visto il giorno prima della strage presso l'edicola di via Fani.
Si tratta di un altro elemento ricorrente nel caso Moro, un uomo dall'aspetto mediterraneo con un copricapo a coppola.
Conclusioni
Fin qui la nostra ricerca partita da quell'indirizzo. Non è da escludere che altro possa esserci e ben venga chi volesse segnalarci altri documenti collegati a questa chiave di ricerca.
Appendice
Le foto cortesemente inviateci da Gianremo Armeni .
3. I verbali dei giornalisti schedati
Iniziamo da colui che, per via dell'indirizzo, ci ha condotto fin qui.
Gianni Letta depone il 26 settembre 1979 davanti a Priore come da verbale, che vi proponiamo sotto per intero, e che è rintracciabile in CM1 vol. 43 pag. 467.
Letta dunque, confermando solo in parte le annotazioni che lo riguardano del rep. 250, dichiara di non aver fatto caso di essere stato osservato/pedinato e afferma la sua convinzione, risultata però erronea come abbiamo visto, di non comparire su alcun elenco telefonico.
Non molto diverse le dichiarazioni di Scalfari sempre in CM1 vol. 43 a pag. 427 (Qui il link al volume)
Allo stesso link , infine, possiamo trovare per intero, da pag. 418, le interessanti dichiarazioni di Romano Tripodi di cui vi proponiamo sotto uno stralcio.
Tripodi aggiunge infatti un suo personale ricordo in merito ad un uomo da lui visto il giorno prima della strage presso l'edicola di via Fani.
Si tratta di un altro elemento ricorrente nel caso Moro, un uomo dall'aspetto mediterraneo con un copricapo a coppola.
[...]
Conclusioni
Fin qui la nostra ricerca partita da quell'indirizzo. Non è da escludere che altro possa esserci e ben venga chi volesse segnalarci altri documenti collegati a questa chiave di ricerca.
Appendice
Le foto cortesemente inviateci da Gianremo Armeni .
Il verbale di sequestro in via Archimede di materiale appartenente a Morucci
Il famoso disegno di Morucci del Portico d' Ottavia sequestrato a via Archimede
I reperti 203/3 ( sx) e 203/2 (dx) di Morucci- Sequestro Viale Giulio Cesare
Il reperto 250/4 in cui in 3a riga si vede l'annotazione: "Gianni Camilluccia 551"
Aggiungiamo infine una nostra elaborazione in cui abbiamo affiancato in un'unica foto il reperto 250/12 (sicuramente attribuito a Faranda) con il 250/4 (fornitoci da Armeni) che, in quanto appartenente allo stesso block-notes, avevamo - nel corpo dell'articolo - attribuito alla Faranda.
Non si può tuttavia escludere che sullo stesso blocchetto scrivessero appunti sia lei che Morucci. Ve lo sottoponiamo anche sperando che, qualora ci fosse tra i nostri lettori un esperto di grafologia, possa fornirci dei lumi in proposito.
I due reperti affiancati: 250/12 (sicuramente Faranda) e 250/4 (presumibilmente Faranda) |
Ma qual è il numero civico del Centro Studi Alcide De Gasperi in Via della Camilluccia?
RispondiEliminaGrazie, ragazzi, vi tenete sempre ad alto livello...Scusate la notazione personale, ma per chi ha avuto la formazione "ufficiale" alla ricerca accademica (dottorato, etc.), voi siete la dimostrazione che ricercatori veri si nasce e non si diventa....
RispondiEliminaGrazie Paolo Rossi ! E' sicuramente il complimento più bello di sempre :-)
EliminaSe hai modo seguici anche qui:
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