Nell’ultima audizione del 23
maggio scorso si è verificato un piccolo battibecco tra l‘On. Gero Grassi e
l’audito, il Gen. Piero Inzerilli.(Ascolta qui).
In questo dibattito Grassi ha
asserito, chiedendone conferma a Inzerilli,
che anche Guglielmi aveva dimorato in quella palazzina di via Stresa 117 (che, si ricorda,
era quella dove abitava il Col. D’Ambrosio, quello dell’ ”invito a pranzo” del 16 marzo ).
Ricordiamo che in merito alla presenza del Col. Camillo Guglielmi nelle immediate vicinanze del luogo della strage e praticamente nello stesso orario (quando la cosa si seppe anni dopo) si scatenarono polemiche ed illazioni in considerazione del ruolo dallo stesso avuto in precedenza nel SIFAR e nel SID e quello che avrà subito dopo nel SISMI. (Guarda il documento) (1)
Ricordiamo che in merito alla presenza del Col. Camillo Guglielmi nelle immediate vicinanze del luogo della strage e praticamente nello stesso orario (quando la cosa si seppe anni dopo) si scatenarono polemiche ed illazioni in considerazione del ruolo dallo stesso avuto in precedenza nel SIFAR e nel SID e quello che avrà subito dopo nel SISMI. (Guarda il documento) (1)
Comunque poi Grassi asseriva ancora
che in quell'immobile abitavano all’epoca tutta una serie di alte cariche militari tra
cui ricordiamo il Gen. Giuseppe Podda, già vicedirettore del SID di Henke e che fu in
concorrenza con Miceli per la sua successione.
Concludendo, infine, Grassi sottolineava
che quella palazzina non risultava in Catasto.
Inzerilli contestava
l’eventualità che Guglielmi avesse abitato lì e dichiarava seccamente di non sapere nulla del
resto.
Ora, senza voler fare dietrologie
e supposizioni, non può però sfuggire che, alla già alta concentrazione di
presenze “militari” finora registrate nella zona adiacente l’incrocio tra via
Fani e via Stresa, se ne andrebbe ad aggiungere un’altra e non di poco conto.
Ma è davvero così?
In rete abbiamo trovato una lagnanza – per il costo
elevato dell’affitto - di un maresciallo in pensione che, scrivendo alla
rivista online del Comitato Nazionale Utenza e Valorizzazione Demanio Militare
di Abitazione (Casa e Diritti), dice:
[…forse i Signori del Comando Militare della Capitale mi considerano un
numero “ 2650 “ attribuito al mio alloggio (succedeva in altri periodi della
storia italiana in cui non ero nato ove gli esseri umani erano identificati no
dal nome ma da numeri), però ogni mese mi prelevano dalla pensione 1.200,00
euro…];
ma la cosa interessante è che lamenta
poi che spesso gli immobili sono poco manutenuti e aggiunge che talora si
tratta di:
[…Alloggi
del
tutto sconosciuti all’Agenzia del territorio, ma ugualmente viene richiesto agli utenti un canone
insostenibile …]. (Qui l'intero articolo)
Dunque da ciò si ricava appunto
che gli immobili del Demanio Militare, destinati ad alloggi per i militari,
talora non vengono
accatastati.
Quindi, tornando a noi, se la palazzina di via
Stresa 117 fosse di proprietà della Difesa avrebbe effettivamente buone probabilità di non
essere stata mai accatastata, così come Grassi ha sostenuto.
Ma era (è) davvero del
Demanio Militare e destinata all’ affitto in favore di personale militare?
Ebbene lo era (è) ed abbiamo trovato la prova, sempre in
rete.
In altro numero della stessa
rivista online di cui sopra ( leggi qui ) vi è un’altra lagnanza: una lettera del Ten. Generale Vito Caporaso, che potete leggere per intero al link qui sopra, di cui vi mostriamo di seguito la prima parte, che poi è quella che interessa
ai nostri fini.
Dunque il 25 gennaio 2015 il
Generale, che abita in via Stresa 117,
scrive al Vice Comandante del Comando
Militare di Roma per una controversia relativa al canone di locazione della sua abitazione.
Non c’è dubbio a questo punto che quella palazzina, a 150 metri dall’ incrocio, fosse
un immobile della Difesa destinato ad alloggi da dare in locazione a militari
(di alto rango in questo caso).
Per la cronaca, tornando indietro a quel giorno,
nel Vol. 30 della CM1 a pag. 375 e segg., si legge che furono ascoltati gli abitanti di numerose palazzine in via Stresa (numerose ma non tutte ovviamente). Dai
verbali lì riportati si rileva comunque che fu ascoltato ad esempio un inquilino del 98 -
esattamente di fronte al 117 - ma nessuno al 117. (Guarda la mappa)
Considerato l’andirivieni che
fecero gli “avieri” nella mezz’ora prima dell’agguato, e che vi mostreremo attraverso le testimonianze ed un grafico
riassuntivo a breve, viene da stupirsi pensando all’ audacia degli
attentatori che fecero tranquillamente su e giù davanti a luoghi dove c’erano
alte cariche del SID e militari in genere e dove, quindi, doveva mettersi in
conto la possibilità di traffico di auto di servizio con personale armato e possibili scorte.
a cura di: SEDICidiMARZO
(1) Documento avuto per cortesia di Giacomo Pacini
Il palazzo al civico 117, ormai non è più un mistero, apparteneva, come ancora appartiene, alla Difesa.
RispondiEliminaAll'epoca, se la memoria non mi inganna, i Carabinieri erano ancora un corpo dell'Esercito.
In un palazzo abitato da militari, si può ragionevolmente supporre che si possa rinvenire qualche testimonianza, sull'accaduto, particolarmente qualificata, per attenzione ed esperienza.
Il 29 marzo (volume 30, pagg. 375 e seguenti) i carabinieri acquisiscono sui luoghi (Via Fani e Via Stresa) tuta una serie di testimonianze, alcune con esito positivo, altre con esito negativo ("ero assente", "non ho visto né sentito nulla", e simili).
Tra tutti i residenti reperiti, non ce n'è nemmeno uno degli abitanti del civico 117 di Via Stresa (come peraltro, va detto, anche di altri civici sia sul lato dei numeri pari che su quello dei dispari), il palazzo della Difesa, pieno zeppo, in teoria, di testimoni particolarmente utili.
Un vero peccato, frutto sicuramente di una banale svista, da parte di chi impartì l'ordine del sopralluogo e/o di chi lo eseguì, in quanto forse se umanamente non si poteva suonare a tutti i civici, proprio quello (il "nostro" 117) sarebbe stato probabilmente, invece, da visitare, visto che non ci abitava il quisque de populo, la famosa "casalinga di Voghera", ma, appunto, dei militari.
Aggiungo che cmq i cc vanno di fronte, al civico 98, e non si capisce poi perchè non bussino all'altro lato della via.
RispondiEliminaIl 7 aprile, pag 642 e segg Vol 30,i Carabinieri tornano nuovamente sui luoghi per supplemento di indagine, e ancora una volta NON BUSSANO AL 117.
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