martedì 5 dicembre 2017

TUTTI I DOCUMENTI SUL RULLINO DI FOTO SCOMPARSO ( Vicenda Nucci/Rossi )



Il giorno del rapimento  (qui se vuoi rivedere una pagina de L'Unità del 17 marzo) furono scattate numerose foto da un balcone di via Fani nell'immediatezza degli eventi. (Qualcuno ipotizza anche prima ).

Le foto furono scattate da Gerardo Nucci che però poi passò il rullino alla ex moglie Cristina Rossi (che lavorava in un'agenzia giornalistica) la quale , a sua volta, consegnò il rullino a Infelisi.

Dopodiché il rullino -giudicato poco importante! dal magistrato - andò smarrito.

Ma Cristina Rossi balzò - fin troppo tempestivamente - agli onori delle cronache di stampa  quale autrice delle foto. Ci fu anche, il giorno dopo l'articolo di Repubblica,  una telefonata di minacce nei suoi confronti giunta ad un albergatore emiliano in cui, pena gravi ritorsioni anche contro di lui se non avesse dato pubblicità al "comunicato", si preannunciava una "condanna a morte" nei confronti di Cristina Rossi per aver consegnato quelle foto.

Di seguito, a partire dalle notizie di stampa del 19 marzo su queste foto , tutti i documenti relativi che abbiamo rinvenuto agli atti della CM1 e anche della CM2.

I documenti che seguono sono presentati in formato fotografico  ma, per chi preferisse, alla fine della sequenza fotografica vi è anche un link per accedere ad un documento che li riunisce tutti in un unico PDF e che ha il pregio di una migliore nitidezza rispetto alla versione fotografica

Ancora dopo, una copia di un nostro documento su tutte le foto scomparse, pubblicato su Vuoto a Perdere nel novembre 2015, dove evidenziavamo anche la analoga sparizione delle foto del fotografo Gualerzi, rintracciate quest'anno, dopo averne noi anche fatto segnalazione nel 2016 alla CM2  e alla giornalista Simona Zecchi che le ha scovate e pubblicate sul sito  Formiche.net (link in fondo a tutto).

Buona lettura



LA REPUBBLICA 19 marzo 1978


LA REPUBBLICA 19 marzo 1978




























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IL DOCUMENTO SU "Vuoto a Perdere" del febbraio 2016
con tutti i riferimenti


Dal Forum del sito Vuoto a Perdere ( http://www.vuotoaperdere.org/forum.asp)

(N.D.R.  Al momento di questa pubblicazione ancora non si aveva traccia delle foto di Gualerzi)

PERSONE:

1) GENNARO GUALERZI (fotografo indicato erroneamente in atti come Gualersi)

2) CRISTINA ROSSI (moglie di Nucci)
3) GHERARDO NUCCI (autore delle primissime foto in via Fani)
4) GUGLIELMO BATTISTINI (collaboratore di Nucci)
5) LUCIANO INFELISI (Sostituto Procuratore di turno la mattina di Via Fani)
6) DOMENICO SPINELLA (Capo della DIGOS romana)




FONTI:
Prima Commissione Moro
Commissione Moro 2014




BREVE CRONISTORIA:


Nucci, che abitava in via Fani 109, riavvicinandosi a casa in auto insieme al collaboratore Battistini (su altra auto) pochi minuti dopo le 9:00, vide la scena del crimine così come appena lasciata dai BR e notando (solo lui, non anche Battistini) un giovane con paletta al centro dell' incrocio.
Recatosi insieme a Battistini a casa sua scattò dal terrazzo alcune foto (circa dodici) di cui alcune prima che arrivasse la prima volante. Consegnò poi il rullino alla moglie (giornalista dell' ASCA agenzia della DC) che dopo averlo fatto sviluppare lo consegnò a Infelisi. Il rullino però poi andò perso e non si capisce se per negligenza dello stesso Iinfelisi o di Spinella (capo della Digos romana) cui il giudice ricorda di aver poi consegnato i negativi.(Spinella al contrario ricorda che il rullino rimase in mano di Infelisi).
Gualerzi (negli atti indicato come Gualersi) aveva un negozio di apparecchi fotografici in via Stresa 37 (tutt’ora esistente intestato a Elisabetta Gualerzi) e, forse avendo avvertito alcuni colpi, sicuramente avendo notato una delle due 128 che fuggiva a forte velocità, si recò armato di fotocamera all'incrocio e scattò 12 foto. Tali foto furono consegnate ai Carabinieri (fu dato loro direttamente il rullino da sviluppare) che le allegarono in un rapporto di pochi giorni dopo alla Procura. Nella copia di tale rapporto pubblicata dalla I commissione Moro tali foto sono assenti. Non è dato di sapere se la Commissione le abbia stralciate o se la Procura non le abbia inviate a suo tempo alla Commissione o se I Carabinieri abbiano mancato di inviarle alla Procura.




FATTI E CONSIDERAZIONI CHE EMERGONO DALLA LETTURA DELLE DEPOSIZIONI COMPARATE


1) Il 19 marzo Repubblica in un articolo dice che Cristina Rossi avrebbe fatto delle foto dell’ eccidio di via Fani forse con azione ancora in corso.
2) Il 20 marzo uno sconosciuto telefona a nome delle BR dicendo che per tale motivo la stessa Cristina Rossi era stata “condannata a morte”.
3) Nella deposizione in Questura del 27 maggio e poi in Tribunale il 7 giugno sembra voler sminuire l’importanza delle foto descrivendo di aver visto nei negativi immagini che contrastano con la tempistica così come poi verrà descritta dal Nucci e in particolare descrivendo nella successiva deposizione in Tribunale circostanze sulla posizione del Nucci ben diverse( e quindi tempistiche diverse) da quelle che lo stesso Nucci e anche Battistini hanno testimoniato.
4) Nucci viene ascoltato a dicembre in quanto invitato da un agente della Digos che aveva casualmente ascoltato il racconto che stava facendo della giornata del 16 marzo ad un conoscente. Racconta, essendo arrivato a strage appena compiuta, di aver scattato prima la maggior parte di foto dal terrazzo e, solo successivamente, di aver fatto degli scatti in strada.( Si ricorda però che in quest’articolo di Repubblica del 2002 gli si attribuiva una tempistica degli scatti ancora più anticipata http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/08/28/via-fani-spari-raffiche-di-mitra-si.html , tempistica che combacia con le indiscrezioni filtrate di recente e raccontate qui http://www.lettera43.it/cronaca/moro-il-giallo-delle-foto-scattate-dalla-strada-in-via-fani-e-poi-sparite_43675220490.htm ). In una certa misura sembra anch’ egli aver voluto, nel dicembre del 78, sminuire la portata delle sue foto.
5) Infelisi, dichiarando che gli scatti non erano significativi, scarica – fin dall’ audizione dell’ ’81 – la responsabilità della perdita del rullino a Spinella. (In questa audizione però dice una cosa mai nota prima e non ripetuta dopo…Spinella sarebbe andato a recuperare il rullino all’ ANSA !). Dice però anche che è SICURO CHE BR o persone con loro in contatto fossero RIMASTI in via Fani. Questo a causa di una foto ritrovata in un covo BR che lo ritrae insieme a Varisco sul luogo dell’ eccidio a pochi minuti dal suo arrivo.
6) Spinella è anch’egli dello stesso parere di Infelisi – gli scatti non erano significativi- ma attribuisce a lui la responsabilità della perdita dei negativi.
7) Le foto di Gualerzi cadono nell’oblio già il 1° luglio in un rapporto dei CC che ne sintetizza la testimonianza senza fare cenno a tali foto che pure erano state allegate in un rapporto precedente.





ESTRAPOLAZIONE DEI PRINCIPALI PASSAGGI TESTIMONIALI: 



(N.B.1 I testi qui presentati, in ORDINE CRONOLOGICO, sono identici agli originali – fatti salvi piccoli errori di trascrizione sempre possibili – sono però spesso FORMATTATI DIVERSAMENTE dall’ originale per facilitarne la lettura.)


(N.B.2 Per la lettura direttamente dalla fonte, dopo aver clickato sul link, talvolta si presenterà un frame vuoto con la scritta "no search results". In tal caso, premendo il bottone "DOCUMENT" in alto a sinistra, comparirà il testo desiderato. Laddove – in rari casi – il documento non si apra direttamente alla pagina desiderata è comunque indicato il n. di pagina che si potrà quindi raggiungere manualmente.)


(N.B.3 I link della prima Comm. MORO contengono comunque l’indicazione del volume e della pagina del PDF, al loro interno, nella parte finale; ad esempio il link:http://www.fontitaliarepubblicana.it/documents/502-volume-30-ocr.html#search/p364/
nella parte finale ci dice che siamo nel Volume 30 e a pag. 364 del PDF. Poi spesso si verifica un piccolo sfalsamento tra il numero di pagina dello stesso PDF e quello del documento originale; infatti nell’ esempio proposto la pagina del documento originale che si vuole visualizzare è la 375)









1) G U A L E R Z I - G E N N A R O


VOLUME 30 


p. 375 (frontespizio del rapporto CC alla Procura de 29 marzo 1978)


LEGIONE CARABINIERI ROMA
COMPAGNIA TRIONFALE
NUCLEO OPERATIVO
192/3 di prot. 00100 Soma li 29 Marzo 1978
OGGETTO:-Sequestro dell'on Aldo MORO ed omicidio dei cinque
militari di scorta. .
ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
presso il Tribunale di 00100 ROMA
[...]



pag 392 (sintesi testimonianze informali nel rapporto di cui sopra)


[...] - .GUALERSI Gennaro, nato a Roma il 5.6.1939, titolare negozio ottica di via Stresa n 37 riferiva che alle ore 09:15
del 16.3.1978 aveva notato una fiat 128 ( di cui non ricordava ilcolore) che era transitata a forte velocità davanti al suo
negozio con direzione via trionfale. A Bordo aveva intravisto
tre aut quattro persone. Riferiva inoltre che portatosi sul
luogo dopo aver appreso la notizia vi aveva scattato alcune
fotografie il cui negativo rimetteva a noi per eventuale utilità ai fini delle indagini.
I negativi sono stati sviluppati e si accludono le pose relative ( All.n°l6). [...]



pag. 396 (elenco allegati del rapporto di cui sopra)


[...] Si allegano: .
15. un P.V. di S.I.T. rese da SCARPATO Giuseppe;
16. numero 12 fotografie scattate dal fotografo Gualersi Gennaro.
Si allega infine per speditezza ed orientamento:
17. una piantina in scala 1 :1000 riproducente la zona interessata alle indagini informative da parte di quest’Arma con i numeri civici [...] 




VOLUME 39 continua 1) GUALERZI-GENNARO


pag. 30 (frontespizio del successivo rapporto CC alla Procura del 1° luglio 1978)


LEGIONE CARABINIERI DI ROMA )
G R U P P O R O M A I / V
N. 3 1 7 / 305- 5 di prot. 00100 Roma, lì...l / 7 /1978
OGGETTO: Rapporto informativo c ir c a l ’ a t t iv it à di P.G. s v o lta dai re' p a rti dipendenti da questo Gruppo in relazione a l rapimento
d e l l ’ On. Aldo MORO ed uccisione d ella sua scorta .
ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
Presso i l Tribunale di ROMA
e ,p e r conoscenza:
AL COMANDO DELLA LEGIONE CARABINIERI
-Ufficio O .A .I.O .- ROMA [...]



pag. 85 (sintesi sommarie informazioni nel rapporto di cui sopra)


[...]- GUALERSI Gennaro, con negozio di o t t ic a in v ia Stresa n .37 ,r iferiv a che a lle ore 09»15 del 16/3 /1 9 7 8 ,aveva notato una Fiat 128
(d i cui non ricordava i l co lo re ) tra n sita re a fo r te v e lo c it à da=
vanti a l suo negozio con direzion e v ia T rio n fa le ;
[...] 
{ N.d.R. Nota come in questo rapporto del 1° luglio '78 non viene più fatto cenno alle foto scattate da Gualerzi }







2) R O S S I - C R I S T I N A



VOLUME 39


pag. 818 (Rapporto 6292/29P dei CC alla Procura del 23.03.’78 – MINACCE TELEFONICHE A CRISTINA ROSSI del 20.03.’78)



[…]
Per opportuna conoscenza della S.V., si comunica che il giorno 20 marzo corrente{ N.d.R. 19878}, CASADEI Ezio,nato a Forli il 4.7.1922 residente a Cervia in viale Lungomare Grazia Deledda n.130, presso l ‘albergo di cui è titolare, ha ricevuto una telefonata anonima del seguente tenore :
"Non scherzo, ripeto non scherzo, appartengo alle brigate rosse.
Domattina telefoni alla redazione del quotidiano "Il Resto del Carlino" di Bologna riferendo che la signorina Cristina ROSSI,che ha fotografato il rapimento dell’On.le MORO è stata condannata a morte e verrà giustiziata.
Non ottemperando sarà considerato nemico. "
Da accertamenti espletati è risultato che effettivamente il quotidiano "La Repubblica" di Roma del giorno 19.3.1978, in un articolo, indicava la Cristina Rossi come l'autrice di riprese fotografiche riguardante i noti fatti. La Compagnia Carabinieri di Cervia, ha già segnalato l ’episodio alla Procura della Repubblica di Ravenna con foglio n.7/12 del 19.3.1978. { N.d.R. QUI NON SI CAPISCE COSA ABBIANO SEGNALATO ALLA PROCURA DI RAVENNA IL GIORNO PRIMA CHE VENISSERO EFFETTUATE LE MINACCE}
[…]





VOLUME 31 continua 2) ROSSI-CRISTINA


pag. 727 (frontespizio rapporto Digos - 30/05(1978 - e testimonianza Rossi Cristina raccolta dal Comm. Riccardo Infelisi { N.d.R. parente ?})


[...] 
n. 050714/DIGOS Roma, 30/05/1978
OGGETTO: Sequestro in persona dell 'on. Aldo Moro ed omicidio dei militari di scorta.
[...]



L 'anno 1978 addì 27 del mese di maggio alle ore 10,30 nei locali della DIGOS della Questura di Roma
Davanti a noi Ufficiale di P.G. dott. Riccardo INFELISI , Commissario di P.S. , 
è presente la signora:
ROSSI Maria Cristina, nata a Roma l’ 8/5/1940 , residente in Villa La Briciola - Isola Farnese , la quale , interpellata , dichiara quanto segue:
"Nel primo pomeriggio di giovedì 16 marzo u. sc . , mio marito NUCCI Gherardo , abitante in via Fani , dal quale vivo separata, mi consegnò un rullino fotografico , contenente fotografie di macchine danneggiate , necessarie al suo lavoro di carrozzeria e fotografie relative al noto episodio avvenuto quel giorno in via Mario Fani . Mio marito mi specificò che le fotografie relative al rapimento dell'on. Moro e all'eccidio dei militari di scorta erano state scattate successivamente alla consumazione dei reati , e contenevano, pertanto , immagini dei luoghi relativi all'episodio. Mio marito mi consegnò il rullino , pensando che lo stesso potesse essermi utile per l ' attività che io svolgo , infatti sono giornalista , redattrice dell 'Agenzia "ASCA ".
Lo stesso pomeriggio di giovedì feci sviluppare rullino; il giorno successivo telefonai al Sostituto Procuratore di Roma Infelisi Luciano per avvertirlo della mia intenzione di consegnargli i negativi relativi al fatto di via Fani. Infatti sabato 18, dato che venerdì 17 ero stata male, mi recai a Palazzo di Giustizia a consegnare al giudice Infelisi il rullino completo; lo stesso giudice esaminato il rullino provvide a separare le fotografie che non interessavano dalle rimanenti che mi restituì e poi successivamente feci riavere a mio marito ".
ADR. Esaminato il rullino posso senz'altro affermare che le fotografie relative all’ episodio dell’ assassinio erano successive alla consumazione dei reati da; quel poco che posso capire di indagini credo che solo la prima delle fotografie scattate potesse essere utile in quanto in essa da quel che ricordo si nota un'auto della polizia e un gruppetto di persone ferme sul luogo dell'eccidio.
ADR. non ricordo quante fotografie consegnai al giudice Infelisi.
[...]




VOLUME 114 continua 2)ROSSI-CRISTINA


pag. 727 e segg. (copia conforme di quanto al precedente Vol 31 )




VOLUME 41 continua 2)ROSSI-CRISTINA


pag. 571 (deposizione 7 giugno '78 davanti a Gallucci)


[...]
Risponde : #9632;
Sono : Rossi Maria Cristina[...] il giorno 16| Marzo c .a ., mio marito Gherardo Nucci, dal quale vivo separata, mi consegnò un rollino fotografico di scene da lui riprese nella stessa mattina, poco dopo i noti fatti.
Mio marito mi precisò che a l momento dei fatti si trovava in garage e che risalito subito - anzi preciso: al momento dei fatti si trovava nella carrozzeria ove egli lavora e cioè in via Montessori - avendo saputo quanto era successo era rientrato nella sua abitazione di Via Fani ed aveva fotografato quanto era accaduto. Io ho ritenuto doveroso consegnare il predetto rollino, solo quella parte riguardante le scene di via Fani, al Dr. Infelisi. 
La consegna- avvenne la mattina del 18 Marzo e lo spezzone del rollino non mi è stato più restituito . 
[...]





3) N U C C I – G H E R A R D O



VOLUME 34 
pag. 851 (frontespizio rapporto DIGOS e deposizione Nucci davanti ad Andreassi-Digos)



[…] 
N.050714/DIGOS - Roma, 16 dicembre 1978 
OGGETTO: Omicidio dell' on. le Moro e della scorta 
ALL ' U F F I C I O ISTRUZIONE presso il Tribunale di 'ROMA 
In relazione alla nota vi c e n d a di alcune fotografie scattate da un privato cittadino sul luogo dell'eccidio di via Fani, pochi minuti dopo il suo verificarsi, vicenda ripresa anche dalla stampa più recente, questo ufficio ha provveduto ad assumere le sommarie informazioni testimoniali di NUCCI Gherardo
[…]
L’anno 1978 addì 13 del mese d i dicembre alle ore 12,45 ne i locali della DIGOS della Questura di Ro m a Davanti al sottoscritto dott. Ansoino ANDREASSI, vicequestore aggiunto è presente i l sig . NUCCI Gherardo, nato a Firenze il 5.3.1938, residente in Roma - via Mario Fani 109, il quale, opportunamente interrogato a titolo testimoniale , dichiara quanto segue:
" Questa mattina presso la Peugeot di via Salaria che sono solito frequentare per la mia attività di carrozziere ho casualmente incontrato un agente della Digos. Preciso che stavo parlando con il personale della Peugeot in particolare con direttore delle vendite in relazione un articolo apparso sul ultimo numero dell'Espresso che mi riguardava, in quanto sono stato io a scattare le foto sul luogo della strage di via Fani.
Detta guardia si è qualificata e, ritenendo evidentemente che si trattava di fatto tuttora utile alle indagini mi invitava portarmi presso codesto ufficio “.
ADR: Così come riferito nell'articolo in argomento la mattina del 16 marzo ultimo scorso mi trovavo nella mia officina che è sita alla via Maria Montessori 16 cioè a circa 300 metri dall'incrocio con via Mario Fani e via Stresa. Solitamente apro l'officina verso le ore 8:30 è così deve essere avvenuto quella mattina. Ho atteso per circa un quarto d'ora arrivo del mio capo officina che si chiama Battistini Guglielmo ed insieme a lui sono andato a prelevare a bordo di un nostro mezzo una vettura che era stata lasciata in sosta dal padre del Battistini nella via vicina a via della Farnesina perché incidentata o bisognosa di riparazioni. Naturalmente siamo transitati per la via Mario Fani all'incrocio con la via Stresa e durante questo viaggio di andata non abbiamo notato nulla di particolare se non la mancanza del fioraio abitualmente presente nel luogo a voi noto. Al ritorno ripercorrendo il medesimo itinerario ci siamo invece imbattuti sempre all'incrocio di via Mario Fani con via Stresa in una scena che solo successivamente sono riuscito a mettere a fuoco.
A D .R.: ho visto alcune macchine ferme sulla carreggiata, come se fosse avvenuto un incidente . Nel momento in cui stavo girando dalla via Stresa per imboccare la via Mario Fani nel senso della salita ho notato un giovane, che, fermo in mezzo alla strada , mi intimava di proseguire rapidamente verso la via Stresa ,senza soffermarmi ulteriormente . Detto individuo recava in mano una " paletta " per il traffico ,simili a quelle usate dalla Polizia ed io ritenni che s i trattasse di un agente in borghese. Proseguii, come ingiuntomi, per la via Stresa ma fermai la macchina pochi metri dopo e ritornai a piedi sul luogo dove avevo v isto quella scena .
A D.R.: Quando raggiunsi il luogo indicato ,mi resi conto che , verosimilmente da pochi minuti o addirittura da pochi istanti , era avvenuta una strage® Vidi infatti un giovane giacere in mezzo alla strada, apparentemente morto, e notai poi che le auto che io credevo soltanto coinvolte in u n incidente erano cosparse di fori da arma da fuoco. Vidi anche che all’interno di una Fiat 130, che sapevo essere quella i n uso all' on. le Moro, c ' e r a u n u omo crivellato di colpi di arma da fuoco. Notai anche che le altre due auto erano una 128 bianca di tipo familiare ed un'Alfetta bianca. I passaggi dell'auto dell'on. Moro nella zona erano conosciuti un pò da tutti e quindi mi resi subito conto che l'oggetto dell'agguato doveva essere proprio detta personalità. Sul posto n o n era ancora intervenuta alcuna pattuglia della Polizia, né a piedi né automontata. Voglio dire che sono certo di n o n ave r vistò in quei momenti alcun agente in divisa e nemmeno auto della Polizia del tipo "113” o comunque con la carrozzeria verniciata con i colori della P.S.. Non ho fatto caso se sul posto c'era ancora il giovane con la "paletta" in mano. Sono salito subito a casa per meglio osservare dall'alto l a scena; abito infatti in via M a r i o Fani n.109" piano attico. In quel momento sul posto c'erano ancora pochissime persone.
A D.R. affacciatomi al terrazzo dell' abitazione, ho notato che pochi istanti dopo sopraggiungeva da via Stresa un'auto della Polizia e poi altre ancora. E' stato per me istintivo prendere la macchina fotografica che uso frequentemente per il mio lavoro e scattare dall'alto alcune foto, credo 7 od 8. Successivamente ho deciso di scendere di nuovo in strada per scattare altre fotografie, ma ormai erano colà confluite numerosissime persone. N o n so dirvi quante fotografie scattai in strada, ma comunque non più di due o tre, perché vidi che il rullino era finito. C é da precisare che detto rollino era stato da me in .precedenza impressionato, alcuni giorni prima, in otto o nove fotogrammi , relativi ad incidenti stradali. Si può quindi facilmente desumere, che trattandosi di rollino da venti pose, quelle scattate in detta circostanza in via Fani siano all'incirca dodici. 
A D.R.: come ripeto, all'andata non notai nulla di anormale (fatta eccezione dell'assenza del fioraio ed in particolare n o n notai persone sospette in attesa. Il giovane che invece mi intimò di proseguire per vi a Stresa lo ricordo abbastanza bene per quanto concerne l'abbigliamento. Trattavasi comunque di individuo di circa 20 - 25 anni, statura mt. 1 ,68 - 1,70, corporatura normale, capelli forse castani di taglio regolare, senza baffi o barba. No n aveva occhiali né da vista né da sole. Indossava u n giaccone bleu, simile a quello dei marinai e pantaloni della stessa tinta o comunque senza evidente contrasto con il giaccone. Rivolgendosi a me, ha detto testualmente, agitando la paletta, "vada via" ed io ho obiettato che abitavo lì. A questo punto, la persona di cui trattasi, visibilmente adirata, mi ha urlato: "vada via, vada via!", per la seconda volta . Non notai nulla di particolare nella voce. Voglio riferirmi ad inflessioni dialettali.
A D.R.: verso le ore 12 dello stesso giorno 16 marzo, contattai telefonicamente mi a moglie ROSSI Cristina, dalla quale vivo separato da circa sette anni. Essendo lei giornalista parlamentare dell'agenzia ASCA, della D.C., le dissi subito quanto, mi era capitato di vedere, o meglio, le dissi che avevo scattato delle foto sul luogo dell'agguato che erano senza dubbio le prime scattate. In quel momento lei si trovava al Senato e non poteva muoversi; quindi, su sua richiesta, la raggiunsi subito al Senato e le consegnai il rollino impressionato, dentro una busta b i a n c a .
A D.R.: da quel, momento non m i sono interessato più della cosa, e la pregai soltanto, se le era possibile, di restituirmi le foto scattate per motivi di lavoro. Difatti, alcuni giorni dopo ,dette foto mi furono, anzi, i negativi, mi furono restituite. Si trattava come ripeto solo delle foto di auto incidentate che a v evo scattato giorni prima per conto di clienti. Senz’ altro sviluppai detta parte della pellicola ma ora n o n so dove sia finita. 
A D.R. : per quanto concerne, invece, le foto di vi a Fani, tutto quello che so l'ho appreso da mia moglie , che mi disse di averle consegnate al Sostituto Procuratore della Repubblica di Roma dott. Infelisi, e dalla stampa, che riferì, tra l'altro, che le foto erano state scattate da mia moglie.
A D.R.: nelle foto che mi mostrate, non mi sembra di ravvisare le sembianze dell'individuo munito di "paletta". Ma il suo volto non mi è restato particolarmente impresso, anche perché era un volto dai tratti molto comuni.
A D . R . : quando scattai le foto dalla terrazza, sul posto non era ancora sopraggiunta alcuna auto della Polizia. Solo pochi istanti dopo aver scattato i primi tre - quattro fotogrammi sopraggiunse la macchina a cui ho accennato poc'anzi 
[…]




VOLUME 42 continua 3) NUCCI-GHERARDO
Pag. 436 (Deposizione di Nucci davanti al giudice F. Amato 21/12/’78)



[…]
TRIBUNALE DI ROMA UFFICIO is t r u z io n i 
PROCESSO VERBALE di esame di testimonio senza giuramento • t (Art. ZS7CxL ài proc. pen.) 
L’anno millenovecentosettant._78_____...il giorno..21…. del mese d i ….DICEMBRE….. alle ore ...........
Avanti il dott.: G.I. Dr. F. Amato
[…]
Sono : Nucci Gherardo già qualificato residente in via Mario Fani n. 109
Mi riporto integralmente a quanto già dichiarato alla P.G. 
ADR: Io e Battistini Guglielmo partimmo dall'officina di via Montessori verso le 8:45 e dovevamo prendere un automobile incidentata lasciata parcheggiata in via degli Orti della Farnesina; il percorso seguito fu il seguente: via Montessori, via Sangemini , via Sani, via Stresa, via della Camilluccia; nulla di anormale, nulla di irregolare notai durante il tragitto; faccio però presente che quando la mattina uscii di casa non notai il fioraio che ogni mattina notavo in via Fani addetto al suo lavoro. Non ricordo se fui io o il Battistini a guidare l'autovettura del cliente ricordo invece che il Battistini mi precedeva lungo la strada del ritorno io lo seguivo a un centinaio di metri di distanza. 
ADR: Il giovane con in mano la paletta si trovava all'incrocio di via Fani e via Stresa proprio di fronte allo stop e quindi alla 128 familiare bianca targata CD; detto individuo mi disse che dovevo proseguire oltre e alla mia insistenza -dissi che abitavo in via Fani e che dovevo imboccare detta via- lui con fare adirato mi urlò per la seconda volta di proseguire oltre. Potevano essere le 9:05 9:10, parcheggiata la macchina in via Stresa subito dopo l'incrocio 50 metri circa di distanza dall'incrocio , a piedi raggiunsi l’incrocio stesso ove notai davanti al bar Olivetti il Battistini Guglielmo; non ho notato - dico meglio - non ho fatto caso se vi erano altre persone nella zona in cui si trova il Battistini ; vi erano alcune persone invece dietro l'Alfa bianca che era la terza partendo dall'incrocio (128 familiare bianca, 130 blu , Alfa Romeo bianca ). 
Notai il corpo dell'autista riverso con un braccio fuori dallo sportello aperto, almeno mi sembra che fosse aperto. Notai anche un uomo disteso per terra, non mi sembra che avesse un impermeabile. 
Comunque, insieme con il Battistini, raggiunsi la mia abitazione al quinto piano e con la mia macchina fotografica raggiunsi il balcone e scattai 10 -12 foto; mentre scattavo le prime tre fotografie sentii il suono di una sirena e vidi arrivare una macchina della polizia; il Battistini mi ha riferito che lui udì le sirene mentre si prendeva l'ascensore ma io non ho sentito le sirene mentre prendevo l'ascensore.
ADR: Le fotografie le ho scattate con pellicola bianco e nero 
ADR: I giorni precedenti nulla di anormale ho notato nella zona, in particolare non ho notato la Fiat 128 bianca familiare 
ADR: il 16 marzo non ho notato alcun furgone di colore bianco nè persone in atteggiamento sospetto durante il tragitto per raggiungere via degli Orti della Farnesina
[…]



VOLUME 77 continua 3) NUCCI-GHERARDO
Pag. 481 (dal Processo Moro 1 e 1bis – Nucci erroneamente trascritto come Mucci)



[…]
PRESIDENTE. Consapevole della responsabilità che con il giuramento assume, dica "Lo giuro". 
MUCCI. Lo giuro. 
PRESIDENTE. Dunque, lei ha visto questo giovane con la paletta in mano all'incrocio di Via Pani? 
MUCCI. Si. 
PRESIDENTE. Proprio di fronte allo Stop e quindi alla 128 familiare targata CD, Questa persona cosa le disse? MUCCI. Mi urlò di andarmene. Io ho proseguito per una ventina di metri, poi mi sono fermato con la m a c c h i n a e sono passato dietro i cespugli, davanti al Bar Olivetti. Sono salito a casa e da dietro ho visto la scena di queste persone morte che erano dentro l'automobile. Io pensavo ad u n incidente. Alla guida della 130 c'era u n signore con u na mano penzoloni tutto crivellato di colpi e allora mi sono re so conto che n o n poteva essere u n incidente d ' a u t o. Sono salito a casa, avevo la m a c china fotografica e ho fatto delle fotografie. PRESIDENTE. Non ha visto prelevare l'onorevole Moro dalla macchina? 
MUCCI. No. 
PRESIDENTE. Lei ha scattato le fotografie che ritraevano tutta la situazione? 
MUCCI. Quando h o fatto le prime foto ricordo che n on c'era nessuno, -esclusa questa p e r s o n a con la paletta in mano che io ritenni essere u n poliziotto.
PRESIDENTE. Lei fotografò questa p e r s o n a con la paletta in mano? 
MUCCI. Dal quinto piano onestamente n o n lo posso dire se era ancora presente o meno. Ricordo che n o n c'era nessuno, poi mentre scattavo arrivò u n a m a c c h i n a della polizia e piano piano cominciò ad arrivare l a gente e penso che sulla pellicola rimasero impresse queste scene. 
PRESIDENTE. E queste fotografie dove sono ora? 
MUCCI. Nel pomeriggio le consegnai alla, mia ex moglie che è una giornalista parlamentare. Mi aveva telefonato perché dovevamo metterci d'accordo per il bambino. Mi chiese se avevo visto qualcosa, dato che abitavo 11. Io gli dissi delle foto, lei me le chiese e poi le diede al Magistrato. 
PRESIDENTE. Ora sono agli atti. Come era vestito questo ragazzo che regolava il traffico? 
MUCCI. Era un ragazzo dai 25-30 anni, con un giaccone bleu e un paio di pantaloni dello stesso colore. 
AVVOCATO. Vorrei sapere se vide in mezzo a questa gente una ragazza con un cagnolino.
MUCCI. Non ricordo. 
PRESIDENTE. Può andare, grazie. 
[…]



VOLUME 118 continua 3) NUCCI-GHERARDO
Pag. 251 e segg. (duplicato di quanto contenuto al Volume 34 pag. 851 e segg. di cui sopra :Deposizione di Nucci davanti ad Andreassi DIGOS)



VOLUME 119 continua 3) NUCCI-GHERARDO
Pag. 25 e segg. (Convocazioni a testimoniare in Tribunale e ricevuta di avvenuta consegna…..superfluo il testo…segue comunque il link)









4) B A T T I S T I N I – G U G L I E L M O


VOLUME 42
Pag. 433 (Deposizione di Battistini Guglielmo davanti al giudice Francesco Amato del 21/12/’78)



[…]
P R O C E S S O V E R B A L E di esame di testimonio senza giuramento […]
L'anno millenovecentosettant....78..... il giorno 21........del mese di…..dicembre…alle ore………
Avanti il dott. : G. I. Dr. F. Amato
[…]
Risponde : Sono Battistini Guglielmo nato a Roma il 4/12/50 - ivi residente in { N.d.R. via Orti} della Farnesina 84
Lavoro nell'officina di via Maria Montessori n. 16 che si trova a poca distanza dall'incrocio di via Fani con via Stresa. Ricordo che la mattina del 16 marzo 1978 io e il Nucci Gherardo, gestore dell'officina, ci recammo a bordo della mia autovettura in via degli Orti della Farnesina perché dovevamo ritirare una macchina incidentata. Lasciamo l'officina di via Maria Montessori verso le 8:40 8:45 percorrendo le seguenti strade: via Montessori, via Sangemini, via Fani, deviazione a destra per via Stresa, deviazione a sinistra per via della Camilluccia - via Orti della Farnesina si trova a circa 4 chilometri dalla nostra officina - avendo riferimento al numero civico 56 della predetta via Orti della Farnesina. Per raggiungere quest'ultima via tenni una velocità normale; sul posto trovammo il cliente di Bernardo Luigi con negozio di elettricista in via degli Orti della Farnesina numero civico 62-64; ci consegnò la chiave dell'auto che si trovava in sosta. 
Ritornammo io e il Nucci verso l'officina e, se ben ricordo, io guidavo l'autovettura del cliente - lui è rimasto nel suo negozio - il Nucci la mia autovettura; ero io che precedevo il Nucci; percorsi lo stesso itinerario da me già accennato in senso inverso e cioè : via della Camilluccia, deviazione a destra per via Stresa ma, giunto nei pressi dell'incrocio di via Stresa con via Fani, - era mia intenzione di girare a sinistra e imboccare via Fani - mi accorsi che c'erano delle macchine ferme, in particolare una 128 bianca familiare che si trovava nei pressi dell'incrocio, anzi sullo stop e di dietro una 130 blu che sembrava avesse tamponato la prima macchina. Anzi che aveva tamponato la prima macchina. Notai che vi erano 7-8 persone che potevano anche essere di meno o di più e guardavano agitate verso le macchine, stando sulla carreggiata. Quindi non potei girare a sinistra e passai oltre ma notai con la coda dell'occhio che il vetro dello sportello anteriore sinistro della 130 era frantumato .
Poiché la mia professione è quella di carrozziere rimasi meravigliato in quanto non mi sembrava normale che il tamponamento potesse aver provocato la rottura del vetro laterale e per curiosità fermai la macchina subito dopo l'incrocio sul marciapiede a sinistra di via Stresa per chi viene da via della Camilluccia e mi avvicinai verso le macchine 128 e 130. Notai anche, dietro la 130, un'Alfa bianca; in un primo momento mi sembrava che l'autista della 130 si fosse curvato per scrivere qualcosa; preciso che quando passai l’ incrocio a bordo della macchina notai con la coda dell'occhio il vetro anteriore sinistro della 130 frantumato e l'autista piegato e ebbi l’ impressione che stesse in quella posizione per scrivere qualcosa relativo all'incidente. Dunque avvicinandomi alle macchine mi accorsi che non si trattava di un tamponamento ma di un eccidio, notai anche il corpo di un uomo con impermeabile disteso per terra; dopo un minuto un minuto e mezzo vidi arrivare il Nucci a piedi e non so dove avesse parcheggiato la macchina. Il figlio del giornalaio (dico meglio il giovane che spesso vedo nella edicola dei giornali non so se sia il figlio del giornalaio) e qualche altra persona gridavano che avevano rapito Moro.
Faccio presente che è capitato anche a me qualche volta in epoca precedente di incrociare la macchina dell'onorevole Moro la quale normalmente percorreva l'itinerario di via Fani. 
A D.R. Non ho visto alcun individuo con in mano una paletta per il traffico 
A D.R. Non ho sentito alcuno sparo.
A D.R. Non ho visto fuggire alcuna autovettura ricordo però che le persone che si trovavano nei pressi delle tre autovetture dicevano, alludendo agli autori dei reati , che erano fuggiti per via Stresa; io e Nucci salimmo nella sua abitazione subito dopo l'incontro di noi due in via Fani. Mentre eravamo nella sua abitazione io per le emozioni bevi due bicchierini liquore e il Nucci scattò delle fotografie.
A D.R. Il Nucci non mi ha parlato di aver visto un uomo con in mano una paletta, può essere ma io non lo ricordo; certo è che io non ho visto alcuna persona con in mano una paletta.
A D.R. Nulla sono in grado di riferire in ordine a movimenti sospetti di macchina di persone verificatisi nei giorni precedenti al figlio 
A D.R. Non so se può essere utile per accertare il tempo esatto in cui giunsi all'incrocio di via Fani e via Stresa la circostanza che riferisco: notai che sul volto dell'autista della 130 - parte sinistra - vi era del sangue raggrumato Aggiungo ancora che mentre stavamo prendendo l'ascensore del fabbricato del Nucci sentimmo i sibili delle sirene della polizia; raggiunto l'appartamento del Nucci costui andò a prendere la macchina fotografica e si affacciò al balcone io invece consumai due bicchierini liquore e quindi lo raggiunsi al balcone; Nucci faceva ancora fotografie, la polizia era già arrivata -senz'altro c'era qualche macchina 113 - non ricordo se erano già arrivati i carabinieri 
A D.R. Nulla di anormale ho notato durante il percorso per raggiungere via Orti della Farnesina .
[…]







5) I N F E L I S I – L U C I A N O





VOLUME 7 


Pag. 159 Audizione Infelisi del 27/01/1981



LAPENTA. La scena è stata cinematografata da testimoni? Ricordo che all’epoca si parlò anche di un fotografo o di qualcosa del genere. 
FLAMIGNI. Di una fotografa. 
INFELISI. Si trattò di una persona che non fotografò niente. La verità posso dirla. 
MILANI. Si parla di fotografie ma di paura a farle conoscere. 
INFELISI. E tutto falso e risulta agli atti, è una cosa di una semplicità enorme. In quei giorni veniva tanta gente; arrivò un giorno una ragazza, una signorina dell’agenzia ASCA: «guardi, ho una serie di fotografie scattate immediatamente dopo l’eccidio, mentre ancora dovevano arrivare le macchine». Ricordo che eravamo in sette o otto nella mia stanza, c’era Spinella che disse: «Perbacco, è sicura?». Rispose: «Sì, le ho portate all’ANSA che non le ha volute». «Ma chi le ha fatte?». Rispose: «non le ho fatte io ma mio marito». Gallucci l’ha interrogata e lei disse: «camminava per la strada, sentì sparare, vide scappare macchine, tornò indietro, andò a casa e prese una macchina fotografica e da una terrazza (è tutto documentato) fece le fotografie». Già il fatto che mentre stava andando in ufficio sentì sparare e tornò a casa, il fatto che l’ANSA le aveva rifiutate... Spinella andò all’ANSA. Mi diede il rollino già sviluppato, non era un rollino vergine, lo vedemmo: c’era un sole notevolissimo. Prima di metterlo agli atti di un eventuale processo, vedemmo la pantera della polizia, cero io e De Matteo con una mano così... arrivai pochissimi minuti dopo, perché stavo sul piazzale, pochissimi minuti dopo, infatti uno degli agenti era ancora vivo. Allora dicemmo alla signorina che queste fotografie per quello che si vedeva — era arrivata la scientifica e c’era un giornalista di «Paese Sera», mi pare, che si era messo a disposizione — erano completamente inutili. Non le feci neanche entrare nel processo. Dissero anche: «aspetti, ci sono fotografie personali», ed hanno tagliato il pezzo. Spinella disse: «daremo un’occhiata ma è una delle ennesime perdite di tempo». Spinella mi disse che era tutto negativo. Interrogata da Gallucci, ha confermato questa storia. Questo fotografo proprio non esiste.






COMMISSIONE MORO 2014 continua 5) INFELISI-LUCIANO


Audizione Infelisi del 20/11/2014 pagg.14-16


[…]


GERO GRASSI. Perfetto. Il dottor De Francesco, nell’audizione del 7 novembre 1980, dice: « Era il dottor Spinella, dell’ufficio del sostituto Infelisi, che teneva la pellicola scomparsa ». La pellicola scomparsa alla quale mi riferisco è quella della signora Cristina Rossi. 
LUCIANO INFELISI. Quella dell’ASCA ? 
GERO GRASSI. Benissimo. Cerchiamo di capire, perché noi abbiamo la necessità di capire. Lei pare essere stato l’unico a vedere queste foto, se le ha viste. Lei ha sostenuto negli anni che esse fossero irrilevanti nell’economia generale del processo. Durante i cinquantacinque giorni ci sono state due persone, di stampo morale diverso, che hanno sostenuto il contrario. Una è Pecorelli, il quale ha scritto su OP che in quelle foto c’era la dimostrazione di un personaggio terzo rispetto alle Brigate Rosse, l’altra è l’onorevole Benito Cazora, il quale, nell’intercettazione di via Savoia con Freato, dice di aver saputo che lì c’erano elementi della ’ndrangheta. Ovviamente, sia a Cazora, che è deceduto, sia a Pecorelli, che è stato ucciso, io non lo posso chiedere. Posso chiedere a lei una malizia mia, perché lei, forse anche incautamente, fece il nome della signora Cristina Rossi, tant’è che la signora poi si ribellò perché era stato fatto il suo nome. Poiché lei ha visto queste foto, chiedo se può avere la bontà di riferirci che cosa contenevano. 
LUCIANO INFELISI. Innanzitutto faccio una precisazione. È strano che il questore De Francesco fosse caduto in un errore macroscopico. 
GERO GRASSI. È agli atti ufficiali della Commissione.
LUCIANO INFELISI. È un errore. Il dottor Spinella non era del mio ufficio. Magari avessi avuto un collaboratore fisso – Spinella era molto in gamba – nel mio ufficio. Vi ho già detto prima che io lo incontravo alle 12.30, oltre che la sera, la notte o in qualche perquisizione particolare. Lui era alla questura, al secondo piano, alla DIGOS, che è un mondo completamente diverso. 
PRESIDENTE. Il questore De Francesco si era dimenticato che Spinella era il capo della DIGOS.
LUCIANO INFELISI. Era il capo della DIGOS. Io avevo Pierangelini, che era vigile urbano e segretario, e poi c’era un cancelliere capo che serviva per tre sostituti procuratori, si immagini. Utilizzavamo Polizia e Carabinieri. PRESIDENTE. Onorevole Grassi, avevano chiesto a De Francesco che fine avesse fatto il rullino. L’avevano chiesto a lui. Nella domanda è insita anche la risposta che ha fornito. 
LUCIANO INFELISI. Quanto al rullino, venne nel mio ufficio, mentre c’era la riunione, una signora, per portare una cosa importante. La facemmo accomodare. Si presentò come una giornalista. Ci domandammo se la sua non fosse una tecnica; senza offesa, ma i giornalisti erano visti sempre con una certa diffidenza. La signora disse di essere separata da suo marito. Il marito era tornato a casa propria la mattina in cui era avvenuto l’eccidio e, avendo visto una numerosa folla che si era assiepata e avendo sentito che vi era stato un finimondo, ma non avendo lui sentito né spari, né altro, era andato su e dal balcone, di traverso, aveva scattato alcune foto. Le chiedemmo quando le ha avesse scattate. La signora rispose che il marito le aveva scattate verso le 10-10.30. Ci confessò sinceramente che questa pellicola era andata a portarla all’ASCA, che però non le aveva volute. L’ASCA era un’agenzia di informazione giornalistica. Insieme con Spinella – è esatto il riferimento a lui – le abbiamo viste in controluce. Non erano tante, saranno state quindici-venti o anche meno. Si vedevano un’ambulanza ferma, sette od otto macchine della polizia, quella dei vigili del fuoco, in sostanza tutte cose ex post, quando la strada era stata invasa da paparazzi che erano arrivati – senza offesa: intendo giornalisti e fotografi – e che avevano scattato centinaia e migliaia di fotografie. Per non offendere la suscettibilità della signora, anche perché alla prima visione non sembrava esserci nulla di anomalo, dissi al dottor Spinella di prendere lui le foto. Le prese, dicendo che le avrebbe fatte controllare dai suoi uomini per vedere se ci fosse qualcosa di interesse. A me pareva che, viste dall’alto, non si riconoscessero persone. Non so Pecorelli dove abbia trovato che quello o quell’altro facessero parte della mafia. Peraltro, che ci stavano a fare ? Sa, invece, chi c’era ? C’era sicuramente a via Gradoli qualcuno dei terroristi tra la folla che si assiepò, perché scattò una fotografia al povero colonnello Varisco, che stava superando un balcone insieme al sottoscritto. Questa fotografia scattata quella mattina a via Gradoli è stata trovata in un covo brigatista con due croci e la scritta, sotto di lui e sotto di me: « Da eliminare ». A lui, purtroppo, è andata malissimo. Con me non ci sono riusciti perché i colpi sono andati a vuoto. Questo per dire che lì c’è stato qualcuno, ma che, quando arrivano cento o duecento persone, ci può essere stato chiunque. Lei ha ragione, ma io l’individuazione di chi potesse esserci non saprei farla. Le foto erano completamente irrilevanti, ma io le affidai alla polizia. Le prese il dottor Spinelli, come ha detto il questore. 
GERO GRASSI. Furono poi sottratte, ma non sappiamo da chi. Furono sottratte. Quel rullino scomparve dalla scrivania di Spinella. 
LUCIANO INFELISI. Come faccio io a saperlo ? Può essere, ma non so come mai. 
GERO GRASSI. Se fosse stato irrilevante, probabilmente non sarebbe successo. 
LUCIANO INFELISI. Questo è un problema interno alla questura. Chissà quando, come e perché le hanno perse o non le hanno perse. Ci sono sessanta fascicoli sul processo Moro, tra corpi di reato e altro. Non lo so. 
[…]



6) S P I N E L L A – D O M E N I C O



VOLUME 79 pag. 596 Processo Moro – Udienza 11.11.1982


[…]
ZUPO. Riguardo alla vicenda del rullino di fotografie Nucci-Rossi, vorremmo sapere qualcosa su questa faccenda, perché la rilevanza e non soltanto al fatto che comunque rappresenterebbe un documento fotografico nell’immediatezza, non prima, nè durante,*ma subito dopo l'eccidio di via Fani, viene anche dall’ipotesi di un teste, cioè la tale signorina Miriam con il cagnolino. La domanda è : questo rullino Nucci—Rossi dove è finito? " 
SPINELLA. Ho visto questo rullino esattamente nel 1978. Un giorno fui chiamato dal sostituto Procuratore Infelisi e mi disse che aveva acquisito qualcosa di importante che intendeva sottopormi. Andai al Palazzo di Giustizia ed egli mi mostrò questo rullino, mi invitò a prenderlo e a farlo sviluppare! non mi disse da chi lo avesse avuto, come e quando . Ho srotolato parte del rollino, arrivando ai primi fotogrammi e, posti questi contro luce, vidi che sì riguardavano via Fani, ma, indubbiamente si riferivano a momenti successivi alla strage, tant'è che era visibilissima in uno dei fotogrammi una guardia di Pubblica Sicurezza in divisa. Si vedevano benissimo le macchine e i primi curiosi che accorrevano, quindi, chiaramente i brigatisti erano già andati via. Dissi che secondo me era assolutamente irrilevante ai fini dell’indagine e rifiutai di accettarlo, lasciando a lui personalmente il provvedimento di stamparlo. Poi come sia andato a finire questo rullino non spetta a me dirlo.
ZUPO. Qui innesto la seconda domanda. Sono d ’accordo che all’epoca in cui lo visionava il dottor Spinella questo episodio potesse apparire irrilevante, comunque, viene sentito un agente di Pubblica Sicurezza che si presenta spontaneamente (mi pare si chiami Ballarate). L'agente dice che una ragazza, sorella della fidanzata di un suo amico, e di tale ragazza fornisce l'abitazione dei genitori (largo Cervinia) e il numero di telefono, stava nel bar Igea nel momento in cui i famosi brigatisti prendevano il cognacchino e il caffè per tirarsi su e sentendo poi, in quel frangente, che era successo qualcosa a via Fani si ò recata sul posto con il cagnolino. A via Fani rivede tra la gente accorsa uno dei "brigatisti “ che aveva visto nel bar Igea; non solo, ma questa signorina ritorna, sempre a detta di questo adente di PS e confermato da un suo amico, il giorno dopo o due giorni dopo nel "bar Igea e, parlando con un certo Lauro o Lario (forse il proprietario), sa da questa persona che lui conosceva i "brigatisti”, ma che non parlava perché aveva famiglia. Fra l'altro, terza circostanza che rende importante adesso il particolare del rullino, da un'intercettazione telefonica risulta che, se non sbaglio, l'onorevole Cazora dice» "Pare che questo rullino avesse foto-fotografato proprio uno dei brigatisti". Sentiremo questa registrazione che non ho ancora sentito, ma che è contenuta nella relazione di serviizio. 
SPINELLA. Scusi, ma come fa l'onorevole Cazora a dire... bisogna chiederlo a lui! . 
PRESIDENTE, Allora, avvocato, faccia la domanda. Questa donna, lei l'ha identificata? 
SPINELLA.. Quale donna? 
ZUPO. Questa Miriam. Fino ad un certo, punto sono state svolte indagini e non è stata trovata presso i genitori, pur essendo identificabilissima. 
PRESIDENTE. Ricorda qualcosa circa una persona di nome Miriam?
SPINELLA. No, in questo momento assolutamente niente. 
[…]



ELENCO DI ALTRI RIFERIMENTI SEGNALATI E, AL MOMENTO ,RITENUTI NON SIGNIFICATIVI IN QUESTO CONTESTO OPPURE RIPETIZIONI DI DOCUMENTI GIA INDICATI CON ALTRI LINK.
Vol. 38°- pag. 386
Tribunale di Roma:
- richiesta di accertamenti in data 15 maggio 1978 e relativa risposta della Questura di Roma, con allegati (foto scattate in via Fani; Roberto Boggi; identificazione di persone; Villa Maria Pia; Immobiliare Savellia)
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Vol. 39
Legione Carabinieri di Roma: rapporto n. 6292/44 “P” del 28 marzo 1978 (riprese cinematografiche e fotografiche nella zona di via Fani) “ - pag. 840
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Vol. 49°- pag. 571
- Esame di Maria Cristina Rossi del 7 giugno. 1978 (foto scattate in via Fani)


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