venerdì 14 luglio 2017

RESISTE ANCORA IL BINOMIO MORUCCI-FARANDA. PERCHE' ?


A quasi quarant'anni dai tragici fatti, Morucci e Faranda sono ancora una coppia di ferro. Forse non più sotto il profilo emotivo ma sicuramente sotto altri.


Gli autori del c.d. Memoriale (LEGGI ANCHE QUI) che "spiegò" come si erano svolti gli avvenimenti e su cui si cristallizzarono le sentenze dei vari processi Moro, continuano a camminare fianco a fianco, nei fatti. 
Ricordiamo che la versione del memoriale con i nomi di chi aveva partecipato a via Fani fu inviata  a Cossiga, con tanto di dedica -solo per lei Signor Presidente - e che Cossiga la trasmise alla
Magistratura con un  ritardo di anni dichiarando di averlo ricevuto solo nel '90 (Leggi anche qui alla fine del documento linkato)

Non ci si riferisce, tornando alla coppia di ferro, alla sostanza di quanto raccontato (con maggiore disponibilità formale da parte di lei) bensì ad un aspetto singolare. E cioè al fatto che loro sono gli unici due, fra i numerosi ex terroristi direttamente coinvolti e chiamati dalla Commissione Moro, ad aver risposto positivamente e ad essersi presentati in audizione. 

Per la verità la Faranda, a quanto sembra, avrebbe anche  inizialmente pensato ad un rifiuto, poi ha deciso invece di presentarsi. E qui torniamo alla domanda del titolo: perché? perché solo loro due?

Una coincidenza, si dirà, come tante altre riscontrate nel caso Moro (troppe, a giudizio di chi scrive) e tuttavia, volendo comportarsi da  andreottani, si potrebbe fare peccato e pensar male. 

Il cattivo pensiero potrebbe essere che gli altri abbiano detto loro: " andateci voi, voi la 'verità' l'avete raccontata per primi e scritta e quindi la 'conoscete meglio'...".  Ma questo, appunto, è solo un cattivo pensiero. E' lecito pure pensare ad una coincidenza, ulteriore.

Nell'audizione  dello scorso 11 luglio ( LEGGI E ASCOLTA QUI) alla Faranda è stato chiesto della c. d. "lista dei 90". Un documento sequestrato all'atto del loro arresto a Viale Giulio Cesare e poi curiosamente scomparso dalle carte processuali per decenni e, infine, ritrovato grazie all' attività della commissione.  Lei ne ha rivendicato la "proprietà" (che era stata attribuita a Morucci) dichiarando che dei militanti glie l'avevano dato sottraendolo in un commissariato, forse.

Alleghiamo il documento qui sotto, estraendolo dal sito di Gero Grassi (questo comunque  il link).

La modalità di redazione dello stesso può indubbiamente far pensare ad una provenienza "istituzionale" tuttavia anche ciò ammettendo, tenuto conto della sparizione, non certo casuale, di questo documento per 38 anni, le ipotesi che appaiono praticabili sono:

a) La Faranda ricevette quel foglio (due in realtà in quanto in doppia copia) nella modalità "innocente" da lei descritta. E tuttavia al momento del sequestro qualcuno lo ritenne "scottante" tanto da trovare un escamotage per imboscarlo. Questo qualcuno, che per poter far ciò non era certo l'ultimo arrivato, doveva essere evidentemente a conoscenza di "contatti indicibili" a cui presumette di far risalire anche quella lista in casa Conforto. (Ricordiamo che i due avevano trovato  rifugio in casa di Giuliana Conforto, amica e collega di Piperno ad Arcavacata, amica di Luciana Bozzi proprietaria del covo di via Gradoli e infine figlia di Giorgio Conforto, capo rete del KGB, stando a Mitrohkin)

b) La Faranda ricevette il documento da persone "indicibili" e con finalità altrettanto "indicibili".

Tertium non datur.







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