Proponiamo questa volta la prima parte della vicenda relativa alla targa che
fu applicata sulla Fiat 128 bianca di via Fani.
Una storia che presenta forti analogie con quella della targa
applicata alla R4 di via Caetani (Leggi).
Anche qui si verifica il fatto che quest'insegna
era "in sonno" e, pertanto, in grado di sfuggire ad un controllo non accurato. Cosa facilitata dal fatto
che difficilmente, si può presumere, una pattuglia avrebbe fermato un'auto targata Corpo Diplomatico in mancanza di una specifica segnalazione.
E, in effetti, dal momento in cui la targa CD
19707 diventa "dormiente", inizia a scorrazzare per Roma (ma non solo a Roma ) un'auto 128 bianca con lo stesso
numero di targa. Solo che in questo caso sarà
utilizzata una targa metallica mentre quella appena riconsegnata era di plastica. (Se hai curiosità su storia e criteri per le targhe diplomatiche leggi qui).
Già perché la targa riconsegnata al Ministero a
fine gennaio 1978 riportava lo stesso codice alfa numerico di un'altra che era stata rubata nel '73! Ma due anni
dopo, o poco più, il Ministero dei Trasporti riteneva congruo riassegnare lo stesso codice ad un altro
richiedente, benché la targa rubata non fosse mai stata ritrovata, dato "...il tempo passato dal furto..." (sic!)
Di fatto
eliminandola così dal novero delle targhe rubate!
In questa prima parte vi offriamo dunque la storia
documentata di tutto ciò con i riferimenti precisi agli atti che la riguardano.
Nella prossima parte vi presenteremo l'elenco dei
diciotto (!) avvistamenti (sempre con precisi riferimenti agli atti) dal 22 febbraio al 16 marzo stesso, la
mattina presto prima dell'eccidio.
Forniremo anche una mappa di tutti questi
avvistamenti nella quale, forse, si possono identificare delle interessanti direttrici
di "traffico".
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