Rispondiamo ad alcuni dei dubbi sollevati da alcuni lettori attraverso la sezione commenti. Precisiamo che, seppur nella pratica il M.llo Leonardi era di fatto il capo della scorta, sa un punto di vista formale il capo-scorta la mattina del 16 marzo 1978 era il brigadiere di P.S. Francesco Zizzi, si confronti CM1 vol.107 pag. 197 (quesito 17) e pag. 201.
Si ringrazia il lettore Luca per la segnalazione sulla comunicazione del governo delle ore 11:20 - ripresa dall'AGI - in cui correttamente si informa della presenza di quattro agenti deceduti ed uno ricoverato in ospedale; tuttavia appare non chiara la motivazione per cui il quotidiano il Tempo avrebbe modificato, nell'articolo qui riportato, il testo del comunicato ufficiale.
Si ringrazia il lettore Luca per la segnalazione sulla comunicazione del governo delle ore 11:20 - ripresa dall'AGI - in cui correttamente si informa della presenza di quattro agenti deceduti ed uno ricoverato in ospedale; tuttavia appare non chiara la motivazione per cui il quotidiano il Tempo avrebbe modificato, nell'articolo qui riportato, il testo del comunicato ufficiale.
( a cura di: SEDICidiMARZO )
I contorni della vicenda sono noti.
Il giorno 15.03.1978,
il vice brigadiere della polizia Francesco Zizzi, 29enne di Fasano appena
trasferito a Roma presso il Viminale, ricevette l'incarico di sostituire il
capo-scorta dell'onorevole Moro (Rocco Gentiluomo) pur non avendo mai ricoperto prima tale delicato incarico.
La
mattina del giorno dopo, Moro veniva "prelevato" e tutti i
componenti della scorta venivano brutalmente "eliminati" in
Via Fani dove - a bordo dell'alfetta bianca che seguiva l'auto del presidente -
il primo giorno da capo-scorta di Zizzi si trasformava improvvisamente
nell'ultimo della sua vita.
Queste
le evidenze oggettive - i contorni della vicenda appunto - tuttavia a 40 anni
di distanza dai fatti molti aspetti risultano ancora poco chiari e ricercando "nuovi elementi che possono integrare
le conoscenze acquisite" (per inciso uno dei compiti previsti dalla
legge istitutiva della Commissione Moro 2) i motivi di incertezza aumentano
anziché diminuire.
Strano a dirsi, le
prime perplessità riguardano proprio le “comunicazioni” relative alla morte di
Zizzi, unico fatto certo e incontestabile tra quelli che verranno trattati nel
prosieguo.
Stando agli atti della
CM1, Zizzi muore alle 12:35, quindi 2 ore e 52 minuti dopo il suo ricovero
avvenuto alle 9:43 (N.B. nel verbale di ricovero di Zizzi l'ora indicata è
quella delle 9:43 mentre nel referto all'Autorità Giudiziaria del Gemelli
quella delle 9:45).
Vol. 112, pag. 390 ( http://www.fontitaliarepubblicana.it/documents/615-volume-112-ocr.html#search/p398 )
Vol. 112, pag. 388 ( http://www.fontitaliarepubblicana.it/documents/615-volume-112-ocr.html#search/p396 )
Se Zizzi sopravvive nel reparto di rianimazione fino alle 12:35 come è possibile che il comunicato del
Viminale diffuso alle 11:20, poi pubblicato nelle edizioni straordinarie di
numerosi quotidiani, faccia già riferimento a “cinque militari rimasti uccisi”?
Sopra un estratto della prima pagina dell'edizione straordinaria del 16 marzo 1978 del quotidiano IL TEMPO.
E ancora, se Zizzi sopravvive nel reparto di rianimazione fino
alle 12:35 perché mai nella sua nota
biografica che si trova sul sito della Polizia di Stato viene scritto che Zizzi
“morì
durante il trasporto all'ospedale Gemelli”?
Ma soprattutto, come è possibile che nel corso di una breve intervista raccolta sul luogo della strage (che abbiamo scoperto in rete) un medico della Croce Rossa che ebbe modo di soccorrere Zizzi possa dire che "a
prima vista le condizioni non parevano molto gravi"?
|
Le perplessità, purtroppo, non finiscono qui.
(segue)
Altro bel pezzo. Complimenti.
RispondiEliminaCorreggete errore digitazione su "prosieguo"... :)
Grazie e grazie anche della segnalazione del refuso. Già corretta.
EliminaÈ stato mai ascoltato il medico della CRI? Imtendo dire: chiamato a dare testimonianza sulle condizioni di Zizzi
RispondiEliminaNon ci risulta. Per la verità, e senza presunzione, crediamo di avere riesumato noi questo stralcio di intervista a caldo. Siamo solo stati fortunati nella ricerca, probabilmente.
EliminaFrancesco ZIZZI che quel giorno sostituisce Rocco GENTILUOMO, non era il capo scorta (era Oreste LEONARDI), bensì, erano i capi equipaggio-pattuglia dell'Alfetta di scorta. Il medico nell'intervista quando sta per iniziare risponde al giornalista dopo 10 minuti, poi chiede a un collega a che ora ci hanno chiamato ? e successivamente risponde al giornalista 1/4 d'ora dopo. Alla domanda del giornalista, era in condizioni gravi ? il medico risponde : No, le condizioni, per lo meno a prima vista, non sembravano molto gravi, per lo meno lesioni visibili non c'è ne erano. A suo dire, non mi sembra che il medico abbia fatto un'accurata indagine sulle ferite riportate da ZIZZI.
RispondiEliminaIn relazione al fatto che fosse LEONARDI e non ZIZZI il caposcorta
Eliminail commento è fondato nel senso che nel caso specifico LEONARDI - peraltro un carabiniere e non un poliziotto - era di fatto il capo scorta sopratutto visto il rapporto di fiducia con MORO e l'anzianità di servizio. Dal punto di vista formale però no; cfr il Vol. 107 pag, 197 e segg. (Quesito n. 17) da cui si evince come funzionava la scorta e perchè, quindi,nell'articolo si parla di ZIZZI come capo-scorta.
Per quanto rigurada il comunicato delle 11.20 del Viminale, be, se è per questo, il Capo della Polizia Parlato, alle 10.30 aveva allertato le Prefetture e le Questure con "tutta la scorta uccisa", non facendo cenno che ZIZZI anche se grave è ancora vivo.
RispondiEliminaGrazie ...puoi fonirci i riferimenti di questa dichairazion di Parlato?
EliminaIl lancio di agenzia AGI l'ho ritrovato ed era preciso nel riportare il comunicato ufficiale del governo: "..quattro ... uccisi e uno gravemente ferito"
RispondiEliminaProbabilmente l'edizione straordinaria del Tempo ha corretto di sua iniziativa perché ha titolato a tutta pagina "Uccisi cinque agenti della scorta" e sarà uscito in edicola all'orario dei quotidiani della sera o poco prima.
https://www.google.it/amp/s/www.agi.it/cronaca/moro_rapito_16_marzo_1978_documento_lanci_agi-3623648/news/2018-03-15/amp/
Grazie molte Luca!
RispondiEliminaMi pare una testimonianza molto importante questa del volontario CRI che avete segnalato; non tanto sulla sua diagnosi di gravità o meno, perchè evidentemente la sua fu una valutazione molto superficiale, ma perchè ci fa presumere che Zizzi fosse cosciente (altrimenti non avrebbe alcun senso dire che non gli sembravano gravi le condizioni). E allora, se Zizzi era cosciente, vuol dire che per un certo periodo (mezz'ora, un'ora...finchè le sue condizioni non sono poi precipitate, e non sappiamo quando ciò avvenne), può aver detto qualcosa di molto importante, potrebbe aver riconosciuto qualcuno degli attentatori o comunque aver rivelato qualcosa sulla dinamica della strage. Certamente sarebbe importante se gli inquirenti decidessero, dopo 41 anni, di sentire questo signore e verbalizzassero i suoi ricordi; nemmeno a me risulta che siano agli atti sue deposizioni.
RispondiEliminaMa la seconda parte dell'inchiesta quando verrà pubblicata?
RispondiEliminaMa possibile che l'intervistatore al soccorritore della Croce Rossa non chieda se, non essendo Zizzi ferito gravemente, fosse lui cosciente?!?!
RispondiEliminaTorno alla carica: a quando la seconda parte di questa interessantissima inchiesta?
RispondiEliminaE' davvero curioso che non risultino fotografie (almeno mi sembra) dell'ambulanza che trasportò al Gemelli il povero Zizzi. Ed è altrettanto strano che le notizie al riguardo siano spesso diverse e molto imprecise. Fu operato da un team di tre chirurghi, e le loro dichiarazioni sembrano via via diverse. Numerosi colpi di mitra... Emorragia intestinale... arresto cardiaco...Colpi al collo e la torace... Tre proiettili, nessuno ritenuto...Non si capisce bene. Pare che i colpi avessero una traiettoria "dal basso verso l'alto", e la spiegazione data è che Zizzi si era steso sui sedili. E il medico intervistato che afferma che secondo lui non era grave? Perchè tutte queste incongruenze? Si era recato qualcuno al Gemelli in quelle tre ore?
RispondiEliminaVedasi immagine n. 4:
Eliminahttp://www.osservatoriooggi.it/mensile/ieri/15004-le-primavere-perdute-di-franco-zizzi
A quanto pare il gentiluomo (di cognome) fu allertato da un boss 'ndranghetista:
RispondiEliminahttps://www.lavocedinewyork.com/news/politica/2021/03/16/il-caposcorta-di-moro-non-cera-in-via-fani-lo-aveva-avvisato-un-amico-della-ndrangheta/
Dinamica troppo semplice? Ennesimo depistaggio? A mio modesto avviso invece è una spiegazione plausibile.
La sorella di Zizzi dixit:
<<(...) Però il giorno prima il brigadiere Rocco Gentiluomo, da 14 anni nella scorta di Moro, andò in ferie. Lo sostituì Franco, almeno così disse Gentiluomo. Ma non sappiamo come sono andate le cose: se Cuoricino (Zizzi - ndc) si è offerto lui, se la cosa gli fu ordinata non è venuto fuori nulla durante i processi».
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2018/03/17/adriana-zizzi-mio-fratello-nellauto-con-moro-aveva-agenteBari05.html
Trovo il reperimento di questo breve video di fondamentale importanza, non tanto per ciò che afferma il medico della Croce Rossa che poteva essere dettato anche dalla inesperienza o dalla incapacità di diagnosticare traumi ben più seri di quelli osservabili, quanto per la presenza nelle vicinanze di Antonio Nirta. Lo si vede chiaramente quando l'operatore stacca la ripresa del primo piano, tant'è che quei fotogrammi a colori sono stati poi ripresi per confrontare la fisionomia di quest'uomo con la famosa immagine in bianco e nero che lo ritrae mentre fuma.
RispondiEliminaCredo fermamente che il perseverare di Nirta sulla scena della strage sia dovuto ad una questione macabra e facilmente individuabile. Accertarsi che tutti i componenti della scorta fossero morti, perché questo era l'accordo intrapreso con i servizi. Sterminarli tutti con una potenza di fuoco inaudita, affinché non potessero testimoniare. A Nirta balenava il dubbio e probabilmente anche l'angoscia che Zizzi fosse sopravvissuto e ancora in vita, ecco spiegato il motivo per cui fosse ad un passo dal medico noncurante dell'operatore di ripresa. Voleva ascoltare ciò che il medico aveva da dire, e difatti non appena lo stesso aveva concluso il discorso si vede chiaramente dalla ripresa che è l'unico dei presenti lì vicino a dileguarsi in fretta