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martedì 3 giugno 2025

ALCUNI TESTIMONI “SCOMPARSI” DI VIA GRADOLI VERONICA KOROSEC: DA VIA DUE PONTI 146 A VIA GRADOLI 96

 

“TI INNALZERO’ FINO AL CIELO”

ALCUNI TESTIMONI “SCOMPARSI” DI VIA GRADOLI

VERONICA KOROSEC: DA VIA DUE PONTI 146 A VIA GRADOLI 96

DUE ATTRICI, UN REGISTA, UNA AUSTIN AZZURRA PARCHEGGIATA MALE, UN DISCUSSO NIGHT CLUB, UN AVVOCATO POTENTE, UN EX FIDANZATO SOPRA LE RIGHE.

ED UN COVO BR.

 

(di: Andrea Guidi)                             


 

INTRODUZIONE.

PARAFRASANDO VLADIMIRO SATTA:

“ODISSEA” NEL CASO MORO, MA SENZA RITORNO AD ITACA:

PUNTI SPARSI, TRA MERE COINCIDENZE (E, FORSE, FISICA QUANTISTICA).

Quella che presento in questo saggio è una delle rappresentazioni possibili di come legami e nessi, tra fatti e persone variamente inscrivibili nella articolata storia del sequestro Moro, lungi dal trovare spiegazione nella ricorrenza di mere coincidenze, costituiscono invece una costante che connota l’intera vicenda del sequestro dell’uomo politico.

Si tratta di ricorrenze che anche solo analizzate sotto il profilo statistico, ci trasmettono la certezza che esse NON poterono essere il mero frutto di una casuale collocazione di quei nomi, eventi, relazioni interpersonali, all’interno del perimetro che definisce e delimita la storia del sequestro.

Il nome di Veronica Korosec, a seguito dell’analisi compiuta per la redazione de precedenti due articoli  prodotti sul nesso tra Via Gradoli e Via Due Ponti, mi ha in seguito condotto a scoprire i nessi di costei (direi - per la sorpresa che auspico sia comprensibile -  un vero e proprio “entanglement” quantistico), con il regista Leopoldo Savona: padre dell’attrice – anche di “fotoromanzi” dell’epoca - Isabella Savona, all’epoca fidanzata e poi  moglie di Patrizio Bonanni,  al quale- a torto o a ragione – è stata ricondotta la disponibilità della Austin azzurra crivellata di proiettili il 16 marzo 1978 e parcheggiata sull’angolo destro tra Via Fani e Via Stresa la mattina del 16 marzo 1978, esattamente sulla destra della Fiat 130 che trasportava Aldo Moro.

La testimone  “scomparsa”, ma dovrei dire meglio: “i testimoni scomparsi”,  di cui parlo nel titolo, sono dunque:

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22 commenti:

  1. Sottovoce : Heisenberg e non Eisenberg. Sottovoce : il principio di indeterminazione di Heisenberg non dice che non sia possibile determinare contemporaneamente le caratteristiche di certe coppie di proprietà fisiche, ma solo che esiste un limite alla precisione con la quale detti parametri possono essere calcolati contemporaneamente. Una di queste coppie, quella da Lei citata, non è posizione e velocità, bensì posizione e momento (o quantità di moto : in fisica, = massa x velocità). Sia detto per amor di precisione, senza nulla togliere alla pregevole ricerca.

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    1. La ringrazio. La mia ha voluto essere solo un semplificazione "letteraria", ovviamente. Mi pare che, nella sostanza, non si sia molto lontani dal ricadere in quei grandi e magnifici postulati scientifici. Si fa in tempo a trovare un nome ed un evento, ed occorre interrogarsi come sia possibile che a cascata ad esso si colleghino altri nomi ed eventi.

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  2. Bonanni non ha mai denunciato D´Adamo. Il che orienta a pensare, che abbia capito di non avere chance sul piano legale, perché la disamina del secondo sia In Iozzino sia in Coup è blindata sul piano documentale da una parte, cauta e ben al di qua della diffamazione esplicita su quello linguistico e quindi penale. Ma orienta anche a pensar male e azzeccarci : che cioè, il Bonanni non abbia ritenuto di dare ulteriore pubblicità all´affaire per timore che gli si ritorcesse contro a boomerang.
    Purtroppo però, so da ottima fonte che gradisce anonimato, che di recente D´Adamo era in attesa di giudizio perché Luigi Bisignani gli aveva intentato causa per diffamazione. Se ho ben capito, il primo aveva accusato su Sky il secondo, di essere l´anfitrione della prigione di Moro, attorno al 2019/2020 nell´ambito di intervista di lancio del docu Come è n.a.t.o. un golpe.

    E purtoppo, stavolta D´Adamo ha pure torto : cascò anche lui, anzi lui per primo, nella "trappola Loyola" : per motivi meditati, giacché è persona seria, ma nel caso specifico, non a sufficienza meditati : egli riteneva infatti che Moro fosse stato estratto dalla macchina (che con falsa certezza identificava nella 132) alla sosta di De Bustis, e condotto a piedi in prigione sita in quello che lui chiamava "parco Bisignani", cioè l´area ancor oggi molto verde fra Trionfale, Gemelli e Don Orione dove il clan Bisignani aveva proprietà immobiliari.
    Se invece D´Adamo avesse letto bene e ben incrociato De Luca e Dordoni, oggi non sarebbe nei guai grossi.

    Grossi perché lui non è nuovo ai tribunali, ma finora aveva sempre vinto contro mezze calzette locali che avevano torto marcio.
    Bisignani è ben altra storia, non ha bisogno di presentazioni.
    Mi conforta il pensiero che D´Adamo non è solo né isolato, ma fa capo a rete storica emiliana dell´area RC-Arci, se ho ben compreso, rete ancora molto potente in regione. Ma non so se stavolta gli basterà, lo spero.

    Lo spero perché Carlo D´Adamo è colui che ha impresso, con le sue scoperte sul Bonanni e sul Moscardi, la svolta decisiva al caso Moro, indicando a tutti la strada che quasi nessuno ha scelto di battere.
    Ben vengano dunque nuovi studi come il Suo, che tornano almeno in parte, a riflettere ed aggiungere dati per quella strada - è LA strada che porta alla verità sul caso Moro.

    D´Adamo ha torto su Bisignani. Ma il suo torto è in buona fede.
    Ed il suo coraggio,anche se a volte cieco come in questo caso, di non guardare in faccia a nessuno, a costo di persecuzione giudiziaria o peggio : questo suo eroismo che non ha desistito di fronte a due ore di ostile interrogatorio di non ricordo più se Ionta o Marini i cui nomi tutto dicono a chi sa ; questo suo eroismo intransigente, sia d´altissimo esempio morale per tutti.
    Augurissimi Carlo !

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  3. Due dati mi colpiscono in modo particolare nel Suo studio : il primo è la notizia, se ho ben compreso data dalla VK nel libro, che fu il Savona, ad aprile ´76 (en passant : 4 mesi dopo la locazione dell´IMICO 11 A da parte del "Borghi", e periodo nel quale se ben ricordo, ad abitare de facto nel covo erano Bonisoli e Brioschi), a trovarle a tempo di record l´appartamentino del 96 per allontanarla dal Diggens. Intriga la Sua domanda, su quali contatti avesse il Savona colà, tali da alzare il telefono par di capire, ed ottenere casa per la protetta su due piedi. Purtroppo Lei, nonostante il grande anzi enorme sforzo di studio, non è riuscito ad accertarne l´esatta ubicazione, e quindi l´intestatario. Giustamente Lei pensa che un sopralluogo in situ con la VK potrebbe risolvere. E allora Le propongo di farlo. Non dovrebbe esserLe difficile contattare la signora, o presso la casa editrice, o in rete. VK ha profilo fb, purtroppo inattivo da un paio d´anni, ma utile a capire di primo acchito, con occhio esperto della vita, che trattasi di anziana sola che di solitudine soffre, che vive di nostalgie e rimpianti. Se dunque fosse ancora vivente e lucida, e Lei le proponesse ricognizione al 96, magari offrendosi che so, di andarla a prendere e riaccompagnarla nelle Marche o dove sia ; e di offrirle il pranzo in un buon ristorante o simili dopo la visita, scommetto che accetterebbe. In ogni caso, tentar non nuoce.

    Quanto a me, Le passo alcuni appunti veloci su una delle opzioni probabili di ubicazione/intestazione da Lei suggerite. Lungi da me speculazione qualsivoglia, sono appunti solo potenzialmente utili, se un domani Lei accertasse :
    Anna Luisa Cappa era (dico era perché nacque nel 1917, tuttavia non ho dati per escludere che abbia 108 anni e sia vivente) una baronessa, di casato antichissimo risalente almeno alle Crociate, i Cappa ramo San Nicandro (Abruzzi). Nel 1701 detta famiglia venne ricevuta nel Sovrano Militare Ordine di Malta, quindi la baronessa era una "dama di Malta" (l´equivalente femminile dei cavalieri di Malta). Proprio come una certa Chantal Personè, e diversi altri personaggi che ruotano attorno al caso Moro. Ripeto che in questi appunti non v´è nemmeno l´ombra di retropensiero speculativo di sorta. Serviranno eventualmente solo in futuro, se si tratta davvero della Cappa nel caso VK.
    Se Cappa fu, allora ipotizzo connessione col Savona tramite ambienti aristocratici : Leopoldo non era nobile, ma discendeva da famiglia prominente nell´area di Fondi perché i suoi avi erano stati maggiordomi di un ramo dei Caetani. Altra stuzzicante coincidenza, ma che nulla prova per ora.
    Riprenderò in un prossimo commento.

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  4. Mi corregga se sbaglio : provando a verificare alcune delle Sue fonti ed incrociandole, io trovo nella relazione Costa (Cm 30 : 890) la dizione "Pal. A, int.3 " : dunque parrebbe di capire, che il Costa non intenda una scala A, ma una delle due palazzine, cioè la prima, quella che nell´elenco dei condòmini in CM 111 : 282 viene detta "Palazzina 1, IMICO". Che il Costa la chiami A e l´elenco 1, parrebbe equivalente.
    La VK scrive nel libro, se ho ben capito, scala B int.3 : associando Costa e VK, parrebbe di dover capire trattarsi della IMICO, scala B, int.3.
    Ma se io avessi ragione, allora la proprietaria non era Lucia De Ferrari, bensì Ronci Giulia, via della Maratona 5, 00194 Roma (CM 111 : 283).
    Se così fosse, allora il Savona o conosceva questa Ronci Giulia, oppure conosceva Catracchia magari, e questi gli passò la dritta che Ronci Giulia cercava inquilina. Mi corregga tranquillamente se ho frainteso il tutto.

    Altro veloce appunto di eventuale futura utilità : i documenti da Lei addotti danno questo Walter Diggens figlio di Allan, dipendente dell´ambasciata inglese. E figlio di donna non nominata (verbale Mangia) proprietaria della casa di Mangia in piazza Grazioli, ma abitante lei stessa in via Stamira 39 o 45.
    Ora piazza Grazioli è location di superlusso, splendida ed in pieno centro storico, dietro il notorio palazzo Grazioli. Fino a tempi recenti almeno, vi possedevano unità immobiliari personaggi altolocati come i Doria Pamphilj , l´attrice Ilaria Occhini e stranieri vari medioaltoborghesi.
    La stessa via Stamira, a due passi da piazza Bologna, è strada elegante e medioaltoborghese.
    Parrebbe doversi dedurne che il signor Allan Diggens non fosse proprio l´ultimo degli uscieri dell´ambasciata. E forse anche l´anonima madre veniva da facoltosi natali. Quindi chissà come questo figlio Walter finì in posti equivoci e modesti da demi-monde come Due Ponti e Gradoli, dandosi a reati vari culminanti in almeno 2 arresti attestati (1978 e 1988). Succede anche nelle migliori famiglie (cfr milieu di provenienza di Izzo, Ghira e Guido ad esempio).
    Volevo riprendere su Savona etc., spero domani, gli spunti sono moltissimi.
    Un´ultima cosa magari pedante : ha controllato all´Anagrafe, che non esista altra Isabella Savona nata a Roma il 23.2.52 ? Giusto per la certezza matematica che il Bonanni non stesse con un´omonima...Il cognome Savona non è raro.

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  5. Errata corrige : a mente fresca, vedo che m´era sfuggito il passo a p.39. dove Lei cita la VK 5.11.93 che afferma : " Questo particolare lo riferii a tale MOKBEL Lucia, che veniva a trovare il suo fidanzato, che non ho mai conosciuto, il quale abitava nella palazzina di fronte , al
    primo piano della scala A.” " :
    se prendiamo alla lettera, allora cado io e cade Costa : la VK non stava alla IMICO bensì alla SOCOAP, e sempre secondo lei nel libro, stava alla scala B int. 3, quindi c/o Guido Maggiori come da una delle Sue ipotesi.
    Se dunque prendiamo alla lettera la VK 1993 + 2020, l´unica ubicazione risultante è questa : SOCOAP, scala B, int. 3, locatore Guido Maggiori.

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  6. La ringrazio. Abbiamo già pensato a provare a contattare la signora Korosec, vedremo se e come, ovviamente mi è impossibile nei termini da lei proposti. Quanto alle sue ricerche, restiamo ovviamente in attesa dei sui eventuali sviluppi, che saranno sicuramente interessanti. Parlando dei nomi, anche la signora De Ferrari, proprietaria come da elenco condomini in vol 111, pagg. 283 e segg. di varie unità in Via Gradoli, è un cognome interessante, perlatro, mi risulta, cognome del marito: la signora dovrebbe fare Casale di cognome, e il marito dovrebbe esseere stato un ambasciatore. Grazie, attendiamo i suoi eventuali sviluppi, anzi, se ritiene di voler tentare di contattare motu proprio la signora Korosec, per noi va bene.

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    1. Sono io che ringrazio Lei ed i Suoi collaboratori, di tanta mole di studio che considero possibilmente rilevantissimo. Io di sviluppi ne avrei a iosa, solo che ci dev´essere un problema tecnico col vostro blog, nel senso che i miei commenti appaiono non in tempo reale, ma con enorme ritardo, finora stimabile in 24-48 ore. Invece vedo che il Suo ultimo è apparso già, pur essendo cronologicamente molto posteriore ai miei due ultimi non ancora apparsi. Non è per me un problema di priorità o par condicio, per carità, e nemmeno vado di fretta. Solo che dopo 1 o 2 giorni, in materia di tanta complessità, io perdo il filo (non sono più giovanissimo, per dirla eufemisticamente), e mi riesce poi ben difficile ricominciare ogni volta a rifocalizzare i miei pensieri, ritrovare miei appunti che possano esserLe utili, e via dicendo. Pertanto vi pregherei di porre rimedio, se possibile, a questo glitch tecnico, di modo che io possa apparire in tempo reale, altrimenti diventa estremamente problematico per me seguire il dibattito.
      Se invece si trattasse di vostro umano filtraggio di moderazione che so, antispam, antitroll e simili, vi proporrei di voler per favore sostituirlo con la cancellazione immediata : voglio dire, consentire a tutti i commentatori di pubblicare in tempo reale, però poi cancellando eventuali spam, troll e fauna consimile. Alla fine, in tal modo vi difendereste lo stesso dai provocatori, però senza allontanare i commentatori genuini che desiderino offrire contributi costruttivi.
      Si tratta solo di idee propositive, ovviamente il blog è vostro e lo gestite con vostri criteri giustamente.
      Volevo solo evidenziare che la differita taglia le gambe, ed è un peccato, un vero peccato.
      Un vero peccato perché il caso Moro sta morendo, sepolto da polveroni assurdi lanciati da tv-spazzatura, e da un clima politico che più sfavorevole non si potrebbe : trovare al 2025, un blog come questo, che offre quei rarissimi, sempre più rari studi seri e costruttivi, è la manna dal cielo attualmente : perché dovete autodistruggervi, spezzando le ali al dibattito vero ?
      Poi se invece il problema è tecnico, allora si risolve tecnicamente.
      Grazie ancora dell´attenzione.

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    2. Le discrasie cronoligiche dipendono dal normale controllo e sedimentazione dei commenti, che non oncidono sul sottoscritto, come su altri di noi, in quanto fondatori del gruppo. In merito all'alloggio della Korosec, posso dire che è obiettivamente non identificabile se non previa sopralluogo, a causa delle confuse affermazioni, riportate nell'articolo, sia da parte della Korosec che dei funzionari di polizia Costa e Fabbri. Per la precisione, costei NON ne parla nel suo libri, ma solo nei suoi verbali del 1993. Del libro, io trascritto LETTERALMENTE la scarna paginetta da lei dedicata alla sua permanenza in Via Gradoli.

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    3. P.S. Chiedo scusa per i refusi, che lei saprà sicuramente intuire e correggere in automatico.

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    4. P.S. 2: Che Isabella Savona sia lei, unica e sola, mi ci gioco entrambi i gioielli di famiglia.

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  7. P.S. Gio Paolo De Ferrari, dovrebbe essere il marito.

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  8. Per ora una risposta sintetica : per la precisione la Korosec parla dell'ubicazione - tutt'altro che chiara - del suo alloggio NON nel libro ma nei verbali del 1993 (oltre ai confusi riferimenti di Costa e Fabbri del 1978). Andrea Guidi

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  9. Vedo chei miei 3 commenti in sospeso sono apparsi, ringrazio e spero che ora si possa tutti procedere in tempo reale, ne sarei contento perché l´argomento "Poldo" è per me di estremo interesse da tempo : lo considero possibilmente decisivo nel caso Moro, e penso di potervi aggiungere molta carne al fuoco. Procedo con ordine.
    Sul cercare la VK : d´accordo, ci proverò, ma se per miracolo dovessi riuscire, io non avrei la stessa Sua competenza specifica sul personaggio, quindi eventualmente, la girerei a Lei per l´intervista e la ricognizione in situ. Non mi nascondo la difficoltà della cosa, ma tentar non nuoce e tenterò, senza ovviamente promettere nulla né dare illusioni.
    Intanto però a mio avviso, proprio per quanto appena detto, occorre battere altre strade : la prima da me esperita non ha dato frutto, ma almeno consente di procedere nelle verifiche, per esclusione : Guido Maggiori purtroppo, è deceduto da decenni, e così anche la moglie.
    Quanto a Lucia De Ferrari (Casale) da Lei menzionata, volevo chiedere preliminarmente : come fa ad essere certo che si tratti della moglie dell´ambasciatore ? Se lo fosse per certo, qualche tentativo potrei farlo, ma dubito siano ancora in vita lei ed il marito, titolare a Panama nel ´67, quindi allora già di mezza età. Tuttavia come al solito, tentar non nuoce, però appunto vorrei prima sapere se Lei sia certo si tratti del diplomatico.

    Devo dire qui, limando ancora le mie precedenti conclusioni, che verificando una volta di più con la massima attenzione ed incrociando tutte le Sue fonti, Le do ragione sull´incertezza dell´ubicazione, data la confusione/omissione di qualsiasi definitiva e coerente precisazione di essa nei verbali. Ragion per cui giustamente, o si trovano i testimoni, o si resta nel limbo delle ipotesi.
    Aggiungo una nuova errata corrige (me ne scuso ma la complessità dell´argomento e la vaga sintassi delle fonti induce umanamente in errore, l´importante è correggere) sul Diggens :
    https://www.gerograssi.it/cms2/file/casomoro/B174175/B174/0557_009.pdf
    453 scan= cart : (VK 5.11.93 DIA) :
    „ P r e c i s o i n o l t r e che l a s c e l t a d e l l ' a v v o c a t o MANGIA mi f u
    c o n s i g l i a t a d a l l a madre d i WAlter DIGGENS, poiché' anni
    i n d i e t r o l a s i g n o r a g l i aveva a f f i t t a t o una stanza d e l
    p r o p r i o appartamento i n zona p i a z z a Bologna „ :
    qui parrebbe di capire due cose : 1. che il padre di Walter era morto da un pezzo, oppure separato da un pezzo e abitante altrove, al 1978, dato che non compare mai nelle vicende di figlio e madre nei tardi ´70 e che difficilmente la moglie avrebbe affittato una stanza fosse stata ancora assieme al padre. 2. Che, contrariamente a quanto avevo pensato causa l´ambigua sintassi, forse il Mangia nel parlare della madre del Diggens come padrona di casa si era riferito solo a Stamira ma non a Grazioli, e che quindi detta madre non c´entri niente con Grazioli 3. Che dunque la madre del Diggens tanto facoltosa non doveva poi essere, se ad un certo momento X della sua vita è costretta ad affittarsi una stanza di casa sua. 4. Che forse questa famiglia ebbe ad un certo punto, un tracollo economico, dovuto forse a morte o allontanamento del padre Allan, che costrinse la madre ad affittare e indusse il figlio a darsi alla delinquenza a fini di lucro (truffa, spaccio, induzione alla prostituzione, etc. : lungi da me il giustificare in alcun modo tali crimini, sto solo cercando di capire).

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  10. In effetti, non si è in grado, in mancanza di dati anagrafici della madre, di capire in quale alloggio di costei il potente Mangia fosse stato inquilino.

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  11. https://srvcarto.regione.liguria.it/dtuff/img/Vincoli_Monumentali/decreti/00208258B.pdf Pag. 3, penultimo capoverso.

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  12. Sono ora in grado di confermare con certezza documentata, che Allan Diggens non era un pezzo grosso di Porta Pia, come peraltro già la dizione "dipendente dell´ambasciata" lasciava intuire. Devo la conferma documentale al gentilissimo e competente cultore di storia diplomatica britannica Colin Mackie, che mi scrive :
    " Dear...,
    I am very much afraid I can find no mention of an Alan (rectius Allan stando a Sua fonte, ndr) Diggens working at the British Embassy in Rome in the late 1970s in any source available to me. If he was a diplomat he can only have been at the level of 1st Secretary or more junior to that and my research was focused on Counsellors and more senior ranks.
    I have copies of all the annual editions of Whitaker's Almanack from 1965 onwards. These list most of the diplomats in Rome but his name does not appear amongst the Counsellors or First Secretaries...
    Regards,
    Colin Mackie " :

    Dunque : 1.Allan Diggens non era un diplomatico di rango, ma semplice impiegato. Ovvio che un semplice impiegato d´ambasciata inglese guadagni il doppio di un nostro ministeriale, onde il permettersi Stamira. 2. Non siamo dunque in presenza di facoltosa famiglia di diplomatici, ma di borghesi di rango medio-basso, relativamente parlando. 3. Ho verificato personalmente la documentazione ufficiale su cui Colin ha basato la sua risposta : impeccabilmente accurata, certezza assoluta. 4. Questo riduce al lumicino la probabilità che Allan sia stato complice nel caso Moro : ovvio che qualunque studioso del caso Moro legga ambasciata inglese, associ in via ipotetica con Campbell-Cereghino-"diversa azione sovversiva" etc. : ma Allan Diggens non era un Campbell. Pertanto ritengo non sia più prioritario occuparsi del padre di Walter e nemmeno della madre, ma che il focus della ricerca debba restringersi a Poldo, Walter e VK. Inutile cercare Isabella, in successivi commenti ne spiegherò il motivo.
    PS : update : Walter Diggens non abita più in via Morichini 32. Qualcuno mi sta aiutando a rintracciarlo, è solo un tentativo difficilissimo, non prometto nulla. Visto che voi sembrate avere accesso privilegiato all´anagrafe, potreste dare una mano cercandovi la nuova residenza del soggetto. Grazie.

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  13. Ritengo autosufficiente la cittadinanza britannica e il lavoro anche da dipendente del padre, per far ipotizzare un'agevolazione - diciamo così- nel suo imboscamento- di Walter - dal novero dei testimoni. Era a quanto pare detenuto, a interrogarlo avrebbero fatto presto....

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  14. Certamente. Io mi riferivo al fatto che, visto che Allan era un pesce relativamente piccolo, non mi pare probabile che abbia avuto un ruolo di complicità nel caso Moro. Il fatto che né WD, né VK, e nemmeno tutto sommato la Mokbel siano stati interrogati a dovere, è un po´ il pattern di tutte le "indagini" dei 55 ed oltre fino ad oggi : ad esempio, le escussioni Moro1 e Moro2 di Patrizio Bonanni, Isabella Savona, Tullio Moscardi, Maria Iannaccone. Andrea Billau e Vali Perlman appartengono alla nota categoria del "don´t ask, don´t tell".
    Oggi oltre alla consueta differita di 2 giorni, s´è aggiunto pure il blocco totale della pubblicazione dei miei commenti : usciva un banner che diceva : impossibile pubblicare.
    A questo punto, non mi interessa più partecipare. Tanti auguri di buon proseguimento di ricerca.

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    1. Gentile Stummes Laut, i commenti -per nostra scelta- sono soggetti a moderazione e il differimento temporale è dovuto a questo, non potendo monitorarli costantemente. Il banner che diceva : "impossibile pubblicare" è INVECE assolutamente non dipendente da noi e dovuto con ogni probabilità ad un qualche malfunzionamento nella rete a livello della piattaforma che ci ospita. Franco Martines

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  15. Una dovuta precisazione per i gentili lettori, per quanto di dettaglio: la dizione corretta dell'anagrafica della signora, deve leggersi "Veronika Korosec" (cioè con la K nell'ultima sillaba del prenome, e la C alla fine del cognome). Quindi anche nel mio stesso articolo qualunque diversa trascrizione deve intendersi rettificata come sopra.

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  16. Gentile Vedetta, il tuo commento sarebbe ottimo se non si lasciasse andare a qualche illazione e a valutazioni sulle persone che non riteniamo accettabili per la pubblicazione. Ti invitiamo ad attenerti ai fatti dimostrabili documentalmente, depurandolo di quanto sopra e, quindi. a ripubblicarlo. Saluti. Franco Martines

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